50 studenti di Como a Sarajevo



rieccoci qua, in quel di Como, chiedendoci quale sia veramente il posto
giusto.Sarajevo la portiamo ancora dentro, ancora vivono quei suoni, quei
colori, quei sapori così particolari da risultare unici. L' accoglienza qui
è stata buona, con gente che chiede, o meglio, pretende da noi risposte che
pochi saprebbero fornire. Alcune volte invece si rimane delusi, delusi nel
non vedere in qualcuno quell' interesse che ci si aspettava, e rimane morta
dentro di noi la voglia di raccontare anche i più piccoli particolari di
un' esperienza che non può lasciarti lo stesso. Si finisce così per
rifugiarsi nel gruppo, nelle persone che con te hanno condiviso tante
risate e tante riflessioni, e che portano dentro la stessa esigenza di far
breccia nel muro della normalità che circonda la nostra società. E' bello
vedere il tentativo dei mass media locali di aiutarci in questo, un impegno
che non può che renderci orgogliosi, e responsabili di proporre le emozioni
che ancora ci agitano nel miglior modo possibile, non per stupire, ma per
crescere e costruire. Più volte ci è stato chiesto se quest' esperienza ci
ha cambiato: è ancora presto per dirlo, ma di sicuro non ci ha lasciati
indifferenti. Indietro non si torna e non si vuol tornare.

indifferenti. Indietro non si torna e non si vuol tornare.

                                                           i ragazzi di
sarajevo
  


   
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      FABIO GERMINARIO - COMO (ITALY)
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