Buone Nuove Materiali n. 7



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B U O N E N U O V E
Agenzia di stampa elettronica umanista
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Pubblica solo notizie sui progressi sociali,
scientifici, culturali dell'essere umano.

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MATERIALI
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n.7,  Aprile 2001

Dato il peso avuto su internet (e il poco riscontro sui media tradizionali) 
pubblichiamo alcuni materiali sul contestato tema della nuova legge 
sull'Editoria.
Lo facciamo confrontando opinioni in rete: opinioni diverse che sottoponiamo 
alla vostra attenzione in modo che ognuno possa farsi la sua.
Cosi' qui sotto trovate una nostra intervista a Paolo de Andreis, Direttore di 
Punto Informatico che ha lanciato la campagna di raccolta firme per 
modificare la legge, una serie di FAQ di Carlo Gubitosa, giornalista ed 
attivista per i diritti informatici, diffusa da Peacelink e una serie di  risposte 
date da Vannino Chiti, a nome del Governo Italiano, sul forum di Repubblica. 

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SPECIALE LEGGE SULL'EDITORIA
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INTERVISTA A PAOLO DE ANDREIS (Direttore di Punto Informatico)

BUONE NUOVE: di fronte alla campagna di Punto Informatico contro la 
Legge sull'Editoria i legislatori si sono affrettati a tranquillizzare il "pubblico" 
di internet; le dichiarazioni dei politici vi hanno convinto ?

PAOLO DE ANDREIS: Il risultato ottenuto e' gia' grandissimo, perche' 
questa legge rischiava di passare sotto silenzio. Ed e' clamoroso che a 
fronte della mobilitazione, senza precedenti per Internet in Italia, la stampa 
"tradizionale" abbia preferito il silenzio. Persino l'International Herald Tribune 
ha dedicato un articolo alla questione, cosi' come alcuni giornali francesi. Da 
noi in pochissimi, di sfuggita e con una certa manipolazione hanno scelto di
parlarne. Le dichiarazioni dei politici e dei tecnici in questi giorni
allarmano, e molto, perche' sono tra loro contraddittorie. Non potrebbe
essere diversamente, visto che la legge e' ambigua e si presta (ed e' qui
il problema) ad applicazioni discrezionali che potrebbero mettere in
difficolta' siti o fonti di informazione "non imbollinati" e dunque non
garantiti dai paraventi artificiosi delle leggi sulla stampa.

BN: Perche' ? 

PDA: Credo che nessuno possa essersi ritenuto "soddisfatto" da quelle
dichiarazioni, a parte gli amici di alcune ezine storiche della rete che,
evidentemente, hanno fiutato la possibilita' di ottenere una parte di
quella pioggia di soldi pubblici che sta per essere riversata nelle tasche
degli editori.

BN: In ogni caso la mobilitazione e' stata grande; la campagna continua ?
e se si' perche' ?

La petizione nasce con l'impegno di presentarla al nuovo parlamento,
quello che uscira' dalle urne del 13 maggio. Nei primi giorni di maggio
terremo una conferenza stampa, una sorta di appello ai candidati alle
politiche affinche' si impegnino a riformare o abrogare questa legge. E'
importante, decisivo direi, che la petizione sia sostenuta dal piu' ampio
numero di utenti perche' solo cosi', quando verra' ufficialmente presentata,
possiamo sperare che diventi materia di dibattito politico e parlamentare.
Se questo non accadra' avremo perso tutti un pezzetto di liberta'. E avremo
detto addio alla verginita' rivoluzionaria della liberta' concessa da
Internet.

