Urgente



Vi prego di diffondere il seguente comunicato stampa.
p. Kizito farà un appello lunedì sera durante la partita del cuore. Chiunque
voglia mettersi in contatto per un'intervista utilizzi i numeri di telefono
indicati alla fine.
Kizito rimarrà in Italia sino mercoledì pomeriggio.
Grazie
Giovanni Todeschini


Comunicato stampa
18 giugno 2001

DOBBIAMO EVITARE UNA TRAGEDIA UMANITARIA SUI MONTI NUBA (SUDAN)

Quella che segue è una dichiarazione preparata per la stampa internazionale
dal  Nuba Relief Rehabilitation and Development Organization, dal Nuba Food
Security Working Group (NRRDO, Christian Aid, Concern Worldwide) e dalle
organizzazioni che operano a sostegno della popolazione civile Nuba
(Koinonia Community, Amani, Trocaire, Dan Church Aid, Novib, Samaritan's
Purse).


Il popolo Nuba e' attualmente completamente isolato dal resto del mondo, a
causa di una massiccia offensiva dei militari del governo sudanese contro la
popolazione civile. Il governo di Karthoum ancora una volta ha sfidato la
comunita' internazionale con attacchi ai voli umanitari, che rendono ormai
impossibile l'invio di generi di prima necessità che costituiscono l'unica
possibilità di sopravvivenza per le popolazioni civili sotto assedio.

L'intensificarsi degli attacchi del governo del Sudan contro obiettivi
civili (scuole, ospedali, luoghi di preghiera) nell'area dei Monti Nuba
controllata dal Movimento di Liberazione del Popolo Sudanese (SPLA\M),
minaccia l'esistenza di almeno 100.000 persone inermi, gia' debilitate dalla
scarsita' degli ultimi raccolti. Approfondite ed accurate verifiche compiute
negli ultimi sei mesi dalle organizzazioni umanitarie confermano la gravita'
della crisi in atto.

L'offensiva contro i Nuba e' la piu' intensa degli ultimi dieci anni. E'
importante ricordare che sulle montagne Nuba prima della guerra (iniziata
nel 1989) la produzione agricola non solo soddisfaceva, ma superava i
bisogni fondamentali della popolazione locale. I continui attacchi dei
militari governativi mirati alla distruzione sistematica dei villaggi e dei
raccolti stanno provocando lo spostamento forzato di migliaia di famiglie
contadine che in questo modo non sono in grado di produrre autonomamente il
proprio fabbisogno alimentare, ma sono costrette a rifugiarsi in aree
inospitali e prive di ogni possibilità di sopravvivenza. Senza immediati
provvedimenti a sostegno delle popolazioni colpite, la carestia sarà l'unica
conseguenza certa.
Gli organismi amministrativi Nuba e le associazioni umanitarie che con essi
collaborano hanno stimato in 2.500 tonnellate i generi di prima necessita'
(cibo, medicinali, coperte) con i quali a breve termine la carestia potrebbe
esser arginata. Tale stima e' comunque largamente inferiore a quanto sarebbe
necessario per un programma d'aiuti volto ad evitare situazioni di estremo
bisogno nel medio-lungo periodo.

Negli ultimi anni, le organizzazioni impegnate a sostegno della popolazione
civile Nuba hanno sempre operato contro la volontà del governo, quindi in
modo illegale, appellandosi al principio di ingerenza per ragioni
umanitarie, sempre nella piena consapevolezza dei rischi che queste
iniziative comportano. Attualmente i rischi sono ormai troppo alti per poter
continuare nell'opera di soccorso.

In numerose occasioni, infatti, l'esercito del Governo centrale sudanese ha
bombardato e mitragliato aeroplani che trasportavano aiuti umanitari.
Nonostante il dialogo in corso fra l'ONU ed il governo di Karthoum, la
trattativa, che pure continua, non ha sinora consentito di trovare un
compromesso che permetta agli aiuti di accedere al territorio dei Nuba
controllato dal SPLA/M.  Risulta anzi sempre piu' evidente come cio' sia non
accidentale ma un aspetto della strategia governativa che mira al genocidio
dei Nuba. Il governo vuole in tal modo rimandare a tempo indeterminato l'
ingresso di aiuti umanitari nel territorio dei Nuba che scelgono di vivere
nelle terre controllate dal Movimento di Liberazione del Popolo Sudanese.
Tale strategia  si concretizza quindi nell'uso della fame come strumento di
guerra.

Il fallimento della politica di dialogo per permettere l'apertura di un
corridoio umanitario per consentire alle organizzazioni non governative l'
accesso ai monti Nuba, non solo causa una perdita immediata di vite umane ma
conferma che il Governo sudanese con questa politica impedisce ai Nuba di
esercitare i propri diritti fondamentali e di ottenere una pace, giusta,
equa e democratica.

L'esperienza sinora maturata e la straordinaria gravita' della crisi in
corso, ci inducono a riconoscere come inutile e non realistico un appello al
governo centrale di Karthoum.  Ci rivolgiamo pertanto alla comunita'
internazionale, ai governi e alle Nazioni Unite affinche' intraprendano
immediatamente delle iniziative intese a:
? Garantire, per i prossimi cinque mesi, e quindi da Giugno ad Ottobre,  l'
ingresso libero e sicuro alle zone dei Monti Nuba controllate dal Movimento
di Liberazione del Popolo Sudanese
? Garantire alle organizzazioni umanitarie l'accesso senza rischi alla
distribuzione dei generi di prima necessità.
? Agevolare, al piu' alto livello, il raggiungimento di un accordo
trilaterale fra il Governo del Sudan, il Movimento di Liberazione del Popolo
Sudanese e Nazioni Unite, per garantire l'accesso permanente degli aiuti
umanitari ai Monti Nuba.
? Fermare tutte le aggressioni ai civili, ed in particolare bombardamenti,
distruzione dei villaggi e dei raccolti
? Permettere agli osservatori per la tutela dei diritti umani di lavorare
sul territorio interessato dalla crisi.

La comunita' internazionale non puo' che riconoscere di aver sinora fallito
nel tentativo di conseguire questi obiettivi e deve pertanto ritenersi
corresponsabile della crisi attuale.

***

Per ulteriori informazioni contattare Amani (02.4121011 posta elettronica:
amani at iol.it) o padre Kizito (0335.6455796 kizito at maf.or.ke)



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"La natura ha messo in comune tutte le cose
 per l'uso di tutti,
l'usurpazione ha fatto il diritto privato" -
S.Ambrogio - Sui doveri 1,28,132