dati



>Giorgio Ellero
><glr.y at iol.it> - <glry at libero.it>
>http://digilander.iol.it/glry
>e non sono certo 3000, le vittime in
>Kosovo come ben tu dici sembra siano state meno di 3000 appartenenti ai
>vari popoli kosovari, da cui presumibilmente le vittime filo-Uck una cifra
>che
>si aggira sui 1600 (60% circa delle 2600 vittime accertate dagli ispettori
>Onu),

Allora, Giorgio, a me non interessa continuare a battibeccare sui numeri,
comunque in fondo al messaggio ti metto la parte che riguarda il Kosovo
tratta dal rapporto di Amnesty International (e' nel capitolo segnato
<<YUGOSLAVIA (Federal Republic Of)>>, e ti ci metto anche l'indirizzo web
relativo). Oddio, magari anche Amnesty International in realta' e'
sponsorizzata dalla CIA, ma qui mi pigli in fallo: non lo so, giuro che non
lo so. Io piu' che citare la fonte non posso fare.

Il sunto e' che alla fine del 2000 c'erano 3.300 persone "unaccounted for",
ovvero desaparecidos. Dice il testo: "La maggior parte erano "ethnic
Albanians" dei quali si crede che fossero ''disappeared'' mentre detenuti
dalla polizia Serba o dai paramilitari fra l'inizio del 1998 e il giugno
1999. Serbi, Rom, appartenti ad altre nazionalita' e gruppi etnici e
"ethnic Albanians" di idee politiche moderate o considerati "collaboratori"
con le autorita' serbe erano pure scomparsi in circostanze che implicavano
"ethnic Albanians" armati in molti casi. La maggior parte di questi casi e'
avvenuto nel giugno 1999, ma ci sono stati nuovi casi nel 2000.>>

A proposito di fosse comuni:

<<Le esumazioni da luoghi di sepoltura (*"grave sites") hanno portato
all'identificazione di circa 260 resti mortali durante il 2000, ma circa
1260 corpi esumati nel 1999 e nel 2000 rimangono non identificati. Non
tutti i luoghi di sepoltura erano stati esaminati entro la fine dell'anno>>

Questa era Amnesty International, rapporto 2000.

Purtroppo, i dati del Comitato Internazionale della Croce Rossa (sono anche
loro pagati dalla CIA? stessa risposta di cui sopra: non lo so) che sono
piu' recenti danno cifre ancora piu' alte. L'articolo in inglese lo trovi
in fondo, sotto quello di Amnesty, anche questo completo di indirizzo web.

Il 10 aprile l'ICRC (International Committee of the Red Cross) ha
pubblicato la seconda edizione del "Book of Missing Persons in Kosovo",
ovvero il Libro delle Persone Scomparse in Kosovo (il primo era stato
pubblicato nel giugno 2000). Nel frattempo sono state raccolte ulteriori
segnalazioni da familiari di persone scomparse. L'ultima revisione contiene
i nomi di 3,525 persone di cui e' stata denunciata la scomparsa in Kosovo
fra il Gennaio 1998 e l'aprile 2001 (compresi i 3,368 nomi gia' pubblicati
nella prima edizione).

I nomi delle persone scomparse - tutte provenienti dalle comunita' etniche
del Kosovo - sono elencati sia in ordine cronologico di scomparsa sia
alfabeticamente, insieme alla data ed al luogo dell'ultimo contatto avuto
con i familiari. Il libro e' disponibile presso tutti gli uffici della
Croce Rossa nella regione, presso tutti gli uffici dell'amministrazione
civile in Kosovo e sul sito web dell'ICRC
(http://www.familylinks.icrc.org), al fine di promuovere la raccolta di
informazioni che possa aiutare le famiglie a scoprire cosa e' accaduto ai
loro parenti


>Già qualcuno qui ha detto che parlare di cifre quando si parla di morti non
>sta bene, ma talvolta questo ragionamento è indispensabile.

Te lo dico anch'io che non sta bene, anche se le cifre te le ho date.

Vedi, mia nonna e' vedova di guerra. Potrai anche dire, visto che mio nonno
non era una vittima civile ma un tenente degli alpini, affari suoi, che
c'e' andato a cercare in Russia. Poteva disertare e non si pigliava una
pallottola in fronte a Nikolajevska o dove accidenti e' stato. O poteva
pigliarsela come partigiano.

