Segnalazione: Harraga, gli esuli senza ritorno...



Title: Monumento alla memoria dei migranti caduti in mare

Una segnalazione.... .
Patrizia
 

Harraga, gli esuli senza ritorno...


    

Edizioni  L’Ecailler du Sud - L’atinoir, 2008- 12 euro (in lingua francese)

http://www.editionslecailler.com/titres/harraga.htm

 

Intervista ad Antonio Lozano

Traduzione di Patrizia Donadello da La Marseillaise - 30 marzo 2008 -  http://journal-lamarseillaise.com/

 

 

Antonio Lozano è un scrittore delle Isole Canarie nato a Tangeri nel 1956. Ha pubblicato  nel 2002 il suo primo romanzo intitolato: Harraga[1]

Questa parola in Marocco significa "quelli che bruciano" i loro documenti prima di partire.

In seguito ha pubblicato due altri lavori: Donde mueren los ríos (Dove muoiono i fiumi) e El caso Sankara (Il caso Sankara) sull'assassinio di Thomas Sankara, venerato come il Che Guevara nero. Tutti e due i libri sono stati premiati in Spagna. 

Le edizioni marsigliesi L’Ecailler hanno deciso di pubblicare una traduzione di Harraga nella loro collezione L'atinoir. Il pubblico francese potrà scoprire questo libro che ha ricevuto gli elogi del grande Manuel Vázquez Montalban prima della sua scomparsa. Tanto a ragione del suo tema, l'immigrazione clandestina,  quanto della sua scrittura attenta ai più profondi movimenti esterni ed interni,  questo romanzo dovrebbe incontrare un largo consenso. 

Il narratore Khaled, barman al caffè Paris di Tangeri si imbarca nell'avventura del passaggio dello stretto e si ritrova  immischiato in storie di traffico… di droga…  e di esseri umani… 

 

Cosa l’ha spinta a scrivere  Harraga? 

L'immigrazione clandestina è uno dei grandi drammi del mondo attuale. Il numero di morti nei viaggi tra l’Africa e la Spagna aumentano di giorno in giorno. In migliaia hanno già trovato la morte cercando di raggiungere le coste delle Isole Canarie. L'Atlantico si è trasformato in un vero cimitero marino.

Senza contare quelli che a migliaia muoiono prima di arrivare al punto di partenza, attraversando il Sahara per arrivare a nord del Marocco e tentare di superare le barriere artificiali di Ceuta e di Melilla, quelli che si ritrovano bloccati, per strada in un paese che non è il loro, senza un soldo, né per continuare né  per tornare a casa loro. 

Non si può ignorare questa realtà. Quali sono le cause profonde che spingono milioni di persone ad abbandonare tutto ed ad intraprendere l'odissea che spesso li conduce alla morte? Quali interessi economici e politici si nascondono dietro questo fenomeno? L'immigrazione è oggetto di manipolazione politica? Quali sono le mafie che si inseriscono su questo fenomeno e operano nel traffico degli esseri umani? Chi c’è dietro a loro?

Ma soprattutto, chi sono gli uomini e le donne che vivono la realtà dell'emigrazione? Chi sono questi eroi del XXI° secolo che mettono la loro vita in pericolo per cercare un avvenire migliore? Harraga  è un romanzo che cerca di fare entrare il lettore in questo universo, in queste domande, ben lontano dal portare risposte preconfezionate. 

 

Chi è Khaled, l'eroe del suo romanzo? 

Khaled è un giovane barman di un caffè, il Caffè Paris, che abita nella Médina, un quartiere povero di Tangeri. Sogna come tutti i giovani un avvenire ma la miseria glielo rende irrealizzabile. 

Trova un'opportunità nella proposta di un amico nel raggiungerlo a Granada e là comincia il suo viaggio verso il mondo dei sogni, un viaggio che lo fa oscillare tra la speranza e gli insuccessi.

La sua vita ben presto non gli apparterrà più. Harraga è, soprattutto, il viaggio interiore di colui che erra tra due mondi, un viaggio durante il quale si espone alle più grandi contraddizioni e dove lascia il meglio di sé per non arrivare, alla fine, da nessuna parte. 

