Notizie Est #271 - Bulgaria



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NOTIZIE EST #271 - BULGARIA
25 ottobre 1999
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AMMINISTRATIVE BULGARE: GOVERNO SCONFITTO, 
OPPOSIZIONI IN DIFFICOLTA'
di Andrea Ferrario

Risultano oggi chiari, a elezioni amministrative 
terminate, i motivi dell'evidente nervosismo di 
cui ha dato prova il governo bulgaro negli 
ultimi giorni prima del voto (si veda "Notizie 
Est" #268, 16 ottobre 1999). Nonostante la 
vittoria nominale di strettissima misura in 
termini di percentuale nazionale, e' totalmente 
fallito il progetto dell'Unione delle Forze 
Democratiche (SDS), il partito che controlla il 
governo di Sofia, di crearsi una base di potere 
solida a livello locale, due anni dopo avere 
conquistato la maggioranza assoluta dei seggi 
parlamentari nelle elezioni politiche. Si tratta 
di una sconfitta resa ancora piu' rilevante dal 
fatto che la SDS ha goduto in tutto questo 
periodo di un ampissimo controllo sui media, sul 
sistema giudiziario, sulle aziende locali e 
sulle amministrazioni regionali (nominate 
d'ufficio dal governo), nonche' di un chiaro ed 
esplicito appoggio da parte dell'Occidente, che 
non ha mancato, per esempio, di ufficializzare 
la richiesta di apertura di trattative per 
l'ammissione nell'UE a pochi giorni dal voto, 
fatto largamente sfruttato a fini 
propagandistici dal governo di Sofia. Ma non 
solo i larghi poteri discrezionali di cui gode e 
l'appoggio internazionale rendevano piu' facili 
al governo bulgaro ottenere un successo alle 
amministrative: uno dei fattori decisivi nel 
rendergli molto piu' semplici i compiti era 
rappresentato da un'opposizione praticamente 
inesistente e largamente discreditata. 
Nonostante tutti questi fattori, la "conquista" 
delle amministrazioni locali non c'e' stata e il 
governo ha dovuto ammettere la sconfitta di 
fatto, di fronte alla raffica di critiche da 
parte degli organi di stampa.

CHI PIU', CHI MENO, TUTTI SCONFITTI
Il dato piu' notevole di queste elezioni e' 
stato l'astensionismo, che ha toccato livelli 
record per la Bulgaria: a livello nazionale al 
primo turno ha votato il 45% circa degli aventi 
diritto al voto, con punte significativamente 
basse in grandi centri come Sofia (38%) e Varna 
(35%). Paradossalmente, al secondo turno la 
percentuale e' stata piu' alta, ma il dato, 
visti i risultati che andremo a elencare sotto, 
sembra essere interpretabile come una 
mobilitazione "punitiva" da parte degli 
elettori. Mancano ancora i dati definitivi, ma a 
livello nazionale la percentuale dei votanti al 
secondo turno dovrebbe aggirarsi sul 50%, con 
balzi in avanti particolari come a Varna, dove 
al ballottaggio avrebbe votato circa il 55% 
degli aventi diritto al voto. Proprio Varna, 
importante porto sul Mar Nero e terza citta' del 
paese per numero di abitanti, e' uno dei casi 
piu' esemplari: l'aumento dei votanti al 
ballottaggio per l'elezione del sindaco e' 
andato unicamente a vantaggio del candidato 
indipendente sostenuto dal Partito Socialista 
Bulgaro (BPS), che ha seccamente sconfitto 
quello della SDS, la quale perde quindi una 
delle piu' importanti citta' del paese, sua 
tradizionale roccaforte fino alla settimana 
scorsa. Anche l'altra grande citta' sul Mar 
Nero, Burgas, per la quale sono allo studio 
importanti progetti infrastrutturali 
internazionali (Corridoio n. 8, tra gli altri), 
ha visto una netta vittoria del BSP. La SDS ha 
subito sconfitte brucianti in altri importanti 
centri del paese, come Blagoevgrad, capoluogo 
della Macedonia bulgara, Razgrad, uno dei centri 
della Bulgaria nord-orientale dove e' piu' densa 
la presenza dell'etnia turca, Gabrovo, centro 
industriale dell'area centrale. La destra al 
governo e' riuscita comunque a confermare il 
controllo che gia' deteneva delle due maggiori 
citta' del paese, Sofia e Plovdiv. Ma il dato di 
Sofia suona in realta' come un pesante 
avvertimento per il governo. Qui infatti il 
candidato sindaco era uno degli uomini piu' 
popolari del paese (grazie anche a un ampio 
battage pubblicitario e agli ottimi rapporti con 
istituzioni finanziarie internazionali), vale a 
dire il sindaco in carica Stefan Sofijanski. 
Quest'ultimo ha apparentemente ottenuto una 
vittoria schiacciante gia' al primo turno (68%), 
ma se si considera che solo il 38% degli 
elettori si e' recato alle urne si ha che 
l'unico esponente della SDS che gode di un 
consistente seguito popolare e' riuscito in 
questa occasione a mobilitare solo il 25% 
dell'elettorato. Il dato complessivo nazionale 
del voto per i consiglieri comunali vede l'ODS 
(coalizione costituita in massima parte dalla 
SDS) ottenere il 30,37% dei mandati, il BSP il 
30,31%, il DPS (partito della minoranza turca) 
il 7% ed Evrolevica (socialdemocratici 
fuoriusciti dal BSP) il 6% (gli ultimi due dati 
non sono ancora definitivi). La percentuale 
ottenuta dalla coalizione guidata dalla SDS non 
solo e' largamente inferiore ai suoi obiettivi, 
ma e' ulteriormente sminuita dal fatto che in 
realta' molte liste "indipendenti", destinatarie 
di buona parte del restante 30% circa di voti 
"vari", erano liste appoggiate dal BSP o da 
Evrolevica. Va notato, pero', che nemmeno il BSP 
puo' cantare vittoria: non solo, infatti, non e' 
riuscito ad approfittare in maniera sufficiente 
dell'evidente scontento, ma per riuscire a 
ottenere il suo risultato ha dovuto ricorrere in 
misura larghissima a candidati indipendenti 
(come nel caso di Varna), un segno del fatto che 
la sua sigla rimane ancora discreditata e 
impopolare dopo la disastrosa esperienza del suo 
governo, caduto nel 1997. Che anche il BSP sia 
stato oggetto di un voto di protesta lo 
dimostrano i casi di Pleven, roccaforte del 
partito, persa a favore della SDS, e della 
regione di Montana, tradizionalmente "rossa", 
dove il BSP ha perso il controllo di molti 
centri medi e minori. L'ultimo dato rilevante di 
queste elezioni e' quello della sconfitta del 
DPS, il partito della minoranza turca, che ha 
perso il controllo del capoluogo dell'unica 
regione a maggioranza turca del paese, quella di 
Kardzali, dove il suo sindaco uscente Rasim Musa 
e' stato battuto dal candidato indipendente 
Rumen Dimitrov, sostenuto tra gli altri dalla 
SDS (e si tratta forse dell'unico importante 
successo politico di quest'ultima). Il DPS paga 
evidentemente lo scotto non solo dell'ampia 
corruzione tra le sue fila (fenomeno comune a 
tutte le forze politiche), ma anche del suo 
disinteresse per i problemi reali della 
minoranza turca, cioe' la gravissima situazione 
sociale e la negazione di fatto dei suoi diritti 
nazionali.

