Newsletter: anno 2, n. 2, gennaio 2004.



NEWSLETTER DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA PER LA CITTADINANZA ATTIVA
Anno 2, n. 2, gennaio 2004
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INDICE
1.     BENVENUTI ALLA FORTEZZA EUROPA
2.     ATTIVITA'  DEL CENTRO
3.     NUOVI LIBRI
4.     FIABE SAHRAWI - RACCONTI POPOLARI DAL SAHARA OCCIDENTALE
5.     MENO S.p.A. PIU' SOCIETA' PER UN PUBBLICO PARTECIPATO
6.     THE COLLAGE - YOUTH MAGAZINE OF THE HCA
7.     THE CONTRIBUTION OF WOMEN TO THE CONSOLIDATION OF PEACE
8.     USA: BUSH PROPONE DI REGOLARIZZARE GLI IMMIGRATI CON DEI PERMESSI A
TEMPO
9.     UNICEF: LE CINQUE PRIORITA' PER IL 2004
10.   SEMESTRE EUROPEO: L'IRLANDA DEI GIOVANI E DELLE TRADIZIONI
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1. BENVENUTI ALLA FORTEZZA EUROPA
Una storia qualunque di due ragazzi qualunque, Claudia e Ivan, è riportata
in questo numero di Collage International da Mike Ridderhof a simbolo della
reale globalizzazione in Europa. Claudia e Ivan si sono incontrati in un
campo estivo in Slovacchia; lei è una studentessa francese di 24 anni; lui
un laureando dell'università di Skopje, Macedonia. Si innamorano e provano a
portare avanti la loro relazione anche al termine del campo estivo. Dopo la
laurea Ivan vuol andare da Claudia in Francia, ma dopo mesi di file all'
ambasciata e lettere di invito da parte di Claudia resta impossibile
ottenere il visto. La garanzia finanziaria richiesta è altissima; Claudia
non lavora, quindi non può dimostrare di avere almeno 1000 euro al mese.
Trovando un garante, questi dovrebbe comunque pagare più di 75.000 euro. E
così, riflette Ivan, in Unione Europea le persone possono viaggiare persino
senza passaporto, ma entrare nell'Unione è davvero una scommessa. E
nonostante le comprensibili preoccupazioni per i rischi di stabilità sociale
che l'arrivo in massa di stranieri potrebbe provocare, Ivan si chiede come
questa politica dura e di scetticismo possa andare d'accordo con il "credo"
nello stato multietnico. Dopo tutto è stata l'Unione Europea a volere che
gli ex-jugoslavi credessero che questa globalizzazione fosse l'unico modo di
vivere insieme. Ivan poi non cerca nemmeno lavoro, vuole solo andare a
trovare un'amica.
Ricordando con un po' di rabbia i problemi che ci sono stati per ottenere il
visto di Vera, la volontaria dalla Georgia ora presente qui ad Ancona, e per
giunta con un progetto europeo che finanziariamente copre tutto i costi di
viaggio e permanenza in Italia, comprendiamo appieno cosa questa
testimonianza suggerisce e ne riportiamo il finale per aprire qualche
riflessione in merito: "Claudia ha appena terminato di chattare con Ivan.
Hanno deciso di lasciarsi. Claudia non ha futuro in Macedonia e non c'è
stato verso per Ivan di poter andare in Francia. Il mondo è diventato un
villaggio globale. con porte e alte mura tra i suoi quartieri".
Fonte: Collage International - Estate 2002 - n. 15 - Globalizzazione
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2. ATTIVITÀ'  DEL CENTRO
Il Centro di Documentazione e Ricerca per la Cittadinanza Attiva è aperto il
Martedì e Giovedì dalle 10 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
È attivo il servizio di consultazione libri e riviste e di prestito libri.
Se avete libri da proporre per l'acquisto fatevi sentire!!!!!
Presso il Centro potrete inoltre avvalervi (su prenotazione telefonica) di
consulenza su tesi di laurea e ricerche riguardanti immigrazione ed economia
politica, su tematiche inerenti il terzo settore e il volontariato,
assistenza per specifiche ricerche internet, anche di natura bibliografica,
consulenza sulla letteratura post-coloniale di lingua inglese e letteratura
migrante.
