NIGRIZIA 5/2000 - PAROLE DEL SUD



Parole del sud

IL DILEMMA PAPALE
di Tissa Balasuriya


La confessione pubblica del papa Giovanni Paolo II in S. Pietro a Roma,
circondato da molti cardinali e vescovi, è stata generalmente ben ricevuta
nel mondo. È stata vista come un atto di umiltà e franchezza senza
precedenti che avrà un impatto nei prossimi anni. È considerata come l’
iniziazione di un processo nel quale i leader della chiesa nel mondo intero
faranno simili confessioni in modo rilevante per il loro contesto. Le
conferenze episcopali di Svizzera e Australia hanno già pubblicato le loro
confessioni, in relazione, rispettivamente, all’atteggiamento verso gli
ebrei e gli aborigeni. Il cardinale arcivescovo di Los Angeles ha chiesto
scusa, tra gli altri, alle suore del Cuore Immacolato di Maria per il male
loro causato con le scelte, atteggiamenti e azioni dell’arcidiocesi sotto il
suo predecessore di trent’anni fa. Sono buoni inizi che speriamo saranno
seguiti dalla chiesa attorno al mondo.

La chiesa in Italia dovrà domandarsi quale fu il ruolo dei cristiani e dei
leader ecclesiali nelle invasioni coloniali italiane del Nord Africa durante
la prima parte del XX secolo.

La confessione, per essere integrale e un impegno a non commettere questi
peccati ancora ("mai più", come ha ripetuto il papa), dovrebbe essere
accompagnata dal riconoscimento delle cause di queste trasgressioni dei
"figli della chiesa". In Asia siamo particolarmente coscienti delle violenze
commesse dai cristiani "nel servizio della verità", come ha detto il papa.
Ha chiesto perdono per "la sfiducia e l’ostilità verso le altre religioni".
I nostri popoli lo sanno bene: questa sfiducia e ostilità sono parte della
memoria storica di gran parte degli asiatici, per non menzionare i popoli di
altri continenti.

Il problema è che il papa continua a dire delle altre religioni che sono "in
una situazione deficitaria, in paragone a quelli che hanno la pienezza della
salvezza nella chiesa" (The Tablet, London, 5/2/00).

Nella sua posizione e a causa delle sue convinzioni probabilmente è
obbligato a mantenere la sua opinione. Molti cristiani e la gran parte degli
altri, in Asia, troverebbero questo atteggiamento papale non adeguatamente
rispettoso verso le altre religioni e perfino verso l’amore che Dio ha per
tutte le persone di ogni tempo. Inoltre, le atrocità commesse nei secoli dai
cristiani tolgono credibilità a queste rivendicazioni esclusive del favore
divino. La confessione papale, che pure è gradita, deve essere seguita da un
’altra purificazione del pensiero e dell’insegnamento della chiesa. Solo
così potrà essere percepita dagli altri come un genuino cambiamento di cuore
dei cattolici.


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