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NO ALLA CENSURA - NO AL PANICO
di Carlo Gubitosa (PeaceLink)

LIBERTA' DI ESPRESSIONE IN RETE - DOMANDE E RISPOSTE
A CURA DI PEACELINK - ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO 
DELL'INFORMAZIONE
www.peacelink.it - info at peacelink.it

INDICE DELLE DOMANDE

1 - Ok, veniamo al dunque: il mio sito e' illegale ?
2 - Perche' nei giorni scorsi sono stati lanciati degli appelli contro la
censura in rete ?
3 - Se il mio sito e' ancora legale, allora perche' in questi giorni
c'e' stata tutta questa confusione ?
4 - Devo fare qualcosa per "mettere in regola" il mio sito ?
5 - Non voglio rischiare e ho deciso di "regolarizzare" comunque il mio
sito per tutelarmi su ogni fronte. Cosa posso fare ?
6 - Che cosa si puo' fare per prevenire l'imbavagliamento della rete ?
7 - Come posso tenermi informato su quello che accade ?

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1 - Ok, veniamo al dunque: il mio sito e' illegale ?

ASSOLUTAMENTE NO ! Per il momento la produzione e lo scambio di
informazioni in rete e' una attivita' perfettamente lecita, e lo sara'
fino a quando saranno ancora in vigore l'articolo 21 della Costituzione
Italiana e la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.

2 - Perche' nei giorni scorsi sono stati lanciati degli appelli contro la
censura in rete ?

Ci sono stati due appelli: uno lanciato dall'associazione PeaceLink e uno
lanciato dalla rivista "Punto Informatico".
L'appello dell'associazione PeaceLink riguardava la proposta di legge
7292, una proposta di legge che avrebbe esteso gli obblighi in vigore per
le riviste cartacee (registrazione della testata ed individuazione del
direttore responsabile) a qualsiasi "periodico telematico". La definizione
di "periodico telematico" contenuta nella proposta di legge 7292 era molto
generica, e includeva di fatto qualsiasi sito web aggiornato con
periodicita'.
E' per questo che PeaceLink ha lanciato una campagna contro la proposta di
legge n.7292, per evitare possibili interpretazioni restrittive e
illibertarie della legge sulla stampa. Infatti chiunque avesse voluto
"tappare la bocca" a un sito internet non avrebbe dovuto fare altro che
denunciarlo come "periodico telematico non registrato".
Fortunatamente la proposta di legge e' stata bloccata dalla chiusura
delle camere, e quindi questo pericolo e' stato scongiurato.
Nei giorni scorsi il quotidiano telematico "Punto Informatico" ha
lanciato un nuovo allarme, con un appello che riguarda la legge
sull'EDITORIA, che e' stata recentemente approvata. Questa legge
contiene una definizione ambigua di "Prodotto Editoriale", ed estende gli
obblighi di registrazione gia' in vigore per le testate giornalistiche a
tutti i "prodotti editoriali".
In base a questa definizione qualsiasi sito web POTREBBE essere definito
come un prodotto editoriale, e quindi ricadere automaticamente sotto
l'obbligo di registrazione. Ripeto, qualsiasi sito web POTREBBE essere
trattato come un prodotto editoriale, ma non e' detto che cio' avvenga. La
legge sull'editoria non e' un pericolo CONCRETO perche' introduce degli
obblighi, ma e' solo un RISCHIO POTENZIALE, perche' per far chiudere un
sito basterebbe dimostrare che si tratta di un "prodotto editoriale" non
registrato.
Proprio per evitare i rischi derivanti da questa formulazione ambigua
contenuta nella legge sull'editoria, "Punto Informatico" ha lanciato un
appello per abolire e sostituire gli articoli della legge in cui si
definisce il "prodotto editoriale" e si obbliga tutti i "prodotti
editoriali" a registrarsi come fanno le testate giornalistiche. Meglio
essere chiari sin dall'inizio che pentirsi quando una legge scritta male e
in forma troppo generica viene interpretata in senso repressivo.

3 - Se il mio sito e' ancora legale, allora perche' in questi giorni
c'e' stata tutta questa confusione ?

