Da "sloboda narodu"



 Mi è arrivata questa e-mail interesante dal compagno giornalista  Omar Minniti.
Ve la giro.
Olgica

Nuova manifestazione socialista a Belgrado: “Sloboda Slobodanu”

Ieri sera, nel cuore di Belgrado, si è mossa un’imponente manifestazione organizzata dal
Partito Socialista Serbo e da altre forze di sinistra. Oltre 20.000 persone, provenienti
da varie località della Serbia, si sono date appuntamento nella centralissima Piazza
della Repubblica per protestare contro il clamoroso sì alla richiesta di estradizione di
Milosevic al Tribunale dell’Aia. Un grande corteo, con tante bandiere tricolori della
vecchia Federazione Socialista e rosse delle nuove organizzazioni comuniste, si è mosso
alla volta del palazzo del Governo Federale, situata nella città nuova. Gli slogan che
hanno animato la manifestazione, che oggi ha avuto pochissimo risalto sui media italiani
(solo i Tg delle reti Mediaset hanno accennato qualcosa, con toni dispregiativi), sono
stati: “Libertà per Slobodan” e “Non consegneremo nessuno”. Tantissimi i cartelli contro
l’attuale regime, accusato di aver venduto la Jugoslavia al migliore offerente, e gli
occupanti della Nato.

Recandosi verso la sede del governo, i manifestanti hanno dovuto attraversare un ponte
ferroviario presidiato da un fitto cordone di polizia, che però si è aperto al passaggio
del corteo. Non sono mancati gesti di solidarietà tra agenti e manifestanti.  Giunti fin
sotto il palazzo del potere, i 20.000 hanno chiesto di incontrare il nuovo presidente
federale Vojislav Koštunica, che –almeno a parole- si è più volte dichiarato contro
l’estradizione di Milosevic. Dopo vari tentativi, Koštunica ha accettato di incontrare
una delegazione di dirigenti nazionali del PSS, ai quali ha ribadito che <<la
Costituzione va rispettata in toto, anche per ciò che concerne l’estradizione di
cittadini jugoslavi>>. Una nuova riunione tra il presidente federale ed esponenti del PSS
ha avuto luogo stamani .

Va segnalato che, qualche ora prima della manifestazione, alcuni militanti socialisti e
comunisti provenienti da Pirot, Subotica e Kragujevac sono stati aggrediti a colpi di
mazze da baseball da gruppi di teppisti, presumibilmente legati ad Otpor e al “partito
democratico” del premier Djindjic.






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