Un'analisi delle elezioni locali in Bosnia-Erzegovina



Un'analisi delle elezioni locali in Bosnia-Erzegovina
da OSSERVATORIO BALCANI

Solo il 46% dei Bosniaci sono andati a votare. Tengono
i Socialdemocratici a Sarajevo e Tuzla, ma avanzano i
partiti nazionali. Vittorie Sda nei cantoni
Zenica-Doboj e Bosanski-Podrinjski (Goražde), primo
cittadino dell’Sdp a Bihać. Sul filo del rasoio
il risultato di Brčko. Vince a Banja Luka e
Trebinje il candidato di Dodik (SNSD). Mostar si
conferma città divisa, ma l’HDZ catalizza meno che in
passato il voto dei Croato Bosniaci 
 

I risultati delle elezioni comunali in Bosnia
Erzegovina (BiH) hanno confermato, perlopiù,
l’annunciata bassa affluenza degli elettori e la
vittoria dei partiti nazionali. Tutti i partiti
politici proseguono nell’interpretare i primi
risultati elettorali come vittoria personale, ma i
trend generali dicono tutt’altro. 

Dopo che l’SDP BiH (Partito Socialdemocratico, ndt) e
lo Stranka za BiH (SBiH, Partito per la Bosnia
Erzegovina, ndt) sono stati i maggiori vincitori alle
elezioni locali del 2000, adesso gli elettori
scontenti di questi due partiti si sono astenuti pure
dall’andare a votarli. Alle elezioni locali del 1997
aveva votato l’86% degli elettori iscritti, alle
successive elezioni dell’aprile 2000 il 66%, mentre
adesso si è recato alle urne solamente il 46% degli
elettori. La caduta del numero di elettori rappresenta
proprio la nuova stabilità in BiH, perché le analisi
del 1997 hanno mostrato che allora i cittadini avevano
votato prevalentemente per le questioni legate alla
sicurezza, in una atmosfera decisamente paurosa dopo
la guerra che ha diviso etnicamente numerosi comuni
della BiH. 

Adesso evidentemente la sicurezza non è più una
priorità per gli elettori, e i partiti politici
esistenti e i candidati proposti non sono stati un
sufficiente motivo per l’affluenza alle urne. I
sondaggi mostrano che la maggior parte dei cittadini è
scontenta della assenza di veri cambiamenti nella
società dopo sette tornate elettorali in nove anni
dopo la guerra. 

Le elezioni sono trascorse innanzitutto all’insegna
dei conflitti intra-nazionali per il primato politico.
Si è trattato della lotta per i voti dei Bosgnacchi,
Serbi, Croati e non per i voti dei cittadini sulle
questioni di fondamentale importanza per le singole
comunità locali. I partiti nazionali SDA (Partito
dell’Azione Democratica, ndt), HDZ (Unione Democratica
Croata, ndt) e SDS (Partito Democratico Serbo, ndt)
ribadiscono di essere ancora i partiti più forti nella
maggior parte dei comuni in cui loro, dicono,
rappresentano la maggioranza dei rispettivi popoli. 

Obiettivo principale dell’SDA è stato la lotta per il
ritorno nei grandi comuni, dove quattro anni fa vinse
l’SDP, a partire dai quattro comuni della città di
Sarajevo. Alle elezioni locali vengono eletti i
consiglieri e i sindaci di questi quattro comuni di
Sarajevo, i quali eleggono poi il Consiglio comunale
che a sua volta elegge il sindaco della città. 

Nella struttura nazionale della città di Sarajevo si
considera che ora i Bosgnacchi siano il 78% della
popolazione. Con la divisone seguita alla guerra,
nella Federazione è rimasto circa il 65% del
territorio della Sarajevo di un tempo, e nella
Republika Srpska (RS) circa il 35%. La maggior parte
della popolazione è rimasta nella parte federale,
mentre nella parte di Sarajevo in RS è rimasto circa
il 5% della popolazione di un tempo. La parte federale
di Sarajevo è organizzata come una città di quattro
comuni, mentre il cantone di Sarajevo ha nove comuni.
La maggior parte del potere è concentrato nel cantone,
mentre il consiglio comunale e il sindaco rimangono
senza poteri effettivi. 

