Gracanica (all. attenz. di Raffaelle ed iscritti)



Gracanica
(leggi Gracianiza) di Desanka Maksimovic
traduzione di Milena Cubrakovic

Gracanica, se almeno non fossi di pietra,
se potessi ascendere al cielo, perche' le mani altrui non ti strappino l' erba intorno,
perche' le cornacchie non ti calpestino la felce.
Oppure, che le tue campane non battano
come i cuori degli avi, - Gracanica,
o almeno, che le mani dei santi delle icone
non abbiano le mani dei nostri edili,
ne' gli angeli abbiano il viso di Simonide.
Se, almeno non fossi cosi' profondamente radicata in quella terra e dentro noi stessi
e se non ci fossimo abittuati a giurare in  nome tuo,
Gracanica se fossi, almeno, una mela,
che potessimo stringere al petto
e riscaldarti gelida per la vecchiaia
se nella valle intorno a te non avessimo
dapertutto sparese le ossa dei nostri avi.
Se almeno potessimo sullevarti sulla Tara
spostarti nel sacrato di Kalenici,
se potessimo scordarci delle effigi del tuo altare.
Gracanica, se almeno non fossi di pietra
se potessi ascendere al cielo.

(Tara - montagna in Serbia)

e dei versi scolpiti sulla pietra nel Kosovo Polje:

Uomo, tu che cammini sulla terra serba,
chiunque tu sia, qualunque tu sia,
straniero o da queste parti,
quando verrai in questa valle di Kosovo
vedrai dapertutto un' immensita' di ossa di morti
e tra di esse avvisterai un essere di pietra.
Me, alzatosi nel mezzo della valle
configurato in sagome di croce e consacrato.

/Ci sara' ancora quella pietra? Non credo, giacche' stanno strappando anche l' anima e il cuore del popolo serbo (a parte gli altri organi virtuali)! Ivan/