[Nonviolenza] Telegrammi. 5000



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5000 del 27 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Nello Scavo: Rula Jebreal: "Non dobbiamo abdicare alla ragione e alla nostra umanita'"
2. La voce dell'Onu e la voce di Amnesty International. Un secondo contributo all'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
3. Dal Parlamento Europeo al Congresso americano. Un primo contributo documentario all'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
4. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
5. Lucia Gangale: Therese Pierre, intellettuale, combattente, martire di guerra
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. RIFLESSIONE. NELLO SCAVO: RULA JEBREAL: "NON DOBBIAMO ABDICARE ALLA RAGIONE E ALLA NOSTRA UMANITA'"
[Dal quotidiano "Avvenire" riprendiamo e diffondiamo la seguente intervista del 17 ottobre 2023 dal titolo "Israele-Hamas. Rula Jebreal: "Non dobbiamo abdicare alla ragione e alla nostra umanita'"" e il sommario "Giornalista, scrittrice, docente universitaria negli Usa, palestinese con cittadinanza italiana e israeliana, marito ebreo e parenti cristiani. "Per me un futuro di pace non e' qualcosa di utopico""]

"Mi rifiuto di permettere che la barbarie di Hamas cancelli la nostra umanita', ma anche la nostra razionalita', in questo momento in cui abbiamo piu' che mai bisogno di governare le nostre emozioni. Per me un futuro di pace non e' qualcosa di utopico". Rula Jebreal, giornalista, scrittrice, docente universitaria negli Usa, risponde partendo dal suo Dna: palestinese con cittadinanza israeliana e italiana. "La mia famiglia e' composta da ebrei, musulmani e cristiani. Mio marito e' un ebreo americano di origine tedesca, la cui famiglia e' fuggita dalle persecuzioni. Allo stesso tempo, membri della mia famiglia palestinese, che vivono in Israele, lavorano come operatori sanitari nei corridoi degli ospedali asfissiati dai lamenti dei feriti. Siamo tutti in lutto, sentiamo sulla pelle il senso di ingiustizia, il dolore delle madri, dei padri, di tutte le famiglie delle vittime. E' una sensazione straziante".
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- Come guarda a questa prima settimana di conflitto?
- Si tratta di una immane barbarie, ma e' proprio per l'orrore di questa ferocia che abbiamo il dovere di rimanere ancorati alla legalita', alla moralita' e ai nostri valori. Le guerre hanno delle regole. La vendetta non e' una strategia. Per lottare contro il terrorismo dobbiamo non sacrificare la nostra umanita' e non venir meno alla nostra moralita'. Dobbiamo invece rompere il ciclo di odio e violenza, ascoltare le famiglie delle vittime israeliane che ci dicono: "Uccidere bambini palestinesi a Gaza non e' giustizia, vogliamo la pace". Non esiste una soluzione militare a questo conflitto. Perfino i vertici dell'Idf (le forze di difesa israeliane) e del Mossad (il servizio segreto di Tel Aviv) riconoscono che non garantira' pace e sicurezza.
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- Si poteva prevenire?
- Se la liberta' palestinese e' negata, e' inevitabile che la disperazione di un popolo venga presa in ostaggio dal terrorismo. E se a quel terrorismo si risponde giustiziando interi quartieri di innocenti, vincono i terroristi.
