[Nonviolenza] Telegrammi. 4972



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4972 del 29 settembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Invito a Conferenza stampa sulla denuncia della presenza di armi nucleari in Italia
2. "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente". Un appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio in occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier
3. Marco Cinque. Prigionieri dell'uomo bianco. Intervista a Luke Warm Water (2013)
4. Nando Minnella: La nuova Terra dei cheyenne. Intervista a Lance Henson (1995)
5. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
6. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
7. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
8. Fulvio Vassallo Paleologo: Cambiano i nomi, rimane sempre la detenzione amministrativa
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. INVITO A CONFERENZA STAMPA SULLA DENUNCIA DELLA PRESENZA DI ARMI NUCLEARI IN ITALIA
[Riceviamo e diffondiamo]

La stampa, le autorita', le associazioni e le persone sono invitate a una conferenza stampa che si svolgera' di fronte alla base militare di Ghedi il 2 ottobre alle ore 10 prossimo venturo per presentare la denuncia sottoscritta da 22 esponenti di associazioni pacifiste e antimilitariste e singoli cittadini tesa ad accertare la presenza di ordigni nucleari in territorio italiano e, successivamente, di accertarne l'illegalita' sulla base della normativa interna e internazionale.
La conferenza stampa si svolge in un giorno evocativo, la Giornata Internazionale della Nonviolenza istituita dall'ONU e in un possibile e probabile "luogo del reato", la base militare di Ghedi che condivide con quella di Aviano il segreto di Pulcinella della presenza di un numero imprecisato di armi nucleari.
La denuncia fa seguito a una campagna iniziata due anni fa da un vasto settore del pacifismo italiano che ha chiesto uno studio a IALANA, associazione di giuristi specializzati in Diritto Internazionale, al fine di emettere un parere sulla legalita' delle armi nucleari.
Per partecipare alla conferenza stampa in forma virtuale e per informazioni scrivere a: denunciaarminucleari at proton.me

2. REPETITA IUVANT. "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE". UN APPELLO DIFFUSO A ROMA ED IN ALTRE CITTA' DEL LAZIO IN OCCASIONE DEL SETTANTANOVESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI LEONARD PELTIER

In occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente, si sono svolte in molte citta' italiane iniziative per la sua liberazione.
A Roma ed in altre citta' del Lazio e' stato diffuso un appello al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' all'eroe perseguitato universalmente noto come "il Nelson Mandela americano".
Di seguito trascriviamo il testo dell'appello diffuso.
*
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
Lei sa che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, ha compiuto 79 anni, dei quali gli ultimi 47 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Lei sa che Leonard Peltier e' innocente.
Lei sa che le cosiddette "testimonianze" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che anche le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che lo stesso Procuratore capo dell'accusa che ottenne la condanna di Leonard Peltier ha poi riconosciuto e dichiarato che fu un errore giudiziario e Le ha scritto per chiederLe di concedere la grazia e liberare Leonard Peltier.
Lei sa che lo scorso anno una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU ha riesaminato l'intero processo ed ha concluso che Leonard Peltier deve essere liberato.
Lei sa che milioni di persone di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: persone come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, persone come papa Francesco e il Dalai Lama.
Lei sa che innumerevoli associazioni democratiche della societa' civile di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: associazioni prestigiose come Amnesty International.
Lei sa che un gran numero di istituzioni e di rappresentanze istituzionali di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: istituzioni rilevanti come il Parlamento Europeo e rappresentanti istituzionali qualificati come i Sindaci di molte grandi citta'.
Lei sa che Leonard Peltier e' anziano e gravemente malato, e che anche dal carcere, in condizioni di estrema oppressione e sofferenza, ha costantemente continuato ad impegnarsi in difesa dei popoli oppressi, in difesa dei diritti umani, in difesa della Madre Terra, con la sua parola autorevole di martire perseguitato e di uomo di profonda spiritualita', con la poesia, con la pittura, con le attivita' educative e benefiche che con l'aiuto dei suoi sostenitori ha promosso a vantaggio dei piu' bisognosi di aiuto.
Lei ha il potere di liberare Leonard Peltier attraverso lo strumento della grazia presidenziale; Lei ha il potere di restituire la liberta' a un uomo innocente che ha subito una semisecolare crudelissima persecuzione, una lunghissima ingiustissima prigionia; Lei ha il potere di metter fine a un enorme scandalo, un'enorme assurdita', un'enorme iniquita'; Lei ha il potere di far finalmente prevalere la verita', la giustizia, l'umanita' liberando Leonard Peltier. Usi la prerogativa della grazia presidenziale e liberi finalmente Leonard Peltier: l'umanita' intera attende questo momento.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
*
Questo il testo dell'appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffonderlo ulteriormente.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/