L'appello lanciato da "Punto Informatico" ha creato una vasta ondata di
protesta, che ha avuto due effetti desiderati e uno indesiderato. Il primo
effetto (desiderato) e' stato quello di denunciare la formulazione ambigua
e poco chiara della legge sull'editoria, una legge che, se male
interpretata (sottolineo SE), potrebbe davvero diventare uno strumento
repressivo, ammesso che ci sia qualcuno cosi' spregiudicato da definire
"prodotto editoriale" il sito web realizzato dalla parrocchia di
Vattelapesca o dall'associazione di Canicatti'. Il secondo effetto
(anch'esso desiderato) e' stato quello di mettere in evidenza il tentativo
di riprodurre in rete i meccanismi di divisione tra "produttori" e
"utenti" che caratterizzano il mondo della carta stampata e della
televisione. Questo tentativo e' ormai in atto da vari anni, e si sta
scontrando con un mezzo di comunicazione fortemente libertario, dove la
produzione di informazioni, articoli, dossier, analisi e dibattiti non e'
piu' una faccenda riservata agli "addetti ai lavori", ma e' considerata
come un diritto inalienabile da parte di tutti i "produttori/utenti". E'
importante che sempre piu' persone siano consapevoli di questo scontro tra
l'informazione professionale e commerciale (che vorrebbe rimanere anche in
rete l'unica informazione "accreditata" e riconosciuta ufficialmente) e la
libera informazione prodotta da cittadini, associazioni, missionari,
studenti, disoccupati e gruppi di volontari.
L'effetto indesiderato di questo appello e' stata la diffusione di
un'ondata di panico incontrollato, con siti web che hanno chiuso i
battenti (per poi riaprire in un secondo tempo), provider che invitano a
"mettersi in regola", persone allarmate che scrivono ai loro conoscenti
messaggi dal subject "siamo tutti fuorilegge".

4 - Devo fare qualcosa per "mettere in regola" il mio sito ?

Ripeto, NON C'E' BISOGNO DI FARE ASSOLUTAMENTE NULLA. Fin 
quando
l'articolo 21 della costituzione ci dara' la liberta' di esprimerci "con
la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione", non siamo noi a
doverci mettere in regola, ma sono le leggi anticostituzionali a dover
essere riscritte. Alcuni siti internet molto autorevoli che si occupano di
telematica e diritto hanno gia' pubblicato alcune "raccomandazioni" e
delle "norme" per "mettere in regola" il proprio sito. Tuttavia queste
norme hanno alcune controindicazioni:
a) danno per scontato che la legge sull'editoria venga interpretata nel
modo peggiore possibile, cosa che non e' assolutamente sicura.
b) hanno come effetto collaterale la diffusione di panico incontrollato
tra chi non si e' ancora "messo in regola".
c) creano degli standard e delle regole che finora non sono richieste da
nessuna legge.
d) comunque non garantiscono da una eventuale interpretazione
restrittiva della legge. Se vogliono fregarti, lo faranno comunque,
anche se avrai seguito le "norme di precauzione" suggerite da altri.
e) rendono piu' esposti e vulnerabili i siti che decidono di non seguire
le norme dettate dai "siti esperti".
f) questi consigli, ammesso che funzionino effettivamente per "tutelare"
un sito da eventuali accuse di stampa clandestina, risolvono solo il
problema del singolo (quello di non farsi chiudere il sito) e lasciano
intatto il problema della collettivita' (quello di non avere leggi che
introducano freni e cavilli per la libera pubblicazione in rete).
g) quando vengono approvate leggi che negano la liberta', non e' molto
utile chinare la testa e fare la corsa a chi si mette prima in regola, ma
e' molto piu' efficace praticare collettivamente la "disobbedienza
civile", ossia l'aperta violazione di leggi che in coscienza si ritengono
ingiuste o repressive. Questo contribuisce a sollevare l'attenzione sul
problema e a mettere in evidenza la natura repressiva di una legge.
Ovviamente chiunque e' libero di comportarsi come vuole, questi sono
solo i suggerimenti dell'Associazione PeaceLink.