 

Perché la letteratura affronta il tema dell'immigrazione? 

Principalmente perché tutti i giorni i giornali spagnoli ci raccontano che sbarcano centinaia di immigrati, che una "grande massa" di africani arriva da noi, che una "valanga" di magrebini e di subsahariani discende sul nostro paese. 

Senza contare le cifre, molte cifre, statistiche: tanti morti questa settimana, tanti morti questo mese; tanti immigrati in questa isola, tanti immigrati in quest’altra; tanti adulti, tante donne, tanti minorenni. La letteratura deve e questo è l'oggetto principale di Harraga, far uscire gli esseri umani da questa massa umana ed uniforme, da questa foresta di cifre che ci mostrano i media e farci vedere chi è quest’uomo, chi è questa donna, cosa faceva nel suo paese, quale era il suo universo, cosa l'ha spinto a lasciarlo e a lanciarsi verso un mondo dove non sarà il benvenuto, per comprendere meglio la complessità della situazione e confrontarci con un uomo, con una donna e non con una minaccia astratta od un numero. 

Credo che, in questo senso, letteratura e giornalismo siano complementari. 

 

In quanto scrittore spagnolo, come analizza il fenomeno dell’immigrazione? 

La storia dell'umanità è la storia delle migrazioni. La fame è stata molto spesso il motore di questi movimenti umani. Finché la miseria esisterà, gli esseri umani si sposteranno laddove troveranno di che nutrirsi e di che nutrire la propria famiglia.

Non c’è che una possibilità per frenare l'immigrazione africana verso l'Europa: frenare la miseria in Africa. Un continente che è stato, durante i secoli, il serbatoio da cui si sono serviti a piene mani i paesi ricchi per costruire la loro fortuna; dalla schiavitù ai giorni nostri passando attraverso la colonizzazione delle risorse umane e delle risorse della terra, l'Africa ha sofferto durante i secoli della cupidigia europea, americana e adesso anche cinese. L'Africa è un continente estremamente ricco di risorse ma anche un continente impoverito dai paesi potenti. 

 

Esiste già in Spagna ciò che si potrebbe chiamare "letteratura di immigrazione"? 

Più che in Spagna, questa letteratura esiste nelle due coste di Detroit e di Gibilterra, ed è così che dev’essere perché i problemi devono essere analizzati in tutte le prospettive. Scrittori magrebini o dell'Africa nera e scrittori spagnoli cominciano ad affrontare questi temi o lo fanno da qualche anno. Bisognerà aspettare ancora un poco affinché ci sia, anche se alcuni esempi esistono già, una "letteratura dell'immigrazione" scritta dagli immigrati o dai loro discendenti.



[1]  (Ed. Zoela, 2002), Premio Novelpol 2002 a la mejor novela negra publicada en España y mención especial del jurado en el Memorial Silverio Cañada, de la Semana Negra de Gijón;

 

 

----- Original Message -----
Sent: Friday, June 27, 2008 12:52 AM
Subject: [africa] Monumento alla memoria dei migranti caduti in mare [28giu08]


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Morire di frontiera. Accade da vent'anni lungo i confini dell'Europa.
Nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico verso le Canarie, sono annegate 8643 persone: quasi la meta' non sono mai state recuperate.
Per chi viaggia da Sud il Sahara e'  un pericoloso passaggio obbligato per arrivare al mare. Si attraversa sui camion e sui fuoristrada che battono le piste tra Sudan, Chad, Niger e Mali da un lato e Libia e Algeria dall'altro. Le vittime delle deportazioni collettive praticate dai governi di Algeri, Tripoli e Rabat abituati da anni ad abbandonare a se stessi gruppi di centinaia di persone on zone frontaliere in piemo deserto. (dal libro "Mamadou va a morire" di Gabriele Del Grande - Infinito Edizioni - dati tratti da Fortress Europe)


La porta che guarda l'Africa (da Repubblica.it del 27/6/08)



Sabato 28 giugno sara' inaugurato sulla costa di Lampedusa il

Monumento alla memoria dei migranti caduti in mare

Un'iniziativa di Amani, Arnoldo Mosca Mondadori e Alternativa Giovani

Grazie alla disponibilita' di Mimmo Paladino, una porta di quasi cinque metri di altezza e di tre metri di larghezza, realizzata in ceramica refrattaria,  sara' innalzata in memoria di quanti, uomini donne e bambini, hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mare Mediterraneo in cerca di un futuro migliore.