3. DOCUMENTAZIONE. MARCO CINQUE: PRIGIONIERI DELL'UOMO BIANCO. INTERVISTA A LUKE WARM WATER (2013)
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 19 novembre 2013 riprendiamo e diffondiamo]

Luke Warm Water, alias Kurt Schweigman, e' un poeta e attivista Oglala Lakota cresciuto a Rapid City, nel South Dakota. La sua poetica e' stata considerata una fusione tra Sherman Alexie, Charles Bukowski e Tom Waits. E' stato il primo "spoken-word poet" cioe' poeta della parola orale a ricevere il premio Archibald Bush Foundation ed e' stato un artista di spicco al prestigioso Geraldine R. Dodge, durante la 12ma Biennale di Poesia Festival.
Luke e' avvocato ed epidemiologo: attualmente vive a Oakland, in California. Il prossimo 21 e 22 novembre sara' in Italia, a Roma, per un reading organizzato dall'associazione Cafe' Voltaire e per un incontro in un istituto scolastico, il liceo Morgagni, a testimoniare contro le discriminazioni che ancor oggi si consumano ai danni dei popoli nativi negli Usa, ma soprattutto a promuovere la causa del detenuto politico Leonard Peltier, tra i primi fondatori dell'American Indian Movement.
Peltier, nativo di ascendenza Ojibwa Lakota, fu condannato a due ergastoli nel 1975, dopo essere stato ingiustamente accusato dall'Fbi di due omicidi avvenuti nella Riserva di Pine Ridge. Da allora Peltier e' rinchiuso in una cella, a scontare un sentiero di lacrime che sta durando ormai da piu' di 37 anni. Oltre che da il manifesto, la causa di Peltier e' stata sostenuta, fra gli altri, dal Dalai Lama, da Desmond Tutu, ma anche da artisti come Robbie Robertson e Bruce Springsteen che gli hanno dedicato brani musicali.
Luke Warm Water e' membro delle Rpb, Revolutionary Poets Brigade, gruppo nato durante Occupy San Francisco e fondato da Jack Hirschman, Bob Coleman, Sarah Menefee e Cathleen Williams. Le Rpb da allora sono cresciute, arrivate anche in Europa, con un gruppo attivo a Roma che affianchera' Luke nel reading capitolino. Attualmente la tribu' poetica internazionale delle Rpb e' molto presente soprattutto nel vivo del tessuto sociale (scuole, piazze, carceri, periferie, ecc.) con esibizioni perfino a Bagdad, portando la parola di quei poeti che sostengono la voce dei poveri, degli ultimi, degli oppressi, dei discriminati.
Grazie quindi alla presenza di Luke Warm Water, torniamo a parlare di Peltier e dell'attuale situazione in cui versano i popoli nativi del Nord America.
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- Prima di tutto, Luke, volevamo sapere quali sono le ultime notizie su Peltier.
- Le notizie piu' recenti su Peltier si possono leggere sul sito www.whoisleonardpeltier.info
Invito i lettori a leggerlo, a firmare la petizione per il suo rilascio, a scrivere e inviare a Leonard un biglietto di auguri al suo indirizzo nella prigione della Florida che e' reperibile sul sito. La salute di Leonard e' andata peggiorando negli ultimi anni ed e' piu' importante che mai che il presidente Obama gli conceda la grazia per consentirgli di vivere come un uomo libero i suoi ultimi anni insieme alla famiglia, ai suoi amici e agli Oyate, il suo popolo.
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- Peltier e' solo la punta dell'iceberg di discriminazione e razzismo che si consuma nei tribunali e nelle carceri degli Usa. Percentualmente infatti i Nativi sono in cima alla classifica delle incarcerazioni come delle condanne capitali e possono inoltre "godere" di leggi razziali come la Major Crime Act. Credi che qualcosa stia cambiando o che ancora si possa cambiare?
