Notizie Est #290 - Kosovo



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NOTIZIE EST #290 - KOSOVO
14 dicembre 1999
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LA FRANCESE ALCATEL IN KOSOVO
di Fehim Rexhepi - (AIM Pristina, 2 dicembre 
1999)

[Nella prima parte di questo lungo articolo, qui 
tradotto solo in parte, il giornalista Rexhepi 
descrive il disastroso stato delle 
telecomunicazioni in Kosovo, che rende 
praticamente impossibile la comunicazione tra i 
diversi centri abitati del paese e ostacola 
gravemente il funzionamento dei mezzi di 
informazione]

[...] Dall'inizio dell'estate, fino alla fine 
dell'autunno, non si e' potuto osservare alcun 
miglioramento nelle comunicazioni telefoniche. 
Il direttore delle Poste e Telecomunicazioni del 
Kosovo (PTK), Agron Dida, spiega ormai da mesi 
che la tecnologia della PTK e' decisamente 
invecchiata e completamente logora. Durante i 
bombardamenti della NATO essa e' stata inoltre 
danneggiata in maniera significativa. Per questa 
tecnologia invecchiata non vi sono pezzi di 
ricambio ed eventuali riparazioni e rappezzi 
rappresentano un'inutile sperpero di fondi. Il 
team direttivo degli esperti delle PTK, guidato 
da Dida, ritiene che se devono essere spesi dei 
soldi, cio' deve avvenire per nuove tecnologie 
che possano essere utilizzate per un lungo 
tempo. La ricostruzione e' prevista in due fasi. 
Nella prima, a causa dell'urgente necessita' e 
per mettere in atto piu' facilmente il piano, 
bisogna costruire e quindi installare un sistema 
GSM, mentre nella seconda, che avra' durata un 
po' piu' lunga, verrebbe creato un sistema di 
telefonia completo.

A tale fine, in qualita' di unica persona 
giuridica autorizzata dall'UNMIK a condurre i 
lavori in tale settore all'interno del Kosovo, 
la PTK ha indetto una gara di appalto. E' stata 
fatta la selezione delle migliori offerte e 
l'intero lavoro e' terminato il 19 ottobre. La 
documentazione e' stata passata all'UNMIK, data 
l'urgenza del problema, e ci si attendeva che si 
sarebbe proceduto in tempi brevi alla soluzione 
del problema. Tuttavia, l'UNMIK ha ritardato i 
tempi. Cio' ha causato numerosi sospetti non 
solo tra gli esperti, ma tra l'opinione pubblica 
in generale. Nonostante i numerosi dubbi dalle 
sfumature politiche, gli esperti della PTK hanno 
evitato di spostare il problema sul terreno 
politico, ma hanno apertamente insistito 
affinche' l'intero programma di costruzione e 
dell'offerta di appalto venissero motivati in 
maniera convincente, affermando inoltre che, 
vista l'assoluta chiarezza del Decreto n. 12 di 
Bernard Kouchner sulla PTK, non esistono motivi 
validi e razionali per ritardi da parte 
dell'UNMIK. Non potevano davvero immaginarsi il 
groviglio a cui si sarebbe arrivati a meta' 
novembre. Quando le cose hanno cominciato a 
surriscaldarsi e quando si e' iniziato a 
sospettare, riguardo alla decisione dell'UNMIK, 
che si stesse preparando qualcosa di strano, 
hanno dichiarato che la Commissione civile 
congiunta (CCC), creata mediante il decreto di 
Kouchner, poteva solo accettare o rifiutare la 
scelta delle PTK e che in nessun modo essa 
poteva adottare una propria decisione di 
cancellazione della scelta delle PTK. Tuttavia, 
quello che e' successo e' proprio questo. 
Esaminando la struttura del programma, le 
offerte di fornitura e la proposta delle PTK, la 
CCC dell'UNMIK ha rifiutato il 13 novembre, 
contro l'opposizione dei membri albanesi, la 
proposta della PTK di accettare come migliore 
l'offerta della ditta tedesca Siemens. Allo 
stesso tempo, e' stato deciso di affidare i 
lavori per la costruzione e la riparazione delle 
strutture della PTK alla ditta francese Alcatel 
e, tramite di essa, alla telecom del Principato 
di Monaco.

