Cosa si nasconde dietro l'insistenza del governo croato a costruire il deposito di scorie nucleari?



Mercoledi' 18 aprile, gli ambientalisti in Croazia e Bosnia stavano ancora
festeggiando la prima grande vittoria nella campagna contro il deposito di
scorie nucleari che il governo croato prevede di piazzare sulla Trgovska
Gora, a due passi dalla vallata della Una, quando e' arrivata la doccia
fredda: il primo quotidiano croato, il VecernjiList, riportava la
dichiarazione della portavoce del Minsitero dell'Ambiente secondo la quale
il voto UNANIME del parlamento regionale della contea Sisacko-moslavacka
contro il deposito sarebbe "irrilevante".

Giovedi' 12 aprile, infatti, l'assemblea regionale riunita nel capoluogo,
Sisak, aveva rigettato l'ipotesi governativa di costruire un deposito di
scorie radioattive nella localita' di Majdan, un villaggio abbandonato a
pochi chilometri dalla Una, fiume che segna per molti chilometri il cofnine
fra Croazia e Bosnia, prima di gettarsi nella Sava, a sua volta affluente
del Danubio.

La dichiarazione del Ministero e' suonata come uno schiaffo in faccia per
piu' di tredicimila cittadini che hanno gia' firmato la petizione popolare
contro il deposito, e per 35 associazioni croate e piu' di 200 bosniache
che sostengono la campagna popolare di protesta, per non parlare di tutti i
consiglieri regionali che per una volta hanno messo da parte le divisioni
politiche per schierarsi compatti a difesa dell'ambiente.

Al danno si aggiunge la beffa, poiche' il Ministero dichiara di volersi
prendere da 3 a 5 anni per indagare sul sito "in collaborazione con
l'opinione pubblica", che di fatto sconfessa dichiarando che il voto
regionale non conta nulla. Una delle maggiori ragioni della protesta e' che
la decisione e' stata presa al vertice, nell'elaborazione del piano
regolatore nazionale, senza la minima consultazione con l'opinione pubblica
e la popolazione locale, e senza adeguati studi tecnici. Tutta la vasta
compagine della protesta - dagli ambientalisti ai sindaci locali - sostiene
che in realta' la localita' controversa e' semplicemente l'unica rimasta
dopo che le furiose proteste contro altre cinque possibili scelte hanno
costretto il governo alla ritirata. L' "ultima chance" si trova nel cuore
di una regione spopolata dalla guerra, con pesanti problemi economici e
sociali: tuttavia, data la bellezza dell'ambiente, in larga parte
incontaminato, e le antiche tradizioni agricole, le speranze della gente
per un rilancio della regione si basano sullo sviluppo di turismo
ecologico, agricoltura organica e produzioni agroalimentari. Ovviamente, la
sola ipotesi di un deposito nucleare in quest'area suona come una campana a
morto per tutte queste speranze.

L'esistenza o meno dei fantomatici "criteri tecnici" sbandierati intorno
alla scelta di Trgovska Gora e' uno degli elementi piu' nebulosi in questa
storia, insieme a sospetti interessamenti esteri che alimentano il timore
di un "business"di importazioni pericolose dietro al progetto di costruire
un deposito di 18.000 metri cubi per un paese che non ha neppure una
cnetrale nucleare; la comproprieta' croata dell'impianto di Krsko (situato
in territorio sloveno), potrebbe al massimo generare un'esigenza di 6000
metri cubi.

Il direttore dell'Agenzia per i rifiuti speciali ha dichiarato al Vecernij
di essere in grado di difendere tecnicamente la scelta del sito di Majdan,
irritando oltremodo soprettutto gli abitanti di Kostajnica, una delle
cittadine rivierasche della Una e cuore della protesta, dove lo stesso
direttore in una recente tribuna pubblica era stato messo spalle al muro
dai cittadini arrabbiati e costretto ad ammettere che non esisteva alcuno
studio particolare sulla Trnovska Gora.