5 - Non voglio rischiare e ho deciso di "regolarizzare" comunque il mio
sito per tutelarmi su ogni fronte. Cosa posso fare ?

Il settimanale "Vita" ha realizzato un servizio di supporto alla
registrazione dei siti web come testate giornalistiche, grazie alla
disponibilita' di alcuni giornalisti iscritti all'ordine (tra cui lo
stesso direttore della rivista) che si sono prestati a fare da "direttore
responsabile" dei siti che richiederanno questo servizio. Per maggiori
informazioni si puo' consultare il sito www,vita.it

6 - Che cosa si puo' fare per prevenire l'imbavagliamento della rete ?

Innanzitutto bisogna rendersi conto che la liberta' di espressione in rete
non e' l'unico problema. Purtroppo in Italia ci sono un sacco di piccoli
editori che chiudono, riviste che stentano a raggiungere i loro lettori,
radio e televisioni locali che vengono soffocate dai colossi
dell'informazione. Non possiamo pensare di salvare un'"isola felice"
telematica mentre fuori dai nostri computer il mondo dell'informazione
viene inesorabilmente appiattito e uniformato in base agli interessi dei
grandi gruppi editoriali, televisivi e mediatici. Non basta parlare di
liberta' della rete senza rivendicare la liberta' dell'informazione nel
suo complesso. Ognuno di noi puo' fare qualcosa nel suo piccolo per far
circolare il "virus" dell'informazione libera, utilizzando non solo il
computer, ma anche la fotocopiatrice, le bacheche all'interno delle
aziende, gli incontri con gli amici. Per prevenire la morte per asfissia
dell'informazione basta diventare protagonisti attivi nella costruzione
delle informazioni, rinunciando alla comodita' che deriva dalla condizione
di utenti e "consumatori" passivi. Per approfondire queste tematiche
consigliamo la lettura del libro di Danilo Dolci intitolato "Dal
trasmettere al comunicare", pubblicato dalle edizioni Sonda.

7 - Come posso tenermi informato su quello che accade ?

Puoi consultare uno dei seguenti siti:
www.peacelink.it
www.punto-informatico.it
www.interlex.it
www.vita.it
Oppure puoi scrivere a
info at peacelink.it

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VANNINO CHITI RISPONDE SUL FORUM DI REPUBBLICA

Qui di seguito alcune delle risposte date dal sottosegretario del Governo 
Vannino Chiti sul forum del sito di Repubblica.

"Le domande inviate - dice Chiti - fanno tutte riferimento a una presunta
nuova norma, che sarebbe contenuta nella legge 62 del 2001 sull'editoria e
sui prodotti editoriali, che avrebbe imposto l'iscrizione dei siti
Internet. Cio' non e' vero, non c'e' alcun vincolo aggiuntivo di sorta da
parte della legge per quello che riguarda i siti Internet, in particolare
per quello che riguarda la registrazione dei siti informativi".

Allora perche' i dubbi sulla registrazione?
"Di registrazione nella legge si parla all'articolo 16, ed e' un meccanismo
di semplificazione perche' prevede l'equiparazione delle registrazioni
attualmente esistenti con quelle nuove presso l'albo degli operatori della
comunicazione. Insomma, registrarsi in quest'ultimo e' la stessa cosa di
registrarsi in tribunale come si e' fatto finora".

E chi si deve registrare?
"Coloro che erano tenuti a farlo prima della nuova norma. Quindi la nuova
legge non estende la platea in nessun modo".

