[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 424



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 424 del 28 febbraio 2024

In questo numero:
1. Mao Valpiana: Olga Karatch al Congresso del Movimento Nonviolento
2. Occorre formare le forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza
3. Cutro
4. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
5. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
6. Non muoia in carcere Leonard Peltier, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra. Alcuni materiali di documentazione
7. Alcuni riferimenti utili
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
10. Ripetiamo ancora una volta...
11. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
12. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
13. Ernesto Assante
14. Luca Bergamaschi: Per Flora
15. Francesca Graziani: Flora: misteriosa e' la vita e anche le relazioni. Un ricordo di Flora De Musso, morta il 17 febbraio 2024
16. Donatella Borghesi: Arendt, Weil, Dolto davanti al male

1. INCONTRI. MAO VALPIANA: OLGA KARATCH AL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 febbraio 2024 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Olga Karatch al Congresso del Movimento Nonviolento" e il sommario "Premio Langer per la pace. La dissidente bielorussa e' intervenuta al Congresso nazionale del Movimento Nonviolento, che si e' svolto nei giorni scorsi a Roma, dove ha portato la sua intensa testimonianza"]

Nella sala Aldo Moro, alla Camera dei deputati, si e' svolta la cerimonia per il conferimento del Premio internazionale Alexander Langer, quest'anno attribuito a Olga Karatch, l'attivista bielorussa, difensora dei diritti umani, considerata una terrorista dal regime di Lukashenko e che per questo vive esule a Vilnius.
Premiata dalla Fondazione Langer per la sua attivita' a favore degli obiettori di coscienza e disertori e contro la militarizzazione di bambini e bambine soldato: dal 2022 il Ministero della difesa bielorusso ha organizzato campi di addestramento militare che hanno coinvolto oltre 18.000 minori, di cui 2.000 sono stati selezionati per l'uso delle armi: "siamo arrivati anche a questo", dice Olga Karatch che ha lanciato la campagna "No Means No - No significa No" contro la coscrizione nell'esercito bielorusso e per i diritti delle donne, sostenuta dal Centro internazionale per le iniziative civili Our House - Nash Dom, di cui e' fondatrice e portavoce. In Bielorussia la diserzione e' punita con la pena di morte e il rifiuto di arruolarsi nell'esercito comporta il carcere.
Nel 2022, circa 400 uomini in Bielorussia sono stati condannati per essersi rifiutati di arruolarsi nell'esercito. Attualmente, la polizia bielorussa ha dichiarato ricercati circa 5.000 uomini bielorussi per aver tentato di sottrarsi al servizio militare scappati nei Paesi dell'Unione Europea: "ma nessuno fornisce protezione a queste persone - prosegue Karatch - che non hanno uno status giuridico e non hanno nemmeno un visto umanitario". E proprio questa e' la richiesta che Olga presentera' nel tour che fara' in Italia da oggi fino al 10 marzo, con tappe a Pesaro, Firenze, Verona, Bolzano, Trieste, Venezia e Milano.
"La Bielorussia e' a un passo dall'entrare in guerra contro l'Ucraina - avverte Olga -, dal territorio bielorusso vengono lanciati missili russi, e il pericolo di un secondo fronte d'attacco e' costante".
La dissidente bielorussa e' intervenuta al Congresso nazionale del Movimento Nonviolento, che si e' svolto nei giorni scorsi a Roma, dove ha portato la sua intensa testimonianza (e' stata arrestata più volte, e torturata, prima di abbandonare la Bielorussia e stabilirsi in Lituania), insieme ai videomessaggi di altri obiettori e obiettrici dei paesi direttamente coinvolti nelle guerre in corso, Ucraina e Russia, Israele e Palestina: Yurii Sheliazhenko (da Kyiv, Movimento Pacifista Ucraino), Elena Popova (da San Pietroburgo, Movimento degli Obiettori di Coscienza Russi), Ivan Chuviliaev (Go by the Forest, dall'esilio dalla Spagna), Artyom Klyga (obiettore russo in esilio), Maya Eshel (Coordinatrice Internazionale di Refuser Solidarity Network, da Israele), Tal Mitnik, primo obiettore israeliano dopo il 7 ottobre, da poco uscito dal carcere (dell'associazione Mesarvot di Tel Aviv), e Tarteel Al-Junaidi (attivista palestinese della Community Peacemakers Team, da Hebron).
I pacifisti israeliani chiedono la condanna di Netanyahu per il massacro di civili a Gaza, e gli attivisti palestinesi stanno attuando la resistenza nonviolenta contro l'occupazione e condannano il terrorismo di Hamas. I giovani che rifiutano le armi sono divisi dalle politiche dei loro governi, ma parlano l'unica lingua della pace e progettano insieme un futuro amico.
Al Congresso del Movimento Nonviolento, dal titolo "Obiezione alla guerra, oggi! Le priorita' della nonviolenza", erano presenti, tra gli altri, rappresentanti della Cgil, delle Acli e del Dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale, e hanno portato i saluti anche il vignettista Mauro Biani e l'attore Alessandro Bergonzoni. "La nonviolenza rappresenta quel pensiero forte necessario per affrontare le sfide del presente e del futuro", dice la mozione conclusiva.
"Dopo i fallimenti delle teorie dell'800 e '900, che si sono frantumate proprio sulla questione della guerra, la nonviolenza e' l'idea che puo' muovere il cambiamento necessario per salvare l'umanita'". Domenica il Congresso si e' trasferito in Piazza San Pietro dove Papa Francesco all'Angelus ha salutato il Movimento Nonviolento dopo aver denunciato ancora una volta la guerra e la crisi climatica.