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- Quali lezioni del passato non sono state apprese?
- A seguito della prima intifada, altro episodio brutale che ha afflitto questa terra, e' stato grazie al coraggio e alla lungimiranza di leader visionari come Rabin che accostavano strategicamente la lotta al terrorismo ai negoziati di pace, da cui sono nati gli accordi di Oslo, nonostante l'intifada avesse causato oltre 5.000 morti. A causa del suo pensiero libero volto a disinnescare la carneficina reciproca tra popoli, e' stato assassinato da un fanatico israeliano. Ma torniamo indietro di qualche anno, a quello della mia nascita.
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- Era il 1973. La guerra del Kippur.
- Altro evento storico dove Israele ha sottovalutato i segnali premonitori di una strage. Fu un'altra tragedia indelebile nella memoria collettiva di questa terra martoriata, che pero' porto' all'accordo di Camp David con l'Egitto di Sadat. Anche qui, la necessita' del dialogo prende forma a strage compiuta, ma prende forma. E abbiamo la responsabilita' storica di far si' che il dialogo non diventi una toppa a ferite che non si rimarginano, ma che si consolidi come unica alternativa a stragi e guerre infinite.
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- Ma si puo' lasciare che Hamas sopravviva a queste stragi?
- Hamas va sconfitta non solo militarmente. Va sconfitta la sua ideologia, costruendo un percorso di ascolto delle voci razionali in campo, animate da un sentimento fondato sulla reciproca liberta', e sulla reciproca dignita'. Le armi non possono e non devono sostituire un progetto politico. Bisogna cooperare con i moderati che pur riconoscendo Israele e continuando a collaborare per garantire la sicurezza degli israeliani, vivono senza diritti sotto dittatura militare.
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- Dove ha sbagliato Netanyahu?
- La verita' e' che l'attuale governo israeliano di estrema destra aveva una sola strategia: prevenire la costituzione di uno stato palestinese. Questo ha creato e favorito gli estremisti in Israele e in Palestina, rafforzando Hamas che oggi sta distruggendo la speranza di un futuro di coesistenza e dobbiamo fare tutto il possibile per non cadere nella loro trappola.
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- Quale iniziativa dovrebbe prendere l'Occidente?
- L'occidente ha l'obbligo di sostenerci perche' i nostri destini sono interconnessi. La questione di Israele e' direttamente conseguente all'identita' stessa dell'Occidente, della "democrazia", dei "diritti umani", dello stato laico contro quello religioso. Soprattutto per il fatto che ciascuna delle nazioni europee si e' costruita anche sulla violenza e sui traumi. Ora piu' che mai occorre isolare i fondamentalisti, sostenendo i moderati sia in Palestina che in Israele, che sono stati marginalizzati. Perche' il fragore della guerra suona piu' forte del dialogo. Non dobbiamo permettere che questo clima detti la nostra agenda politica, che deve essere improntata alla salvaguardia della democrazia israeliana e al sostegno della nascita di uno stato democratico palestinese. Nessuno di noi e' libero o sicuro finche' non lo siamo tutti.

