Fwd: [info-unponteper] VIA I SOLDATI ITALIANI DALL'IRAQ




Ricevo questo messaggio di "Un Ponte per...", il cui contenuto mi sembra piu' che condivisibile. Esso mi induce pero' a ragionare sul perche' a sinistra stia partendo solo ora, con tanto ritardo, la riflessione sul vero ruolo delle missioni militari "umanitarie" all'estero, dall'Afghanistan ai Balcani.

Viviamo nell'epoca della ricolonizzazione... Le missioni "umanitarie" fanno sempre seguito ad aggressioni armate dei paesi occidentali e/o ad operazioni di destabilizzazione, diffamazione, disgregazione. La copertura "umanitaria" nasconde sempre, e malamente, le ambizioni coloniali di piccole potenze straccione come l'Italia, ovvero le politiche di rapina delle grandi potenze e "corporation", interessate ad impadronirsi delle risorse o degli snodi strategici in quelle aree.

Piu' o meno ingenuamente, negli anni passati ampi settori del "movimento" hanno appoggiato la retorica "umanitaria" di questi mascalzoni; tuttora, qualche "ONG" o gruppo di pacifisti prosegue nella collaborazione con le forze di occupazione occidentali in certe aree, nonostante voci preoccupate e di dissenso si stiano moltiplicando (si vedano ad es. i recenti libri di Marcon e Bazzocchi dell'ICS). In aree come quella balcanica, i militari NATO stanno di fatto supervisionando alle operazioni di epurazione etnica tuttora in corso oppure stanno dando sostegno logistico a gruppi terroristici di ispirazione razzista (si veda ad esempio quello che succede ogni giorno in Kosovo e Macedonia!).

Io credo che il "movimento" dovrebbe ormai assumere, insieme al ripudio delle guerre, la richiesta del ritiro di TUTTE le missioni militari italiane all'estero come una delle sue assolute priorita'. Questo sarebbe certamente anche uno dei punti qualificanti e discriminanti a sinistra.

Andrea


Da: "un ponte per ..." <posta at unponteper.it>
Data: Lun 21 Lug 2003  12:13:01 Europe/Rome
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Oggetto: [info-unponteper] VIA I SOLDATI ITALIANI DALL'IRAQ
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MARTEDI' 22 E MERCOLEDI' 23 luglio LA CAMERA DEI DEPUTATI DISCUTERA' L'INVIO DI SOLDATI ITALIANI IN IRAQ 
 
232 milioni di finanziamento per "proteggere" 22 milioni di aiuti umanitari: queste due cifre, contenute nel decreto in discussione alla Camera dei deputati, bastano a chiarire la finalità della cosiddetta "Missione Babilonia": non sono i soldati a servie da protezione agli aiuti, ma gli aiuti a costituire il pretesto per inviare 3.000 soldati che, inquadrati sotto il comando britannico, avranno funzione di controllo territoriale e di ordine pubblico nella regione di > Nassiriya. L'Italia si aggiunge così agli Usa e alla Gran Bretagna come potenza occupante, e mentre si inviano soldati che dovranno fronteggiare il malcontento iracheno, le aziende italiane si mettono in fila (oltre 200 di cui una dozzina già vincitrici di appalti) per partecipare alla torta della ricostruzione. La protezione degli aiuti è un pretesto, anzi l'invio dei militari può mettere a rischio gli operatori umanitari italiani. In Iraq operano da mesi centinaia di volontari e cooperanti internazionali, delle ONG, della Croce Rossa, delle agenzie delle Nazioni Unite, senza bisogno di nessuna protezione militare, anzi è proprio questa indipendenza che ha garantito sinora la loro incolumità. L'eventuale legame con le forze di occupazione potrebbe compromettere la loro sicurezza. Chiediamo che la Camera ritiri subito la missione militare e che i fondi così risparmiati (232 milioni di euro) vengano integralmente utilizzati per interventi umanitari e di cooperazione allo sviluppo.
 
Via i soldati italiani dall'Iraq
Firma la petizione:  www.tavoloiraq.org/petizione.asp
Scrivi alle commissioni difesa del parlamento: www.unponteper.it/it/letteracommissioni.htm
 

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