[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 178



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 178 del 27 giugno 2023

In questo numero:
1. Uscire dalla rassegnazione, uscire dalla subalternita'. Con l'azione diretta nonviolenta, con l'insurrezione nonviolenta dei popoli. Per salvare tutte le vite
2. Movimento degli Obiettori di Coscienza russi: Russia. Obiettori considerati nemici della Nazione. Le organizzazioni nonviolente messe fuori legge
3. Darya Berg: Ne' con Putin, ne' con Prigozhin. La nonviolenza e' l'alternativa
4. Da Milano a Orte, da Roma a Terni, da Torino a Viterbo, in varie citta' italiane iniziative per la liberazione di Leonard Peltier, da 47 anni detenuto innocente
5. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
6. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
7. Laura Colombo: Introduzione a "Orientarsi con l'amore"
8. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
9. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
10. Alcuni riferimenti utili
11. Tre tesi
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Omero Dellistorti: Permette?

1. L'ORA. USCIRE DALLA RASSEGNAZIONE, USCIRE DALLA SUBALTERNITA'. CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA, CON L'INSURREZIONE NONVIOLENTA DEI POPOLI. PER SALVARE TUTTE LE VITE

Uscire dalla rassegnazione occorre.
Uscire dalla subalternita' occorre.
Invece di continuare a subire i proclami ed i crimini dei poteri assassini occorre insorgere nonviolentemente contro la guerra e contro il fascismo.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Contrastare la crescente ingiustizia sociale, la crescente rapina dei poveri da parte dei ricchi, il ritorno della schiavitu'.
Contrastare il razzismo e l'apartheid, contrastare i campi di concentramento e la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
Contrastare il maschilismo e il suo sistema di potere: che e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violente.
Contrastare la distruzione del mondo vivente.
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Occorre l'azione diretta nonviolenta.
Occorre l'insurrezione nonviolenta dei popoli per la salvezza dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Occorre la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Occorre la scelta concreta e coerente della nonviolenza.
Per salvare tutte le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. L'ORA. MOVIMENTO DEGLI OBIETTORI DI COSCIENZA RUSSI: RUSSIA. OBIETTORI CONSIDERATI NEMICI DELLA NAZIONE. LE ORGANIZZAZIONI NONVIOLENTE MESSE FUORI LEGGE
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo]

Premessa del Movimento Nonviolento: Elena Popova e' la responsabile del Movimento degli Obiettori di coscienza russi. Vive a San Pietroburgo. Dopo i giorni convulsi della crisi in Russia, ci ha mandato questo documento elaborato come posizione ufficiale del Movimento che sta subendo un durissimo attacco da parte del Cremlino. E' una richiesta di aiuto che doverosamente pubblichiamo. E' ancora piu' importante dunque sostenere la Campagna di Obiezione alla guerra.
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Cari amici del Movimento Nonviolento,
vi inviamo un aggiornamento urgente sulla nostra organizzazione. Da venerdi' scorso, 23 giugno, il Movimento degli obiettori di coscienza e' stato ufficialmente dichiarato dalle Autorita' come "agente straniero" nella Federazione Russa.
Il Ministero della Giustizia ci accusa di aver diffuso informazioni ritenute false sulle azioni, le decisioni e le politiche del governo, oltre a opporci alle azioni militari della Russia in Ucraina. Per l'attuale governo della Federazione Russa queste accuse sono sufficienti a giustificare la messa fuori legge della nostra organizzazione.
Questo fatto, pur essendo una dimostrazione dell'efficacia del nostro lavoro, e' anche fondamentalmente un'applicazione discriminatoria della legge che calpesta i diritti umani e le liberta' universalmente accettate.
Il nostro team ha lavorato incessantemente durante il fine settimana per adottare misure per la sicurezza dei membri del nostro Movimento dedicato alla comunita' che serviamo. Un numero significativo dei nostri volontari e coordinatori vivono ancora in Russia e ora affrontano un rischio maggiore di pressioni e persecuzioni statali. Nonostante queste crescenti minacce, rimaniamo impegnati a sostenere coloro che resistono alla guerra e alla coscrizione forzata.
Vogliamo assicurarvi che il Movimento degli Obiettori di Coscienza continuera' la sua missione. Rimaniamo fermi nei nostri principi e valori, dedicati a educare le persone al loro diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare.
Questa situazione sottolinea l'importanza della nostra partnership con la comunita' globale. A partire da questa settimana, pubblicheremo un riepilogo mensile delle notizie per tenere informati voi e tutti gli altri interessati al nostro lavoro in corso e sulle prossime sfide. Sentitevi liberi di trasmettere questo messaggio a chiunque possa essere interessato a seguire il nostro lavoro.
Cogliamo l'occasione per ricordarvi l'importanza del vostro continuo supporto. Che si tratti di amplificare la nostra voce, fornire opportunita' di sensibilizzazione o assistere con gli sforzi di raccolta fondi, i vostri contributi sono inestimabili in questi tempi difficili.
Grazie per essere stati con noi. Apprezziamo profondamente il vostro continuo impegno e supporto.
Cari saluti,
Il Movimento degli Obiettori di Coscienza
Mosca - San Pietroburgo, 26 giugno 2023