- Non e' cambiato nulla per i nativi americani. La percentuale dei nativi dell'intera popolazione carceraria negli Stati Uniti e' superiore a quella di qualsiasi altro gruppo etnico. Peraltro, a parita' di crimini commessi, i nativi vengono puniti piu' severamente nel Sud Dakota rispetto ai bianchi.
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- Ci sono segnali di "risveglio" delle popolazioni native nordamericane, anche quelle canadesi, con il movimento di protesta Idle No More (mai piu' passivi), di cui abbiamo dato notizia su il manifesto. Che ne pensi?
- Idle No More e' un movimento molto importante per i nativi e per le popolazioni autoctone di tutto il pianeta. Ho partecipato a un evento organizzato da Idle No More a Oakland a inizio anno. E' stato un bell'evento con molti partecipanti.
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- Qual e' la situazione attuale delle popolazioni native negli States?
- E' una domanda complessa poiche' esistono piu' di 500 tribu' negli Stati Uniti. Vi e' ad esempio il problema della nuova copertura sanitaria nazionale (Obamacare). Non sappiamo ancora che impatto avra' sui nativi americani poiche' molti di loro e delle tribu' hanno una copertura sanitaria minima come previsto dal governo. Io mi batto molto per migliorare la salute mentale dei nativi americani in California. Vedo un movimento per favorire il benessere fra le comunita' indiane che si basa prevalentemente sulle tradizioni culturali e sulla spiritualita' e questa e' una cosa positiva. Sono inoltre a conoscenza di un progetto nel sud della California dove la clinica di una tribu' fa uso di poetry slam per migliorare il benessere dei giovani nativi americani.
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- Secondo te che ruolo sociale, culturale e politico puo' avere oggi la poesia, in un mondo dove i linguaggi sono sempre piu' complessi, tecnologizzati e autoreferenziali?
- L'appartenenza alle Revolutionary Poets Brigade ha permesso a molti di venire a conoscenza delle ingiustizie subite dai nativi. Sono molto grato a Agneta Falk e a Jack Hirschman per avermi accolto nella Rpb di San Francisco e a tutti gli altri membri con i quali ho stretto amicizia. Entrare a far parte della Rpb e' stato come un proseguimento del mio lavoro iniziato negli anni Novanta, quando scrivevo e portavo in scena la mia poesia per sensibilizzare l'opinione pubblica sul caso Peltier. Ho aiutato a organizzare eventi di raccolta fondi, scritto lettere ed effettuato campagne grazie alla mia poesia. Inoltre, ho partecipato a eventi organizzati in nome di Peltier. Attualmente sto organizzando un evento che si terra' a San Francisco il 6 febbraio 2014, in occasione del 38mo anno dell'incarcerazione di Leonard. Si chiamera' "Poetry for Peltier" (Poesia per Peltier) e vedra' la partecipazione di diversi poeti nativi americani della Bay Area di San Francisco.
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- Da quel che ho capito tu usi la parola poetica non come forma di vanita', affermazione individuale o esibizione e in particolare prediligi la parola detta piuttosto che quella scritta. C'e' una ragione particolare?
- Preferisco entrambe le modalita', a dire il vero. La scrittura puo' essere molto emozionante quando si assiste alla nascita di una nuovo testo su carta (o sullo schermo di un computer) cosi' come e' emozionante portare in scena la poesia davanti a un gruppo di decine o di centinaia di persone. Sebbene non partecipi piu' ai poetry slam, ne ho vinti diversi in tutti gli Stati Uniti e due in Germania. Per un poeta nativo americano gareggiare per la vittoria ha un grande impatto ed e' un atto di rivendicazione. Percepisco che il pubblico si diverte e al contempo impara.