Dopo questa decisione, si e' prodotta quasi 
immediatamente una seria politicizzazione del 
problema. All'interno della direzione della PTK 
vengono apertamente criticate sia la decisione 
sia la scelta. Non c'e' una risposta ufficiale, 
perche' la PTK non ha ancora ricevuto il 
documento ufficiale con le decisioni o le 
raccomandazioni della CCC. Le critiche per ora 
sono limitate all'ambito degli argomenti legali. 
Si afferma che nei paesi democratici non e' 
normale che qualche organo superiore, anche se 
statale, rifiuti le proposte degli esperti senza 
avanzare nutrite argomentazioni, o addirittura 
che prenda una decisione senza precederla con 
una soluzione o una raccomandazione di esperti. 
Se la CCC avesse sospetti riguardanti 
corruzione, dazi e simili, tutti i libri, la 
vasta documentazione e tutto quant'altro si 
vuole sapere sul lavoro della PTK e dei suoi 
uomini, possono essere messi a disposizione di 
tutti coloro che siano interessati al caso, 
spiegano quelli della PTK. Ritengono inoltre che 
l'intera strutturazione dell'offerta di appalto 
sia stata formulata in modo tale che chiunque 
puo' controllare le offerte e giudicare la 
scelta del team di esperti della PTK.

Essi affermano inoltre che nel decreto di 
Bernard Kouchner viene stabilito con chiarezza 
che durante l'amministrazione dell'UNMIK, la PTK 
e' l'unica persona giuridica che ha il diritto 
di condurre attivita' postali e relative alle 
telecomunicazioni in Kosovo. Inoltre, in 
conseguenza di tale decreto, la PTK ha la 
facolta' di utilizzare il capitale postale e 
telecomunicativo esistente, ivi incluso il 
diritto di ampliarlo in futuro. L'argomento 
chiave e' il punto 2 del terzo paragrafo, nel 
quale si dice letteralmente che la CCC 
sorvegliera' le attivita' della PTK e le 
fornira' degli orientamenti. Non vi e' quindi 
alcun dubbio sul fatto che la CCC non ha alcun 
potere decisionale e non puo' svolgere il ruolo 
di arbitro finale. Il direttore Dida ha detto 
che proprio il modo in cui la CCC e' giunta alla 
sua decisione costituisce un motivo sufficiente 
per ritenere la sua scelta non vincolante.