3. L'ORA. DARYA BERG: NE' CON PUTIN, NE' COn PRIGOZHIN. LA NONVIOLENZA E' L'ALTERNATIVA
[Dal sito di "Azione Nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Premessa del Movimento Nonviolento: Darya Berg e' l'attivista nonviolenta russa esule in Georgia, coordinatrice dell'organizzazione antimilitarista "Go By the Forest" (in russo ha il significato misto di "Scappa, se puoi", ma anche "Vai a farti fottere", rivolto a Putin) che, su invito del Movimento Nonviolento, ha fatto parte del tour delle tre pacifiste ospiti della Campagna di Obiezione alla guerra. L'abbiamo raggiunta in queste ore e le abbiamo chiesto il suo parere sulla crisi in atto in Russia, sullo scontro di potere tra il Cremlino di Putin e la milizia di Prigozhin. Ci ha rilasciato questa importante dichiarazione, che e' anche la voce ufficiale del suo movimento che continua ad operare in Russia.
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Cari amici del Movimento Nonviolento, grazie per il vostro supporto.
Attualmente nel nostro paese e' in corso una rivolta armata, organizzata da Prigozhin e dalla milizia Wagner. Le amministrazioni e le strutture militari di diverse citta' sono state sequestrate, ci sono carri armati e soldati per le strade sia della Wagner che del Ministero della Difesa; la modalita' operativa antiterrorismo e' stata introdotta in diverse regioni.
Vogliamo parlare apertamente: il giorno in cui Putin e il suo governo hanno iniziato la guerra in Ucraina, hanno messo la Russia a rischio di disastri economici, guerra civile e una giunta militare al potere. Ora queste minacce stanno rapidamente diventando realta': e' il risultato dell'invasione di terre straniere e dei numerosi crimini del regime di Putin. La rivolta della Wagner e' un'escalation di violenza, una minaccia diretta a milioni di civili in Russia, in particolare donne e bambini. Ricordiamo che i "combattenti" della Wagner di Prigozhin sono costituiti principalmente da ex detenuti mercenari, molti dei quali sono stati incarcerati per femminicidi, per violenza domestica contro le donne. Come movimento politico che ha a cuore il futuro del nostro paese, non possiamo sostenere nessuna delle parti nell'attuale conflitto politico interno. Sosteniamo il ritiro delle truppe russe dall'Ucraina, l'arresto di criminali di guerra (compresi Putin e Prigozhin) e lo sviluppo democratico della Russia. Non per un altro dittatore e criminale di guerra che salga al potere.
Ora e' importante rimanere in contatto con amici e familiari, per scambiare contatti e informazioni. Raccomandiamo agli abitanti di Rostov-sul-Don, Voronezh e regioni: se possibile non uscite da casa oggi.
Vogliamo esprimere il nostro sostegno a tutti coloro che ora sono spaventati. Questi eventi ci richiedono di essere ancora piu' auto-organizzati e di aiutarci a vicenda, il supporto e aiuto reciproco che abbiamo imparato nel corso degli anni. E' tempo di applicare le competenze che abbiamo appreso attraverso il nostro attivismo per sostenerci e proteggerci a vicenda.
Darya Berg
Go by the forest
24 giugno 2023

4. INIZIATIVE. DA MILANO A ORTE, DA ROMA A TERNI, DA TORINO A VITERBO, IN VARIE CITTA' ITALIANE INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER, DA 47 ANNI DETENUTO INNOCENTE

