Maroni, a Mineo richiedenti asilo di tutta Italia



Maroni, a Mineo richiedenti asilo di tutta Italia

Catania, 15 feb. (Adnkronos) - "L'idea di realizzare un 'villaggio della
solidarieta" nel Residence degli Aranci a Mineo e' venuta al presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi durante la visita di stamane. Servono 48 ore di
tempo per fare le necessarie valutazioni e l'idea del governo e' quella di
ospitare a Mineo tutti i richiedenti asilo, anche quelli, oggi distribuiti
nei centri di accoglienza per richiedenti asilo di tutto il territorio
nazionale". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni durante l'incontro
con i giornalisti tenutosi in Prefettura a Catania.

http://quimineo.netsons.org/?p=6216&cpage=1#comment-2889

L'INCHIESTA DEL GIORNALISTA FREELANCE ANTONIO MAZZEO
Non poteva che chiamarsi "Residence degli aranci" il complesso di Mineo che
ospita 404 unità abitative per i militari Usa di stanza nella base di
Sigonella. Occupa un'area di 25 ettari nel cuore della piana di Catania,
terra di agrumi, a due passi dalla statale che scorre veloce sino al mare,
il Mediterraneo. Il residence a stelle e strisce è una struttura off-limits
autosufficiente. Le villette, 160 mq di superficie su due livelli, giardino
indipendente con prato inglese e megabarbecue, hanno una capacità ricettiva
sino a 2.000 persone e sono dotate di tutti i confort. Nel residence trovano
posto alcuni edifici adibiti ad uffici per il personale dell'US Navy, la
sala Telecom, un supermercato, un bar, la palestra, un centro ricreativo con
asilo, la sala per le funzioni religiose, la caserma dei vigili del fuoco,
12 ettari di spazi verdi con campi da tennis, baseball e football americano,
aree di gioco attrezzate per bambini. L'approvvigionamento idrico,
computerizzato, fornisce 20 litri d'acqua potabile al secondo, la copertura
del fabbisogno di un comune di 10.000 abitanti. L'acqua giunge da un pozzo
privato nel territorio di Vizzini distante 20 km, grazie ad un acquedotto
realizzato nel 2006 dalla società costruttrice e proprietaria del "Residence
degli aranci", la Pizzarotti Spa di Parma. Per conto dell'US Navy, la
Pizzarotti si occupa della gestione e della manutenzione degli impianti
elettrici, idrici e del depuratore, della pulizia di strade e marciapiedi,
delle attività di giardinaggio, della raccolta differenziata dei rifiuti.
Entro dicembre installerà nel complesso un impianto fotovoltaico da un
megawatt che verrà posizionato su 105 abitazioni. Standard di vita a cui
solo pochi autoctoni possono aspirare ma che lasciano tuttavia insoddisfatti
gli esigentissimi militari statunitensi. Così si è deciso di abbandonare il
"paradiso degli aranci" a partire dai primi mesi del 2011. Il 26 gennaio
2010 la Pizzarotti ha ricevuto una lettera del governo Usa che comunicava l'intenzione
di non rinnovare il contratto decennale in scadenza, stipulato il 31 marzo
2001. Ufficialmente, dietro la scelta di lasciare Mineo, ci sarebbero
ragioni di tipo economico. "Il Dipartimento della Marina richiede che le
strutture siano occupate al 99%. Se la percentuale si riduce, le unità
sfitte devono essere assegnate, in caso contrario si deve lasciare il
complesso", spiega il portavoce regionale dell'US Navy, Wendy Snyder. "A
Mineo su 404 unità abitative appena 260 sono quelle occupate. E i costi di
affitto annuali per la Marina statunitense superano gli 8,5 milioni di
dollari". A ciò si aggiunge la distanza del residence dalla Naval Air
Station di Sigonella, oltre 20 minuti d'auto per raggiungere NAS II, la base
operativa con lo scalo aereo, e 40 minuti per NAS I che ospita il
commissariato, il Navy Exchange, le scuole per i figli del personale e l'ospedale
militare. Inoltre, viaggiare sulla strada a scorrimento veloce SS417 è come
giocare alla roulette russa e gli incidenti mortali sono all'ordine del
giorno. Per ridurre i rischi alle autovetture dei militari al
pericolosissimo incrocio con il "Residence degli aranci", nel 2004 la
Provincia di Catania e l'ANAS realizzarono a proprie spese - due milioni di
dollari - una bretella di collegamento con la vicina strada provinciale, ad
uso esclusivo del personale statunitense. Il dono, pur se apprezzato dal
comando di Sigonella, non è bastato però ad ancorare l'US Navy al territorio
di Mineo. Persi i milionari canoni degli americani, la Pizzarotti ha
intrapreso un'affannosa rincorsa verso nuovi possibili locatari del