L’SDP aveva perso il potere del cantone di Sarajevo
già alle elezioni dell’ottobre 2002. Ora, la lotta si
è svolta per i quattro comuni di Sarajevo, nei quali
erano al potere i leader dei partiti guidati dall’ex
ministro degli esteri della BiH, Haris Silajdžić,
del Partito per la Bosnia Erzegovina, e da Zlatko
Lagumdžija, del Partito Socialdemocratico. 

L’SDA ha vinto nel comune Stari Grad (Centro storico),
dove il sindaco era dell’SBiH, ma i candidati dell’SDP
hanno vinto nei restanti tre comuni. Le analisi dei
risultati mostrano che il bacino elettorale dell’SDA è
rimasto numericamente pressoché invariato rispetto a
quattro anni fa, o è aumentato di poco mentre l’SBiH e
l’SDP hanno vissuto una grossa perdita di consensi. 

Sulejman Tihić, presidente dell’SDA ha tentato di
interpretare i risultati delle elezioni in questi
comuni di Sarajevo come un grande aumento
dell’appoggio all’SDA e una grande caduta dell’SDP, ma
questo è vero solo se si guardano le percentuali.
Quando si analizza il numero dei votanti, si vede che
l’appoggio all’SDA non è aumentato significativamente,
e poi che un cospicuo numero degli elettori di un
tempo dell’SBiH e dell’SDP comunque non è andato a
votare. 

L’SDA è tornato al potere nella parte più grande del
cantone di Zenica-Doboj e nel cantone
Bosanski-Podrinjski, con base a Goražde. Dopo le
scorse elezioni del 2000 in questi due cantoni ci sono
state importanti basi d’appoggio all’SDP. A Zenica ha
vinto in modo netto il candidato dell’SDA Husejin
Smajlović, mentre l’SDA ha convinto anche a
Zavidovići e a Maglaj. Il candidato dell’SDP per
il sindaco di Kakanj è davanti al candidato dell’SDA
per un centinaio di voti, mentre l’SDA si è assicurato
la maggioranza nel consiglio comunale di Kakanj. 

A Tuzla il sindaco che fino ad ora era in carica,
Jasmin Imamović, ha vinto in modo convincente
nella lotta per il primo cittadino, ma l’SDP ha subito
una perdita di voti nella lotta per il consiglio
comunale. L’SDP ha ottenuto la poltrona di sindaco a
Bihać, ma l’analisi mostra che in quel comune gli
elettori hanno penalizzato di più l’SDA piuttosto che
aver aumentato l’appoggio all’SDP. 

È di particolare interesse il numero dei voti delle
elezioni per il Consiglio del Distretto di Brčko,
perché lì secondo i primi risultati l’SDS ha solo
sette voti di più dell’SDP. Se l’SDP, però, dovesse
ottenere il posto di sindaco di Brčko, allora
sarebbe la vittoria più importante di questo partito
alle elezioni locali, perché si tratterebbe di vedere
come lì l’SDP intende profilarsi: come il più
importante partito bosgnacco oppure se riuscirà ad
attraversare la soglia di un partito multi-nazionale,
sia per la composizione dei membri che per il sostegno
elettorale. 

In Republika Srpska il maggior guadagno lo ha ottenuto
il Partito dei socialdemocratici indipendenti di
Milorad Dodik, ma l’SDS rimane ancora il partito
politico più forte di questa entità della BiH. Il
candidato dell’SNSD per il sindaco di Banja Luka e
sindaco uscente Dragoljub Davidović ha ottenuto
il 67% di voti, mentre la candidatura del suo rivale
più importante Ljubiša Kragulj, appoggiato da otto
partiti, compreso l’SDS, è stata invalidata mediante
una decisione della commissione elettorale. La
decisione è stata resa nota una ventina di giorni dopo
che Kragulj durante una trasmissione televisiva ha
fatto uso dell’”hate speech” (discorsi connotati da
odio nei confronti di altre comunità nazionali o
avversari politici, ndt). Ljubiša Buco Kragulj ha
detto alla SRNI che la sua candidatura è stata
annullata “perché ha toccato la mafia che è legata con
una parte della comunità internazionale”. “A capo di
questa mafia c’è Milorad Dodik, che è appoggiato dai
media che fanno parte di questa mafia, e questi sono
l’Alternativna televizija, ‘Nezavinse novine’ e la
Radio Televisione della Republika Srpska”, ha detto
Kragulj. 