Nella ricorrenza della tragica vicenda del 26 giugno 1975 a Pine Ridge, si sono svolte in varie citta' italiane iniziative per la liberazione di Leonard Peltier, da 47 anni detenuto innocente.
A Milano si e' svolta un'iniziativa con proiezione di un documentario il 23 giugno; altre due iniziative il 26 giugno, dapprima un presidio in piazza Duomo e successivamente un incontro con la proiezione di un documentario.
A Orte, a Roma e a Terni nella settimana tra il 19 e il 26 giugno e' stato diffuso un appello al Presidente statunitense per sollecitare la concessione della grazia a Leonard Peltier, appello accompagnato da un documento di puntuale ricostruzione della figura e della vicenda dell'illustre attivista nativo americano.
In provincia di Torino, a San Didero, il 24 giugno si e' tenuto un incontro con proiezione di un documentario.
A Viterbo si e' svolto un ciclo di sei incontri di studio dal 19 al 24 giugno.
Anche in alcuni altri centri dell'Alto Lazio si sono svolte iniziative il 24 e 25 giugno: a Bolsena, Capranica, Soriano e Tarquinia sono stati diffusi appelli e materiali di documentazione; a Vetralla si sono svolti due incontri di testimonianza.
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Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' detenuto innocente in un carcere di massima sicurezza statunitense.
Condannato all'ergastolo da una giuria razzista, e' stato dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false, e che le cosiddette "prove" contro di lui erano anch'esse false.
Lo stesso pubblico ministero che sostenne l'accusa contro di lui ha successivamente riconosciuto l'errore giudiziario e chiesto la sua liberazione.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli prestigiose personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e Shirin Ebadi, papa Francesco e il compianto presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. Due anni fa proprio David Sassoli fu autorevole voce di una rinnovata campagna per la liberazione di Leonard Peltier che coinvolse innumerevoli persone, associazioni ed istituzioni italiane, tra cui i sindaci di alcune delle principali citta'.
L'Onu ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier.
Amnesty International ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier.
Tutte queste voci chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, un simbolo della lotta dei popoli oppressi in difesa dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente, un uomo generoso e coraggioso, un uomo ferocemente perseguitato, un uomo ingiustamente imprigionato da quasi mezzo secolo, un uomo innocente ormai vecchio e malato.
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Nell'anniversario dello scontro a fuoco di Oglala del 26 giugno 1975, in cui furono uccisi due agenti dell'Fbi e un giovane militante dell'American Indian Movement (scontro a fuoco che faceva seguito a decine di omicidi di nativi americani da parte degli squadroni della morte sostenuti dall'Fbi nell'ambito di una scellerata campagna di persecuzione e di omicidi mirati intesa a reprimere il movimento di resistenza dei nativi americani), si sono svolte in varie citta' d'Italia iniziative per la liberazione di Leonard Peltier e di solidarieta' con i popoli nativi americani in lotta contro il genocidio, l'etnocidio e l'ecocidio, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra.
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I messaggi per richiedere al Presidente statunitense Biden la grazia presidenziale (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
Per contattare il Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier visitare il sito: www.whoisleonardpeltier.info, e/o scrivere alla e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per una informazione essenziale sulla figura e la lotta di Leonard Peltier segnaliamo alcuni testi fondamentali:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info).
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una breve ma precisa esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".

5. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]

3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/

6. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']

Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805

7. RIFLESSIONE. LAURA COLOMBO: INTRODUZIONE A "ORIENTARSI CON L'AMORE"
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo la seguente introduzione alla redazione aperta di Via Dogana Tre "Orientarsi con l'amore", 11 giugno 2023]

