[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 334



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 334 del 30 novembre 2023

In questo numero:
1. Valeria Parrella: La grammatica della piazza
2. One Billion Rising Italia: Una lettera
3. Una lettera aperta alla Presidente del Parlamento Europeo: "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
4. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
5. Alcuni riferimenti utili
6. Tre tesi
7. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
8. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
9. Ripetiamo ancora una volta...
10. Omero Dellistorti: Agamennone in tram
11. Alisa Del Re: Rossana Rossanda (2008)
12. Alcune pubblicazioni di e su Rossana Rossanda

1. L'ORA. VALERIA PARRELLA: LA GRAMMATICA DELLA PIAZZA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 26 novembre 2023 riprendiamo e diffondiamo]

Una volta, da bambina, camminavo con mia madre e incontrammo di faccia un corteo. Mia madre saluto' i manifestanti, con ampio cenno del braccio. Me lo ricordo perche' mi imbarazzai, lei mi disse: si fa cosi', se non puoi partecipare li saluti. E significa "avrei voluto". Imparavo la grammatica della piazza.
Quello che ho visto ieri (alla manifestazione nazionale contro la violenza maschile di Roma, ndr) e' stato questo: un reciproco apprendimento. Giovani imparavano dai vecchi, vecchi dai giovani. Una signora sulla settantina con un cartello: "Voglio starci oggi, non voglio aspettare la tomba". E ragazzi che imparavano dalle ragazze. Moltissimi ragazzi, forse i piu' commoventi erano loro. Giovani con la barba non ancora del tutto spuntata e quella voce cavernosa e bassa dei maschi che l'hanno cambiata da poco e che gridavano: "Siamo l'urlo altissimo e feroce di tutte quelle donne che non hanno piu' voce".
Ci ho pensato, come sarebbe bello se fosse sempre cosi', come sara' bello quando sara' vero.
E poi i bambini, immediatamente figli di tutti, che si sono trovati in questa che per loro era una inaspettata festa. Che imparavano la grammatica della piazza.
"Quante persone ci saranno?", ci siamo chieste quando il Circo Massimo era colmo. "Non lo sapremo mai, ma piu' di quelle che mi aspettavo" era la risposta, in cui c'e' la totale sfiducia verso chi ci conta e una rinnovata meraviglia nell'esserci. E dalla meraviglia nasce la speranza.
Alcuni segni che non potevano non farci piangere.
Una corona d'alloro listata di rosso portata da un ragazzo appena laureato, che appariva come un segno funebre. Un cartello, diviso per mesi: macabro calendario con i nomi delle morti per femminicidio. Un papa' per mano con suo figlio cieco. Uno striscione: "Ci volete sepolte ma non sapete che siamo semi". E quel miracolo che si compie ogni volta che una piazza risponde, per civilta', per sentirsi umani, parte di una comunita' che si rispetta. Che tutti diventano pari (non uguali, ma pari), che tutti si danno del tu, si sorridono, sono accorti l'uno verso l'altro. Che scompare la prevaricazione e nasce la sorellanza, la fratellanza.
E' la grammatica della piazza: il contrario di quella esercitata nei dibattiti televisivi, il contrario di quella che funziona sui social.
Questa e' la piazza che hanno cercato di smontare, di depauperare, questa e' la piazza che hanno temuto, un posto dove ognuno portava la propria istanza semplice, sacrosanta, in nome di tutte e tutti e anche di chi non c'era e sarebbe voluto esserci. Perche' tutte vuol dire tutte, non vuol dire un'altra cosa.
In treno, all'andata, una bambina aveva scritto su un A4 "Contro la violenza". Il papa' con un segno rosso sulla guancia ha corretto: "Sulle donne", e la bambina "ma e' uguale, papa'". E' cosi' ognuno ha portato il suo segno, il foulard dell'Anpi, il gagliardetto di un liceo, le stampelle.
Dai balconi la gente salutava i manifestanti e io sapevo che si faceva cosi'. "Per una volta che mia madre scende in piazza non la vedo", faceva un ragazzo armato di telefonino. "Sai quante volte tua mamma e' scesa in piazza e tu non lo sai", lo ha aiutato a comprendere una signora. "Da quando mi ricordo io, mai". "E chiediti perche'" . E lui ci ha pensato. Ecco, la madre era tornata in piazza, da qualche parte il figlio la aspettava per scattare una foto, per incontrarsi ancora oltre i generi e le eta', in quella grammatica comune: l'unica su cui puo' fondarsi una societa' che voglia dirsi tale.

2. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING ITALIA: UNA LETTERA
[Riceviamo e diffondiamo]

Care attiviste e cari attivisti,
Care compagne e cari compagni di viaggio,
testimoni coraggiose e coraggiosi della lotta alla violenza e agli abusi sul corpo delle donne,
Preziose amiche tutte e preziosi amici tutti di One Billion Rising,
scriviamo queste righe consapevoli del sentimento di sofferenza e di umana impotenza che tutte e tutti voi - che tutte noi - stiamo attraversando in questi mesi. Le notizie che arrivano dal mondo ci lasciano senza fiato.
Come se non bastasse, nel nostro Paese, continua inesorabile la conta delle donne cadute per mano di uomini criminali e violenti.
Eppure in tutto questo, o forse proprio per tutto questo, noi scegliamo di non restare in silenzio, di non tirarci indietro, e vi chiediamo di essere ancora con noi.
Nell'oscurita', facciamo splendere la nostra luce. Uniamo le nostre voci. Non sara' facile, ma non sara' impossibile.
La Campagna mondiale One Billion Rising e' nata proprio per questo: per essere una reale comunita', un appiglio nella tempesta, una rete in cui conoscersi, riconoscersi, trovarsi e forse per qualcuno - come e' stato per noi - persino salvarsi. Salvarsi dalla solitudine, dal silenzio, dall'isolamento, dalla violenza fisica e psicologica che troppo spesso ci vede come prede, ancor prima che ragazze, donne o bambine.
Febbraio non e' lontano, raduniamo le forze, raccogliamo le energie, prepariamoci a far sentire il nostro grido di pace e consapevolezza.
Vi invitiamo a incominciare ad organizzare e a coordinare a livello locale la vostra partecipazione a OBR2024: anche per questo, oggi vi chiediamo con gentile fermezza, di cercare di coinvolgere il piu' possibile il mondo della scuola nelle vostre comunita'.
Crediamo sia infatti particolarmente prezioso e vitale tornare a parlare nelle scuole di come la prevaricazione della violenza di genere porti odio, dolore, mancanza di rispetto, assenza di solidarieta'.
Vi alleghiamo una lettera che volendo potrete usare per contattare le scuole dei vostri territori.
Noi siamo a vostra disposizione per qualunque chiarimento e approfittiamo per anticiparvi che V (Eve Ensler) sara' in Italia per presentare il suo nuovo libro "Io sono un'esplosione" (ed. il Saggiatore) in questi due appuntamenti pubblici:
- Firenze, venerdi' 24 novembre ore 20.30 Teatro Niccolini , V presenta il suo nuovo libro con Serena Dandini
- Milano, domenica 26 novembre ore 11 Teatro Paolo Grassi con Maria Nadotti
Mai come oggi abbiamo bisogno di essere unite e uniti, di farci forza, per continuare a costruire insieme una strada di pace, di gentilezza, di consapevolezza e di profondo rispetto per tutte le donne del pianeta.
Un abbraccio a tutte e a tutti voi.
Con gratitudine.
Nicoletta Billi
3332432777
Luisa Garribba Rizzitelli
3454767246
Margherita Giuliodori Santicchia
3280199958
One Billion Rising Italia
obritalia at gmail.com
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Allegato: Modello di lettera da inviare alle scuole
PROPOSTA COINVOLGIMENTO PROGETTO GRATUITO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Oggetto:  Proposta di coinvolgimento del Vostro Istituto nella Campagna Mondiale One Billion Rising  contro la Violenza di Genere
Gentile Sig. o Sig.ra Dirigente Scolastica/o
Gentile Docente,
Ci rivolgiamo a tutti Voi - in ogni parte d'Italia, in ogni ambito e indirizzo disciplinare delle scuole di ogni ordine e grado - con accorata fiducia che tutti siano consapevoli che la situazione sulla violenza alle donne nel nostro paese ha assunto numeri drammatici ed inaccettabili per un Paese civile e democratico. La scia sofferenza e dolore sembra inarrestabile. Una donna uccisa in media in Italia ogni due giorni. Dati impressionanti su tutte le forme di violenza che coinvolgono ragazze e ragazzi sempre piu' giovani. Non possiamo restare ferme e fermi, dobbiamo combattere il rischio di assuefazione e rassegnazione.
In occasione del 25 novembre Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha speso parole ferme ed inequivocabili: "Un'azione efficace per sradicare la violenza contro le donne deve basarsi anzitutto sulla diffusione della prevenzione delle cause strutturali del fenomeno e su una cultura del rispetto che investa sulle generazioni piu' giovani, attraverso l'educazione all'eguaglianza, al rispetto reciproco, al rifiuto di ogni forma di sopraffazione". Parole che tracciano una strada di speranza e impegno da parte di tutti.
Crediamo fermamente che la Scuola Pubblica, nonostante le difficolta' che affronta ogni giorno, nonostante le battaglie e le sfide che e' costretta a fronteggiare spesso nel silenzio delle Istituzioni, abbia ancora un ruolo cruciale per radicare nelle nuove generazioni una cultura di profondo rispetto verso tutte le donne.
One Billion Rising e' una campagna Mondiale fondata nel 2012 dalla scrittrice e attivista americana Eve Ensler con l'obiettivo di fermare la violenza contro le donne. Aderiscono a questa campagna 128 paesi nei cinque continenti.
Per queste ragioni, proponiamo in modo accorato e amichevole, che il Vostro Istituto aderisca alla Campagna Mondiale ONE BILLION RISING diventando una "OneBillionRising School" nelle due modalita' che seguono:
1) PRIMA DEL 14 FEBBRAIO 2024