E' quindi un monumento alla memoria, in ricordo di coloro che non sono mai approdati. Una porta da attraversare in silenzio.

Il testo che segue è il nostro APPELLO tratto dal calendario 2008 di Amani intitolato "Migranti".

Ogni giorno decine di migranti cercano di raggiungere il territorio del nostro Paese e, attraverso di esso, l'Europa. Ogni anno centinaia di loro muoiono nel corso di questo tentativo. Negli anni, essi sono diventati migliaia e migliaia: 11.098 dal 1988 al ottobre 2007 lungo le frontiere europee, secondo l'Osservatorio sulle vittime dell'immigrazione di Fortress Europe. E' una strage senza testimoni, senza denunce e molto spesso senza sepoltura, perche' la maggior parte delle vittime perisce in mare e i corpi non vengono recuperati. Persino nel caso del maggior naufragio di migranti, quello avvenuto la notte di Natale del 1996 al largo delle acque di Porto Palo in Sicilia, nel quale morirono 283 persone, sebbene il relitto sia stato localizzato, nessuno ha voluto assumersi l'onere delle operazioni di recupero. E' dunque anche una strage senza pieta'.
 I migranti vengono dal Sud e dall'Est del mondo verso l'Italia. Vengono ad accudire i nostri anziani, a sorvegliare i nostri figli, a pulire le nostre case, a servire alle nostre mense, a lavare i nostri piatti, a raccogliere le nostre immondizie, a mandare avanti le nostre imprese artigianali, le colture e le stalle, gli impianti industriali e i servizi. Portano lavoro, umilta', energia, un enorme desiderio di riscatto: vengono da noi per migliorarsi. Portano anche giovinezza e forza vitale alla nostra societa' senescente, disponibilita' alle mansioni che da noi si rifiutano, speranza d'avvenire che a noi si comunica.

La strage di migranti ai nostri confini e' il prezzo pagato alla nostra impreparazione, incomprensione, indifferenza di fronte a un fenomeno umano di proporzioni epocali. Per questo pensiamo che un monumento ai migranti possa essere non un risarcimento, ma un riconoscimento dovuto alle sofferenze patite anche per noi.

Se come noi pensi che questa memoria sia dovuta firma l'APPELLO.

Per aderire invia una mail a monumentolampedusa at email.it inserendo il tuo Nome, Cognome e Città 
scrivendo nell'oggetto ADERISCO ALL'APPELLO

All'APPELLO hanno gia' aderito rappresentanti della cultura, dell'arte, delle istituzioni e dell'impresa, tra cui:

Ennio Morricone, Antonio Tabucchi, Arnaldo Pomodoro, Alessandro Passadore, Andrea Aiello, Eva Cantarella, Guido Martinotti, Giulio Giorello, Lella Costa, Khaled Fouad Allam, Lucio Dalla, Don Gino Rigoldi, Don Virginio Colmegna, Ottavia Piccolo, Ada Gigli Marchetti, Roberto Vecchioni, Luca Pignatelli, Maurizio Cucchi, Laura Boldrini, Salvatore Veca, Margherita Hack, Alda Merini, Pietro Veronese, Bruno Arpaia, Nicoletta Mondadori, Alfredo Rapetti, Fabrizio Ferri, Bianca Beccalli, Anna Cataldi, Mimmo Paladino. (vai all'elenco completo) >>

Info:

www.amaniforafrica.org – tel. 02.48951149  
www.arnoldomoscamondadori.it - www.alternativagiovani.it





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