Diario dal Kenya, ritorno a Kivuli



Jambo a tutti!!
Eccomi nuovamente qua, dopo un mese di incontri, discussioni, racconti,
relax e svago. Un mese intenso in cui ho incontrato tanta gente, non tutti
purtroppo. Molti di voi non sono riuscito neanche a sentirli per telefono.
Alla fine un
mese è davvero poco per riuscire a recuperare tutto quello che non si fatto
in tre mesi...
Non mi pare sia cambiato nulla qui a Kivuli, a parte i nuovi murales che
rallegrano l'edificio del Children department, la struttura dove vivono i
bambini. Sono stati ricoperti i disegni fatti durante il campo dei volontari
italiani di due anni fa e nuovi colori e nuove forme hanno preso il loro
posto... I lavori sono stati fatti da due studentri di Peter, che prima di
venire a lavorare qui come educatore insegnava disegno in una scuola
superiore di Kisumu. Non ci sono ne Giovanni, il responsabile della Caritas
Italiana, ne Padre Kizito. E un pò si sente la loro mancanza, soprattutto
durante le cene.
In giro ormai sono scomparsi tutti i manifesti elettorali. Il centro che ne
era pieno è stato completamente pultio. E non solo dei manifesti... Martedì
ho fatto un giro intorno alla cattedrale con due ragazze italiane che sono
qui per la loro tesi di laurea e le mamme coi bambini che spesso stazionano
di fronte al cancello della chiesa non ci sono più. Anche all'Uhuru park i
bambini di strada sono scomparsi. Girando per un'oretta in centro ci siamo
imbattuti in un solo bambino con la colla nella piazza di fronte all'Hilton.
Mi ha davvero stupito questa cosa. Sembra che il piano del governo di
risolvere il problema dei bambini e delle famiglie di strada stia diventando
realtà. Se ne sentiva parlare a febbraio quando stavamo per andare via. Già
allora alcuni gruppi di bimbi erano stati portati in centri di
riabilitazione (da alcuni descritti come riformatori...). Ma ora la cosa è
molto più visibile. Chissà che veramente si stia cercando di risolvere il
problema e non solo di nasconderlo...
Dalla prossima settimana si rinizia il lavoro. Devo assolutamente finire il
catalogo dei workshop di Kivuli per venerdì prossimo in vista di un grosso
ordine di una rete del commercio alternativo italiana.
Un pò mi è dispiaciuto lasciare l'Italia in questo momento particolare per
il movimento italiano. Ho sentito che sabato pomeriggio, giorno della mia
partenza, durante i cortei per la pace a Torino ci sono state cariche della
polizia sui manifestanti. Non sono riuscito a capire bene da quaggiù il
motivo. Anche se posso immaginare.
Ho portato comunque anche qua quattro bandiere della pace. Una di queste la
darò ai caschi Bianchi della Papa Giovanni XXIII che me l'avevano chiesta
per metterla da loro e credo che una la mettero qua a casa nostra. Chissà
che la gente non si cominci a chiedere il significato di questo gesto.
Un abraccio a tutti
Carlo

----------------------------------------------------------------
Enrico Marcandalli (ramalkandy at iol.it) - http://www.peacelink.it
----------------------------------------------------------------