2. NECESSE EST. OCCORRE FORMARE LE FORZE  DELL'ORDINE ALLA CONOSCENZA E ALL'USO DELLE RISORSE DELLA NONVIOLENTA

Lo ripetiamo una volta ancora: occorre formare le forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Una documentazione essenziale - gia' piu' volte riproposta in passato - e' nel n. 5123 del 27 febbraio 2024 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino".

3. MEMENTO. CUTRO

Non fu solo un naufragio.
Fu omissione di soccorso.
Fu un massacro razzista.
I governanti italiani ed europei sono gli assassini.
Di tutte le stragi nel Mediterraneo i governanti italiani ed europei sono gli assassini.
I governanti italiani ed europei razzisti e fascisti.

4. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.

5. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' quest'anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
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Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

6. MATERIALI. NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER, DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI E DELLA MADRE TERRA. ALCUNI MATERIALI DI DOCUMENTAZIONE

Non muoia in carcere Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Si estenda e si intensifichi la mobilitazione nonviolenta internazionale per chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Segnaliamo alcuni  materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
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Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.

7. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

9. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI

Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

10. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

11. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
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Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
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Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
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Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
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All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
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All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
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Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
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Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

12. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
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Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

13. LUTTI. ERNESTO ASSANTE

E' deceduto Ernesto Assante, critico musicale.
Con gratitudine lo ricordiamo.