Sotto la guida e l'esperienza dei Docenti le classi possono intraprendere dei laboratori o delle attivita' didattiche al fine di promuovere la sensibilizzazione, la formazione, la riflessione e il confronto tra i ragazzi e le ragazze sul tema della violenza di genere.
Partendo - a titolo esemplificativo e di suggerimento - da queste domande
"Che cos'e' la violenza di genere per te?", "Cosa sono gli stereotipi e le discriminazioni?", "Perche' secondo te nel nostro Paese ogni due giorni una donna viene uccisa?", "Perche' la violenza contro le donne e' cosi' diffusa? Cosa la genera, cosa la alimenta?", "Cosa fanno i Centri Antiviolenza?", "Cosa e' il 1522?", "Cosa diresti ad un uomo che ha commesso un femminicidio?", "Come fermeresti questa spirale di violenza?", "Nella tua esperienza hai mai assistito a comportamenti violenti verso le donne?", "La violenza e' solo fisica o anche psicologica o verbale?", "Cosa bisognerebbe fare secondo te per fermare la violenza contro le donne?", "La violenza di genere e' qualcosa che ti riguarda?".
I docenti potranno scegliere di coinvolgere le classi, magari anche dividendole per gruppi, attraverso queste iniziative:
- Scrivere dei temi o dei racconti brevi
- Realizzare un podcast
- Dare vita ad una mostra fotografica
- Creare un fumetto
- Disegnare dei quadri e raccoglierli in un'esposizione
- Scrivere e realizzare un cortometraggio amatoriale tutti insieme
- Comporre una canzone o un rap
- Realizzare uno spot video di max 30 secondi
- Ideare uno spettacolo teatrale
- Fare un reportage (audio, video o solo testo) documentando esperienze a loro prossime
- Creare una presentazione power point
- Realizzare una serie di interviste per approfondire l'argomento
- Condurre delle ricerche interdisciplinari sul tema coinvolgendo piu' materie
Crediamo che sia cruciale stimolare i ragazzi e le ragazze al confronto sul tema della violenza.  Come introduzione al tema suggeriamo la lettura di un libro che vi sara' inviato gratuitamente, su richiesta. "I Monologhi della Vagina", scritto da Eve Ensler nel 1996 - tradotto in 35 lingue - e' il testo fondante che ha sdoganato tabu' e resistenze e che ancora oggi e' uno straordinario manifesto contro la violenza, un punto di riferimento fondamentale nella lotta quotidiana di tutte le donne del mondo.
Suggeriamo di promuovere un dibattito nelle classi a partire dal libro, ma ogni docente potra' in alternativa scegliere libri, testi teatrali, video che possano comunque raggiungere lo scopo.
2) IL GIORNO 14 FEBBRAIO 2024: REALIZZARE IL FLASH MOB
Il 14 febbraio 2024 - o in giorni in prossimita' di questa data - insieme ad altre migliaia di persone nel mondo, vi chiediamo di realizzare e documentare il vostro flash mob sulle note della canzone "Break the Chain" della quale la nostra organizzazione internazionale detiene i diritti e che vengono concessi gratuitamente a chi aderisce all'iniziativa. Questa canzone e' una esplosione di energia e forza che unisce uomini e donne, ragazzi e ragazze. Qui il link della canzone e il tutorial per imparare la coreografia:
Video Break The Chain 1 con sottotitoli in italiano
https://www.youtube.com/watch?v=XQgPTA5U86o
Tutorial della coreografia curata da Debbie Allen, lo storico volto di Saranno Famosi:
https://www.youtube.com/watch?v=mRU1xmBwUeA
Vi chiediamo per questo di:
- Lavorare ad una libera coreografia della canzone coinvolgendo le classi e i docenti sulle note di "Break the Chain" ballandola tutti insieme ovunque riteniate sia possibile farlo;
- Precedere l'esecuzione della coreografia con delle brevi letture o testimonianze a tema;
Documentare e riprendere con i cellulari le attivita' svolte, postarle sui social taggando #OBR #OBRItalia o inviando qualche scatto o video amatoriale alla mail del coordinamento nazionale obritalia at gmail.com
E' sicuramente gradita, ma non indispensabile, la capacita' di:
- Coinvolgere, la cittadinanza, i genitori, media e ogni soggetto interessato, perche' possa essere divulgato al massimo il significato della vostra iniziativa e partecipazione
- Diffondere sui propri social/siti dell'istituto le informazioni utilizzando gli hashtag dell'iniziativa
Ad ogni scuola che partecipera', regaleremo 2  t-shirt ufficiali One Billion Rising Italia
La violenza contro le donne riguarda tutti noi. Nessuno puo' chiamarsi fuori. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Abbiamo un disperato bisogno della vostra collaborazione, della vostra energia, del vostro impegno e del vostro entusiasmo. Unitevi a noi. Sara' un cammino forse faticoso, a tratti difficile, ma certamente sorprendente e fertile per la vostra comunita' scolastica. Ce lo dice l'esperienza di questi ultimi dieci anni. I ragazzi e le ragazze hanno un infinito bisogno di essere guidati, di essere accompagnati e stimolati per permettere alla loro creativita', alla loro energia, ai loro pensieri e alle loro parole di sgorgare in tutta la loro unicita' e potenza. Insieme possiamo cambiare la cultura della violenza e del sopruso. Il futuro e' possibile.
Grazie per l'attenzione preziosa,
Cordialmente,
Attivista OBR
Xxxxxxxx xxxxxxxxxx
Mail per adesione: xxxxxxxxxxx
Per aderire mandate una mail a obritalia at gmail.com e verrete contattati da Margherita Santicchia del nostro Coordinamento.