Gli organizzatori della protesta ora intendono reccolgiere la sfida e
rilanciare, organizzando un confronto pubblico sulle "questioni tecniche".
Si stanno cercando tecnici e scienziati disponibili a livello
internazionale, tramite i numerosi contatti stabiliti in queste settimane
di protesta con tutte le piu' grosse organizzazioni ambientaliste
internazionali, da Greenpeace al WWF, e perfino con le organizzazioni
locali tedesche dell'area di Gorleben, sede di un deposito di scorie
oggetto di accanite proteste da quasi vent'anni di organizzazioni di
cittadini ed agricoltori, che hanno offerto aiuto ai "colleghi" croati.

La Battaglia della Una e' appena iniziata!

--------------------------------------------------
Un reportage di TV Koper - Capodistria da Kostajnica e' visibile sul sito:

http://www.tergeste.net/TVKOPER.htm
 (clip video formato RealPlayer, richiede di scaricare l'apposito plugin
grautito)

Le pagine della Una, realizzate da alcune associazioni di volontariato e
ricche di foto della bellissima Valle di Smeraldo, sono visibili
all'indirizzo:

http://www.zamirnet.hr/una

(*un po' lente...per un errore tecnico le foto sono state caricate ad alta
risoluzione, pazientate, saranno aggiornate quanto prima)

Lettere di sostegno e offerte di collaborazione possono essere inviate alle
due organizzazioni capofila della protesta:

K@OS - Kostajnica (Croazia)    daniel.pavlic at sk.hinet.hr

Unski Smaragdi - Bihac (Bosnia)     unskisma at bih.net.ba

--------------------------------------------------

Articoli pubblicati da Vecernji List, il 13 e 18 aprile:

Vecernji List - venerdi' 13 aprile 2001

I consiglieri del parlamento regionale (zupanijska skupstina) hanno
raggiunto una posizione unanime sul pianificato deposito di scorie nucleari
sulla Trgovska Gora

Rigettato il "drappo rosso" ecologico

Sisak - Dopo neanche quattro anni del suo secondo mandato e i frequenti
toni dissonanti, i consiglieri della maggioranza HDZ (*Hrvatska Demokratska
Zajednica - Unione Democratica Croata, il partito del fu presidente
Tudjman, sconfitto alle elezioni un anno fa ma ancora maggioritario in
molte istituzioni locali) e quelli di opposizione hanno trovato un tema
ecologico-politico unificante nella seduta di ieri, la 26esima, presieduta
dall'ing. Ivan Santek, a proposito della localizzazione del deposito di
scorie nucleari sulla Trgovska Gora.

Nell'ambito della discussione sull'approvazione del piano regolatore della
contea Sisacko-moslavacka, un documento di pianificazione territoriale di
rengo inferiore, che non tocca i punti chiave del piano regolatore
stretegico dello Stato, l'emendamento dei consiglieri HDZ sulla
cancellazione dell'ultimo possibile sito per lo stoccaggio delle scorie
nucleari e su un 'indagine di questa che molti chiamano una "fiction", e'
stato approvato all'unanimita'. Un ulteriore raccomnadazione impegna i
deputati del sabor (*parlamento nazionale) a presentare un emendamento in
sede di discussione alla camera dei deputati ai fini dell'eliminazione di
questo "drappo rosso psicologico" dal territorio della contea
Sisacko-Moslavacka. Daniel Pavlic, di Hrvatska Kostajnica - a nome di 35
movimenti verdi croati e 200 organizzazioni non governative della
Bosnia-Erzegovina - ha consegnato al presidente del consiglio regionale
Santek piu' di 13.000 firme della petizione contro questa sspecie di shock
ecologico, ben politicizzato, che viene insistentemente offerto dalla HEP
(*Hrvatska Elektroprivreda - l'Enel croata) e dall'Agenzia per i rifiuti
speciali. Il presidente della Zupanija (*contea/regione), Duro Brodarac, ha
esposto la cronologia  dell'opposizione al deposito di scorie dal 1996 ad
oggi. Alla discussione hanno contribuito i sindaci di Dvor, Franjo
Juranovic, e Petrinja, Vjekoslav Marovic.