14. LUTTI. LUCA BERGAMASCHI: PER FLORA
[Dal sito della Libreria delle Donne di Milano riprendiamo e diffondiamo]

Sabato 17 febbraio 2024 ci ha lasciato Flora De Musso che per tanti anni e' stata impegnata in Libreria delle donne dando vita insieme ad altre al gruppo insegnanti, e ha curato l'archivio della Libreria con Luca Bergamaschi che ci ha mandato questo ricordo.
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Quando entrai nella scuola come insegnante, quasi cinquant'anni fa, ero da poco laureato in filosofia, pieno di "brillanti" idee e fermamente intenzionato a riempire la testa dei miei studenti e delle mie studentesse di tutto quello che avevo imparato. Ero giovane, sapevo parlare e mi veniva facile imporre anche una certa autorita'. Insegnavo storia e filosofia nei licei e, in quegli anni di furibonde contestazioni, il solo fatto di essere accettato dalle classi mi illudeva di essere un bravo docente. Poi passai a insegnare lettere in scuole medie di periferia e in Istituti Tecnici, con davanti ragazzi e ragazze il cui unico scopo sembrava quello di sopravvivere alle cinque ore di lezione. Le mie certezze andavano sgretolandosi e iniziavo a rendermi conto che la trasmissione della conoscenza non era forse l'obiettivo primario del mio stare a scuola. Ero in piena crisi, complicata dalla perenne precarieta' del mio posto di lavoro.
Ma poi nella scuola ho incontrato delle donne. Ho conosciuto anche tanti insegnanti maschi, alcuni pure molto bravi, ma sono state le donne a darmi una nuova coscienza e una nuova prospettiva. E' con loro che ho iniziato a capire che quello che conta non e' tanto la trasmissione del sapere quanto la relazione entro cui si colloca quella trasmissione. Entrare in relazione con ragazzi e ragazze, senza confusione dei ruoli, ma con la maggiore attenzione possibile alla persona; questo e' quello che mi hanno insegnato le donne. La prima e' stata Lia Giordano, un'insegnante eccezionale alle medie. Poi ne ho conosciute tante altre. Con Gabriella Lazzerini avevo un rapporto speciale, legato al fatto di essere entrambi insegnanti di lettere e al nostro comune lavoro in biblioteca. Con lei sono arrivato alla Libreria delle donne e al Circolo della rosa. Con lei mi sono avvicinato alla politica della differenza, di cui non ho mai approfondito tutti gli aspetti teorici, ma di cui mi affascinava il desiderio di dare valore alle donne del presente e del passato, senza limitarsi al chiuso della lamentela e della rivendicazione.
Con Gabriella e' arrivato il mio rapporto con Flora, che ho conosciuto quasi quarant'anni fa, ma con cui ho avuto un rapporto privilegiato negli ultimi vent'anni. Non era stato facile entrare in relazione con lei quando eravamo insegnanti nella stessa scuola. Chiunque l'abbia conosciuta sa quanto potesse essere tagliente nel giudizio e apparentemente urticante. Noi maschi, in particolare, eravamo il suo bersaglio preferito.
Ma quando abbiamo iniziato a frequentarci, e soprattutto a lavorare insieme nell'archivio della Libreria, ho scoperto una Flora del tutto diversa. Raramente ho incontrato una persona di cosi' grande generosita', sarcastica ma pronta a prestare attenzione per qualsiasi mio anche piccolo problema, capace di essere vicina senza leziosita', incisiva nel crearmi dubbi senza farmi sentire un idiota, sempre disponibile all'ascolto e sinceramente partecipe nei momenti di dolore e di difficolta'. Impossibile elencare tutto quello che mi ha insegnato, per esempio l'importanza del conflitto, a me tendenzialmente incline al compromesso e alla pavida conciliazione.
Non e' e non sara' facile scendere nello scantinato della Libreria a riordinare e inventariare quei libri e quelle riviste che Flora mi ha fatto amare e su cui abbiamo passato ore e ore di lavoro e di chiacchiere. Lo faro' in sua memoria e perche' la sua opera non vada sprecata.
Senza indulgere al patetico, quanto di piu' lontano dal suo stile, voglio affermare con sicurezza che la sua vita ha avuto un grande valore: per tanti e tante che l'hanno conosciuta, per studenti e studentesse e certamente, nel mio piccolo, per me.
Con la sua forza di carattere e la sua combattivita' ha voluto essere protagonista della propria fine cosi' come lo era stata della sua vita e ha scelto di accomiatarsi in modo fiero e orgoglioso. Io ho avuto il triste privilegio di restarle accanto fino al compimento del suo ultimo viaggio.

15. LUTTI. FRANCESCA GRAZIANI: FLORA: MISTERIOSA E' LA VITA E ANCHE LE RELAZIONI. UN RICORDO DI FLORA DE MUSSO, MORTA IL 17 FEBBRAIO 2024
[Dal sito della Libreria delle Donne di Milano riprendiamo e diffondiamo]