Ma non era di questo che volevo parlare. Penso a mia nonna che per decenni
non ha saputo se era vivo o morto.

Ci sono 3525 famiglie nell'angoscia.

Si', fa schifo parlare di numeri.

Sai perche'? Perche' fa schifo parlare di numeri ADESSO, dieci anni dopo.

Se tutto quel che un movimento pacifista riesce a fare e' il becchino - e
pure polemico fra morti "buoni" e morti "cattivi" - siamo a posto.

Fra qualche mese vedremo le stesse polemiche sui morti in Macedonia.

Ce ne sono gia' tanti, dall'una e dall'altra parte. Ci sono gia' i
desaparecidos. Si stanno scannando ADESSO, in questo momento.

E tu mi stai a parlare del Vietnam?

Non perche' sia sbagliato di per se', ma non nascondiamoci dietro al dito:
mi parli del Vietnam perche' sulla Macedonia, a parte queste scipite teorie
delle congiure NATO e della Grande Albania, non avete la piu' pallida idea.

Ne' di cosa sta veramente accadendo, ne' di cosa fare.

Ho visto una dichiarazione che fosse una, di condanna della violenza come
mezzo di risoluzione del conflitto? Violenza dell'una e dell'altra parte?

No.

Mi hai risposto su questo?

No.

Mi hai tirato fuori di nuovo la contabilita' dei morti, e il Vietnam.

Fantastico.

>ti ricordo che i Kosovari (bande UCK) "fatti fuori" dalle milizie speciali
>(esercito jugoslavo) prima dell'attacco Nato sono stati una parte minima di
>questi 1600, visto che i servizi di informazione tedeschi nel novembre '98
>escludevano qualsiasi guerra totale generalizzata contro "gli albanesi" del
>Kosovo, o "pulizia etnica" (il documento del ministero degli interni se
>vuoi te
>lo mando in privato).

Non mi dici nulla di nuovo. Mi sembrava di aver abbondantemente sostenuto
che all'Occidente non importava un fico del Kosovo, e l'ultima cosa al
mondo che aveva voglia di fare era starci a perder tempo, tanto meno
intervenire. Per loro non succede mai niente, fintanto che la situazikne e'
andata talmente a p... che non possono fare a meno di buttar giu' qualche
bomba. E' successo in Croazia, poi in Bosnia, poi in Kosovo, adesso sta
accadendo in Macedonia.

Tu ascolti i ministeri (ma come! improvvisamente i ministeri della polizia
degli stati NATO diventano le fonti piu' attendibili del mondo?), io
ascoltavo i rapporti, giorno dopo giorno, a partire dal 1998, di Sevdie
Ahmeti, una bibliotecaria cinquantenne madre di famiglia che correva avanti
e indietro per le montagne a portare cibo e aiuti alle famiglie di CIVILI
fuggiti o cacciati dalle loro case, che vivevano in condizioni disperate
sotto teli di plastica. Ho provato a far girare quei comunicati per
redazioni varie, ma non gliene fregava niente a nessuno. Nel 1998. Come
adesso non gliene frega niente a nessuno della Macedonia, e di 15.000
civili nelle cantine sotto le bombe macedoni. Uno di questi giorni magari
saltera' fuori anche un intervento NATO - perche' questi idioti, con tutti
i loro diplomatici sgambettanti su e giu' a far discorsi senza senso - si
stanno facendo accadere sotto il naso proprio cio' che temevano due anni fa.

Allora vi troverete un po' a malpartito con l'impianto teorico di questa
faccenda, perche' con tutta probabilita' l'intervento questa volta sara'
per bombardare gli albanesi. Nota bene che l'Ansa ha passato la notizia
delle minaccie di NLA di attaccare Skopje: per chi sa leggere come
funzionano questi giochi, e' un messaggio ben preciso.

Quindi, se ad un dato momento ci troviamo con la NATO che bombarda NLA (se
va avanti cosi' dovra' farlo, perche' l'esercito macedone non ne viene
fuori da solo, mentre i politici macedoni hanno scelto la logica di
"schiacciare il nemico a tutti i costi"), vanno a gambe all'aria tutte
queste belle equazioni che la NATO stessa protegge gli albanesi eccetera
eccetera.

E i pacifisti che fanno? Tacciono.