villaggio. Inizialmente si è giocata la carta del "sociale", proponendo l'utilizzo
di "alcuni spazi per le ex detenute", la riconversione "a luoghi di
detenzione alternativi al carcere per le detenute madri", a "centro
accoglienza per gli immigrati e per i tossicodipendenti", finanche a polo di
ricerca e cittadella dello studente dell'Università di Catania. Adesso in
ballo c'è il business immobiliare. I manager della società hanno presentato
alla Regione Siciliana e ai comuni del comprensorio un progetto di "nucleo
sociale polifunzionale", mettendo cioè a disposizione "case in affitto a
canone agevolato nonché spazi per le attività sociali di enti pubblici e
cooperative" e, possibilmente, per una multisala cinematografica. Il
progetto ha raccolto diversi consensi. Il consorzio Sol.Co di Catania, uno
dei più grandi di tutta la Sicilia con le sue 140 cooperative, si sarebbe
dichiarato interessato a insediare nel residence "un'agenzia di inclusione
sociale in cui poter accogliere le persone che si trovano in un momento
difficile". L'odierno sindaco di Mineo, in un ambiguo feeling
pubblico-privato, è stato eletto dall'amministratore delegato di Pizzarotti
"sponsor istituzionale dell'iniziativa". Del piano di riconversione ne ha
parlato l'ingegnere Fabrizio Rubino della Pizzarotti Spa al periodico Qui
Mineo. "Abbiamo individuato una strada nella legislazione sul social
housing, l'edilizia residenziale locativa a canone calmierato", ha
dichiarato Rubino. "A differenza dell'edilizia popolare il social housing è
un'impresa che produce un utile: si uniscono il versante imprenditoriale e
quello sociale. Nel 2008 la legge sul "Piano casa" ha inglobato la
legislazione precedente prevedendo il finanziamento di progetti di questo
tipo, attraverso uno stanziamento complessivo di 2,6 miliardi di euro.
Prevediamo di cedere il residence a un fondo sociale. Sappiamo che ci sono i
fondi perché già il nostro amministratore è andato a parlare sia con Maroni
che con Mattioli, e il decreto Tremonti-Mattioli prevede qualcosa come 38
milioni di euro destinati alla Sicilia per social housing , su un totale
nazionale di 140 milioni di euro". Per dare impulso al settore, lo scorso
anno è stata fondata la "CDP Investimenti SGR", una Spa di gestione del
risparmio, il cui capitale, 2 milioni di euro, è detenuto al 70% dalla Cassa
Depositi e Prestiti e per il restante 30% dall'Associazione delle Fondazioni
bancarie (Acri) e dall'Associazione delle Banche (Abi). Il rappresentante
della società parmense dà la sua stima sui costi e ricavi dell'operazione.
"Per costruire il residence, la Pizzarotti ha fatto un mutuo con Intesa San
Paolo, attraverso lo strumento della "locazione finanziaria": ogni anno gli
affitti presi dagli americani vanno al gruppo bancario. Il mutuo dura 14
anni, ne mancano ancora 4 alla conclusione. Le case in tutto hanno 70.000
mq; contando un prezzo di 800 euro al mq, si arriva a una cifra di 60-70
milioni di euro, somma che dovrebbe essere messa insieme dal fondo
immobiliare. Di tale cifra il 40% è stato già stanziato dalla Cassa Depositi
e Prestiti, un altro 20% vede impegnata la fondazione Intesa San Paolo.
Rimane un 20% da coprire con i partecipanti volontari: comuni, enti,
cooperative ecc. ma anche Pizzarotti come azionista di minoranza. Poi ci
saranno le fondazioni bancarie, sicuramente la Regione e anche la Provincia
di Catania, si auspica che ci siano tutti i comuni e anche lo Iacp". L'affaire
cioè sarà finanziato quasi del tutto con capitali pubblici, a beneficio del
socio-costruttore privato. Con il dubbio, legittimo, che i costi di
realizzazione del "Residence degli aranci" siano già stati in buona parte
coperti con i canoni di affitto pagati dall'US Navy. Otto milioni e mezzo di
dollari, il valore annuale dichiarato dal Comando di Sigonella, moltiplicati
per i dieci anni di locazione, fanno 85 milioni di dollari. Gli immobili di
Mineo hanno già fruttato cioè 1.000 euro a mq. Più i guadagni dell'impresa
per la loro gestione e manutenzione. La Pizzarotti è una delle principali
aziende italiane contractor delle forze armate USA. Solo nell'ultimo
decennio ha fatturato per conto del Dipartimento della difesa qualcosa come
134 milioni di dollari. Già nel 1979 le era stata affidata la costruzione di
una serie di infrastrutture a Sigonella quando la base era stata scelta come
centro operativo avanzato della Rapid Deployment Force, la Forza d'Intervento
Rapido statunitense. A metà anni '80 la Pizzarotti partecipò pure alla