Per contatti ed eventuali prenotazioni  071/2072698
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3. NUOVI LIBRI
1)   Chimenti Elisa  "Al cuore dell'harem"
2)   Wallerstein Immanuel  "Alla scoperta del sistema mondo"
3)   Codeluppi Vanni  "Il potere del consumo - viaggio nei processi di
mercificazione della società"
4)   Fofi Goffredo - Lerner Gad - Serra Michele  "Maledetti giornalisti"
5)   Sterbhell Zeev  "Nascita d' Israele"
6)   Salvoldi Valentino  "All'ombra del Baobab"
7)   Ballarin Lino "Favole dall'Africa vol. 1, vol. 2"
8)   Capaccioni Gianni "Il mango racconta - Favole del Benin"
9)   Aris Carme - Cladellas Lluisa " Fiabe Sahrawi - racconti popolari del
Sahara Occidentale"
10) Dahl Robert A. "Sulla democrazia"
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4. FIABE SAHRAWI - RACCONTI POPOLARI DAL SAHARA OCCIDENTALE
Il popolo sahrawi, letteralmente "gente del deserto", costretto a vivere in
territori occupati o in campi profughi fuori della sua patria, nella parte
più estrema dell'Africa che si affaccia sull'Oceano Atlantico, il Sahara
Occidentale. I Sahrawi hanno lingua, racconti, musica e canti propri, di cui
vanno orgogliosi. Un profondo rispetto circonda gli anziani, donne e uomini,
che tramandano oralmente la cultura: ieri la storia del popolo, le sue
leggente, la sua poesia, oggi anche le gesta della lotta di liberazione,
iniziata nel 1973 contro gli spagnoli, proseguita nel 1975 contro il Marocco
e non ancora conclusa. "Fiabe sahrawi"  ha lo scopo di far conoscere il
patrimonio culturale di un popolo e di richiamare sulla lotta per l'
autodeterminazione l'attenzione, la simpatia e la solidarietà di tutti. Il
libro è arricchito da un'ampia introduzione storica sul popolo sahrawi e da
un'appendice che approfondisce i suoi racconti popolari.
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5. MENO S.P.A. PIU' SOCIETA' PER UN PUBBLICO PARTECIPATO
Si è dato per scontato che la miglior soluzione ad un pubblico per tanti
aspetti insufficiente fosse una privatizzazione che, secondo quanto emerso
dall'incontro tenutosi a San Benedetto il 9 gennaio 2004, ha spesso dato dei
miraggi. "Movimento e politica: per una nuova economia pubblica e
partecipata" questo il titolo dato da Attac Italia all'evento organizzato a
cui hanno preso parte Gianfranco Benzi (CGIL), Marco Bersani (Attac Italia),
Stefano Greco (Ds S. Benedetto), Dante Merlanghi (Italia dei valori) e
Massimo Rossi (Rifondazione). I temi centrali sono stai tutti lanciati in
apertura di discussione da  Marco Bersani di Attac; se è un privato a
gestire il pubblico è chiaro che punterà al profitto e in questo presente
storico lo fa mercificando diritti come l'istruzione o beni come l'acqua (è
stato tra l'altro ricordato come fu Berlusconi con l'art. 35 a mettere i
servizi pubblici sul mercato per la prima volta) oppure precarizzando il
lavoro  (e su questo i rappresentanti del centro sinistra e la CGIL sono
stati chiamati in causa in modo particolare). Come fermare questa tendenza e
come sciogliere il nodo pubblico/privato alla base dell'attuale crisi
politica e di democrazia? Ci sembra che di nuovo in merito non sia stato
detto molto, ma soprattutto che di soluzioni alla mano ce ne fossero ancora
meno: tutti d'accordo sulla necessità di porre i diritti al centro delle
politiche che devono coinvolgere i cittadini anche per arginare la crisi
partecipativa al voto, segnale inconfondibile di scarsa aderenza fra "folla
e oratori". Tutti d'accordo sul fatto che le persone vadano rese partecipi e
che il pubblico necessiti di maggiori controlli a garanzia e sicurezza dei
cittadini stessi. Molto meno d'accordo i vari esponenti di partito sulle
reciproche responsabilità o errori storici rinfacciati. Tutti d'accordo che
non tanto Berlusconi, quanto il "berlusconismo" vada fermato e soprattutto
che per vincere le prossime elezioni non si può pensare di essere più
berlusconiani di lui. Al termine dell'incontro noi eravamo tutti d'accordo