4. DOCUMENTAZIONE. NANDO MINNELLA: LA NUOVA TERRA DEI CHEYENNE. INTERVISTA A LANCE HENSON (1995)
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 aprile 1995 riprendiamo e diffondiamo la seguente intervista dal titolo "La nuova Terra dei cheyenne" e il sommario "C'e' una new wave di ambasciatori pellerossa, filmaker, folksinger, poeti... Ne parliamo con "Tasso che Cammina" alias Lance Henson"]

"Tasso che cammina", Mahago Doniuts in cheyenne, al secolo Lance Henson, e' un cheyenne membro della "Dog Soldier Society" - un'antica societa' guerriera dell'omonima tribu' - seguace della Native American Church e del Culto del Peyote, ma anche uno dei piu' famosi poeti nativi d'America, che affila i suoi controcanti sulla focaia delle tradizioni orali e sulla pratica di vita all'interno della "comunita' della memoria" della sua gente in Oklahoma. In Italia ha pubblicato alcune raccolte di poesie, Controcanto per l'America (Ed. Dell'Arco) e Tra il buio e la luce (Selene Ed.)
Gli chiediamo dei mille sentieri che i nativi stanno percorrendo, in barba ai drammi di poverta' ed esclusione, delle esplosioni di voci a lungo covate dentro un seno antico, una "new wave" di ambasciatori pellerossa, filmaker, folksinger, poeti, che si autorappresenta e racconta in prima persona - a dispetto della defenestrazione dalla storia e delle invenzioni dei bianchi - i propri sogni mai smessi, le nuove fisionomie delle comunita', i vissuti deprivati sempre al bivio, il rapporto con la terra "addomesticata ed evirata" per dirla con Thoreau.
"La gente e la terra sono una sola cosa per noi - dice il poeta cheyenne - e' culla e casa dove mi riconoscono e riconosco me stesso e gli altri. Qualcosa e' cambiato nel rapporto con la terra da parte di tanti 'new indians', ci sono stati molti sradicamenti ma credo che rimanga dentro soprattutto tra i tradizionalisti il nocciolo duro di questa 'interior overview', una sovravista interiore, che ci permette di andare oltre il dramma di sofferenze e riadattamenti dovuti ai contatti con il bianco nel presente e nel passato. Tra i Cheyenne si dice che tocca alla mia generazione, ai Robertson, ai Trudell, etc., raccontare le verita' arrotolate dentro di noi per molto tempo... Nessun futuro se non ci si pensa indiani...".
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Raccoglitori di sogni
Henson non si fa intrappolare nei miti e nel vagheggiamento del passato dentro l'immobilita' di un'"identita'-ghetto", ma rivendica l'io indiano per continuare ad esistere e difendersi dall'"apocalisse" che li tocca da vicino e che determina infiniti percorsi all'interno delle due punte estreme che vanno dall'estraneamento all'integrazione. La sua poesia, che ha il cuore nel passato ma l'occhio sull'"eterno presente", viaggia sul cordone ombelicale dell'oralita', canta storie presenti e passate, coniuga identita' frastagliate, perdite e presenze sugli scenari di una postmodernita' incombente di cui le "highways" sono le arterie megalomani che trasportano sogni finti, miserie e sazieta'. E nella sua corsa, la parola "indianizzata" fa un bel falo' del Gran Paese, un amen definitivo, senza appello.
