ELEZIONI CONGO: AGGIORNAMENTO 31 LUGLIO - OSSERVATORI SOCIETA' CIVILE ITALIANA



 
 
Beati i costruttori di pace”

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Comunicato stampa, n. 7

 

Bukavu, 31 luglio 2006

 

Il giorno dopo lo storico voto, la Repubblica Democratica del Congo respira e si gode la buona riuscita della giornata di ieri. Fin dall’alba di ieri, lunghe e ordinate code di gente al bureau de vote, in attesa del proprio turno per votare. Già dalle 4 di mattina, alcuni congolesi erano in fila in attesa che alle 6 aprissero i seggi. È stato per questo che le operazioni di voto si sono svolte quasi ovunque entro i tempi previsti: alle 17, ora decisa per la chiusura dei centres de vote, le code erano smaltite. Addirittura – segnalano alcuni degli osservatori della società civile italiana – qualche seggio ha potuto chiudere prima del previsto perché era già stato raggiunto il 100% dei votanti. Gli unici limitati ritardi si sono avuti nelle zone rurali, dove l’alta percentuale di analfabeti ha rallentato le procedure di voto.

 

Gli osservatori italiani hanno trascorso la notte nei bureau de vote, seguendo le operazioni di spoglio. Nella maggior parte dei casi si è svolto tutto correttamente. Sono stati segnalati alcuni episodi curiosi, come le difficoltà di effettuare lo spoglio notturno nelle tante zone in cui non c’è corrente elettrica: il kit elettorale aveva in dotazione una lampada, che però non faceva abbastanza luce e aveva una durata troppo limitata e dunque ci si è arrangiati con l’uso di candele. Qualche lamentela in alcuni centri da parte dei poliziotti che hanno vigilato sulle operazioni di voto, perché non avevano ancora ricevuto la paga promessa, e da parte degli scrutatori, rimasti senza cibo tutto il giorno. Ma per il resto, nessuna grossa irregolarità.

 

«È stata la manifestazione della dignità di un popolo – commenta Lisa Clark, di Beati i costruttori di pace – commovente e straordinaria. Avevamo mille dubbi sulla possibilità di svolgere le operazioni di voto in sole 11 ore, con regole complicate come quelle adottate, ma i congolesi ci hanno stupito». Alcuni osservatori internazionali con una lunga esperienza nel settore hanno confermato questa impressione, dicendo di non aver mai visto nulla di così corretto e riuscito.

«È stato un esempio per il mondo – commenta entusiasta Eugenio Melandri, ex parlamentare europeo e coordinatore nazionale dell’associazione Chiama l’Africa –, se si pensa che fino a due anni fa il Congo non aveva nemmeno un’anagrafe».

 

Giusy Baioni

(Ufficio stampa - Mariagrazia Bonollo - 348 2202662)