Nella malinconia di questi giorni ripenso alla strana storia della nostra amicizia: le prime nostre frequentazioni nel Gruppo Insegnanti nato in seguito alla discussione sul Sottosopra verde (1983) - dove tu eri la nostra riconosciuta capa - che dopo qualche tempo si spacco' per dissidi interni e le varie componenti del gruppo proseguirono per altre strade. A quel tempo noi due non eravamo intime amiche, anzi non ci eravamo neanche troppo simpatiche, data la diversita' di caratteri; e per molto tempo non ci fu neanche motivo di frequentarsi se non in Libreria a qualche riunione. Anni dopo il caso ci porto' a far la strada insieme verso la metro e ricomincio' un cauto parlarsi, quasi come due animali che si annusano un po' diffidenti: raccontavo i miei tentativi di allora di migliorare la mia cucina di sopravvivenza a te che eri una cuoca provetta trovando un certo incoraggiamento da parte tua - piu' avanti mi regalasti anche un aggeggio per tagliare il prezzemolo, che a dir la verita' non ho mai usato.
Le cose ebbero una svolta improvvisa quando con mia grande sorpresa mi chiedesti di aiutarti a rivedere un lungo testo che avevi scritto sull'origine femminile dello yoga - e che spero si possa ritrovare fra le tue carte. Naturalmente avevo acconsentito volentieri: erano i primi anni duemila, avevo appena traslocato in mansarda e tu allora stavi ancora bene, le due rampe di scale dal terzo al quarto piano dove l'ascensore non arriva non erano ancora un impedimento; venivi a casa mia e pian piano sistemavamo quella tua ricerca che avresti tanto voluto vedere stampata.
Ci vedevamo alle cene del sabato e dopo tu riportavi me, Traudel e Piera fino alla metro con quella tua macchina che ne aveva sempre una - tipo il riscaldamento che non riuscivi a spegnere in pieno giugno e sfrecciavamo con i finestrini completamente abbassati per non arrostirci - cene alle quali si e' aggiunto poi il fido Carmelo, diventato il tuo scarrozzatore ufficiale.
Col passare del tempo ti e' diventato piu' difficile spostarti in libreria per fare l'archivio e hai trovato un valido successore in Luca - che solo in questi giorni ho conosciuto - prima per me era "l'uomo del sottoscala".
Il Covid prima, malattie e incidenti vari dopo ci hanno impedito di vederci ma non di sentirci. Sempre verso sera, proibito chiamarti prima delle 17.30/18.00 dato che causa insonnie notturne dormivi di giorno: ad aprire le nostre conversazioni prima di passare ad altro i bollettini medici di ambedue con relative riflessioni sulla vita e la morte, la vecchiaia etc. Sempre pero' con grande ironia, come quest'estate con l'ultima rompipalle arrivata: la cimice del letto che di li' a poco avrebbe infestato non solo il tuo letto ma anche quello dei parigini.
Esasperata dalla situazione mi hai chiesto se conoscevo qualche scongiuro adatto all'uopo; e mi e' venuta in mente una giaculatoria in latino che mia madre recitava quando perdeva qualcosa e di cui mi ricordavo solo l'inizio. L'ho recuperata on line e scoperto che era un'antica preghiera inventata da un frate nel 1250 e recitata ancora oggi ogni martedi' nella basilica di Sant'Antonio a Padova, quindi di comprovato effetto; dovevi solo digitare il primo pezzo: si quaeris miracula mors error calamitas.
Poco dopo mi e' arrivato un tuo messaggio che ancora oggi conservo: "Ho letto due volte l'invocazione a Sant'Antonio e pare che funzioni. Miraculum!".
Chi l'avrebbe mai detto che proprio io e te avremmo trovato il modo di farci sempre delle belle risate!
Misteriosa e' la vita e anche le relazioni.
Ciao, Flo'.
Francesca

16. LIBRI. DONATELLA BORGHESI: ARENDT, WEIL, DOLTO DAVANTI AL MALE
[Dal sito della Libreria delle Donne di Milano riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso su "Doppiozero"]