2. REPETITA IUVANT. LA VOCE DELL'ONU E LA VOCE DI AMNESTY INTERNATIONAL. UN SECONDO CONTRIBUTO ALL'APPELLO "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"

Abbiamo promosso alcuni giorni fa l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
Diffondiamo oggi, come secondo contributo documentario, due testi particolarmente significativi:
a) un estratto dal documento dell'Onu dell'8 aprile 2022;
b) l'appello di Amnesty International del 3 aprile 2023.
Riproponiamo infine il testo dell'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier" al quale invitiamo ancora una volta ad aderire.
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a) Un estratto dal documento dell'Onu dell'8 aprile 2022
Human Rights Council
Working Group on Arbitrary Detention
Opinions adopted by the Working Group on Arbitrary Detention at its ninety-third session, 30 March–8 April 2022
Opinion No. 7/2022 concerning Leonard Peltier (United States of America)
1. The Working Group on Arbitrary Detention was established in resolution 1991/42 of the Commission on Human Rights. In its resolution 1997/50, the Commission extended and clarified the mandate of the Working Group. Pursuant to General Assembly resolution 60/251 and Human Rights Council decision 1/102, the Council assumed the mandate of the Commission. The Council most recently extended the mandate of the Working Group for a three-year period in its resolution 42/22.
2. In accordance with its methods of work (1), on 10 December 2021 the Working Group transmitted to the Government of the United States of America a communication concerning Leonard Peltier. The Government replied to the communication on 11 February 2022. The State is a party to the International Covenant on Civil and Political Rights.
3. The Working Group regards deprivation of liberty as arbitrary in the following cases:
(a) When it is clearly impossible to invoke any legal basis justifying the deprivation of liberty (as when a person is kept in detention after the completion of his or her sentence or despite an amnesty law applicable to him or her) (category I);
(b) When the deprivation of liberty results from the exercise of the rights or freedoms guaranteed by articles 7, 13, 14, 18, 19, 20 and 21 of the Universal Declaration of Human Rights and, insofar as States parties are concerned, by articles 12, 18, 19, 21, 22, 25, 26 and 27 of the Covenant (category II);
(c) When the total or partial non-observance of the international norms relating to the right to a fair trial, established in the Universal Declaration of Human Rights and in the relevant international instruments accepted by the States concerned, is of such gravity as to give the deprivation of liberty an arbitrary character (category III);
(d) When asylum seekers, immigrants or refugees are subjected to prolonged administrative custody without the possibility of administrative or judicial review or remedy (category IV);
(e) When the deprivation of liberty constitutes a violation of international law on the grounds of discrimination based on birth, national, ethnic or social origin, language, religion, economic condition, political or other opinion, gender, sexual orientation, disability, or any other status, that aims towards or can result in ignoring the equality of human beings (category V).
(...)
Disposition
101. In the light of the foregoing, the Working Group renders the following opinion:
The deprivation of liberty of Leonard Peltier, being in contravention of articles 2, 7 and 9 of the Universal Declaration of Human Rights and articles 2 (1), 9 and 26 of the International Covenant on Civil and Political Rights, is arbitrary and falls within categories III and V.
102. The Working Group requests the Government of the United States to take the steps necessary to remedy the situation of Mr. Peltier without delay and bring it into conformity with the relevant international norms, including those set out in the Universal Declaration of Human Rights and the International Covenant on Civil and Political Rights.
103. The Working Group considers that, taking into account all the circumstances of the case, including the risk to Mr. Peltier's health, the appropriate remedy would be to release Mr. Peltier immediately and accord him an enforceable right to compensation and other reparations, in accordance with international law (48). In the current context of the COVID-19 pandemic and the threat that it poses in places of detention, the Working Group calls upon the Government to take urgent action to ensure the immediate release of Mr. Peltier.
104. The Working Group urges the Government to ensure a full and independent investigation of the circumstances surrounding the arbitrary detention of Mr. Peltier and to take appropriate measures against those responsible for the violation of his rights.
105. In accordance with paragraph 33 (a) of its methods of work, the Working Group refers the present case to the Special Rapporteur on torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment, the Special Rapporteur on the right of everyone to the enjoyment of the highest attainable standard of physical and mental health, the Independent Expert on the enjoyment of all human rights by older persons, and the Special Rapporteur on the rights of indigenous peoples, for appropriate action.
106. The Working Group requests the Government to disseminate the present opinion through all available means and as widely as possible.
Follow-up procedure
107. In accordance with paragraph 20 of its methods of work, the Working Group requests the source and the Government to provide it with information on action taken in follow-up to the recommendations made in the present opinion, including:
(a) Whether Mr. Peltier been released and, if so, on what date;
(b) Whether compensation or other reparations have been made to Mr. Peltier;
(c) Whether an investigation has been conducted into the violation of Mr. Peltier's rights and, if so, the outcome of the investigation;
(d) Whether any legislative amendments or changes in practice have been made to harmonize the laws and practices of the United States with its international obligations in line with the present opinion;
(e) Whether any other action has been taken to implement the present opinion.
108. The Government is invited to inform the Working Group of any difficulties it may have encountered in implementing the recommendations made in the present opinion and whether further technical assistance is required, for example through a visit by the Working Group.
109. The Working Group requests the source and the Government to provide the abovementioned information within six months of the date of transmission of the present opinion. However, the Working Group reserves the right to take its own action in follow-up to the opinion if new concerns in relation to the case are brought to its attention. Such action would enable the Working Group to inform the Human Rights Council of progress made in implementing its recommendations, as well as any failure to take action.
110. The Working Group recalls that the Human Rights Council has encouraged all States to cooperate with the Working Group and has requested them to take account of its views and, where necessary, to take appropriate steps to remedy the situation of persons arbitrarily deprived of their liberty, and to inform the Working Group of the steps they have taken (49).
[Adopted on 30 March 2022]
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b) L'appello di Amnesty International del 3 aprile 2023: Urge clemency for native american activist
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
*
Il testo dell'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com

