Kossovo/Serbia: Amnesty International chiede a tutte le parti di fermare gli attacchi e le rappresaglie






Gent.mi tutti,

   vi trasmettiamo il comunicato stampa di Amnesty International:


   Kossovo/Serbia: Amnesty International chiede a tutte le parti di
   fermare gli attacchi e le rappresaglie


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   Amnesty International Ufficio Stampa
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ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL CAPO REDATTORE ESTERI
COMUNICATO STAMPA
CS28-2004
KOSSOVO/SERBIA: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE A TUTTE LE PARTI DI FERMARE
GLI ATTACCHI E LE RAPPRESAGLIE

Amnesty International si e' detta fortemente preoccupata per la situazione
nella provincia del Kossovo, dove una trentina di persone sono morte e
centinaia sono rimaste ferite a seguito di violenti scontri tra albanesi e
serbi, iniziati il 17 marzo a Mitrovica/Mitrovicë e rapidamente estesi a
tutto il Kossovo.

Oltre ai morti e ai feriti, vi sono stati attacchi contro proprieta' e
chiese serbe. Molti serbi residenti nelle piccole enclavi sparse in tutta
la provincia sono stati costretti a fuggire o sono stati evacuati dalla
Kfor (la Forza militare multinazionale in Kossovo). Amnesty International
ha espresso preoccupazione anche per le azioni di rappresaglia compiute dai
serbi contro le moschee a Belgrado, Nis e in altri centri della Serbia.

L'organizzazione per i diritti umani ha chiesto a tutte le parti di
esercitare moderazione e ha sollecitato le autorita' del Kossovo e della
Serbia a prendere le misure necessarie per ripristinare la legge e
l'ordine, nel rispetto degli standard internazionali sull'uso della forza.

La violenza e' scoppiata dopo la notizia che tre ragazzi albanesi erano
annegati nel fiume Ibar, nei pressi di Mitrovica/Mitrovicë, il 16 marzo.
Secondo la testimonianza di un quarto ragazzo, sopravvissuto, il gruppo era
stato costretto a gettarsi nel fiume perche' inseguito dai serbi. Il giorno
prima a Caglavica/Caglavicë, nei pressi della capitale Pristina/Prishtinë,
un serbo di 18 anni era stato gravemente ferito in un incidente stradale
attribuito agli albanesi.

Una volta diffusa la notizia dell'annegamento dei tre ragazzi, il 17 marzo
una grande folla di albanesi e di serbi si e' radunata a
Mitrovica/Mitrovicë (gia' sede, in passato, di gravi scontri interetnici)
sulle due rive del fiume Ibar che divide la citta' in due blocchi etnici.
La situazione e' degenerata e la violenza si e' propagata in tutto il
Kossovo.

Amnesty International ha invitato la Kfor e la Unmik (la Missione delle
Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim del Kossovo) a garantire
che, nel rispetto degli standard internazionali, gli agenti di pubblica
sicurezza e i militari ricorrano all'uso delle armi da fuoco solo quando
altri mezzi siano risultati inefficaci o non congeniali rispetto
all'obiettivo. L'uso intenzionale della forza legale dovrebbe essere
limitato alle circostanze in cui questo sia strettamente inevitabile per
proteggere vite umane.

La perdurante incertezza sullo status finale del Kossovo, che dal 1999 e'
sotto il controllo della Unmik, ha contribuito ad accrescere la tensione
interetnica. Amnesty International ritiene che il ritorno della violenza
evidenzi il fallimento della Unmik, cosi' come delle autorita' della
Serbia-Montenegro, nell'affrontare seriamente l'eredita' delle violazioni
dei diritti umani commesse nel passato.

Amnesty International sottolinea con estremo rammarico la mancanza di
progressi negli ultimi quattro anni da parte delle autorita' serbe nel
portare di fronte alla giustizia i responsabile delle 'sparizioni' di
migliaia di albanesi del Kossovo, avvenute quando la provincia era
amministrata dalla Serbia. Allo stesso modo, Amnesty International deplora
la mancanza di progressi da parte delle autorita' kossovare nel portare di
fronte alla giustizia i responsabili del rapimento di circa 1200 serbi, rom
ed appartenenti ad altre minoranze etniche.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 19 marzo 2004

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