QUALI SARANNO LE CONSEGUENZE DEL VOTO?
Il premier Kostov, nella sua conferenza stampa 
dell'altroieri, 23 ottobre, ha ammesso che il 
voto e' stato un "avvertimento" per il suo 
partito, ma si e' limitato ad affermare che 
"bisognera' cambiare stile di lavoro", 
aggiungendo, tuttavia, "senza modificare di una 
virgola le riforme avviate". E' difficile 
prevedere che vi siano rilevanti cambiamenti 
immediati nella politica del governo, e questo 
soprattutto perche' l'opposizione e' 
assolutamente debole e passiva, mentre e' ancora 
forte il sostegno internazionale. Quello che 
invece e' probabile e' l'inizio di un periodo di 
faide interne al partito, tenute sotto controllo 
fino a oggi, ma che dopo la sconfitta elettorale 
sara' difficile tenere a freno. Un ampio 
controllo del potere locale, infatti, e' di 
importanza fondamentale per mantenere salde le 
strutture di una forza politica, in un paese 
povero di risorse e di prospettive di sviluppo 
come la Bulgaria. E' a livello locale che si 
puo' costruire una rete di potere effettivamente 
ampia, in grado di mantenere una classe di 
burocrati tale da dare basi solide al partito 
(e, non e' un segreto per nessuno, ottenere gli 
introiti piu' o meno "legittimi" che soli 
possono mantenere tale classe). Senza questa 
base solida la SDS rischia da una parte di 
attirare sempre piu' l'attenzione sulle 
difficolta' della sua politica nazionale e, 
dall'altra, di perdere nel tempo uomini e 
settori del partito che meno possono sperare di 
attingere al bottino centrale "statale". In 
fondo il BSP, dopo la secca sconfitta alle 
elezioni politiche del 1997, e' riuscito a 
sopravvivere come forza organizzata soprattutto 
grazie al controllo della maggior parte delle 
municipalita' del paese. E a proposito del BSP, 
non si puo' non rilevare, come gia' accennato 
sopra, che non e' stato capace di sfruttare lo 
scontento e di fare dimenticare il suo 
malgoverno. Anche questo partito dovra' fare i 
conti con il fatto di avere perso ora gran parte 
del potere locale conquistato nel 1995, nel suo 
momento di massima popolarita', fatto che 
potrebbe favorire ulteriormente le forze 
centrifughe al suo interno, presenti sia 
nell'ala "destra" (socialdemocratici) sia in 
quella "sinistra" (nazional-patriottici e 
pseudocomunisti). Il DPS, infine, dovra' 
decidere quale strada prendere. Il suo leader, 
Ahmed Dogan, ha minacciato un acuirsi delle 
tensioni etniche nel paese, ma sembra piu' un 
messaggio mirato in questo momento a ottenere 
maggiore peso a livello internazionale che, 
vista la realta', un'effettiva dichiarazione 
d'intenti. Se si considera la linea seguita fino 
a oggi dalla dirigenza del partito, e' piu' 
probabile che esso cerchi di diluire la propria 
immagine "etnica" dando vita a una nuova 
formazione con forze minori di tendenza liberale 
(un processo gia' avviato l'anno scorso e per il 
momento arenatosi), oppure di assumere ancora di 
piu' il ruolo di garante della "pace etnica" nel 
paese, magari con qualche occasionale mossa 
populistica mirata a ottenere maggiore peso in 
successivi mercanteggiamenti. Ma la situazione 
del suo elettorato e' davvero gravissima sotto 
tutti gli aspetti e pertanto la sconfitta alle 
elezioni amministrative apre ampi spazi a 
eventuali nuovi soggetti o personalita' che 
facciano riferimento alla comunita' nazionale 
turca.

(sulla base dei servizi trasmessi nelle ultime 
due settimane dalla Televisione di stato bulgara 
e della selezione di articoli dalla stampa 
quotidiana bulgara pubblicata dal sito "BG News 
& Media", http://www.db.online.bg/bg/news.main)


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