(Fwd) [noomc-it] morire alla Zastava



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From:           	"Red * Ghost" <red-ghost at libero.it>
Date sent:      	Fri, 21 May 2004 00:55:07 +0200
Subject:        	[noomc-it] morire alla Zastava
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Fonte: Osservatorio sui Balcani http://www.osservatoriobalcani.org

A seguito dei bombardamenti della NATO nel 1999 numerosi lavoratori
della Zastava furono impiegati nel risanamento della fabbrica di
Kragujevac. A distanza di cinque anni, quei lavoratori stanno morendo
silenziosamente. Da Kaziprst, B92 - (11/05/2004)

Durante la campagna di bombardamenti condotta dalla NATO nel 1999
sull'allora Federazione di Jugoslavia la Zastava, fabbrica di
Kragujevac, fu colpita due volte in modo devastante. Il primo attacco
missilistico fu lanciato il 9 aprile 1999 e distrusse buona parte
della fabbrica, mentre il secondo, 14 missili che diedero il colpo di
grazia al complesso industriale provocando 36 feriti, avvenne nella
notte tra l'11 ed il 12 aprile. Fondata nel 1853, già simbolo
dell'industria jugoslava per aver prodotto nella sua storia diversi
milioni di veicoli, la Zastava esce distrutta dai bombardamenti del
'99 che provocarono oltre agli enormi danni una riduzione del 70% dei
36.000 lavoratori impiegati un tempo nella fabbrica. Tuttavia la
tenacia, il senso di unione o più semplicemente la mancanza di
alternativa e le pressioni dell'amministrazione hanno spinto molti
operai ad impegnarsi nel risanamento della fabbrica di Kragujevac.
Qualche mese dopo la fine dei bombardamenti, il governo serbo stilò 
un
piano per il suo risanamento. Se da un lato lo sforzo e il senso del
dovere che ha impegnato i lavoratori di Kragujevac ha fatto in modo
che la produzione ripartisse, dall'altro li ha esposti a gravissimi
problemi di salute. Rappresentanti dei lavoratori della Zastava
affermano infatti che durante i lavori di ristrutturazione della
fabbrica molti si sarebbero ammalati di carcinoma o di leucemia. 
Molti
di loro sono in seguito morti. L'esatto numero di ammalati e deceduti
non è confermato, ma non sono nemmeno state organizzate delle visite
mediche sistematiche dei lavoratori che hanno partecipato alla 
pulizia
delle strutture danneggiate dai bombardamenti. Quella che segue è la
trascrizione della trasmissione Kaziprst andata in onda 
sull'emittente
B92 il 15 aprile scorso, durante la quale sono stati intervistati
alcuni degli operai che hanno partecipato al risanamento della
Zastava. A cura di Tamara Sretenovic - Traduzione di Nicole Corritore
B92: Sono passati cinque anni da quando le prime bombe della NATO 
sono
cadute sugli impianti della Zastava di Kragujevac. Gli operai che
hanno partecipato alla pulizia delle strutture della fabbrica
danneggiate si sono ammalati gravemente e collegano la loro 
condizione
di salute al lavoro di risanamento di tali strutture. Reputano che
questi lavori siano stati fatti senza alcuna misura precauzionale e
che non erano stati informati dagli uffici competenti delle possibili
gravi conseguenze. La partecipazione alla ricostruzione di quella che
una volta era un gigante dell'industria dell'automobile, oggi, dicono