3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO: "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"

Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola,
numerose personalita' della societa' civile e varie associazioni democratiche italiane hanno promosso l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
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Qui di seguito il testo dell'appello.
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
le saremmo assai grati se lei, che ha assunto l'incarico di Presidente del Parlamento Europeo succedendo all'on. Sassoli, volesse porsi a capo di questa iniziativa volta a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
sicuramente lei ricorda che il Parlamento Europeo gia' in passato ripetutamente si espresse in tal senso nel 1994 e nel 1999.
E sicuramente lei sa che una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU, dopo aver accuratamente riesaminato tutti gli atti processuali, lo scorso anno ha concluso i suoi lavori chiedendo la liberazione di Leonard Peltier.
E sicuramente lei sa anche che nel corso del tempo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International, da innumerevoli istituzioni democratiche, da milioni - letteralmente milioni - di esseri umani di ogni parte del mondo, tra cui anche il magistrato che nel 1976 sostenne l'accusa contro di lui e che da anni e' impegnato per la sua liberazione (da allora ad oggi peraltro e' stato definitivamente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier erano false).
Come ha scritto nel suo appello l'indimenticato Presidente Sassoli, "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
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Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione ed auspicando un suo intervento, voglia gradire distinti saluti.

4. APPELLI. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' tra un anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
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Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

5. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

6. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

7. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

8. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI

Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

9. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

10. MITI D'OGGI. OMERO DELLISTORTI: AGAMENNONE IN TRAM

"Un dessein si funeste..."