Kragulj ha ottenuto un numero decisamente inferiore di
voti rispetto a Davidović, così che le lamentele
dell’SDS in questo caso sono del tutto irrilevanti. I
dati sulla caduta dell’appoggio all’SDS sono
illustrati nel migliore dei modi dalla vittoria del
partito di Dodik, l’SNSD a Trebinje, ma il significato
di questo aumento di sostegno all’SNSD deve essere
ancora rivelato. Nella serie di apparizioni pre
elettorali, in particolare nella parte orientale della
BiH, Dodik ha sottolineato la questione nazionale
lottando per i voti più come un nazionalista che come
un socialdemocratico. Una lotta particolarmente accesa
c’è stata a Zvornik, dove a causa di incidenti ci sarà
una nuova votazione in alcuni seggi elettorali. Fino
ad ora a Zvnornik c’era al potere il Demokratski
narodni savez (Unione popolare democratica), ma adesso
ha vinto Budimir Aćimović, candidato del
Partito socialista della RS, appoggiato da sette
partiti, compreso anche l’SDS e l’SNSD di Milorad
Dodik. Durante la campagna a Zvornik, Dodik ha
affermato di essere in coalizione solo con i
socialisti, di cui è candidato Aćimović e
non anche con gli altri partiti che lo hanno
appoggiato. 

Sul versante croato della scena politica in BiH si
evidenzia una perdita di consensi per la HDZ, ma
questo partito rimane pur sempre il partito politico
croato più forte in BiH. A Mostar è stato evidente che
le elezioni hanno confermato la divisione etnica nella
sua riva sinistra e destra, parte orientale e
occidentale. La HDZ, in coalizione con i partiti
politici croati, è probabilmente il partito vincitore
con la maggioranza dei voti nelle tre sezioni della
città in cui i Croati sono la maggioranza degli
abitanti e il relativo vincitore a livello dell’intera
città. L’SDA ha vinto in tre parti della città dove i
Bosgnacchi sono in maggioranza e ha ottenuto il
secondo posto a livello dell’intera città. Il Partito
per la BiH (SBiH) ha ottenuto il terzo posto a Mostar,
ma probabilmente è il perdente maggiore di queste
elezioni locali. 

Nei luoghi a maggioranza croata come Široki Brijeg o
Orašje, alle estremità opposte della BiH, la HDZ è
ancora il partito più convincente dal punto di vista
elettorale sia di fronte alla caduta di consensi che
al sempre più alto numero di voti per i partiti croati
di opposizione, quali Narodna stranka Radom za
boljitak, guidato dalla famiglia proprietaria della
industria di carne Lijanović (Široki Brijeg), o
Nova Hrvatska Inicijativa e Hrvatska Seljačka
Stranka. La HDZ continua ad affermare di essere
“l’unico legittimo rappresentante del popolo croato in
BiH”, come ha annunciato il suo portavoce Miro
Ćiro Pavlović. Quest’ultimo ha dichiarato
che la HDZ manterrà sia i sindaci che la maggioranza
nei consigli comunali di Orašje, Domaljevac-Šamac e
Odžak, e la poltrona di sindaco di Žepče. Secondo
le sue parole, nel cantone di Zenica-Doboj la HDZ ha
mantenuto i sindaci di Žepče, Kiseljak, Kreševo,
Busovača, Vitez e Jajce. 

“Un risultato favorevole la HDZ lo attende pure a
Kupres, Livno, poi a Grude, Posušje, Široki Brijeg,
Ljubuško, così come a Stolac, Neum, Ravno,
Čapljina, Čitluk, ecc.” ha aggiunto
Pavlović. 

Così che dopo la riuscita temporanea dell’Alleanza dei
sette partiti moderati, guidati dall’SDP, alle locali
elezioni dell’aprile 2000 e le elezioni comunali
dell’ottobre 2000, queste elezioni locali hanno
restituito i processi politici in BiH al consueto
corso delle politiche nazionali. 

Vedi anche: 
Elezioni municipali in Bosnia Erzegovina 



		
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