La scossa emotiva che e' seguita al femminicidio di Giulia Cecchettin ha segnato un cambiamento di clima: che sia arrivato il momento di ascoltarsi, uomini e donne? Gli uomini hanno cominciato a parlare di se', a interrogarsi sul patriarcato - a volte sinceri, a volte no, spesso a sproposito, "a schiovere", come direbbe Erri De Luca - ma chissa' se ascolteranno la voce delle donne. Sicuramente e' il momento giusto per chiedersi quello che si ripete da tempo la filosofa Annarosa Buttarelli: "Per quale ragione le pensatrici di tutti i tempi non sono state ascoltate, ne' dai filosofi accademici ne' dalla cultura corrente, nonostante abbiano indagato bene e male con esiti sorprendenti?".
Proprio al bene e al male - con la minuscola, attenzione - e' dedicato un saggio-manifesto appena uscito, dal titolo Bene e male sottosopra, la rivoluzione delle filosofe (Tlon editore), che sembra rispondere a un'ispirazione quasi profetica, e della profezia ha l'andamento acceso e fortemente etico. Formatasi nel pensiero della differenza sessuale, sostenitrice della "presa di autorevolezza" (il suo Sovrane, l'autorita' femminile al governo ha avuto piu' edizioni) e fondatrice della Scuola di alta formazione per donne di governo, Annarosa Buttarelli ha sentito l'urgenza di scrivere queste pagine proprio sotto la spinta emotiva di troppi femminicidi avvenuti a pochi giorni di distanza uno dall'altro. "Dobbiamo pensare l'impensato, se desideriamo uscire dall'agonia in cui il mondo e' precipitato". Il suo percorso - senza dimenticare gli echi di Platone, Sant'Agostino, Spinoza - segue una genealogia femminile non cronologica, ma di desiderio, mente e cuore insieme. A cominciare da Eva (proprio lei, la prima donna), e poi Simone Weil, Hannah Arendt, Maria Zambrano, Carla Lonzi, Françoise Dolto, infine scrittrici come Flannery O'Connor e Iris Murdoch, tutte voci di un "sottosopra" filosofico che individua nel pensiero antitetico, duale, il responsabile della rovinosa crisi attuale della civilta' europea-occidentale.
Cominciando dalle origini, dall'Antico Testamento. Ricorrendo a un testo importante della mistica ebraica, Il male primordiale nella Qabbalah di Moshe Idel (Adelphi), Buttarelli smonta la simmetria "primordiale" tra il bene e il male, che fa da contrappunto all'altra simmetria della nostra cultura, quella maschile/femminile. Si riteneva che il male anticipasse il bene, cioe' fosse emanato per primo, e quindi secondo la Qabbalah dalle prime manifestazioni divine, dalle sefirah. "Ho imparato finalmente che Pensiero, Sapienza e Discernimento sono attributi del male femminile", scrive Buttarelli, "sono attributi di Eva, colei che ha spaventato l'umanita' perche' ha saputo discernere il bene dal male, ha saputo insegnare a fare le differenze: era la Madre Pensatrice. Mi pare molto interessante sapere che tentare di spezzare l'Uno, come capita di fare a chi osserva con coraggio e lucidamente la realta' "inferiore" terrena, e' stato inteso come "male" che spezza il sogno di unione assoluta, radicato nell'antropologia maschile". Trovo echi della necessita' di questa rottura anche nell'analisi che ha fatto Stefano Levi della Torre in Dio, edito da Bollati Boringhieri. "La Bibbia configura un Dio che non ha responsabilita' solo del bene, ma anche del male. Dio e' concepito come vivente, dignitosamente non scarica solo su altri viventi, umani o demoniaci, la responsabilita' del male, ma afferma la propria responsabilita' sulla tensione tra bene e male che e' inerente alla vita. Cio' si riflette anche nella sorprendente invocazione della preghiera ebraica e poi cristiana del Padre nostro: non indurci in tentazione, che attribuisce a Dio attitudini tipicamente demoniache".
Ma torniamo al lavoro di Annarosa Buttarelli, che riparte da Simone Weil, la ragazza ebrea che stando dalla parte degli ultimi si e' consumata facendosi "campo di battaglia" (come fara' anche Etty Hillesum nel campo di concentramento). "Non si puo' sapere cio' che un uomo ha in mente quando pronuncia una certa parola (Dio, liberta', progresso...). Il bene che c'e' nella sua anima lo si puo' giudicare solo mediante il bene che e' nei suoi atti, nell'espressione di pensieri originali", scrive Simone Weil. E' l'inizio di una metafisica sperimentale o meglio sperimentante, che sviluppera' soprattutto la filosofa spagnola Maria Zambrano. Buttarelli sottolinea come Simone Weil abbia anche una dimensione soprannaturale e inappropriabile del bene: "Dio e' il Bene. Non e' una cosa, ne' una persona, ne' un pensiero. Tuttavia, per afferrarlo, dobbiamo concepirlo come una cosa, una persona, un pensiero". E molto precisa e' la sua visione del male: e' l'attaccamento del desiderio alle cose terrestri, e' la mancanza del limite, la dismisura, l'avidita' di impossessarsi di tutto il peccato originale che perseguita la condizione umana.