Nel corso di una dettagliata esposizione di due ore del Piano regolatore,
hanno pralto cinque specialisti dell'ente regionale per la pianificazione
territoriale, condotti dal direttore, ing. Zdenko Seso. Tutti i tecnici
hanno citato tre punti controversi nel piano: la costruzione di una linea
ferroviaria veloce, doppia, Sisak-Kutina, attraverso il parco naturale di
Lonjsko Polje (*un'area acquitrinosa adiacente al corso della Sava, con un
ricco ecosistema vegetale ed animale), la regolamentazione e navigabilita'
del fiume Kupa con la costruzione di una centrale elettrica, e la questione
della Trgovska Gora. I tecnici hanno dichiarato che e' necessaria una
tutela speciale per la localita' indicata, per il fiume Una, per la
Moslavacka e Zrinska Gora, e per le foreste intorno all'area
industrialmente contaminata di Kutina. A questo proposito hanno
sottolineato l'esistenza di un paesaggio ancora in gran parte intatto, la
possibilita' di produzione di alimenti sani e la ricchezza di sorgenti di
acqua potabile..

Josip Frckovic

(riquadro)

Scontri di fronte al palazzo del consiglio regionale

Alla "Zelena Akcija" e' stato impedito l'ingresso

*Anche una troupe televisiva ha avuto problemi ad accedere ai lavori del
consiglio

Sisak - Ai lavori del consiglio regionale, con la discussione del piano
regolatore, ed alla presentazione della petizione dei cittadini contro la
costruzione del deposito di scorie nucleari, volevano presenziare anche
cinque attivisti dell'associazione ecologica zagabrese "Zelena Akcija", ma
il portiere ha impedito loro l'ingresso nella sala consiliare.

<<Un nostro rappresentante doveva essere presente alla seduta, ma quando
abbiamo tentato di entrare nel palazzo il portiere ha impedito l'ingresso
al nostro incaricato.. Mi chiedo perche' ci sia stato impedito, e in questo
modo maleducato ed arrogante>>, ha dichiarato Darko Ljubic, attivista di
Zelena Akcija.

<<Abbiamo avuto problemi anche a causa di due striscioni, sui quali era
scritto : "Una - ma nema tih kuna! "(*"Una - ma non ci sono tante kune" -
ovvero, soldi che valgano la bellezza del fiume; uno slogan inventato dai
ragazzi di Kostajnica; la kuna e' la valuta croata), e "Non vogliamo mucche
con due teste!". Li abbiamo appesi al muro del palazzo consiliare, di
fronte al quale abbiamo manifestato, esprimendo in questo modo la nostra
opposizionealla costruzione del deposito di scorie nucleari. Gli striscioni
non danneggiavano il muro, ma il portiere e' uscito e in modo molto
prepotente ci ha intimato di toglierli. Quando abbiamo rifiutato, ha detto
che si sarebbe consultato con i superiori e che sarebbe tornato. Ma non e'
tornato" , ha spiegato Ivana Ivcic.

<<Insiema a K@OS (associazione giovanile di Kostajnica) e R.O.D.A.
(associazione di Sisak) e ad altre organizzazioni, abbiamo partecipato
all'azione contro il deposito. La Zelena Akcija ha aiutato a sostenere che
non va costruito sulla Moslavacka Gora (*un'altra localita' nella stessa
regione, contro la quale era gia' stata condotta un'azione di successo)..
Siamo contro anche alla localizzazione sulla Trgovska Gora perche'
riteniamo non sia stato condotto uno studio adeguato sulle conseguenze per
l'ambiente, non si sono rispettate le norme tecniche, ed e' completamente
mancata la partecipazione dell'opinione pubblica e della popolazione locale
nella preparazione ed elaborazione dello studio. Non so perche' ci e' stato
impedito di seguire i lavori del consiglio", si chiede Ivan Mahnic.

<<Una troupe di una nota trsmissione della televisione croata ha a sua
volta avuto difficolta' con il portiere che non li voleva lasciare entrare
nell'edificio. Solo dopo una telefonata dalla direzione della televisione,
da Zagabria, li hanno fatti entrare. Non posso credere che possa accadere
una cosa simile. Esprimiamo la nostra contrarieta' all'approvazione del
piano regolatore nel quale si indicata la Trgovska Gora come sito per la
costruzione di un deposito di scorie nucleari. Siamo parte di quest'azione
fin dall'inizio ed e' una stupidaggine che il nostro rappresentante non
abbia potuto partecipare alla discussione>>, ha dichiarato Petar Gabud.
(M.C.)