Perche' una volta che ci si e' fatti tirare nel gioco delle parti, si
diventa funzionali al sistema. Si accetta la logica dei buoni e dei
cattivi, ci si mette da una parte, e si dimenticano certi principi
fondamentali: non ci sono guerre "buone" ne' "giuste". Un movimento
pacifista degno di questo nome dovrebbe saltare in piedi ai primi segni di
violenze, e far muro contro chiunque le promuova, non mettersi da una parte
o dall'altra.

Tu qui a Trieste hai un certo seguito, no? Mi vedi da mesi mandare
informazioni sulla Macedonia. Che tu sia o meno d'accordo con me, ti e'
passato per la testa di organizzare un dibattito pubblico, che per una
volta non arrivi DOPO, a contare i morti?

No.

Perche'?

Perche' state tutti aggrappati a discutere di Milosevic e dei morti di ieri?

Ve lo dico io perche': perche' non siete in grado di affrontare ne' l'oggi
ne' il domani.

Mancanza di idee: lo detto ieri, e lo ribadisco oggi.

I D'Alema e i Prodi di ieri (chi hanno messo alla difesa ieri? a
proposito?) non si combattono indignandosi di quanto siano stronzi. Ne' con
gli slogan facili.

Bisogna saperne piu' di loro, e farla girare, questa informazione.

E bisogna avere valori etici migliori dei loro, non i loro stessi
semplicemente riflessi allo specchio.

paola

>-----


Betreff:  [balkanhr] Amnesty International Report 2001 for Balkan
Countries
Datum: Wed, 30 May 2001 17:50:41 +0300
Von: Panayote Elias Dimitras <panayote at greekhelsinki.gr>
Rückantwort: balkanhr-owner at yahoogroups.com

(...)

YUGOSLAVIA Federal Republic
http://web.amnesty.org/web/ar2001.nsf/webeurope/YUGOSLAVIA+Federal+Republic?Open
Document

The 'disappeared' and missing
More than 3,300 people from Kosovo were unaccounted for at the end of
2000. Most were ethnic Albanians who were believed to have
''disappeared'' in the custody of Serbian police or paramilitaries
between early 1998 and June 1999. Serbs, Roma, people of other
nationalities and ethnic Albanians of moderate political views or those
regarded as ''collaborators'' with the Serbian authorities had also gone
missing in circumstances which implicated armed ethnic Albanians in many
cases. Most of these incidents occurred during or after June 1999 but
there were new cases during 2000.
    Marian Melonasi, a journalist of mixed Albanian and Serbian
parentage, was reportedly abducted in Pristina on 9 September. He had
been reporting in the Serbian language for the state media under UNMIK
control. No information about his whereabouts emerged before the end of
2000.
    Exhumations of grave sites led to the identification of around 260
mortal remains during 2000, but some 1260 bodies which were exhumed in
1999 and 2000 remained unidentified. Not all grave sites had been
examined by the end of the year.


http://www.icrc.org/icrceng.nsf/Index/3D898A64353381F8C1256A2B002F1AE4?Opendocum
ent

10 April 2001
Press Release

ICRC publishes second edition of the "Book of Missing Persons in Kosovo"

Belgrade (ICRC) - Following publication of the first Book of Missing
Persons in Kosovo in June 2000, families wishing to report their missing
relatives have continued to approach the ICRC and the local Red Cross.
As a result, an updated edition of the book has been published, listing
3,525 people reported missing in Kosovo between January 1998 and April
2001 (including the 3,368 names already published in the first issue).
    The names of missing people - who come from all the ethnic
communities in Kosovo - are listed both in chronological order of
disappearance and alphabetically, along with the date and place of their
families' last contact with them. The book is available at all Red Cross
offices in the region, at the offices of the civil administration in
Kosovo and on the ICRC Website (http://www.familylinks.icrc.org), and is
aimed at generating information that could help families find out what
has happened to their relatives. At the same time, it serves as a
reminder to the authorities - and to society as a whole - of their
responsibility towards the anguished families.
    The ICRC continues to stress that under international humanitarian
law families have the right to know what has happened to their loved
ones. It urges the authorities, both in Belgrade and in Pristina, to
take swift action to shed light on the disappearances. At the same time,
it pledges its continued support for the families in their long and
painful quest for answers.

Last update : 11/04/2001