Senti Lance, tanti scrittori nativi fanno un gran parlare nei loro romanzi di meticciato e alienazione, di ricerca d'identita' del mezzosangue, dell'"homing", del ritorno a casa, alle radici, ai propri spazi interiori. C'e' chi la chiama "letteratura dell'alienazione" o anche "literature of return" (H. Lutz). Qualcuno ha detto che "il mezzosangue e' un indiano che non e' indiano", condizione questa di molti "bicultural american-indians", dei mixed blood, i sangue misto insomma. Cosa ne pensi? Parlaci anche della tradizione orale, di questo "stato di resistenza", come lo chiama, credo, S. Ortiz.
"Io sono un cheyenne tradizionale - risponde sorridendo - e sono anche un mezzosangue e poco m'importa se alcuni scrittori mi fanno rientrare in una sorta di stereotipo per il plot dei loro libri. Non confondiamo la realta' della 'Sun Dance' o del Peyote con cui tanti sono coinvolti con le realta' letterarie che spesso nascono nelle universita'... Alcuni sono out dal cerchio della vita, della loro gente, c'e' chi e' anche snob, intellettuale...".
A chi alludi? "Mah, mi viene in mente Gerard Vizenor... ti autorizzo a scriverlo... Mi chiedi della tradizione orale: e' la nostra base. Il genio dei poeti nativi risiede nella creativita' della sopravvivenza lungo le generazioni che continua e rinnova il nostro retaggio, il nostro modo di essere ancora degli storyteller, dei raccoglitori di sogni ...".
Come mai i poeti nativi hanno una cosi' larga audience tra i bianchi e nelle universita' e cosi' scarsa tra la vostra gente? Molti di loro sono sconosciuti ai piu'. Forse perche' sono stati costretti a sopravvivere solo dentro le biblioteche, i musei, i convegni e nelle ipotesi letterarie dei bianchi e dei nativi superacculturati, e ci si e' dimenticato dei resto, dei fermenti reali che si muovono underground? E poi, vuoi accennarci qualcosa sul Peyote?
"Buona domanda. Beh, vedi l'indiano in generale non legge poesia, vive la poesia di un canto, una preghiera, un fuoco acceso al suono di un tamburo ad acqua dietro il cortile di casa, o ha altro a cui pensare; e poi non e' nella sua tradizione. La mia gente cheyenne e' molto orgogliosa di me, parecchi magari hanno i miei libri che non hanno letto forse... Sono molto orgogliosi che tanti di noi, cantanti, poeti, diffondano le nostre culture a lungo senza voce. Si', credo che tanti ci considerano spariti, presenti solo sulla 'carta'. Il Peyote per noi e' sacramento, medicina, ci da' quella che prima ho chiamato 'sovravista interiore' per comunicare con tutto quello che e' dentro e fuori di noi, cosi' come la 'Sun Dance' che noi facciamo senza la perforazione della carne. Ti anticipo una brutta notizia per noi. Sembra che il 'Giardino del Peyote', dove la pianta cresce naturalmente, a sud del Texas nelle regioni di Cohauile e Chihuahua, sia stato contaminato dall'Agent Orange, e si sospetta ci sia lo zampino del governo americano intenzionato a fare un repulisti del Peyote".

5. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
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l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

6. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

7. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

8. RAZZISMO E APARTHEID IN ITALIA. FULVIO VASSALLO PALEOLOGO: CAMBIANO I NOMI, RIMANE SEMPRE LA DETENZIONE AMMINISTRATIVA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 settembre 2023 riprendiamo e diffondiamo]

Dalla istituzione dei centri di permanenza temporanea ed assistenza (CPTA) introdotti nel 1998 dalla legge 40 (Turco-Napolitano), abbiamo assistito ad una continua modifica dei termini usati dal legislatore per definire quelli che erano, e rimangono ancora oggi, centri di detenzione amministrativa, strutture nelle quali gli stranieri privi di un titolo di soggiorno vengono trattenuti in attesa di un rimpatrio con accompagnamento forzato, dunque senza avere commesso reati, ma solo per la mancanza di un visto di ingresso o di un permesso di soggiorno.
Nei centri di detenzione possono essere trattenuti anche richiedenti asilo, mentre e' espressamente vietato l'internamento di minori non accompagnati. Adesso il governo si prepara ad imporre con un nuovo decreto sicurezza il trattenimento amministrativo dei minori che siano ritenuti, ad un sommario accertamento, di sedici anni. Una previsione che risulta in violazione di principi affermati nella legislazione italiana e nelle Convenzioni internazionali che garantiscono "il superiore interesse del minore".
Le convenzioni internazionali, come la Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, e le Direttive europee vietano il trattenimento amministrativo dei richiedenti asilo solo in virtu' del loro ingresso irregolare e della presentazione di una istanza di protezione, ma a partire dal 2015, con l'avvio dei centri Hotspot e con il ricorso alle categorie di "migranti economici" e di "paesi di origine sicuri", i centri di detenzione sono diventati luoghi di negazione del diritto di asilo, e snodo centrale del sistema di contrasto dell'immigrazione "illegale", che riproduce clandestinita' attraverso misure repressive adottate sotto la spinta dei sondaggi elettorali.
Le prassi di polizia si sono cosi' orientate al prolungamento della detenzione amministrativa, poi sancito periodicamente dai decreti sicurezza dei governi di destra, anche quando era evidente che non si sarebbe mai effettuato un rimpatrio forzato. In questo caso la Direttiva rimpatri 2008/115/CE prevede la liberazione immediata. Il meccanismo delle convalide giurisdizionali si e' andato svuotando nel tempo per il ricorso alle procedure in videoconferenza, con le difficolta' di accesso per le associazioni, con tempi sempre piu' brevi per partecipare alle udienze e depositare documenti. Fino alla introduzione delle procedure accelerate in frontiera (e del trattenimento amministrativo generalizzato) per i richiedenti asilo provenienti da paesi terzi sicuri. Norme approvate dal Parlamento in assenza di una copertura da parte delle corrispondenti normative dell'Unione Europea. Come rileva adesso la Commisione Europea a proposito della garanzia finanziaria richiesta in alcuni casi per evitare la detenzione.
A tutti i richiedenti asilo vanno comunque garantiti diritti di informazione ed accesso alle procedure ordinarie, e quindi nel sistema di centri aperti di accoglienza (CAS, SAI, CPSA) per coloro che adducano a gravi motivi di carattere personale, pure se provengono da paesi di origine ritenuti sicuri.
L'ACNUR-ONU che pure riconosce le procedure accelerate in frontiera, in una Nota tecnica inviata al governo italiano durante l'iter di conversione del "Decreto Cutro", "Raccomanda(va), tuttavia, di incanalare in procedura di frontiera (con trattenimento) solo le domande di protezione internazionale che, in una fase iniziale di raccolta delle informazioni e registrazione, appaiano manifestamente infondate. In particolare, la domanda proposta dal richiedente proveniente da un Paese di origine sicuro non deve essere incanalata in tale iter quando lo stesso abbia invocato gravi motivi per ritenere che, nelle sue specifiche circostanze, il Paese non sia sicuro. Si sottolinea, a tal fine, la centralita' di una fase iniziale di screening, volta a far emergere elementi utili alla categorizzazione delle domande (triaging) e alla conseguente individuazione della procedura piu' appropriata per ciascun caso".
Al di la' delle tante definizioni adottate nel tempo per nascondere la sostanza della detenzione amministrativa che si pratica in strutture nelle quali vengono sistematicamente negati i diritti fondamentali delle persone, la limitazione della liberta' personale non puo' diventare uno strumento generalizzato per ridurre il numero delle persone che hanno diritto a fare ingresso in Italia per ragioni di protezione.
Si tratta di luoghi di confinamento che non possono sottrarsi alla giurisdizione italiana e internazionale, dove i diritti e le garanzie non possono essere riconosciuti solo sul piano formale per venire poi negati nelle prassi applicate dalle autorita' di polizia. Dunque e' il tempo delle denunce e dei ricorsi, e della mobilitazione, mentre l'opinione pubblica sembra ancora rimanere ostaggio delle politiche della paura e dell'odio. Risulta fondamentale garantire l'informazione e l'assistenza legale, l'accesso civico agli atti e la possibilita' di ingresso di giornalisti ed operatori umanitari indipendenti, se occorre con gruppi di parlamentari, in tutti i centri in cui si pratica la detenzione amministrativa. Dietro tante definizioni diverse ci sono persone che non possono essere trattate come merce illegale da smaltire.

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Luigi Achilli, Il business dell'immigrazione, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
- Tommaso Ricciardelli, Rituali mafiosi, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
- Paolo Vannini, Mafia e sport, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
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Maestre
- Shulamith Firestone, La dialettica dei sessi, Guaraldi, Firenze-Rimini 1971, 1976, pp. 250.
- Nawal al Sa'dawi, Firdaus storia di una donna egiziana, Giunti, Firenze 2001, pp. 128.
- Maria Zambrano, L'agonia dell'Europa, Marsilio, Venezia 1999, 2009, pp. 102.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4972 del 29 settembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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