su due cose: che aver addirittura creato una categoria identificativa a
parte che passa sotto il nome di "berlusconismo" sia esagerato e che in
questo modo si riconosca al Presidente del Consiglio un peso anche culturale
senza precedenti e di certo fuori luogo (non si vuole sottovalutare un
pericolo in questo modo, ma nemmeno riconoscere una vittoria così
schiacciante al suo ego); che l'intervento finale sulla neonata StreetTv di
Ancona, TelePorto50, sia stato l'unico esempio concreto di partecipazione
dei cittadini, se non direttamente al pubblico, almeno ad una parte
importante di esso, l'informazione. La tv di quartiere nasce proprio per
avvicinare le persone ai problemi dei luoghi in cui vivono: "Nel pescatore
intervistato che poi si rivede su TelePorto viene simbolicamente annullata
una distanza" diceva uno dei membri della Tv, ma a quel punto, troppo
distratto dalla tarda ora, il pubblico ha reagito con scarsa
partecipazione!!!
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6. THE COLLAGE - YOUTH MAGAZINE OF THE HCA
Collage is the magazine of the Helsinki Citizens' Assembly network. The HCA
is a non-governmental organisation which implements projects to promote a
peaceful, open, and active civil society. The key areas of activity are:
ethnic tolerance, rights of national and linguistic minorities; fight
against nationalism, racism and anti-Semitism; conflicts and conflict
prevention policies; refugees' rights, women rights; youth empowerment.
The Collage represents a necessary opening towards organisations or
individuals interested in the work of the Helsinki Citizens' Assembly
network. It allows to discuss issues and topics that may be important in
certain parts of Europe, whilst being forgotten in others.
The International edition of the youth magazine The Collage is being
published in Paris by the Helsinki Citizens' Assembly - International and
French branch of the HCA (15 issues). Its language is English and the HCA
committees of more than 15 countries contribute in it. Topics of the
published issues were: Gender, Religion, Frozen Conflicts, Roma,
Globalization, etc.
There have been issued two editions of The Collage - Caucasus in 1999 and in
2003. The topic of the first issue was: Customs and Traditions in Caucasus;
and of the second issue: Women in Peacebuilding - Caucasus Outlook. In this
region full of frozen conflicts, unsolved problems, stereotypes and lack of
mutual understanding it is very important to open a door for dialogue,
exchange of views and ideas, experiences and feelings. The Collage -
Caucasus is the result of joint efforts of young people from Georgia,
Azerbaijan and Armenia.
The Collage is offered free of charge to readers through universities,
non-governmental organisations, youth clubs, direct mailing and youth
centers. Submission of articles is open to anyone.
The HCA will be happy to send issues of the Collage to every interested
organisation or individual.
The Collage - International: aec at globenet.org
The Collage - Caucasus : editor at collage.am , wicmika at caucasus.net
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7. THE CONTRIBUTION OF WOMEN TO THE CONSOLIDATION OF PEACE
This year's Nobel Peace Prize winner became Iran's Shirin Ebadi. Mrs Ebadi,
56, a reformist lawyer, is the first Muslim woman to receive the Nobel peace
prize and sent a bold anti-war message to the west, accusing it of hiding
behind the September 11 attacks to violate human rights. Ebadi also slammed
Washington for ignoring U.N. resolutions in the Middle East while using them
as a pretext for launching a war in Iraq; and also criticized what she
called breaches of the Geneva conventions at the United States' Guantanamo
military prison in Cuba. Ms Ebadi also pointed a finger at her own
government, urging Teheran to accept that reform is inevitable. "In fact, it
is not so easy to rule over  people who are  aware of their rights using
traditional, patriarchal and paternalistic methods," she said.