Mia figlia, mia figlia. Sempe con questa storia. Ma quando era il momento di fermarmi nessuno disse pio. Erano tutti d'accordo, anzi: vedessi come insistevano. E mica solo quel paraculo di Ulisse o quel trucido di Achille. No, no, proprio tutti. "Se lo dicono gli dei...", "Quando tocca tocca", "Insomma, la vogliamo vincere 'sta guerra oppure no?".
*
Quel cornutaccio di mio fratello. Che io glielo avevo detto. Eccome se glielo avevo detto. Poveraccio, un bene dell'anima gli volevo. Un bene dell'anima, a quell'imbecille. Un gran re, eh, e un fratello affettuoso, che si puo' dire solo che bene, solo che bene si puo' dire. E poi era pure mio fratello, che insomma contera' pure qualche cosa, no? Che pero' a dirsela tutta pure lui era uno, come si puo' dire? uno, ecco, inaffidabile, diciamo inaffidabile. Infatti tutti dicevano sempre quella battutaccia, si', quella: "Menelao le mani", come quel procuratore di Giudea...
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Achille? Achille? Ma quello lo voleva solo ficcare in qualunque buco che trovava, pure in quello della serratura. E poi era un barbaro, un cannibale, un anfangate', un vizioso viziato. Ce lo tenevamo perche' senno' figurati gli dei che casino che montavano su', che quelli pensano solo alla carriera dei parentacci loro (oltre che alle sporcaccionate che a manetta le combinavano, a manetta, e se uno volesse raccontarle altro che Freud e Krafft-Ebing, altro che il divin marchese e il Gilles compagnon de la Pucelle, lasciamo perdere che e' meglio...). Insomma, ci toccava tenercelo per forza, ma non lo poteva vedere nessuno. Nessuno. Al duello con Ettore stavamo tutti dalla parte di Ettore. Ci avevamo pure le spillette e le sciarpe. Per Ettore, si'.
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Egisto? Egistaccio... io l'ho sempre saputo. Lo sapevano tutti. E' sempre cosi', andiamo, l'uomo e' uomo, non facciamo le mammolette, eh. Non l'avete visto l'Amleto, l'Otello, tutti quei film li'? Non e' sempre la stessa la trama? Sesso e potere, sesso e potere. Che altro c'e' che muove il mondo, eh? Lasciatevi servire che lo so di che parlo, se non lo so io...
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Mo' sarebbe ora di piantarla con questa storia che ci aveva ragione. Ci avra' pure avuto ragione, ma e' una cosa da cristiani che una moglie ammazza il marito? Ma quando mai si e' sentito? Sono i mariti che ammazzano le mogli. Ci vuole un po' di ordine nel mondo, senno' e' tutto un gran bordello. A proposito di bordelli, sapete mica se qui vicino... no, no, niente, dicevo per dire.
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Oreste? Bravo figlio. E' figlio mio. La gente lo giudicava male, sempre con quel Pilade li' dicevano non e' mica normale, Pilade, si', il cantante. A quei tempi andava di moda il roccherroll, ci avevano tutti i capelli lunghi e gli stivali che parevano butteri o barboni. Ma quando e' stato il momento ha fatto quello che doveva fare. Buon sangue non mente.
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Elettra, Elettra. Come no, ha fatto il dovere suo, il dovere suo ha fatto. Che poi si sa, le donne sono tutte cattive, fra di loro non si possono vedere, se s'avvicinano troppo come minimo si strappano i capelli e si cavano gli occhi. Le donne sono tutte donnacce, a parte la mamma che e' una santa. Tutte, tutte, pure Anita Garibaldi, pure Cornelia Gracca, pure quell'altra, cosa, quella di Like a Virgin. L'avete visto Palfiscio?
Ci hanno pure intitolato una fabbrica, o una scuola, adesso manco mi ricordo. E pensare che quando ci fu il fattaccio d'Ifigenia c'era chi diceva che per essere piu' sicuri di vincere la guerra era meglio dare fuoco pure a lei e pure a Crisotemi visto che c'eravamo, ma io mica ero come quel fesso di mio fratello, cosi' quando Ulisse l'ha detto gli ho ribattuto subito "E allora ammazziamo Telemacuccio tuo, che e' pure maschio e si vince meglio ancora" e allora hai visto come s'e' azzittato subito subito, il mastro d'astuzie, li'.
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Le guerre, le guerre. Dicono tutti male ma quando si porta a  casa il bottino, allora, eh? Allora e' un trionfo, le interviste, gli inviti alla televisione, un trionfo, un trionfo. E poi, via, alla gente gli piace, gli piace di vedere la gente ammazzata, la gente e' fatta cosi', sono tutti fessi, non ci pensano che, ammazza ammazza, prima o poi tocca pure a loro. Fessi, fessi col botto. Per questo c'e' bisogno di chi li governi. Ed io, non faccio per vantarmi... Ci ho pure il mio fascino che mi aiuta, certo. E' una dote di famiglia. Convincili tu tutti quei babbei a fare una guerra che dura dieci anni... E' che la guerra piace a tutti. Se accendete la televisione che film fanno? Film di guerra. E sangue a secchiate. La gente gli piace dire male, ma sotto sotto ci gode, eccome se ci gode.
Come quel film di Alberto Sordi che fa il trafficante di armi. Forza, che l'avete visto pure voi.
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No, di Elena non voglio parlare. Ho detto di no. Se ho detto no e' no, e' inutile che insistete. E poi e' pure mia cognata sia per parte di mio fratello che per parte di mia moglie. La famiglia e' una cosa seria. Lo so, lo so, lo dicono tutti: "Un dessein si funeste...". Li leggo anch'io i fogliettoni.
E poi pare pure che era un fantasma, come in quei film giapponesi. Non li vedete i film giapponesi?
Sara' pure stato un fantasma, ma che gran pezzo di fantasma, dico io.
Certo, se uno e' re si becca il meglio, come i produttori cinematografici, no?
Io, se non facevo il re, facevo il produttore cinematografico, magari pure il regista, che a me i film mi sono sempre piaciuti, specialmente quelli con Gionuein. Pure il caubboi mi sarebbe piaciuto fare, ma quando sei re...
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Quando sei re non e' che puoi fare come ti pare, perche' il popolo ci tiene, alla forma, al decoro. Il popolo e' proprio scemo col botto, ve lo dico io. Io, se non ero re, che quindi appartengo alla classe dei rentiers, e la classe non e' acqua, io ve lo dico chiaro, se non ero re io ero comunista. L'avete letto il Manifesto? Quei due tedescacci ci hanno proprio ragione, maledetti a loro. Certo, ci vuole poco ad avere ragione quando si parla una lingua con una ricca flessione nominale e una coniugazione dei verbi decente. Non quanto il greco, ma insomma... per essere barbari, bisogna dirlo, neppure loro erano privi d'ingegno.

