Sudan: Amnesty International denuncia uccisioni, rapimenti di bambini e detenzioni arbitrarie nel Darfur




Gent.mi tutti,

vi trasmettiamo il comunicato stampa di Amnesty International:


Sudan: Amnesty International denuncia uccisioni, rapimenti di bambini e
detenzioni arbitrarie nel Darfur



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Amnesty International Ufficio Stampa
Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it


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COMUNICATO STAMPA
CS01-2004

SUDAN: AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA UCCISIONI, RAPIMENTI DI BAMBINI E
DETENZIONI ARBITRARIE NEL DARFUR

Mentre il governo sudanese e l'Esercito popolare di liberazione del Sudan
(Spla) raggiungono un accordo sulla divisione dei proventi del petrolio e
di altre risorse, la popolazione civile e' presa in trappola nel conflitto
che prosegue senza soluzione di continuita' nella regione del Darfur. In
questo territorio il governo e le forze filo-governative si scontrano con
l'Esercito di liberazione del Sudan (Sla) e il Movimento giustizia e
uguaglianza (Jem).

"Un accordo di pace duraturo per il Sudan non puo' essere concluso finche'
gli abusi dei diritti umani provocati dalla guerra nel Sud continuano ad
aver luogo" ? ha affermato Amnesty International. "Mentre i colloqui di
pace in Kenya facevano registrare progressi importanti per quanto riguarda
gli accordi tra il governo e lo Spla, il conflitto e la crisi umanitaria
nel Darfur sono peggiorati. I villaggi vengono distrutti e abbiamo i nomi
di centinaia di persone uccise e di bambini rapiti dalle milizie
filo-governative".

Secondo stime delle Nazioni Unite, il conflitto ha gia' provocato 3000
morti, soprattutto civili. L'aviazione sudanese ha bombardato i villaggi,
ma nella maggior parte dei casi le uccisioni e le distruzioni sono state
provocate dalle milizie filo-governative conosciute come Janjawid. La
scorsa settimana sono state uccise piu' di 200 persone, per lo piu' donne e
bambini, e decine di villaggi intorno alla citta' di Zalingel sono state
attaccate dall'esercito e dalle milizie Janjawid. Le abitazioni sono state
date alle fiamme, il bestiame e altri beni sono stati razziati. Circa 7000
persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni per
fuggire all'interno del paese o verso i confini del Ciad. La maggior parte
di esse ha urgente bisogno di cibo e cure mediche.

Il 2 gennaio almeno 13 persone, compresi bambini di nove anni, sono state
rapite dalle milizie Janjawid nel villaggio di Ma'un. Amnesty International
ha ricevuto ulteriori segnalazioni di rapimenti di bambini e adulti.

"Queste notizie rappresentano la drammatica ripetizione di quanto gia'
accaduto nella regione di Bahr el-Ghazal, a ovest della capitale Khartum,
tra il 1983 e il 2002, i peggiori anni del conflitto con lo Spla. In quel
periodo almeno 12.000 persone, soprattutto bambini e giovani appartenenti
ai gruppi etnici meridionali, vennero rapite dalle milizie del Nord
sostenute dal governo sudanese" ? ha denunciato Amnesty International.

Dallo scorso aprile la regione del Darfur ha conosciuto un vero e proprio
esodo di massa. Oltre 700.000 persone hanno lasciato le proprie abitazioni
per riparare altrove nel Darfur, piu' di 90.000 si sono rifugiate in Ciad.
Di conseguenza, la popolazione delle principali citta' del Darfur e'
raddoppiata. Cio' nonostante, il governo sta accentuando la crisi
umanitaria nella regione, permettendo alle proprie milizie di saccheggiare,
uccidere e distruggere e limitando il movimento delle organizzazioni
umanitarie, che pertanto non riescono a consegnare gli aiuti umanitari che
la comunita' internazionale ha messo a disposizione per i rifugiati.

Decine di attivisti del Darfur sono stati arrestati perche' sospettate di
simpatizzare per l'opposizione e si trovano agli arresti senza possibilita'
di contatti con l'esterno o di una revisione giudiziaria. Molti di loro
hanno denunciato di aver subi'to torture o maltrattamenti.

Amnesty International rinnova il proprio appello per l'immediato
dispiegamento di osservatori, compresi esperti nel diritto internazionale
dei diritti umani, e l'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla
crisi in corso nel Darfur.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 8 gennaio 2004

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