Amnesty invita i leader africani a prendere posizione contro la brutalità in atto nello Zimbabwe



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COMUNICATO STAMPA
CS48-2007

AMNESTY INTERNATIONAL INVITA I LEADER AFRICANI A PRENDERE POSIZIONE CONTRO
LA BRUTALITA' IN ATTO NELLO ZIMBABWE

Amnesty International e' profondamente preoccupata per i continui attacchi
contro sindacalisti, attivisti per i diritti umani ed esponenti del
Movimento per il cambiamento democratico (Mdc) nello Zimbabwe.
L'organizzazione chiede a tutti i leader africani, sia del mondo politico
che della societa' civile, di prendere posizione contro queste violazioni
dei diritti umani e sollecitare il governo dello Zimbabwe a rispettare e
proteggere i diritti dei propri cittadini.

Mentre oggi lo Zimbabwe celebra i 27 anni dall'indipendenza, molti dei
suoi cittadini sono agli arresti nelle stazioni di polizia, si stanno
riprendendo dagli assalti subiti ad opera delle forze dell'ordine e di
altri corpi di sicurezza o vivono nella paura per aver osato esercitare il
loro diritto a protestare pacificamente. Molte persone passano notti
insonni nel terrore di essere rapiti o sottoposti a tortura, solo per aver
scelto di militare in un partito politico di opposizione. Dal 2000,
l'Africa e il mondo intero hanno assistito alla rapida erosione del
rispetto dei diritti umani nello Zimbabwe, come nel caso della distruzione
di massa di abitazioni e beni di sussistenza di 700.000 persone nel 2005.
Non e' giunto il momento, chiede Amnesty International, di prendere una
posizione comune?

Piu' recentemente, le violazioni dei diritti umani ai danni di persone che
criticano il governo dello Zimbabwe sono diventate sistematiche. L'11
marzo, nella capitale Harare, la polizia ha ucciso Gift Tandare, un
attivista locale. Lo stesso giorno la polizia ha arrestato una cinquantina
di persone, tra cui i leader dell'opposizione politica e altri attivisti,
che prendevano parte a un incontro di preghiera. Molti degli arrestati
sono stati picchiati brutalmente, fino al punto di subire torture, nella
stazione di polizia di Machipisa, nella capitale. Morgan Tsvangirai,
leader dell'Mdc, ha riportato una frattura mentre a Lovemore Madhuku
dell'Assemblea costituente nazionale e' stato rotto un braccio. Altri due
militanti dell'Mdc, Grace Kwinjeh e Sekai Holland, sono rimasti gravemente
feriti. La polizia ha costretto i feriti a rimanere in cella, vietando
loro di ricevere cure mediche e incontrare gli avvocati.

Il diritto di associazione e riunione pacifica e' riconosciuto dalla
Sezione 21 della Costituzione dello Zimbabwe, dagli articoli 10 e 11 della
Carta africana dei diritti umani e dei popoli e dagli articoli 21 e 22 del
Patto internazionale sui diritti civili e politici.

Amnesty International e' ulteriormente preoccupata per il fatto che
l'Unione africana abbia consentito allo Zimbabwe di agire al di fuori del
sistema di protezione dei diritti umani dello stesso organismo regionale e
delle Nazioni Unite. In questo modo, si e' sviluppata una cultura
dell'impunita' che ha dato luogo ad arresti, condanne e torture che ormai
si perpetuano regolarmente.

L'organizzazione per i diritti umani sarebbe lieta se i leader africani
raddoppiassero i propri sforzi per porre fine alla sofferenza nello
Zimbabwe. Un primo passo fondamentale dovrebbe essere quello di processare
gli autori delle violazioni dei diritti umani e consentire l'accesso alla
giustizia alle vittime. Ogni altra soluzione non sarebbe efficace. Amnesty
International, pertanto, chiede a tutti i leader africani di sollecitare
il governo dello Zimbabwe ad attuare pienamente le raccomandazioni
formulate dalla Commissione africana dei diritti umani e dei popoli nel
proprio Rapporto sulla missione di ricerca del 2002.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 18 aprile 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it




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