-----------

Vecernji List, mercoledi' 18 aprile


Nonostante la contea Sisacko-moslavacka abbia respinto il progetto per il
deposito di scorie nucleari, il governo non desiste:

Il deposito di spazzatura nucleare deve andare sulla Trgovska Gora

* Il Piano regolatore della Croazia e' un "piano di ordine superiore", che
la zupanija (*contea) doveva rispettare nell'approvazione del suo piano
regolatore

Zagabria - Dopo che il parlamento regionale della contea Sisacko-moslavacka
giovedi' scorso ha respinto la localizzazione per la costruzione del
deposito di scorie nucleari sulla Trgovska Gora, vicino a Dvor na Uni, al
Ministero per la difesa dell'ambiente e la pianificazione territoriale
dicono che, nonostante quella decisione, sulla Trgovska Gora condurranno
un'indagine per il deposito, con la partecipazione dell'opinione pubblica,
in accordo con gli standard internazionali. Questo lavoro durera' dai tre
ai cinque anni.

<<La Trgovska Gora nel piano regolatore per la Croazia e' prevista come
oggetto di un'indagine per la costruzione di questo deposito, percio' e'
irrilevante che la contea lo metta nel suo documento oppure no. Il Piano
regolatore per la Croazia e' un piano di ordine superiore, che il
parlamento regionale avrebbe dovuto rispettare nell'approvazione del suo
proprio piano regolatore. Selo rifiutano, il loro piano non ricevera'
l'approvazione del Ministero per la difesa dell'ambiente e la
pianificazione territoriale, che e' respinsabile per l'applicazione del
programma e le strategie per la pianificazione territoriale della Croazia,
approvati dal Sabor>>, dichiara Marijana Petir, portavoce del Ministero per
la difesa dell'ambiente.

Abbiamo contemporaneamente ricevuto per iscritto la stessa opinione
dall'Ente statale per la pianificazione territoriale, nel quale oltretutto
di afferma che il Ministerio non dara' la sua approvazione al piano
regolatore della contea Sisacko-moslavacka se questo non conterra' la
localizzazione per il deposito.

Anche la legge sui rifiuti stabilisce che con il documento "Strategie e
programma per la pianificazione territoriale della Repubblica di Croazia"
si definiscano le localizzazioni per i depositi di rifiuti pericolosi, e in
questo caso il dr. Damir Subasic, direttore dell'Agenzia per i rifiuti
Speciali (APO- Agencija za Poseban Otpad) che come ente massimamente
specializzato in Croazia per questo tipo di impianti ha scelto la Trgovska
Gora come sito per il possibile deposito di scorie nucleari, sottolinea che
il parlamento regionale della contea Sisacko-moslavacka non avrebbe potuto
adottare il suo piano regolatore senza adottare quello statale. Se
l'indagine dimostrasse l'adeguatezza della Trgovska Gora, appena allora si
eseguirebbe uno studio sugli effetti del deposito sull'ambiente, senza il
quale non e' possibile procedere a nessuna costruzione.

<<Sostengo che la nostra scelta della Trgovska Gora e' molto buona, e
possiamo difenderla tecnicamente, e con la popolazione locale possiamo
trovare un linguaggio comune. Penso che non si tratti solo della paura
della gente e della non conoscenza di questo impianto, ma anche di qualcosa
d'altro. Mi rendo conto che nessuno voglia avere nel suo cortile centrali
termoelettriche, autostrade, discariche e cose del genere, compreso un
deposito di questo tipo, ma uno stato, per funzionare, deve costruire anche
questi impianti. Questi sono problemi che hanno anche altri paesi, dove
alla fine si e' sempre trovata una soluzione, quindi spero che ne troveremo
una anche noi>>, ha dichiarato Subasic.

(S. Jolic)