Gli amministratori dell'UNMIK avanzano 
valutazioni e argomentazioni diverse. Il loro 
rappresentante per le telecomunicazioni, Pascal 
Copin, ha dichiarato in una conferenza stampa 
che la CCC agisce come proprietario a pari 
diritto della PTK, poiche' la PTK non e' una 
societa' privata, bensi' pubblica. Copin, 
contraddicendosi, ha detto che la CCC ha un 
diritto di proprieta' analogo a quello che 
spetterebbe a un azionista, proprio come se la 
PTK fosse una societa' privata, e ha aggiunto 
che e' la CCC a essere competente per le piu' 
importanti decisioni politiche. Copin ha inoltre 
affermato che la CCC e' l'istituzione che deve 
adottare le decisioni riguardanti la vita di 
tutti i kosovari. L'intera valutazione non 
direttamente politica del rappresentante 
dell'UNMIK e' stata su questi toni. Tutto il 
resto e' rientrato nell'abituale opera di 
reclamizzazione o di lobby nell'interesse di 
qualche azienda. Egli ha affermato che l'offerta 
dell'Alcatel era la migliore, che la decisione 
della CCC e' perfetta ed e' stata adottata per 
il bene dei kosovari e del Kosovo. Alla domanda 
del perche' non la Siemens, Copin ha detto che 
l'UNMIK non e' sicura se tale azienda riuscira' 
a creare il sistema GSM entro la scadenza 
proposta dalla Alcatel, mentre l'UNMIK e' 
interessata a risolvere l'attuale problema della 
telefonia in Kosovo e non a impegnarsi in 
progetti a lungo tempo, che i Kosovari 
potrebbero utilizzare per periodi protratti. 
Copin ha proseguito con variazioni di queste sue 
affermazioni, dichiarando che l'UNMIK desidera 
cominciare subito i lavori e non impegnarsi in 
processi a lungo termine. Come buon conoscitore 
della propaganda politica, Copin ha dichiarato 
ai giornalisti che il sistema GSM proposto non 
verra' finanziato con il denaro dei kosovari. 
Anzi, noi porteremo (cosi' si e' espresso) molto 
denaro in Kosovo. Egli ha anche spiegato che 
l'offerta della Alcatel e' stata studiata 
[dall'UNMIK] per un periodo di tempo piu' lungo, 
un'affermazione che puo' essere interpretata 
anche come un pregiudizio, e che la CCC con 
l'Alcatel portera' le apparecchiature piu' 
moderne che consentiranno una soluzione completa 
del sistema. Va aggiunto infine che, secondo 
Copin, la Alcatel ha offerto la costruzione di 
otto grandi centri in Kosovo, che saranno 
coperti da un sistema GSM entro 12 settimane 
(fino a poco tempo fa l'UNMIK e l'Alcatel 
promettevano di portare a termine tale lavoro 
nel giro di un mese), nonche' la copertura 
dell'intero Kosovo nel giro di un anno. Di 
fronte a queste argomentazioni, in parte 
propagandistiche, la direzione della PTK e gli 
esperti albanesi rispondono affermando che uno 
straniero, per quanto sincero ed esperto possa 
essere, non puo' valutare cosa sia nel migliore 
interesse degli albanesi e del Kosovo. Il 
direttore Dida afferma che "noi vogliamo creare 
un sistema di telefonia che controlleremo noi 
stessi e i cui proventi verranno utilizzati in 
Kosovo. L'Alcatel propone che sia la telecom di 
Monaco a costruire il sistema GSM in Kosovo, un 
fatto che non e' consentito dal decreto di 
Kouchner". Riguardo a questa disputa, qui in 
Kosovo si osserva che la telecom di Monaco non 
ha un proprio sistema GSM per Monaco e vuole 
creare un tale sistema in Kosovo. Gli esperti 
della PTK spiegano che l'Alcatel, e la telecom 
di Monaco, intendono chiaramente ampliare il 
proprio sistema al Kosovo e che secondo 
l'offerta dell'Alcatel, alla PTK non rimarra' 
altro compito che quello di vendere carte 
telefoniche o di provvedere alla manutenzione 
delle antenne. Insomma, affermano che in tal 
modo viene formalmente e di fatto liquidata la 
PTK stessa. Tutto il lavoro si svolgera' a 
Monaco, dove avra' sede anche il gestore del GSM 
"del Kosovo". Tutte le conversazioni 
telefoniche, ivi incluse quelle locali, andranno 
prima fino a Monaco, per tornare poi in Kosovo.

Agli argomenti gia' menzionati riguardo 
all'annessione "sui generis" del sistema GSM del 
Kosovo da parte della telecom di Monaco, il 
membro albanese della CCC Ilir Lemani, ne 
aggiunge altri. Egli afferma che la tedesca 
Siemens offre alla PTK la possibilita' di 
diventare un gestore di pari diritto e di 
provvedere al pagamento dei conti direttamente 
in Kosovo. Inoltre, secondo la sua opinione, la 
Siemens offre la prospettiva di risolvere il 
problema delle frequenze all'interno del Kosovo 
e aggiunge che l'interesse sui crediti e' 
inferiore a quello proposto dalla Alcatel. Il 
responsabile della PTK per gli aspetti legali, 
Avdi Ahmetaj, afferma che la firma di un 
contratto alle condizioni proposte dalla Alcatel 
sarebbe dannosa per l'economia del Kosovo. La 
firma di un tale accordo costituisce una 
violazione penale perseguibile per via 
ufficiale. Il firmatario di un tale accordo, ha 
detto Ahmetaj, puo' finire in prigione e quindi 
la direzione della PTK non firmera' l'accordo 
con l'Alcatel.

