Re: [africa] su Noureddine Adnane



E’ in uscita il nuovo libro di Isoke
“500 storie vere sulla tratta delle ragazze africane”
edito da Ediesse. Sarà in libreria dal prossimo 8 marzo.

La campagna di presentazione sarà lunga e intensa.

Prenderà il via con un lungo tour in Sardegna che vedrà Isoke
impegnata dal 2 al 10 marzo prossimi con incontri in librerie, scuole,
centri.

L’8 marzo, gli amici della rete del Progetto la ragazza di Benin City,
a Pavia ripeteranno la manifestazione ormai tradizionale della
distribuzione delle mimose alla ragazze costrette a prostituirsi sulla
binaschina.

Al rientro dalla Sardegna, Isoke sarà impegnata in un primo breve tour
in Toscana.

La presentazione del libro ad Aosta, dove Isoke vive, avverrà il 21 marzo.

La presentazione “nazionale” del libro si terrà a Roma il prossimo 26
marzo (o il 25, è da confermare).

Particolarmente importante sarà l’appuntamento di maggio a Torino
(probabilmente il 14, è da confermare), alla Fiera del libro, dove il
libro sarà protagonista, insieme ad altri libri ed eventi, di una vera
e propria “kermesse” contro la tratta. Invitiamo, fin da ora, le
associazioni antitratta ad esser fattivamente presenti: abbiamo spazio
ed opportunità per promuovere le vostre novità.

Il calendario delle presentazioni in giro per l’Italia è in
costruzione. Le amiche e gli amici possono attivarsi per organizzare
presentazioni, tenendo conto della necessità di salvare Isoke dal
rischio di fare l’elastico, di fare cioè avanti e indietro da nord a
sud, ottimizzando invece la fatica e i costi degli spostamenti, dando
altresì maggior efficacia territoriale alle manifestazioni.

Stiamo organizzando una rete di referenti regionali, incaricati di
coordinare le presentazioni e gli eventi in ogni zona. Fatti avanti.

Invitiamo, ovviamente gli amici giornalisti a fare pubblicità….grazie.

Per tutti vale un indirizzo mail di riferimento: isoke.aikpitanyi at gmail.com.

Il numero di telefono per contatti è 346 7044126.

Tenete presente che il numero di contatti quotidiani (mail,
telefonate, lettere, messaggi nei network) è molto elevato, per cui
non sempre le nostre risposte – soprattutto telefoniche - possono
essere tempestive e sicuramente non potremmo rispondere a tutti i
messaggi lasciati in segreteria telefonica.

Meglio, quindi, inviare una mail.

Progetto la ragazza di Benin City – rete della associazione vittime ed
ex vittime della tratta – rete di “alcuni uomini italiani” contro la
tratta e contro ogni violenza di genere.