Un altro elemento di dubbio e' l'articolo 1 della nuova norma, quello che
da' una nuova definizione di prodotto editoriale che ora comprende anche i
prodotti informativi multimediali. Chi produce questi ultimi, si deve
registrare? "No. La definizione non implica l'obbligo di registrazione. E
su questo non ci sono dubbi, non solo in via interpretativa, ma
soprattutto in via formale. Perche' la legge e', come si dice, 'non
estensibile'. Cito testualmente: 'Per prodotto editoriale ai fini della
presente legge', c'e' scritto all'inizio. Solo ai fini della presente
legge, ripeto, quindi questa indicazione sancisce in maniera esplicita e
vincolante l'impossibilita' di estendere la norma in via interpretativa.
Pertanto le domande che nascono da questo assunto decadono perche' non 
c'e'
alcun vincolo aggiuntivo di iscrizione di sorta da parte dei siti presenti
su Internet".

Ma c'e' anche un aspetto della registrazione collegato con i contributi
pubblici che un utente potrebbe ottenere, e' cosi'? "In prospettiva la legge
prevede dei meccanismi di sostegno in termini di credito agevolato e
soprattutto di credito di imposta anche a chi fa prodotti editoriali
multimediali. E' evidente che quando sara' fatto il regolamento
d'attuazione di questa norma questo aspetto sara' circoscritto. Per chi
vorra' accedere a contributi e' possibile che la norma preveda tutto quello
che e' attualmente previsto per chi gia' usufruisce di agevolazioni
pubbliche. Quindi sara' prevista anche una formale iscrizione ai registri
della comunicazione. Ma questo soltanto per chi vorra' accedere ai
contributi e nei limiti in cui sara' scritto nel regolamento d'attuazione.
Attualmente non c'e' nessun tipo di vincolo e questo e' bene sottolinearlo
con chiarezza".

Poi Chiti passa all'esame alcune domande del forum. Ecco le sue risposte.

Ho una rivista di politica internazionale che si chiama "Acqua e Terre".
Ho acquistato un dominio Internet che si chiama politicainternazionale.it.
Perche' quest'ultimo sia il sito ufficiale della rivista e considerato che
hanno nomi diversi, devo registrare anche il nome del dominio come testata
giornalistica? (Luca Laroni) "Non e' obbligato. Come gia' detto, non c'e'
nessun vincolo di registrazione ma se lei volesse, puo' farlo in maniera
autonoma. Ma ripeto ancora una volta non e' obbligato, secondo me e'
opportuno, ma solamente opportuno, che rivista e dominio siano
probabilmente registrati insieme con un nome analogo".

E' possibile dal mio sito linkare dei giornali? (Stefano Negro)
"Questo ancora una volta non c'entra nulla con la legge attuale. E' chiaro
che se si entra in un sito diverso, evidentemente si corre il rischio di
violare i diritti dell'editore di quel sito, ma questo riguarda la
normativa generale, non riguarda questa norma specifica".

Sono webmaster di un sito che riguarda la didattica speciale in favore di
allievi disabili. A quali obblighi devo sottostare? (Renato Ceccon) "Non
c'e' alcun obbligo di nulla. Anzi io direi che proprio questi siti a favore
dei disabili sono quelli che possono accedere piu' facilmente ai contributi
che legge prevede".

Se apro un prodotto editoriale in lingua italiana all'estero su un hosting
estero, sono tenuto a rispettare la legge italiana? (Lapo Pedani). "Ripeto
ancora una volta: non c'e' nessun vincolo indicato da questa norma e quindi
la problematica di per se', o estero o italiano, e' irrilevante".

Vorrei avere informazioni sull'albo dei comunicatori. (Claudio Cerfoglia)
"Il registro e' previsto dalla cosiddetta legge Maccanico, la legge 249/97,
ed e' il registro sempre presso l'Autorita' per le telecomunicazioni che ha
assorbito il registro nazionale della stampa e la figura del garante per
l'editoria".

La legge ha intenti censori, viola le leggi sulla privacy ed e' in
contrasto con alcuni fondamentali principi di liberta' (vari lettori). "La
legge sull'editoria non ha intenti censori e non lede alcun diritto e
quindi tutta la similitudine di presunta violazione addirittura della
dichiarazione dei diritti dell'uomo non ha ragione di esistere".

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La riproduzione delle notizie e' incoraggiata
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