Mrs Ebadi became Iran's first female judge before the 1979 Islamic
revolution forced her to step aside in favour of men - in 2000, she was
jailed as a result of one of her high-profile legal cases. A tireless
campaigner for women's and children's rights, she has challenged fundamental
articles of Iranian law such as those saying a woman's life is worth half
that of a man or that a woman needs her husband's permission to leave the
country.
Source: Collage, Caucaso, Giugno 2003 - n. 2 - Women for peace
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8. USA: BUSH PROPONE DI REGOLARIZZARE GLI IMMIGRATI CON DEI PERMESSI A TEMPO
George Bush propone di regolarizzare milioni di immigrati clandestini, con
un permesso di lavoro temporaneo. Una mossa che guarda alle esigenze di
ripresa economica degli Stati Uniti e al voto ispanico in vista delle
elezioni presidenziali di novembre."Al di là di considerazioni di buon
senso - ha detto il presidente Usa - la riforma consentirà agli stranieri di
fare quei lavori che gli Americani non vogliono fare".
Si calcola che in questo momento i clandestini siano tra gli 8 e i 14
milioni e aumentano a un ritmo di mezzo milione l'anno."I principi
fondamentali della riforma - ha aggiunto Bush - sono che l'America deve
controllare le sue frontiere; e che la nuova legge deve servire le esigenze
economiche della nostra Nazione", considerazioni che all'Italia non suonano
nuove, ma echeggiano stranamente dall'alto della Bossi-Fini. La proposta
americana di riforma delle norme sull'immigrazione prevede un permesso di
lavoro della durata di 3 anni, rinnovabile; in caso di mancato rinnovo
l'immigrato deve rientrare nel suo Paese, come dire "grazie del suo
contributo e arrivederci". Le reazioni dei diretti interessati sono
contrastanti. A Los Angeles, Angelica Salas lavora in un'associazione per la
tutela dei diritti degli immigrati: "Penso che un passo avanti, per quanto
piccolo, sia positivo - dice - anche se per coloro che sono qui da tanti
anni questa non è una soluzione". La proposta Bush trova molti critici sia
tra i Democratici che tra i Repubblicani: la sua approvazione al Congresso è
tutt'altro che certa.

Fonte: www.euronews.net
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9. UNICEF: LE CINQUE PRIORITA' PER IL 2004
L'Unicef ha iniziato il nuovo anno sottolineando cinque gravi problemi che
affliggono i bambini nel mondo: sopravvivenza, Aids, guerre, sfruttamento e
mancanza di aiuti/investimenti. L'elenco delle cifre è freddo, ma rende
l'idea del problema. Quasi 11 milioni di bambini muoiono ogni anno prima di
raggiungere i cinque anni, decine di milioni rimangono fisicamente o
mentalmente disabili per mancanza di cibo durante l'infanzia; malattie
curabili o prevenibili come il morbillo, la malaria e la diarrea sono
tutt'oggi tra le maggiori cause di mortalità infantile. I bambini rimasti
orfani a causa dell'Aids sono 14 milioni, 11 dei quali vivono nell'Africa
sub-sahariana dove, continuando il trend attuale, saranno oltre 20 milioni
nel 2010. Si stima che siano oltre 20 milioni i ragazzi costretti a fuggire
a causa della guerra e oltre 1 milione i bambini rimasti orfani o separati
dalle proprie famiglie e oltre 300 mila sono forzatamente impiegati come
"ragazzi soldato" in trenta paesi del mondo. Centinaia di milioni di bambini
sono vittime di abusi e violenze e oltre 2 milioni, in prevalenza bambine e
ragazze, sono vittime del commercio per sfruttamento sessuale. Oltre 246
milioni di ragazzi sono costretti a lavorare e 171 milioni di questi in
lavori faticosi e in condizioni pericolose. "Occorrono maggiori investimenti
specifici per i ragazzi e la priorità va data all'istruzione che è il
miglior investimento che un paese possa fare per il proprio futuro" - ha
sottolineato Carol Bellamy, il Direttore Esecutivo dell'Unicef . "Per un
bambino la mancanza di istruzione non solo limita le sue potenzialità come
individuo, ma riduce drammaticamente le prospettive che, una volta divenuto
adulto, i suoi figli siano in grado di sfuggire a una vita di povertà e
sofferenze. Per tali ragioni l'UNICEF individua nell'istruzione un aspetto
chiave per l'intera agenda dello sviluppo. L'istruzione previene lo spreco
di un enorme potenziale di capacità umane"Se si continua ad "investire nell'
infanzia" e insistere a rendere i bambini un punto centrale di ogni
discussione sullo sviluppo, si potrebbe in effetti fare del mondo un luogo
più sicuro e migliore, certo a patto che numeri e intenti che di anno in
anno l'Unicef ripropone più o meno ricalcati da quello precedente, non
restino inchiostro su carta, quello che fino ad ora sembra essere il loro
destino.