Il 20 febbraio 2011 02:56, luisa rizzo <luisa.rizzo at alice.it> ha scritto:
> Noureddine Adnane
>
> http://fortresseurope.blogspot.com/2011/02/noureddine-adnane.html
>
> Mimmo dentro la camera mortuaria del civio di Palermo a vedere Noureddine
> non c'è voluto andare. Perché ha avuto paura di vedergli il volto
> carbonizzato dalle fiamme. Paura che quelle immagini di morte si
> sovrapponessero per sempre nei suoi ricordi alle immagini dei sorrisi di
> Noureddine e dei suoi occhi pieni di vita e di sogni. I sogni di un ragazzo
> di 27 anni partito appena diciottenne, nel lontano 2002, carico di
> aspettative e responsabilità, deciso a lavorare sodo in Italia per farsi
> carico dei sette fratelli e dei genitori.
>
> Oggi Noureddine Adnane, Franco per gli italiani, non c'è più. La sua salma è
> sulla via del ritorno per Ben Ahmed. Arriverà in Marocco tra oggi e domani
> per il funerale. Ad attenderlo, nove anni dopo la sua partenza, ci saranno
> la moglie Atika, una ragazza di 21 anni, e sua figlia, la piccola Khadija,
> di due anni e mezzo. Chi spiegherà alla bambina che cosa è davvero successo
> al papà?
>
> I fatti risalgono allo scorso 10 febbraio. Noureddine come ogni giorno ha
> allestito la propria bancarella mobile davanti al bar Massaro, in via
> Basile, nella zona universitaria. Ha i documenti in regola, sia il permesso
> di soggiorno che la licenza per la bancarella. Ma è in apprensione perché la
> settimana precedente ha già avuto quattro verbali dei vigili urbani. E
> infatti anche quel giorno si ripresentano, intorno alle tre del pomeriggio.
> Gli ripetono lo stesse cose, che non può stare fermo per più di un'ora nello
> stesso posto e che deve continuamente spostarsi di almeno 500 metri.
>
> Raccontano i parenti e gli amici che a quel punto i vigili avrebbero
> disposto il sequestro di parte della merce, giocattoli, fazzoletti, guanti.
> In quel momento Noureddine inizia a dare in escandescenza, lascia i propri
> documenti ai vigili, si allontana e ritorna poco dopo con una bottiglia di
> benzina che si cosparge addosso sui vestiti minacciando di bruciarsi con
> l'accendino in mano. Non è chiaro a quel punto cosa succede. Se i vigili lo
> tranquillizzano o se invece infieriscono su di lui. Non ci sono testimoni
> per ora. Solo i video delle telecamere a circuito chiuso del bar Massaro,
> che intanto sono state acquisite dall'autorità giudiziaria, che con tutta
> probabilità aprirà un'inchiesta per istigazione al suicidio.
>
> Dal canto loro i vigili hanno negato di avere sequestrato la merce di
> Noureddine, e hanno sottolineato il fatto che uno dei due vigili sia
> prontamente intervenuto con la propria giacca per tentare di spegnere le
> fiamme sul corpo di Noureddine.
>
> Ma tra i marocchini all'obitorio dell'ospedale civico di Palermo circolano
> versioni diverse. I vigili hanno una pessima reputazione. Le vessazioni dei
> vigili contro gli ambulanti marocchini a Palermo negli ultimi mesi si sono
> fatte sentire in modo crescente. Soprattutto da parte di due vigili. I loro
> nomi circolano sulle bocche di tutti. In particolare quello del vigile che
> si fa chiamare Bruce Lee, già militante di Forza Nuova, segni particolari di
> riconoscimento: una svastica tatuata sul braccio.
>
> Ci sarebbe lui dietro l'accanimento contro il povero Noureddine Adnane, che
> con la sua bancarella tentava di guadagnarsi da vivere? Sarà la magistratura
> a fare le sue indagini. Noi intanto abbiamo trovato un'altra storia. Ce l'ha
> raccontata un altro venditore ambulante, di cui preferiamo mantener
> l'anonimato per sicurezza.
>
> I fatti risalgono al gennaio scorso. Questo ragazzo, con permesso e licenza
> registrata, sta vendendo delle borse in prossimità di un popolare mercato di
> Palermo. Si avvicinano i due vigili di cui sopra e fanno per portarlo via.
> Lui si oppone mostrando loro i documenti. Insiste che controllino i
> documenti, che è tutto in regola, ma i due lo forzano a entrare in macchina.
> Lui rifiuta con tutte le forze, allora lo immobilizzano a terra e gli
> sbattono la testa sull'asfalto, ferendolo. A quel punto lo ammanettano, gli
> sequestrano la merce e lo caricano in auto diretti al commissariato San
> Lorenzo, nell'indifferenza generale dei passanti. Una volta arrivati in
> commissariato, lo trattengono per 24 ore, senza acqua né cibo. Lo tengono
> ammanettato, in una stanza. Sono 4 poliziotti e gli stessi due vigili. Uno a
> un certo punto gli dà uno schiaffone e lo butta a terra, mentre gli altri si
> scaraventano su di lui con calci e pugni, gli sputano in faccia dicendogli
> "monnezza!". Il giorno dopo, ai suoi danni si apre un processo per
> contraffazione e resistenza a pubblico ufficiale, per il quale rischia il
> ritiro del permesso di soggiorno.
>
> Da quelle accuse si difenderà in tribunale. Ma intanto oggi è venuto alla
> manifestazione in solidarietà con Noureddine. Lui a Palermo vive da 5 anni,
> con il padre che sta in Italia da una vita. Insieme agli altri marocchini
> del corteo, oggi chiede giustizia. Sono alcune centinaia in corteo da piazza
> Politeama, con gli studenti e il movimento del forum antirazzista. Tutti in
> solidarietà con la famiglia di Noureddine. È lui il martire della giornata.
> In Tunisia una storia molto simile alla sua ha funzionato da detonatore per
> la rivoluzione. In Italia è molto verosimile che non ci sia nessuna
> rivoluzione e che la vita di Noureddine sia stata sacrificata per niente. Ma
> in fondo, dipende solo da noi.
>
> --
> Mailing list Africa dell'associazione PeaceLink.
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> Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/africa
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Allegato Rimosso