11. MAESTRE. ALISA DEL RE: ROSSANA ROSSANDA (2008)
[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it riprendemmo anni fa e riproponiamo oggi ancora una volta questa voce cosi' come la pubblicammo allora. Rossana Rossanda e' deceduta nel 2020; in questi anni sono stati pubblicati o ripubblicati in nuovi volumi vari suoi scritti e conversazioni.
Alisa Del Re "insegna Scienza Politica presso la Facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Padova. E' direttora del Cirspg (Centro interdipartimentale di ricerca: Studi sulle politiche di genere) e membro del direttivo dell'Upe (Universita' per l'Europa). I suoi principali interessi di ricerca sono: la cittadinanza sociale nell'Unione Europea, la problematica di genere della cittadinanza politica, la qualita' del governo delle citta' da un punto di vista di genere".
Rossana Rossanda e' nata a Pola nel 1924, allieva del filosofo Antonio Banfi, antifascista, dirigente del Pci (fino alla radiazione nel 1969 per aver dato vita alla rivista "Il Manifesto" su posizioni di sinistra), in rapporto con le figure piu' vive della cultura contemporanea, fondatrice del "Manifesto" (rivista prima, poi quotidiano) su cui tuttora scrive. Impegnata da sempre nei movimenti, interviene costantemente sugli eventi di piu' drammatica attualita' e sui temi politici, culturali, morali piu' urgenti. Tra le opere di Rossana Rossanda: L'anno degli studenti, De Donato, Bari 1968; Le altre, Bompiani, Milano 1979; Un viaggio inutile, o della politica come educazione sentimentale, Bompiani, Milano 1981; Anche per me. Donna, persona, memoria, dal 1973 al 1986, Feltrinelli, Milano 1987; con Pietro Ingrao et alii, Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri, Roma 1995; con Filippo Gentiloni, La vita breve. Morte, resurrezione, immortalita', Pratiche, Parma 1996; Note a margine, Bollati Boringhieri, Torino 1996; La ragazza del secolo scorso, Einaudi, Torino 2005. Ma la maggior parte del lavoro intellettuale, della testimonianza storica e morale, e della riflessione e proposta culturale e politica di Rossana Rossanda e' tuttora dispersa in articoli, saggi e interventi pubblicati in giornali e riviste]