i lavoratori, sta costando un tributo in vite. Le foto di malati di
carcinoma e gli annunci funerari nella bacheca posta all'ingresso
dell'azienda sono divenuti cosa di tutti i giorni. Dragan Stojanovic,
responsabile di una delle equipe che hanno partecipato al risanamento
strutturale dell'azienda, racconta di come il lavoro di rimozione
delle macerie sia stato fatto senza alcuna precauzione e pensa che
questo potrebbe rappresentare un pericolo per la salute. Stojanovic:
"Il risanamento è stato fatto senza guanti, senza alcun tipo di
precauzione. Pensavamo che non ci fosse alcun pericolo. Solo alla 
fine
si è constatato che il lavoro di risanamento era molto pericoloso, 
non
sapevamo a che cosa eravamo esposti e sapevamo che i colleghi 
morivano
a causa di varie malattie cancerogene, senza sapere di quali. 
Sappiamo
solo che oggi non ci sono più. Scompaiono nel giro di sette giorni, o
di leucemia galoppante . prendono un raffreddore, si ammalano, e
scompaiono. Ho visto gli annunci affissi in bacheca. B92: Mi avete
detto che un mese fa si sono tenuti sei funerali, e tutti colleghi
della sua sezione. Stojanovic: Sì. Sono colleghi che hanno 
partecipato
al lavoro di pulizia dalla macerie. Alcuni lavoravano con noi, alcuni
alla OUR di Kovacnica come elettricisti nella ristrutturazione
dell'impianto elettrico. Uno è morto molto velocemente - in due mesi,
di leucemia galoppante. Il secondo è morto dopo tre giorni, lavorava
con noi. E' morto di leucemia galoppante alla Clinica dell'Accademia
medico-militare (VMA) di Belgrado. Sono poi morti altri due colleghi,
ma non si sa di che cosa, ma molto in fretta. Non sono più tra noi.
B92: A causa di un tumore gli è stato asportato un polmone; Dragan
Paunovic, che ha partecipato per sei mesi alla ricostruzione della
Zastava. Oggi con 4.500 dinari (1 euro circa 65 dinari) tenta di
procurarsi medicine costose e di dare da mangiare alla famiglia di
cinque persone. Paunovic: Sono stato operato di cancro ai polmoni.
Presso la VMA il 6 dicembre 2002. Ora sto un po' meglio. Non sono più
sotto terapia e continuo con una cura farmacologica. I farmaci me li
procura praticamente il sindacato. E' grazie a loro se sono
sopravvissuto. Mi hanno anche pagato l'operazione presso la VMA. 
Tutto
grazie a loro, il Sindacato indipendente. Gli amministratori della
Zastava probabilmente non sanno nemmeno che sono vivo. Non me l'hanno
mai nemmeno chiesto. Salvo solo una persona della gestione
dell'azienda, Vladan Kostic, il mio direttore di impianto, che è
l'unico con cui ancora parlo. B92: Paunovic sottolinea che nessuno
della gestione aziendale lo aveva informato che lavorare in tali
condizioni poteva essere pericoloso e portare a conseguenze sulla
salute. Paunovic: Noi siamo stati allo stesso tempo spinti e vittime,
almeno un certo numero di operai. Si doveva risollevare la fabbrica.
Va bene. E poi che noi si muoia. Ma qual è la cosa più terribile di
tutto ciò? Il fatto che gli amministratori dell'azienda non ci 
abbiano
concesso un solo dinaro per le cure. Io so che dovevamo fare questo
lavoro, ristrutturare la fabbrica. Ma almeno dateci la possibilità
affinché i nostri figli non debbano penare o

