NIGRIZIA 5/2000 - PAROLA DI DONNA



Parola di donna
DI RELIGIONE E DI CALCIO

di Silvia Regina da Lima

LA STORIA DELL’ECUMENISMO DIMOSTRA CHE ESISTONO MOLTI MODI DI APPROCCIO E DI
DIALOGO, A SECONDA DEL CONTESTO STORICO. VEDIAMO ALCUNI DEI PASSI FATTI E
DELLE SFIDE ANCORA APERTE IN AMERICA LATINA. ASCOLTARE UN’ESPERIENZA
CONCRETA OFFRE LA POSSIBILITA' DI PENSARE E ANALIZZARE LA PROPRIA REALTA'.

L’ecumenismo in America latina e' un sogno non ancora avverato. Ma possiamo
incontrarvi piccole esperienze, tentativi modesti a vari livelli.

L’ecumenismo inteso come relazione tra persone di origini religiose diverse
fa parte della vita quotidiana. Tra vicini di quartiere, nella scuola o
negli ambienti di lavoro convivono continuamente persone con esperienze di
fede distinte. Una volta o l’altra cio' diventa oggetto di conversazione.
Ma, come si usa dire, "di religione e di calcio non si discute". L’apparente
rispetto e' spesso una maniera di ignorare il diverso.

Un elemento diffuso negli ultimi anni e' la migrazione religiosa, ossia il
transitare da una religione all’altra. Le chiese pentecostali e
neopentecostali sono in crescita nella maggior parte dei paesi
latinoamericani. Un gran numero dei loro membri proviene da altre chiese
cristiane, cattoliche e protestanti, e da altre religioni. E' un fenomeno
che fa sorgere molti interrogativi, i quali vengono affrontati da
prospettive differenti. Cio' che colpisce e' il bisogno religioso, la
ricerca di un meglio spirituale e l’insoddisfazione o insaziabilita' che
sembra essere una caratteristica della donna e dell’uomo di questa fine
secolo.
Di fronte a questa sfida, la risposta di molte chiese e' la ripresa del tema
dell’identita' specifica e il discorso proselitista. Tali atteggiamenti non
rappresentano un contributo al dialogo, ma stabiliscono limiti, innalzano
barriere che riaffermano le differenze, distanziano i gruppi e rendono
inviabile una relazione ecumenica.

Ma l’ecumenismo entra anche nell’agenda di alcune chiese. Un passo che e'
stato fatto e' la sensibilita' di autorita' religiose di differenti
denominazioni per dei momenti celebrativi e atti di solidarieta', cosi' da
farsi carico, assieme, di cause sociali che sollecitano una risposta a
partire dalla fraternita' cristiana. Queste sfide sociali vanno al di la'
degli spazi liturgici e vengono assunte come proposte di lavoro comune tra
le chiese.

E' quello che avviene con certi gruppi di lavoro specifici come donne,
bambini, giovani, studio biblico, indigeni e neri. Attorno a questi temi ci
si aggrega e, superando le barriere tra denominazioni, si cerca di vivere
insieme l’impegno cristiano nelle situazioni concrete. E' questa un’
importante testimonianza del Vangelo e un segno di vita e speranza, per la
realta' latinoamericana.


VERSO IL MACROECUMENISMO

Quanto sin qui detto si riferisce soprattutto ai rapporti tra chiese
cristiane. Ma c’e' un’altra dimensione del dialogo che continua a
rappresentare una sfida e fa parte dei sogni non realizzati.

A partire dal 1992, con la celebrazione/protesta dei 500 anni di
colonizzazione ed evangelizzazione del continente, prendono piu' forza e
visibilita' le organizzazioni dei popoli originari e neri. Nel loro grido
per la giustizia e per il diritto al recupero della propria storia, nel loro
esigere l’autodeterminazione, e' contenuto anche il reclamare la religione
ancestrale come parte della propria eredita' storica. Il cristianesimo ci ha
concepito come persone da evangelizzare e non come popoli con una storia,
cultura, spiritualita' e religione propria. L’America latina che e' vista
come continente cristiano poche volte si interroga sulle radici religiose,
le credenze, le esperienze di fede riposte nel piu' profondo del cuore della
sua gente. Come se Dio fosse arrivato con il primo missionario che arrivo'
al seguito del colonizzatore.

Solo se si assumono queste radici pluriculturali, questa diversita'
religiosa, e' possibile costruire un cristianesimo nuovo. E l’ecumenismo,
non solo tra cristiani, ma un ecumenismo aperto, ampio, che contempli le
religioni non cristiane. Il macroecumenismo, come l’abbiamo chiamato, sara'
cosi', poco a poco, un sogno fatto realta'. E potremo riunirci in un grande
cerchio, e tutti e tutte darci un grande abbraccio. E Dio, che gia' ci tiene
in braccio, quel giorno sorridera', cantera' e danzera' insieme a noi.

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