ORGANIZZIAMO LA DIFESA DEI ROM. QUI E SUBITO



ORGANIZZIAMO LA DIFESA DEI ROM. QUI E SUBITO

Sabato 17 maggio si è svolto a Palermo, presso la Facoltà di
Giurisprudenza, il convegno "Verso una nuova pulizia etnica? Sicurezza
e diritti del popolo rom". Al convegno hanno partecipato oltre cento
persone, con l'intervento di alcuni rappresentanti del campo rom della
Favorita di Palermo.

Malgrado la presenza di diversi giornalisti, la stampa locale ha
ignorato l'avvenimento che, al di là della dimensione culturale,
costituiva, per le esperienze raccolte e per le progettualità
individuate, un importante esempio di ricerca/azione e di condivisione
quotidiana con le comunità rom di Palermo. Una occasione di
riflessione e di approfondimento per proporre iniziative legali e
sociali che -nel pieno rispetto del principio di legalità- riuscissero
ad attenuare i gravi disagi derivanti per tutti dal colpevole
abbandono nel quale si trova il campo della Favorita, favorendo una (
ancora) possibile coesione sociale.

Nel corso del convegno si è appreso delle importanti recenti condanne
dell'OSCE, dell'European Roma Rights Center di Budapest e di altri
organismi internazionali, per la politica xenofoba annunciata dal
nuovo governo italiano nei confronti dei rom e più in generale, dei
migranti,che appare in contrasto con le Convenzioni internazionali che
garantiscono i diritti umani e con consolidati principi dei trattati e
delle direttive comunitarie sulla circolazione delle persone e dei
migranti. I partecipanti al convegno hanno condiviso la necessità,
sottolineata in particolare da alcuni relatori, da istituire un
collegamento continuo con queste agenzie internazionali in modo da
denunciare immediatamente tutti gli abusi che dovessero essere
praticati a Palermo ai danni della comunità rom.

Negli interventi di Lilla Graci, di Mauro Priano dell'ARCI, dei
rappresentanti della comunità rom, di docenti e di mamme di bambini
italiani che frequentano le scuole palermitane, si è messo in rilievo
il crescente tasso di scolarizzazione dei bambini rom  e la buona
riuscita dei percorsi di integrazione e di sostegno, anche quando i
genitori si trovano in condizioni di irregolarità. Molti di questi
minori sono nati a Palermo, come alcuni giovani rom pure nati e
cresciuti a Palermo che non riescono ad ottenere dalla Prefettura il
riconoscimento della cittadinanza italiana.

Dall'intervento della consigliere comunale Antonella Monastra sono
state confermate le inadempienze del comune rispetto alla soluzione
dei problemi alloggiativi dei rom, al pari della carenza di una
politica abitativa per le altre fasce deboli della popolazione. E'
quindi emersa la necessità di attivare una informazione costante e
strumenti di difesa legale di urgenza rispetto alle scelte che
dovessero maturare nell'amministrazione comunale o in altre sedi sulla
ubicazione dei rom e sul possibile smantellamento del campo,
individuato dal comune negli anni 90 e poi lasciato in una condizione
di totale abbandono.

Gli operatori sociali e gli avvocati nei loro interventi hanno
denunciato una generale difficoltà di rapporto con la Questura di
Palermo – Ufficio immigrazione, al punto che questo ufficio si è
rifiutato in diverse occasioni di ricevere avvocati, fornire
informazioni alle associazioni e di incontrare rappresentanti
istituzionali.
Particolarmente grave la situazione per il rifiuto della Questura di
rinnovare i permessi per cure mediche già concessi in precedenza,
giungendo in qualche caso a comminare provvedimenti di espulsione.
Malgrado una recente nota interpretativa del Ministero dell'Interno,
nel caso di rom irregolari gravemente malati ci si limita a sospendere
il decreto di espulsione, senza valutare la possibilità di concedere
un permesso di soggiorno per motivi umanitari ex art. 5.6 del Testo
Unico sull'immigrazione. Non si risponde neanche alle istanze degli
avvocati volte richiedere un permesso di soggiorno per motivi
umanitari, neppure nel caso di malati di HIV o di altre gravi
patologie che mettono a rischio la vita della persona. L'intervento
della dott.ssa Lorella Vassallo, operatrice dell'A.S.L. 6, ha
segnalato la drammatica situazione igienica del campo rom della
Favorita di Palermo e la difficoltà di accesso alle cure mediche
legata anche alla paura crescente di venire espulsi.

Da altri interventi si è rilevata la percentuale minima di minori rom
coinvolti a Palermo nel sistema penale minorile, malgrado le
informazioni allarmanti diffuse dalla stampa nazionale e riprese a
livello locale. La dott.ssa Maria Luisa Scardina dell'Ufficio servizi
sociali  del Tribunale dei Minori di Palermo ha ricordato la riuscita
dei progetti di reinserimento, messi a rischio da una applicazione
restrittiva e burocratica della normativa vigente da parte della
Questura di Palermo, oltre che dalle paventate misure governative.
Il prof. Emilio Santoro dell'Università di Firenze ha individuato una
vasta gamma di ipotesi di interventi operativi per migliorare la
difesa legale dei rom e favorire i progetti di inserimento abitativo e
sociale, sottolineando la possibilità che ai giovani rom, nati e
cresciuti in Italia, venga riconosciuta la cittadinanza italiana.

In attesa della "pulizia etnica" annunciata dal Governo con il
pacchetto sicurezza, ed alla vigilia, forse, dell'ennesimo patto per
la sicurezza, con l'allontanamento dei rom fuori dai confini cittadini
e il tentativo di espulsione di tutti coloro che sono privi di
permesso di soggiorno, è emersa l'urgenza di rinsaldare le reti di
protezione attorno alle comunità rom di Palermo. Si profilano
espulsioni a valanga, e lunghi mesi di detenzione amministrativa, o di
carcere, per i rom ancora privi di un regolare permesso di soggiorno.
Assai delicata la posizione di quei rom kosovari ( e delle loro
famiglie)  provenienti da Kosovska Mitrovica che, già titolari di un
permesso di soggiorno per motivi umanitari, si ritrovano oggi in una
condizione di irregolarità e rischiano di essere espulsi, non si
comprende verso quale paese, o detenuti a più riprese.

Molti partecipanti al convegno hanno sottolineato la necessità che
contro le misure annunciate da Maroni, e le loro possibili
applicazioni, ancora più repressive e generalizzate di quelle fin qui
praticate, si promuovano reti di difesa dei rom a livello locale. Reti
in grado di intervenire immediatamente, anche sul piano legale, in
caso di attacchi al campo rom, da qualunque parte provengano, ma anche
capaci di promuovere nuovi progetti e di comunicare maggiormente con
l'opinione pubblica, destinataria fino ad oggi di messaggi che
accrescono la percezione negativa dei Rom.
Per individuare gli snodi operativi di queste reti e per organizzare
gli strumenti di difesa legale e sociale della popolazione rom
presente a Palermo, alla fine del convegno si è convenuto tra tutti i
partecipanti di mantenere ed intensificare i collegamenti a livello
locale, nazionale ed internazionale, e di organizzare un

                                 SEMINARIO PERMANENTE
                     Per la sicurezza ed i diritti del popolo rom

Che si riunirà per la prima volta a Palermo, venerdì 23 maggio p.v.
alle ore 16 presso il Dipartimento Studi su politica, diritto e
società, Piazza Bologni 7, piano terra.

Fulvio Vassallo Paleologo                 Università degli studi di Palermo