Clandestini? Se passa la legge facciamo obiezione



I parroci a Caffarra: "Clandestini?
Se passa la legge facciamo obiezione"

La protesta capitanata da un sacerdote di Crevalcore, che ha scritto una
lettera al cardinal Caffarra. "Il reato di immigrazione ci trasformerebbe
tutti in criminali - spiega - le persone che aiutiamo sono in alcuni casi
clandestini"

Bologna, 10 giugno 2008 - Le parrocchie non possono scegliere chi aiutare
e a chi fare beneficenza sulla base di un timbro sul permesso di
soggiorno. Così alcuni parroci di Bologna annunciano, in una lettera
inviata al cardinal Carlo Caffarra, di essere pronti a fare obiezione di
coscienza se il reato di clandestinità verrà approvato dal Parlamento.


"Il reato di immigrazione ci trasformerebbe tutti in criminali - spiega a
un quotidiano locale don Francesco Scimé, parroco di Crevalcore - le
persone che aiutiamo ogni giorno, che ospitiamo e sfamiamo, sono in alcuni
casi clandestini. Ma noi entro certi limiti non riusciamo a starci, i
poveri per un uomo di chiesa sono sempre poveri, non possiamo rispettare
gli stessi paletti che evidentemente servono allo stato per far rispettare
l'ordine pubblico".

"Non ho nessun astio per gli attuali governanti - precisa il parroco - ma
chiedo di poter esercitare obiezione di coscienza rispetto a una eventuale
legge di questo genere. Non posso lasciare fuori dalla porta della chiesa
una persona bisognosa perché non ha i documenti in regola".

Già tanti sacerdoti hanno sottoscritto la missiva di don Scimè. mMa dalla
Curia si chiede prudenza. "Le leggi fondamentali delle comunità cristiane
sono l'amore e l'accoglienza, me ne tengo conto - dice il vescovo
ausiliare, Ernesto Vecchi - ma non contro le leggi dello stato e contro il
rispetto dell'ordine pubblico. E' prematuro commentare un disegno di legge
che non è ancora passato dal vaglio del Parlamento anche se capisco che le
comunità cristiane hanno come fine l'assistenza".

http://qn.quotidiano.net/2008/06/10/95859-parroci_bologna_clandestini.shtml



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«E' ora quindi che parliate tutti voi che amate la libertà, tutti voi che
amate il diritto alla felicità, tutti voi che amate dormire immersi nel
vostro privato sogno, è ora che parliate o maggioranza muta! Prima che
arrivino per voi»

Primo Levi