Il bene e' negli atti, quindi. Per analizzarli la filosofa Buttarelli, che detesta il politicamente corretto, il moralismo giudicante e la retorica dei buoni sentimenti, ricorre alla psicoanalista lacaniana Françoise Dolto, e prende il suo commento alla parabola evangelica del buon Samaritano. Che non e' un "buono" qualunque, ma uno che ha fatto solo cio' che occorre, cio' che e' necessario, e poi se ne va. Scrive Dolto: "E' un samaritano... non un intellettuale di sinistra dell'epoca. Non e' neppure una colonna della sinagoga. Fa parte di quella gente che non ha nulla di cui gloriarsi: niente Chiesa e poche virtu'. Persone molto vicine alla natura, non certo uomini spirituali. Egli e' cosi' com'e'! Un uomo materiale, pratico". Ecco, bisogna imparare da chi "fa" qualcosa, lasciando perdere chi non fa. Il "sottosopra" di Dolto consiste proprio in quell'andarsene senza chiedere nulla in cambio, neppure un grazie o un dovere di riconoscenza. Per sentirsi "prossimo", concetto e valore oggi dimenticato, rilanciato da Dolto: "Il nostro prossimo sono tutti coloro che la sorte ha messo sulla nostra strada, che c'erano quando avevamo bisogno di aiuto e ce lo hanno dato senza che noi lo chiedessimo, e che ci hanno soccorso, senza nemmeno piu' conservarne il ricordo... Tutti coloro che come fratelli e sorelle ci hanno preso sotto la loro responsabilita' fino a quando avessimo ripreso le forze, lasciandoci poi liberi di proseguire per la nostra via, sono stati il nostro prossimo". Questo passaggio potrebbe essere il senso di un cambio di civilta', sottolinea Buttarelli, "che ci metta di fronte alla perdita del senso di responsabilita', alla cattiva psicologia che invita a prendersi cura solo di se', alla cattiva filosofia che sostiene ancora l'individualismo e il narcisismo, alla cattiva politica che conosce solo il dettato moralistico del tutto astratto dalle necessita' concrete, che non riguardano solo la sopravvivenza ma soprattutto il vivere in relazione". Per ritrovare quella "corrente d'amore" di cui Dolto parla in Il gioco del desiderio e in La liberta' d'amare. Come diceva in fondo Sant'Agostino: "Ama e accetta tutti i rischi".
Parlare del male senza ricorrere a Hannah Arendt non e' piu' possibile dopo la sua illuminazione sulla "banalita' del male", quella che porto' alla Shoah (La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli). Definita da Buttarelli "l'unica pensatrice tra i filosofi novecenteschi che ha saputo dare un nome definitivo al male incarnato", quello che fa strame della vita umana perche' e' scontato e convenzionale, Arendt ci conduce "all'imprescindibile presa di coscienza che il male e' il prodotto di un agire ordinario, comune, e invisibile ai piu'". Arendt si rivolge direttamente a Eichmann dicendogli che in politica obbedire agli ordini e' la stessa cosa che appoggiarne la politica, in questo caso lo sterminio del popolo ebraico, e non ci sono alibi che tengano. "Hannah Arendt ha visto che non pensare, non sapere, non ricordare, non decidere autonomamente sono proprio tra i fondamenti della diffusa capacita' di fare banalmente, insospettabilmente, da gentili vicini di casa, il diffuso male quotidiano che ormai, anche oggi, di nuovo, si fatica a intravedere".
Pensando al male di oggi, dalle guerre su guerre ai femminicidi quotidiani, si ha un attimo di trasalimento quando si arriva al titolo "Pregare, non domandare, augurare giustizia a chi fa del male". Buttarelli sconfessa ogni tentativo di etica razionale per fronteggiare il male, il male non si puo' correggere cercando di dimostrare la verita', o cercando il compromesso morale ammettendo che l'odio ha un'energia superiore rispetto al bene. "Ribadisco l'esistenza dell'innocenza", sostiene l'autrice. E qui ricorre all'amata Maria Zambrano, che scrive in Il sogno creatore (Bruno Mondadori): "Accettare perfino lo sbaglio non commesso, il male non compiuto, farsi carico di tutte le possibilita' del male, oltrepassare ogni confine senza ormai sapere e senza voler sapere, dal momento che non e' possibile, poiche' l'essere e il non essere nel bene e nel male eccedono l'umana conoscenza".