Questo incontro, come avete letto dall'invito, e' incentrato sulle pratiche che possono orientare il presente e sono contenta che qui con noi ci sia Chiara Zamboni perche' ha lavorato molto su questo tema. Le pratiche, nel movimento delle donne, sono un fatto politico davvero importante perche' hanno permesso di aprire uno spazio di soggettivazione per le donne e anche uno spazio di liberta', innanzitutto per le donne ma anche per gli uomini. In un incontro che qualche anno fa Chiara Zamboni ha fatto agli Archivi Riuniti delle donne del Ticino a Lugano, che ora si trova in rete in un documento dal titolo Le pratiche come modalita' del simbolico, Chiara Zamboni parla diffusamente delle pratiche nel movimento politico delle donne, spiegando che sono processi che iniziano da donne in relazione tra loro, che possono subire modificazioni nel loro svolgersi, restituendo quindi un senso di liberta' ma anche di precarieta'. In estrema sintesi, si tratta di sperimentare in relazione, a partire dal desiderio soggettivo, e fare scoperte a partire dall'esperienza, andando al di la' di quello che si pensa di sapere. Si tratta di imparare una nuova lingua per dire la propria esperienza e fare mondo, trovare parole nuove, non piu' irrigidite nelle forme che altri avevano pensato. In questo documento ci sono anche alcuni esempi molto esplicativi, vi consiglio di leggerlo.
Quello che mi ha sempre affascinato e attratto dei racconti sui primi gruppi femministi e' che l'uscita di scena delle donne (dalla scena della politica fatta con gli uomini) per ritrovarsi, insieme, in un altrove senza una rappresentazione gia' data, ha liberato energie incredibili, cosa che possiamo vedere ancora oggi, che siamo in un posto venuto al mondo da quel desiderio. Piu' che un'uscita di scena e' stata a ben vedere un mettersi al centro, e questo ha messo in moto una vera e propria rivoluzione simbolica, una trasformazione radicale della vita collettiva, che non ha distrutto cose e persone ma ha sovvertito l'ordine dei rapporti, togliendo sostanza alle istituzioni patriarcali e dando vita a nuove forme di relazione.
Siamo alla Libreria delle donne, in uno dei luoghi piu' importanti del femminismo italiano e non solo, un luogo che ha dato vita a molte delle pratiche che ancora oggi sono essenziali, altre che non ci sono piu', un luogo dove possiamo continuare a fare ricerca. C'e' un testo molto forte da leggere o rileggere, quello che viene comunemente chiamato "il non credere", ovvero Non credere di avere dei diritti. La generazione della liberta' femminile nell'idea e nelle vicende di un gruppo di donne (Rosenberg & Sellier) che potete trovare in Libreria. E' un racconto appassionato e coinvolgente perche' fa un'elaborazione a partire da un luogo collettivo di relazione tra donne e soprattutto perche' srotola pensieri che restano serrati all'esperienza man mano ripercorsa e raccontata. Leggendolo, si puo' cogliere la potenza di quello che e' successo in quegli anni, che e' una scommessa ancora aperta.
Nel suo penultimo libro, Il capitale amoroso, Jennifer Guerra fa una ricerca intorno all'amore come pratica, come esercizio quotidiano. Quindi l'amore non inteso come emozione o sentimento "irrazionale e indomabile" (p. 15) ma come "amore pubblico, disinteressato, che dalla dimensione privata si riverbera su tutta la societa', in grado di colpire anche chi decide di sottrarsi alla sua potenza" (p. 80).
I passaggi in cui Jennifer Guerra sviluppa il suo pensiero sull'amore come pratica che assume una dimensione pubblica mi hanno ricordato il lavoro di Françoise Duroux, filosofa francese, in particolare il libro recentemente edito che raccoglie alcuni dei suoi piu' importanti scritti dal titolo Il paradigma perturbante della differenza sessuale, curato da Chiara Zamboni e Stefania Tarantino. In lei troviamo il concetto di philia come amicizia, una forma di amore amicale, un legame tra esseri umani che investe la dimensione pubblica, scardinando le logiche di potere e sopraffazione.