che noi non si debba soffrire per la mancanza di medicinali. Per un
certo periodo non potevo permettermi di comprare le pillole per la
pressione e mi curavo con l'aglio. Non ho i soldi per acquistarle. 
Non
so come procurarmele. B92: Un lungo periodo di lavoro in condizioni
disumane, caratteristica dell'impianto di Lakirnica, ha indebolito le
difese del nostro sistema immunitario. Infatti proprio questi sono 
gli
operai che più spesso si ammalano di cancro, dice Paunovic. Paunovic:
La velocità con cui muoiono i colleghi di Lakirnica e quello che
succede a noi sono convinto che dipendano dalle pesanti condizioni di
lavoro protratte negli anni, più che le condizioni di lavoro
specifiche di Lakirnica. Il nostro organismo era già debole,
soprattutto organi come polmoni, fegato, cuore, a causa delle
condizioni in cui abbiamo lavorato. Le radiazioni ci hanno solo dato
il colpo di grazia. Ma si devono trovare i fondi per queste persone
che si ammalano così in fretta. i responsabili d'azienda devono un
giorno arrivare a occuparsi di questi lavoratori e permettergli 
almeno
la possibilità di curarsi. Perché queste persone non muoiano come
bestie. Non è possibile - un giorno uno era un uomo, poi è morto e
nessuno fa nulla. B92: E' vero che presso i diversi impianti della
Zastava ogni giorno appaiono nuovi annunci mortuari? Paunovic: io 
vado
raramente alla Zastava. Solo quando devo presentare dei certificati, 
e
allora vedo gli annunci sulle porte. E' lì che di solito si 
appendono.
E triste solo a guardare. Non sono persone anziane, hanno tra i 30 e 
i
50 anni. B92: Pensate di essere stati sacrificati? Paunovic: Sì lo
penso. Penso che ci abbiamo sacrificato coscienti di questo ed ora ci
evitano. Ci guardano come fossimo dei lebbrosi. B92: Sicuro di essere
stato esposto a radiazioni sul posto di lavoro, alla Zastava, 
Paunovic
ha chiesto ad alcuni degli amministratori della fabbrica un sostegno
economico per le cure mediche, ma gli è stato risposto che le sue
asserzioni non sono esatte. Paunovic: Che si chiariscano sia il
Governo che l'amministrazione della Zastava: se siamo stati colpiti 
da
petardi - che siano petardi. Io mi scuserò. Se l'uranio si può bere
come fosse limonata, mi scuserò di nuovo. Dirò che sono sano e che mi
sono ammalato alle terme. Devono chiarirsi, sia gli uni che gli 
altri.
Di modo che non sia sempre che quando serve allo Stato, si prende,
quando invece è il lavoratore a dover prendere dallo Stato, niente.
Noi non cerchiamo nulla. Non vogliamo un'auto nuova, un appartamento.
Vogliamo i soldi per curarci come delle persone, e per non morire 
come
bestie. Solo questo. B92: Milovan Matic, anch'egli impiegato nel
risanamento dell'azienda, a causa di un tumore gli è stata asportata
la tiroide. Le sue condizioni di salute, anche dopo l'intervento
chirurgico, peggiorano costantemente. Per questo motivo è obbligato 
ad
andare dal medico tutti i giorni, dove ha l'occasione di incontrare
altri colleghi malati. Matic: Sì, colleghi, colleghi. Ci incontriamo
solo in ospedale. Due donne, una ha un carcinoma polmonare, l'altra 
un
carcinoma alla mandibola, con la tiroide già asportata in parte. 
Tutti
dello stesso posto di lavoro. B92: Eravate tutti nello stesso 
reparto?
Matic: Sì, sì. Nello stesso luogo di lavoro, nell'impianto. B92: Con
la paga che riceve mentre è in malattia, Matic non è in grado di
assicurare il mantenimento della famiglia, e non riesce a comprarsi 
le
medicine. Matic: Tieni duro. Per metà tieni duro, per metà mi hanno
aiutato i miei genitori. In questo momento nessuno. Un medicinale che
devo prendere ora, "novotirol" è di produzione tedesca. si può
comprare in Svizzera, in Italia o in Germania. Costa 25-30 Euro,
dipende dove si acquista. B92: E la vostra paga qual è, oggi che 
siete
in malattia? Matic: La mia paga è di 5.600 dinari. B92: Matic e
Paunovic ci hanno elencato i nomi di una ventina di colleghi dei 
quali
sanno per certo essere malati di carcinoma. Ma dicono che senza il
loro permesso non possono rendere pubblici i nomi. Dai rappresentanti
della Zastava non si riesce ad ottenere alcun commento, e quando lo 
si
ottiene dichiarano che la situazione non è allarmante. All'inizio del
risanamento della Zastava, ai dipendenti era stato assicurato che 
ogni
sei mesi sarebbero stati sottoposti a sistematici controlli sanitari,
per seguire un eventuale peggioramento del loro stato di salute. Ma
invece negli ultimi cinque anni questi operai non sono stati
sottoposti ad alcun controllo. Siamo venuti a sapere che la Zastava
non ha fondi per finanziare controlli sistematici degli oltre 600
operai che hanno tirato fuori la fabbrica dalla cenere.



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