Rossana Rossanda (Pola 1924 - vivente).
"Nel partito comunista - che forse era ancora il luogo migliore in cui stare per una donna - quando ci si trovava a dover nominare una commissione su una certa direttiva, si faceva una lista di nomi e venivano fuori sempre Pajetta, Ingrao, Rossanda e poi, dicevano, 'ci vuole una donna'. E io timidamente facevo notare che ero una donna. 'No, no, ci vuole una donna vera' era la risposta" (Rossana Rossanda, Donne e politica in "Inchiesta" n. 160, aprile-giugno 2008, p. 64).
E' l'ironia di Rossana Rossanda a presentarci il modo totalizzante eppure distaccato, sensibile e lucido con cui guarda a se' e alle cose.
Quando il padre viene rovinato dalla crisi del '29, Rossana viene ospitata con la sorella Marina (poi medico e primario all'Ospedale di Niguarda) a Venezia dagli zii. La famiglia si riunisce a Milano nel 1937. Rossanda partecipa giovanissima alla Resistenza (con il nome di "Miranda") ed e' allieva di Antonio Banfi, di cui sposa il figlio Rodolfo (ma il matrimonio sara' breve).
Diviene dirigente del Partito Comunista Italiano negli anni '50 e '60. Consigliera comunale in citta', poi responsabile nazionale della Cultura del Partito comunista. Nel 1963 e' eletta per la prima volta alla Camera dei deputati e poi di nuovo nella V legislatura. Fonda, con Luigi Pintor, Valentino Parlato, Lucio Magri e Luciana Castellina, "Il Manifesto", gruppo politico e rivista, nato dall'esigenza di elaborare la crisi del socialismo reale, sull'onda dei movimenti studentesco e operaio. Il primo numero vede la luce il 23 giugno del 1969. La rivista (diventera' quotidiano il 28 aprile 1971) assume posizioni in contrasto con la linea maggioritaria del partito (in particolar modo rispetto all'invasione sovietica in Cecoslovacchia, con l'editoriale uscito nel secondo numero intitolato "Praga e' sola"). Rossana Rossanda esprime in quella occasione - e cosi' sara' sempre - il coraggio di un pensiero critico e autonomo, non condizionato da opportunismi. Il Comitato centrale del Pci del 24 novembre 1969 delibera la radiazione dal Pci per lei, Luigi Pintor e Aldo Natoli, e in seguito commina sanzioni amministrative a Luciana Castellina, Lucio Magri e Valentino Parlato (cfr. Le radici di un'eresia comunista, "Il Manifesto", 24/11/2009).
A Manuela Fraire che la interroga sul sentimento di perdita rispetto all'uscita dal Pci, risponde che la perdita, di senso, sarebbe l'abbandono dell'impegno politico: "Per chi lo ha abbandonato. Io no, non posso costruire granche', ma posso tentar di portare 'di pianto in ragione', per dirla con Fortini, quel che ci viene tolto e quel che ci viene offerto. E' senza senso vivere come si vive: piu' deprivati di potere che mai sul nostro destino, smarriti di fronte a noi stessi. Si patisce e si subisce. Tre quarti della teoria del postmoderno, la fine delle grandi narrazioni, l'effimero, e' un tentativo di svicolare alla perdita di senso. Maldestro. Certo, non tutti accettano il tragico dibattersi degli uomini per qualcosa che va al di sopra di loro. Io ho avuto una formazione diversa, ero abituata a pensare che la vita e' tragica nel senso cinquecentesco della parola - Racine, Pascal - dove il conflitto non si aggiusta, non si risolve, non c'e' pacificazione" (Fraire Rossanda). "Guardo alle mie date: a quindici anni e' la guerra, a venticinque la guerra fredda, a trentacinque e' il comitato centrale del piu' grosso partito comunista d'occidente, a quarantacinque questo partito si libera di me... a cinquantacinque eccomi qui, nel riflusso dell'onda d'una mareggiata di cui conosco le andate e i ritorni, e che mi trascinera' sempre. La mia persona e' scandita dai fatti altrui, Stalin non l'ho scelto, le masse non sono una frequentazione facoltativa, sono entrate e uscite decidendo i tempi di me-donna. Donna? E le altre donne? Il rombo di questo tempo e' stato cosi' forte che la voce delle donne non la ricordo; quella che decifro oggi nelle amiche femministe non l'ho avvertita mai prima. La donna era un dolore aggiunto, un particolare modo di patire o di fuggire" (Le altre, p.11). E vale la pena di ripensare a questo tema: "io femminista non ho voluto essere", ma "il femminismo ha cambiato alcune categorie del mio pensare". Rossanda non esprime una visione metafisica della "differenza", piuttosto questa consapevolezza le ha consentito di "vedere" che nessuna contraddizione poteva piu' restare allo stesso posto ("io non sono quella che mi hanno detto", "lui non e' come crede", Anche per me...), in particolare nel rapporto - che lei giudica acerbo - tra il femminismo e la sfera politica: "Per cui sarei a proporre... che le Camere siano composte meta' di uomini e meta' di donne. Almeno finche' esiste in Italia, e non si schioda da oltre mezzo secolo, una democrazia che discrimina il genere. Insomma il maschio politico italiano e' ancora un bel passo indietro rispetto alla semplice emancipazione" (Parliamo di donne, "Il Manifesto", 31 marzo 2008).
Impegnata da sempre nei movimenti, interviene costantemente sugli eventi di piu' drammatica attualita' e sui temi politici, culturali, morali piu' urgenti. Resta editorialista del "Manifesto", testata che custodisce alcuni dei suoi interventi piu' lucidi sui momenti cruciali della storia recente. Da alcuni anni vive a Parigi, con K. S. Karol, suo compagno da lungo tempo e attuale marito, e osserva l'Italia, le odierne vicende di donne e di uomini del nostro paese, dalla "giusta distanza".
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Bibliografia: Rossana Rossanda, Le altre. Conversazioni a Radiotre sui rapporti tra donne e politica, liberta, fraternita', uguaglianza, democrazia, fascismo, resistenza, stato, partito, rivoluzione, femminismo, Milano, Bompiani 1979; Rossana Rossanda L'anno degli studenti, Bari, De Donato 1968; Rossana Rossanda Le altre. Conversazioni sulle parole della politica, Milano, Feltrinelli 1979; Rossana Rossanda, Un viaggio inutile, Torino, Einaudi 1981; Rossana Rossanda con Pietro Ingrao e altri, Appuntamenti di fine secolo, Roma, Manifestolibri 1995; Rossana Rossanda, Note a margine, Bollati Boringhieri 1996; Rossana Rossanda con Filippo Gentiloni, La vita breve, Pratiche 1996; Rossana Rossanda con Carla Mosca, Brigate Rosse. Una storia italiana, Baldini Castoldi Dalai 2001; Rossana Rossanda, Bagnoli, lo smantellamento dell'Italsider, Mazzotta 2001; Rossana Rossanda, Intervista sul '68, Torino, Einaudi 2007; Rossana Rossanda, La ragazza del secolo scorso, Torino, Einaudi 2007; Rossana Rossanda con Emanuela Fraire, La perdita, Bollati Boringhieri 2008.