Fonte: www.unicef.org  -
 www.unimondo.org ................................................

10. SEMESTRE EUROPEO: L'IRLANDA DEI GIOVANI E DELLE TRADIZIONI
L'Italia ha passato il testimone della presidenza europea all'Irlanda, che
dal primo gennaio è alla guida dell'Unione. E' la sesta presidenza irlandese
dal 1° gennaio del 1973, quando, con Regno Unito e Danimarca, il paese
faceva il suo ingresso in quella che allora si chiamava Comunità Economica
Europea. Da allora molto è cambiato. L'Irlanda si è trasformata da paese
rurale in una realtà nella quale il 60% della popolazione vive nelle città e
dove il tasso di crescita demografico, dopo decenni di declino, si è
stabilizzato, tra il 1996 e il 2002, sull'1,3%, il più alto in Europa. Oggi
l'Irlanda conta 3 milioni e 900 mila abitanti, la cifra più alta mai
registrata dal 1871. Nell'estate 2002, gli irlandesi con un'occupazione
erano quasi un milione e 800 mila, il 6,8% impiegati in quello che rimane il
settore principale, quello dell'agricoltura, pesca e foreste, seguito da
hotel e ristoranti, al 6,4%. Ma è in forte crescita il settore delle nuove
tecnologie. L'Irlanda è il maggiore esportatore di software del mondo, e
produce un terzo dei personal computer mondiali. Il recente incremento
demografico ha prodotto un paese molto giovane, il più giovane d'Europa: un
paese dove quasi il 70% degli abitanti hanno meno di 45 anni e due su cinque
sono sotto la soglia dei 25. Nonostante questo l'Irlanda rimane un paese
tradizionalista e fortemente cattolico, dove è vietato l'aborto, e con il
minor numero di divorzi nell'Unione europea. È anche uno di quei paesi che
vorrebbero un riferimento esplicito all'identità cristiana nel preambolo
alla costituzione europea. Tradizionale anche lo status neutrale. Nel 2001,
di fronte alla prospettiva dell'istituzione di un esercito europeo, gli
irlandesi dissero no al Trattato di Nizza, cambiando idea nell'ottobre del
2002, dopo che fu riconosciuto il diritto di Dublino a non partecipare alle
azioni militari europee.
L'Irlanda sembra dunque avere tutte le carte in regola per guidare con
successo l'Unione Europea nel suo semestre di presidenza; ma mentre il boom
economico e demografico segnano solo punti a favore, il forte senso di
appartenenza religiosa e il rimanere ancorati ad una tradizione cattolica a
volte anacronistica rispetto al dibattito attuale e alle situazioni del
resto d'Europa (pensiamo ad esempio ad una multiculturalità e
multireligiosità che ben presto interesseranno anche l'Irlanda) lasciano
qualche perplessità sulle scelte eventuali che potrebbe prendere. La
considerazione che ci sale alle labbra è che un forte senso della tradizione
va bene finché usato bene.
Fonte: www.euronews.net
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Il numero 2 di questa newsletter è stato spedito a 3.564 indirizzi, per
segnalazioni e suggerimenti scrivete a segreteria at circoloafrica.org .

I prossimi numeri usciranno nelle seguenti date:

27 gennaio 2004,
10 e 24 febbraio 2004,
9 e 23 marzo 2004,
6 e 20 aprile 2004,
4 e 18 maggio 2004,
1° e 15 giugno 2004


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