3. INIZIATIVE. DAL PARLAMENTO EUROPEO AL CONGRESSO AMERICANO. UN PRIMO CONTRIBUTO DOCUMENTARIO ALL'APPELLO "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"

Abbiamo promosso alcuni giorni fa l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
Ringraziamo di cuore quante e quanti hanno gia' aderito all'iniziativa.
Diffondiamo oggi, come primo contributo documentario, due testi particolarmente significativi:
a) la risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999;
b) l'appello di 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America, sia democratici che repubblicani, del 6 ottobre 2023.
Riproponiamo infine il testo dell'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier" al quale invitiamo ancora una volta ad aderire.
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a) La risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999
Di seguito riproduciamo il testo integrale della risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99).
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
*
b) L'appello di 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America
Di seguito riproduciamo il testo integrale dell'appello sottoscritto da 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America, sia democratici che repubblicani.
October 6, 2023
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave, NW
Washington, DC 20500
Dear President Biden:
We are writing to you regarding the nearly five-decade imprisonment of Leonard Peltier. Now, more than ever, bedrock principles of justice warrant your consideration of a grant of executive clemency or support of compassionate release at the Federal Bureau of Prisons.
Leonard Peltier, a Native American activist and citizen of the Turtle Mountain Band of Chippewa Indians (ND), is now in his 48th year of incarceration. He is 79 years old and in failing health. Mr. Peltier is serving two life sentences in a maximum-security federal prison for aiding and abetting in a case where his co-defendants were found not guilty on the grounds of self-defense.
Over the course of his incarceration, particularly in recent years, key figures involved in Mr. Peltier's prosecution have stepped forward to underscore the constitutional violations and prosecutorial misconduct that took place during the investigation and trial that led to his conviction. Gerald Heaney, the judge who presided over Mr. Peltier's 1986 appeal in the Eighth Circuit, called for his release in 1991 and again in 2000 (1), and former United States AttorneyJames Reynolds, whose office handled the prosecution and appeal of Peltier's case, has called for a commute of the remainder of his sentence and observed that "his conviction and continued incarceration is a testament to a time and a system of justice that no longer has a place in our society." (2) In addition, the United Nations Working Group on Arbitrary Detention specifically noted the anti-Indigenous bias surrounding Peltier's detention, stating simply that he "continues to be detained because he is Native American." (3)
Retired FBI Special Agent Coleen Rowley, in her letter addressed to you on December 3, 2022, raised how the "long-standing horribly wrongful oppressive treatment of Indians in the U.S." played into Peltier's case and, critically, the "FBI Family vendetta" behind the agency's opposition to clemency. (4) We recognize the grief and loss that took place in both the FBI and Tribal community on that day but also recognize this opportunity for all to move forward.
As Members of Congress, we sign this letter with a deep commitment to the crucial role we play in upholding justice for all Americans - and to also hold our government accountable when we see a case of injustice, as demonstrated by the long incarceration of Leonard Peltier. We stand with the Tribal Nations of the United States, Indigenous voices worldwide, and leading voices on human rights and criminal justice around the globe in support of Mr. Peltier's release. We applaud your commitment to criminal justice reform and your administration's work to address inequities in the criminal justice system and rectify the past wrongs of our government's treatment of Native Americans. We urge you to take the next step by granting  Mr. Peltier executive clemency or compassionate release.
Sincerely,
Seguono le firme di 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America
Note
1. Gerald H. Heaney, U.S. Senior Cir. Judge, 8th Cir., Letter to Senator Daniel K. Inouye, Chairman, U.S. Senate Select Comm. on Indian Affairs (Apr. 18, 1991), http://www.whoisleonardpeltier.info/download/Heaney.pdf
2. James Reynolds, Former U.S. Attorney, Letter to President Joseph R. Biden (Jul. 9, 2021), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/03/From-US-Attorney-James-Reynolds.pdf.
3. United Nations Working Group on Arbitrary Detention, Opinion No. 7/2022 concerning Leonard Peltier (United States of America) (Jun. 7, 2022), https://www.ohchr.org/sites/default/files/2022-06/A-HRC-WGAD-7-2022-USA-AEV.pdf
4. Coleen Rowley, Retired FBI Special Agent, Letter to President Joseph R. Biden (Dec. 3, 2022), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/04/From-Retired-FBI-Special-Agent-Coleen-Rowley.pdf
*
Il testo dell'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com

4. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
*
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

5. MEMORIA. LUCIA GANGALE: THERESE PIERRE, INTELLETTUALE, COMBATTENTE, MARTIRE DI GUERRA
[Dal sito di "Noi donne" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Therese Pierre, intellettuale, combattente, martire di guerra" e il sommario "Con la sua compagna Emma Pitoizet sognava di adottare un bambino e di vivere felice. Combattente e comunista, fu uccisa nei rastrellamenti nazisti durante la seconda guerra mondiale. "Mori' per la patria francese""]

Esattamente ottant'anni fa, nel pieno della follia di guerra, Therese Pierre, una professoressa, una giovane donna comunista ed una combattente per la liberta' dal nazismo, viene arrestata dalla Gestapo nella sua casa a Fougeres, selvaggiamente picchiata e torturata dagli agenti di polizia francesi del Servizio di Polizia Anticomunista (SPAC), tanto da non potersi piu' muovere, ed infine trovata impiccata nel carcere Jacques Cartier, a Rennes, senza avere rivelato i nomi dei suoi compagni di lotta. E' il 26 ottobre 1943. Prima di spirare, Therese, con un flebile fiato di voce, aveva detto: "Non parlero'... Non mi faranno parlare... Non hanno ottenuto nulla da me". Quando muore la donna ha solo 35 anni.
Ho scoperto quasi per caso la storia di questa eroina della resistenza attraverso un delicato e potente documentario del regista francese Robin Hunzinger, dal titolo "Ou' sont nos amoureuses" (Dove sono le nostre innamorate), disponibile in versione integrale a questo indirizzo: www.les-docus.com/ou-sont-nos-amoureuses.
In questo lavoro, realizzato nel 2007, e' riportata alla luce dal regista la vita privata di Therese. Figlia di due insegnanti che vivevano a Epernay, nella Marna, Therese nasce il 5 novembre 1908. Frequenta le scuole normali di istitutrice prima nella Marna e poi a Nancy. Nel 1929, in una classe preparatoria al concorso di ammissione alla scuola normale, Therese, che ha 21 anni, incontra Emma Pitoizet, 23 anni. Tra le due ragazze nasce un grande amore ed una passione sensuale, che il regista Robin Huzinger, nipote di Emma, ricostruisce nel documentario a partire da lettere e da documenti d'archivio degli anni 1930-'40.
Emma e' la mamma dell'artista e scrittrice francese Claudie Hunzinger, madre del regista.
Emma si laurea in lettere moderne alla Sorbona, Therese diviene prima istitutrice e poi docente di scienze naturali.
Emma e Therese vivono per un periodo insieme, sognano una vita impegnata ed intellettualmente ricca. Nel 1935 vanno a fare un viaggio in Urss per studiare l'emancipazione della donna russa e sognano anche di adottare un bambino. L'attivismo politico di Therese si manifesta nel 1936 con collette a favore dei repubblicani spagnoli e con un'intensa attivita' politica nelle fila del partito comunista nella Mosa. Fu anche responsabile del Comitato delle donne contro la guerra e il fascismo a Bar-le-Duc, che pubblicava un bollettino mensile, Femmes de la Meuse, dal 1937 al 1939. Tesoriere della Lega dei Combattenti per la Pace, parlo' l'11 novembre 1938 a Verdun (Mosa) ad una riunione di donne pacifiste.