12. MAESTRE. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI ROSSANA ROSSANDA

- Rossana Rossanda, L'anno degli studenti, De Donato, Bari 1968, Manifestolibri, Roma 2018, pp. 96.
- Rossana Rossanda, Le altre, Bompiani, Milano 1979, pp. 240.
- Rossana Rossanda, Un viaggio inutile o della politica come educazione sentimentale, Bompiani, Milano 1981, pp. 144.
- Rossana Rossanda, Anche per me. Donna, persona, memoria dal 1973 al 1986, Feltrinelli, Milano 1987, pp. 208.
- Rossana Rossanda, Note a margine, Bollati Boringhieri, Torino 1996, pp. X + 236.
- Rossana Rossanda, La ragazza del secolo scorso, Einaudi, Torino 2005, pp. IV + 388.
- Rossana Rossanda, Quando si pensava in grande, Einaudi, Torino 2013, pp. IV + 244.
- Rossana Rossanda, Il film del secolo, Bompiani, Milano 2013, pp. X + 374.
- Rossana Rossanda, Questo corpo che mi abita, Bollati Boringhieri, Torino 2018, pp. 128.
- Rossana Rossanda, Aperte lettere, Nottetempo, Milano 2023, pp. 288.
- Manuela Fraire e Rossana Rossanda, La perdita, Bollati Boringhieri, Torino 2008, pp. 82.
- Filippo Gentiloni, Rossana Rossanda, La vita breve. Morte, resurrezione, immortalita', Pratiche, Parma 1996, pp. 96.
- Pietro Ingrao, Rossana Rossanda, Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri, Roma 1995, pp. 288.
- Pietro Ingrao, Rossana Rossanda, Novecentosettantotto. I giovani, le Brigate Rosse, Aldo Moro, Bordeaux, Roma 2021, pp. 64.
- Maria Fancelli (a cura di), Rossana Rossanda. Il diciassettesimo tasto, Clichy, Firenze 2022, pp. 128.

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 334 del 30 novembre 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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