costruzione di numerose infrastrutture nella base di Comiso (Ragusa),
utilizzata per l'installazione di 112 missili a testata nucleare Cruise.
Quindici anni dopo la società realizzò a Belpasso (Catania) il villaggio
"Marinai", anch'esso destinato ai militari di Sigonella, con 526 unità
abitative e 42 ettari di estensione. Il contratto d'affitto con il Pentagono
scade nel 2015 ma non dovrebbero esserci problemi per una sua estensione.
Anche a Belpasso la Pizzarotti cura per conto dell'US Navy la gestione e la
manutenzione di infrastrutture e servizi. Sempre in ambito militare, ha
eseguito i lavori di ristrutturazione ed ampliamento delle banchine della
(ex) base navale di Santo Stefano (arcipelago de La Maddalena), utilizzata
sino alla primavera 2008 come base appoggio per i sottomarini nucleari di
stanza nel Mediterraneo. Alla Maddalena, la Pizzarotti è attualmente
impegnata alla costruzione di una cinquantina di alloggi per il personale
della Marina militare italiana. Tra il 2004 e il 2007, la società ha operato
all'interno della base US Army di Camp Darby (Livorno) per la realizzazione
di una piccola tratta ferroviaria interna e di 7 nuovi edifici da adibire a
depositi. Nella base aerea di Aviano (Pordenone), Pizzarotti Spa è stata
chiamata invece per ampliare i locali adibiti a servizi e casermaggio. Molto
più rilevanti i lavori eseguiti a Vicenza. A metà anni '90 Pizzarotti ha
realizzato a Camp Ederle un complesso di edifici residenziali per 300
marines (costo 20 milioni di euro). Recentemente, in associazione con l'azienda
tedesca Bilfinger Berger, ha invece consegnato all'US Army un nuovo polo
sanitario avanzato, costo 47,5 milioni di dollari. A Vicenza Pizzarotti si è
però visto soffiare l'appalto più ambito, quello per la trasformazione dell'ex
aeroporto Dal Molin nella mega-cittadella della 173^ Brigata Aviotrasportata
USA, vinto dalle "coop rosse" di Bologna e Ravenna. Poca fortuna pure a
Quinto Vicentino, dove nonostante un pre-accordo del 2006 con il Comando
statunitense per la realizzazione di un villaggio di oltre 200 abitazioni
(valore stimato 50 milioni di dollari), c'è stato uno stop all'iter
progettuale da parte degli amministratori locali. Pizzarotti vanta pure la
realizzazione di un invidiabile elenco di opere "civili", alcune delle quali
dall'altissimo impatto socio-ambientale: il deposito delle scorie
radioattive di Caorso, la centrale nucleare di Montalto di Castro, la tratta
ferroviaria ad alta velocità Milano-Bologna, due lotti dell'autostrada
Salerno-Reggio Calabria. A Santa Maria Capua Vetere è stato realizzato un
grande presidio carcerario che ha però stimolato gli appetiti criminali dei
"casalesi". Nel marzo 2008, il tribunale della città campana ha emesso una
serie di pesanti condanne al processo contro i mafiosi locali, sentenziando
che "l'impresa aggiudicataria venne sottoposta a una duplice estorsione: il
versamento di una tangente pari al 5% dell'importo dei lavori e l'obbligo ad
affidare una parte di essi in subappalto a ditte di gradimento del clan".
Nel giugno 2004, è stato affidato a Pizzarotti il ruolo di general
contractor per la realizzazione dell'autostrada Catania-Siracusa, costo
stimato 473,6 milioni di euro. Secondo quanto dichiarato dall'allora
presidente ANAS, Vincenzo Pozzi, "la Catania-Siracusa potenzierà
notevolmente la rete dell'isola anche con rilevanti funzioni di collegamento
per i traffici diretti verso il futuro Ponte sullo Stretto". E al Ponte di
Messina Pizzarotti ci aveva fatto davvero un bel pensiero, partecipando in
associazione con Astaldi al bando di gara per la progettazione ed esecuzione
dell'opera, poi vinto da Impregilo e socie. Nel capoluogo dello Stretto l'impresa
parmense è comunque radicata da tempo grazie alla controllata Garboli Spa,
presente in una società a capitale misto che punta ad una assai discutibile
"riqualificazione" del quartiere storico del Tirone. Partner chiave di
Pizzarotti-Garboli, la Demoter, importante azienda messinese di costruzioni
e movimentazione terra, di proprietà di Carlo Borrella, il presidente dell'associazione
provinciale costruttori grande sostenitore del Ponte. Coincidenza vuole che
proprio alla Demoter (in associazione con la Itaca Srl di Brolo), la
Pizzarotti aveva subappaltato lavori per 5,2 milioni di euro per il
"Residence degli aranci" di Mineo. Dalle basi di morte al Ponte gli attori
sono sempre gli stessi. ANTONIO MAZZEO

http://www.enricodigiacomo.org/