Il legame tra Emma e Therese si interrompe bruscamente proprio nel 1935. In quell'anno Emma incontra Marcel Schmitt, un alsaziano, vedovo e con due figli. E' colpo di fulmine. Profondamente delusa da Emma, piegata dal dolore per la loro rottura, Therese si ritrova sola. Proprio quella solitudine rappresenta per lei la spinta ad impegnarsi nella lotta per la giustizia. L'ascesa di Hitler mette il partito comunista fuorilegge e questo costringe la donna ad organizzarsi clandestinamente. Emma, invece, tra il 1935 ed il 1940, mette al mondo tre bambini. La donna insegna a Comar fino a quando l'Alsazia non viene annessa al Reich. Smette di insegnare e riprende molti anni dopo, nel 1952, quando la guerra e' ormai finita. Nella regione dell'Alsazia, dove i tedeschi hanno preso possesso, e' interdetto dal governo tedesco di parlare in lingua francese. Marcel, grazie ad una protezione, non dovra' lasciare l'Alsazia per il semplice fatto di avere sposato una francese. Emma non dovra' farsi sentire parlare in francese neppure in giardino, e dovra' comunicare in alsaziano con i bambini e con la servitu'. Inoltre, dirigente d'impresa, Marcel fece parte del partito nazionalsocialista, portando sulla giacca il simbolo della svastica.
Therese, nel frattempo, si getta anima e corpo nella resistenza antinazista. A Carhaix, all'inizio del 1942, incontra un ufficiale della Resistenza Finistere, il futuro tenente colonnello Pascal. Therese Pierre all'epoca ha 34 anni e una storia di attivista comunista. Trasferita a Fougeres nel 1942, diviene capo del distretto, con il nome di Madeleine. Partecipa all'organizzazione dei gruppi Francs-Tireurs et Partisans e delle loro armi. Aveva un carisma incredibile e la grande capacita' di farsi ascoltare ed ubbidire, tutte doti che la rendevano capace di gestire piu' di un centinaio di uomini di tutte le condizioni e di tutte le eta'. Questo affermo' Germaine Guenee, membro della Resistenza e amica intima di Therese Pierre, in occasione dell'inaugurazione di una targa commemorativa presso il liceo Therese Pierre di Fougeres, il 27 ottobre 1979.
La lettera di un'amica raggiunge Emma quando Therese viene fatta prigioniera dalla Gestapo il 23 ottobre 1943.
Il corpo di Therese Pierre fu sepolto nel Cimitero Orientale di Rennes, poi fu trasferito nel 1946 nel Cimitero Nord di Epernay (Marna). Nel 1945 e' stata insignita postuma della Croix de Guerre con Stella d’Argento ed è stata menzionata nell'ordine della divisione. È stata insignita del titolo di Combattente della Resistenza Internata, nonché della Medaglia della Resistenza con Rosetta con decreto del 10 gennaio 1947 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l'11 gennaio 1947.
Targhe commemorative alla sua memoria sono state apposte in scuole della Marna, a Fougeres ed a Reims. E' anche nella lista degli internati del Monumento ai Martiri della Resistenza a Epernay.
Emma muore nel 1987.

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Marco Calabrese ed Emanuele Melilli, L'esposizione universale di Londra, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
- Luca Nicola, L'invenzione del cinema, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
- Lorenzo Pelucca, La nascita delle olimpiadi moderne. Rcs, Milano 2022, pp. 160, euro 5,99.
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Riletture
- François de Fontette, Il razzismo, Mondadori, Milano 1995, pp. 176.
- George L. Mosse, Il razzismo in Europa. Dalle origini all'Olocausto, Laterza, Roma-Bari 1985, Mondadori, Milano 1992, 1993.
- Teun van Dijk, Il discorso razzista, Rubbettino, Soveria Mannelli 1994, pp. 102.

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5000 del 27 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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