Nei corridoi politici del Kosovo, la decisione 
della CCC rappresenta la prima grave divergenza 
e provoca i primi pesanti dubbi sulle effettive 
intenzioni dell'UNMIK riguardo agli aspetti 
chiave dello sviluppo economico del Kosovo. Un 
esperto internazionale albanese di 
telecomunicazioni ha accusato la CCC di 
comportarsi come lobbista di altre aziende a 
danno della PTK, affermando inoltre che in 
particolare alcuni esponenti dell'UNMIK si 
comportano in maniera monopolistica. Qui in 
Kosovo tale questione viene vista anche in 
termini di aziende straniere rivali che lottano 
per accaparrarsi gli affari piu' redditizi, un 
fatto che viene interpretato come comportamento 
neocolonialista. Quando si tratta di interessi 
finanziari, si afferma, non ci sono piu' ne' 
legge ne' altre regole che ostacolino la 
risoluzione dei rapporti di proprieta'. Nei 
corridoi, inoltre, si dice che la decisione 
presa a Pristina di optare per l'Alcatel e' 
stata in realta' concordata in precedenza con 
Belgrado. Paranoia e cospirazione?! Forse, ma e' 
stata creata una coincidenza di circostanze di 
fronte alla quale non e' possibile ribattere 
cosi' semplicemente ai sospetti. Ditte francesi 
e greche sono immischiate nel problema della 
proprieta' di Trepca e di alcune altre 
importanti aziende pubbliche in Kosovo e ora 
l'Alcatel ottiene la PTK, riguardo alla quale 
aziende greche, insieme ad altre italiane, hanno 
anch'esse ambizioni proprietarie A Pristina da 
un po' di tempo si diffondono voci secondo cui 
la decisione dell'UNMIK di scegliere l'Alcatel 
ha passato ogni misura e che forse per questo 
motivo il presidente del Governo temporaneo del 
Kosovo, Hashim Thaqi, boicottera' i lavori del 
Consiglio di consultazione di Kouchner. Thaqi 
non ha partecipato alla seduta del Consiglio 
tenutasi il 1 dicembre. Ma non e' stata data 
alcuna spiegazione della sua assenza.

[Alcuni giorni dopo l'uscita dell'articolo di 
Fehim Rexhepi, e piu' precisamente l'8 dicembre, 
il direttore della PTK, Agron Dida, e' stato 
"licenziato" d'autorita' (sospeso a tempo 
indefinito) da parte dell'UNMIK per essersi 
opposto alla firma dell'accordo con l'Alcatel. 
Ne riferisce l'agenzia Reuters: "[...] [Il 
licenziamento di Dida] sgombra la via per la 
firma nei prossimi giorni, da parte 
dell'amministrazione guidata dall'ONU, di un 
contratto con la francese Alcatel per la 
costruzione della nuova rete telefonica. [...] 
Funzionari dell'ONU dicono che la decisione di 
sospendere Agron Dida e' stata presa a 
malincuore. "E' stata davvero l'ultima risorsa", 
ha detto Gerard Fischer, che dirige il 
direttorato dell'ONU per gli affari economici e 
che e' stato nominato per il momento come 
sostituto di Dida. "Mi dispiace che non sia 
stato possibile giungere alla collaborazione che 
desideravamo", ha dichiarato alla Reuters. 
"Vogliamo tutti lavorare con in kosovari nella 
maggiore misura possibile, e non senza di loro". 
Fischer ha dichiarato all'inizio di questa 
settimana che l'accordo per la creazione della 
nuova rete avra' un valore di circa $35 milioni. 
La PTK prendera' denaro in prestito per pagare 
il fornitore della rete e quindi li rimborsera' 
con i redditi ottenuti mediante la fornitura di 
servizi, hanno affermato funzionari della PTK. 
L'ONU era ansiosa di avviare il prima possibile 
il funzionamento della rete [tra le altre cose] 
anche perche' sara' rapidamente una fonte 
preziosa di fondi di cui vi e' necessita' 
urgente. [...] La PTK ha affermato di preferire 
la Siemens per motivi tecnici e insiste 
nell'affermare che la missione ONU qui in 
Kosovo, denominata UNMIK, non ha alcun diritto 
di interferire nelle sue decisioni. "Il 
proprietario dell'azienda e' il popolo del 
Kosovo, e non l'UNMIK", aveva detto lo scorso 
mese Dida in un'intervista alla Reuters. Fischer 
ha dichiarato che, poiche' l'UNMIK ha un mandato 
per gestire il Kosovo, tutte le proprieta' 
pubbliche, ivi incluse le aziende come la PTK, 
sono sotto il suo controllo. Ma ha teso un ramo 
d'ulivo al resto del personale della PTK, 
chiedendogli di collaborare con l'ONU" (Reuters, 
8 dicembre)]


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