Il male resta un mistero, e nel male ci puo' essere anche piacere, lo ricorda Hannah Arendt, in una lezione tenuta a New York nel 1965, quando combatteva i continui tentativi di giustificare e razionalizzare il male che si impossessa della Storia: "Infine per noi, e per l'esperienza che abbiamo fatto (nazismo, fascismo, olocausto), c'e' la piu' seria delle perplessita': l'evasione, l'aggiramento, o la giustificazione della malvagita'. Se la tradizione della filosofia morale (distinta dal pensiero religioso) concorda su un punto da Socrate fino a Kant e, come vedremo, fino ad oggi, esso concerne l'incapacita' umana di compiere il male deliberatamente, di volere il male per il gusto del male. A essere precisi, l'elenco dei vizi umani e' antico e assai lungo, e visto che non vi mancano la gola e l'accidia (in fondo vizi piuttosto secondari), e' piuttosto curioso che non ci sia il sadismo, il puro e semplice piacere di causare e contemplare il dolore degli altri. L'unico vizio che a buon diritto possiamo definire il vizio di tutti i vizi per lunghissimi secoli. E' possibile che sia sempre stato abbastanza diffuso, ma di solito e' relegato alla camera da letto e solo di rado trascinato in tribunale".
Ma allora che fare? Proviamo a guardare all'autorita' femminile custode millenaria del bene-giustizia, suggerisce: "Quali pratiche hanno seguito le donne che non si sono regolate costruendo morali, e non si sono fatte proteggere dalla consolazione delle buone azioni a tutti i costi o del perdono facile? In mancanza di morali e di prescrizioni protocollari, si mostra anche l'altro lato del problema: come evitare di rendersi complici del male contingente, come evitare di aggiungere al male subito il male della vendetta, come evitare la risposta suicidaria o omicida? Cosa resta da fare?".
La risposta e' non chiedere il perche' del male - "l'assidua resa dei conti tra i maschi e Dio".
E, a proposito dei femminicidi, la filosofa ricorda come per le donne l'abisso della disumanita' e' spalancato da millenni e si attiva ogni giorno in tutto il mondo, anche se a volte ce ne dimentichiamo. La misoginia e' una crudelta' che si esprime anche in forme molto sofisticate, tanto da ingannare la percezione di donne non allenate a cogliere i comportamenti offensivi dei "loro" uomini. Chiedere perche' mi fai del male, perche' fai il male e' una domanda pericolosa: costringe ad alzare la posta, istiga alla rabbia, e la vittima rischia di restare tale per sempre, nella dipendenza fatale dal proprio carnefice. Augurare il giusto al male, anziche' maledirlo. Sottraendogli giustificazioni e benevolenza.
Con una sapienza intuitiva, ci dice Buttarelli, e' quello che hanno fatto da sempre le donne, una forma di politica passiva, un "ti auguro che..." rivolto a chi lo sta compiendo. Non lo ha fatto forse Antigone predicendo il futuro a Creonte? E qui entrano a sorpresa le due scrittrici a cui attinge: Iris Murdoch, che ha scritto La sovranita' del bene, e Flannery O'Connor, la scrittrice preferita di Tarantino, autrice di Nel territorio del diavolo e Il cielo e' dei violenti. "Il cortocircuito che si crea nel destino umano tra bene e crudelta' e' da entrambe accettato come misterioso, ma la ricerca tutta interna alla condizione umana permette a Murdoch di concepire l'amore, cioe' uno dei nomi del bene, come inseparabile dalla giustizia e dal rispetto del reale". Un assoluto essere-per-nessuno-scopo. Un amore austero per il Bene privo di consolazione. E' l'amore necessario di Carla Lonzi per un universo senza risposte. E infine Flannery O'Connor ci regala un sorriso: nel racconto Un brav'uomo e' difficile da trovare un Balordo feroce assassino e' smascherato da una vecchia signora, che con una semplicissima frase gli toglie il piacere della crudelta'.

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 424 del 28 febbraio 2024
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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