Leggendo il libro di Jennifer Guerra ho anche ricordato una cosa che mi e' successa tanti anni fa con il libro di Luisa Muraro L'ordine simbolico della madre. Ricordo perfettamente la circostanza, perche' ho capito col tempo che quello e' stato il fatto "fondativo" del mio femminismo. Ero sull'autobus verso Milano, diretta al mio lavoro, quando mi sono imbattuta nel concetto di amore femminile della madre che mi ha scompaginata, facendomi intravvedere un orientamento nel caos in cui mi trovavo. Mia madre non e' stata femminista, anche se anagraficamente avrebbe potuto esserlo. E io mi dibattevo tra la rivendicazione di un suo sguardo amorevole e legittimante e la ricerca di questa impossibilita' attraverso la ribellione, la partecipazione disordinata a vari gruppi femministi (che in provincia erano per lo piu' legati all'emancipazionismo e alla parita'), e un rapporto ingarbugliato con gli uomini (per esempio sul lavoro: lavorando in un contesto prettamente maschile, entravo in una competizione estenuante e sempre in perdita, nonostante il mio perfezionismo), con uno struggimento e una sofferenza di cui non venivo a capo. Leggere e rileggere quel secondo capitolo del libro di Luisa Muraro e' stato essenziale: non capivo e mi pareva impossibile operare lo spostamento dalla ribellione/rivendicazione all'amore per mia madre, ma intuivo la potenza di questo atto e sono rimasta nell'apertura, legandolo inizialmente alla scena piu' allargata, al mio desiderio di avere con le altre una misura che facesse star bene me e noi "nella nostra pelle", per arrivare man mano a cogliere la potenza del gesto e della nominazione dell'amore femminile per la madre, ovvero la mediazione giusta per poter dire quello che mai avevo potuto dire e poter vedere quello che mai avevo potuto vedere. Che cosa? La bellezza e legittimita' delle relazioni tra donne, la ricchezza di una societa' femminile che gia' c'era e che era parte di me, la possibilita' di una relazione differente con gli uomini, la possibilita' di un senso libero del mio essere donna, potendo pronunciare con gioia questo nome, senza cadere nell'essenzialismo di una etichetta che imprigiona in ruoli o significati precostituiti. Insomma, mi ha permesso di fare un passaggio da quello che credevo di sapere di me a quello che non conoscevo ma era li', eccedenza per me senza voce ne' senso. Ha permesso un passaggio che oggi chiamerei simbolico perche' mi ha portato a vedere piu' precisamente e vedere altro, riconoscendo la mediazione che rende possibile questo mutamento. E oggi posso dire che, al momento, mi pare una storia di trasmissione avvenuta, perche' sono tutte cose che, avendo la fortuna di una figlia, ho passato a lei.
Il numero 3 della rivista Via Dogana, intitolato proprio L'amore femminile della madre ospita l'articolo di Luisa Muraro L'amore come pratica politica, che ci porta al cuore dell'incontro di oggi. A una donna che aveva posto un'obiezione profonda alla necessita' di amare la madre, Luisa Muraro da' una risposta che anche oggi ci puo' orientare: "La risposta della pratica politica e' migliore. Con la pratica io introduco una innovazione nel mio presente (per esempio tengo e rendo conto dei beni ricevuti dalle mie simili; espongo desideri e problemi, senza piu' difendermi col silenzio; mi vincolo al giudizio di una donna affidabile; etc.) rendendo il presente piu' vivo e libero, in quanto non piu' dipendente da quello che e' stato; diventa invece vero il contrario, che il passato si presentera' mutato ai miei occhi, perche' io sono mutata. Nelle parole della donna che mi ha insegnato la politica, oltre al posto dato alla pratica, tale che l'amore stesso diventa pratica, colpisce il cambiamento dello sguardo. Le parole di lei invitano a guardare la realta' come qualcosa che puo' mutare perche' noi stesse possiamo mutare. Cosi', il movimento che ci ha portate a capire la necessita' dell'amore femminile della madre, mostra questo amore all'opera: si mostra come opera di questo amore. E cosi' il cerchio si chiude in un movimento circolare che ci comprende e da' forza" (p. 19).
Ho parlato di scommessa poco fa. Io credo, e insieme a me le amiche della redazione di Via Dogana 3, che ripensare a Eros e Philia in una dimensione pubblica sia molto importante per il presente che abitiamo, credo sia una scommessa che dobbiamo giocare insieme.
Lascio ora la parola a Jennifer Guerra e poi a Chiara Zamboni per i loro interventi.

8. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI

Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
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Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

9. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

10. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

11. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

13. NELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: PERMETTE?

- Permette?
- Prego.
- Sono il dottor Sandocani.
- Si'?
- Magistrato in quiescenza.
- Congratulazioni.
- Grazie. Lei e' forse il dottor Saravacchi.
- Commendatore.
- Mi scusi.
- Prego.
- Vorrei invitarla a seguirmi in biblioteca.
- In biblioteca?
- Si', in biblioteca.
- Non sapevo che ce ne fosse una.
- Ma si', lei mi segua e vedra'.
- E' necessario?
- E' cortesia.
- Allora...
- Prego.
- Vengo.
*
- Visto?
- Una bella biblioteca, non c'e' che dire.
- Ma si sieda, si sieda li'.
- Grazie.
- Un caffe', un sigaro?
- No, grazie.
- Possiamo cominciare?
- Cominciare cosa?
- La nostra conversazione.
- Ah, ecco.
- Lei sa perche' si trova qui, vero?
- Sinceramente no, ma immagino che voglia dirmelo lei, vero?
- Esattamente.
- Dica allora, dica pure.
- E' per quei fatti avvenuti quando lei si trovava a ***, lei sa di cosa parlo...
- Mi spiace, ma non ne ho idea.
- Suvvia, non ricorda di essere stato a ***?
- Certo che mi ricordo, ma non so a quali fatti lei si riferisca.
- I fatti, anzi: i noti fatti, come usiamo dire. Sono formule convenzionali.
- Non so a quali noti fatti lei si riferisca, forse sono noti a lei ma non a me.
- Ma perche' fa cosi'? Andiamo, conversiamo tra persone civili...
- Non intendo essere scortese, solo che non riesco a capire a quali fatti lei si riferisca e cosa abbiano a che vedere con me.
- Sarebbe difficile sostenere che non abbiano a che vedere con lei, vsto che lei ne e' stato, diciamo cosi', l'autore.
- L'autore?
- L'esecutore, se preferisce.
- L'esecutore?
- Dei noti fatti.
- Temo di non seguirla.
- Faccia mente locale.
- Non e' per contrariarla, ma proprio non riesco...
- Guardi che qui non siamo in quel tipo di tribunale.
- Prego?
- Non siamo in quel tipo di tribunale.
- Non capisco.
- Eppure dovrebbe.
- Cosa dovrei?
- Capire. Ci pensi sopra. Dove crede di trovarsi?
- Non saprei, in questa biblioteca.
- Esattamente. E come ci e' arrivato?
- Ho seguito lei.
- Bravissimo. E prima dove ci trovavamo?
- In un grande salone.
- Perfettamente. E come ci era arrivato?
- In quel grande salone?
- Si', in quel grande salone.
- A dire il vero in questo momento non lo ricordo.
- Ci pensi bene, con calma. Cosa le era successo subito prima?
- Non ricordo, non saprei.
- Capisco che non e' facile, ma con un po' d'impegno...
- Ero a letto, spossato, agitato...
- Bravo.
- Poi mi sono trovato in quel salone elegante, con la musica e tutta quella gente.
- Bravissimo.
- Vorrebbe forse dire...
- Lei cosa pensa?
- Non so che pensare...
- Pero' una qualche intuizione, una qualche opinione se la sara' fatta, non mi dica di no.
- Un'ipotesi si', ce l'avrei, ma...
- Ecco, quell'ipotesi.
- Vorrebbe forse dire...
- Non sono io che devo dirlo, e' lei.
- Sarebbe questo dunque?
- Questo.
- E adesso?
- Adesso dovrebbe dirmi cosa accadde a ***, cosa fece lei a ***.
- Era questo?
- Come?
- Era questo che mi chiedeva prima.
- Naturalmente.
- Dovrei parlarne?
- Si'.
- Con lei.
- Appunto.
- Ma se lei gia' lo sa...
- Non ha importanza che io gia' lo sappia. Quel che conta e' che lei lo dica.
- Una confessione.
- Se vuole chiamarla cosi'.
- E dopo?
- Dopo cosa?
- Cosa succede dopo?
- Ha importanza?
- Immagino di si'.
- No, lei si sbaglia, non ha alcuna importanza.
- Pero' vorrei saperlo.
- Dipende da lei.
- Dipende da me?
- Si', dipende unicamente da lei.
- C'e' una punizione per quello che ho fatto, immagino.
- E' questo che crede?
- Sarebbe giusto.
- Se e' questo che crede.
- Posso fare qualcosa?
- Adesso?
- Si', per riparare...
- E' un po' tardi, non le sembra?
- Gia'.
- Parli, dunque.
- E a che servirebbe?
- Se ci pensa, lo sa anche lei.
- Cosa?
- A che servirebbe.
- Non capisco.
- Eppure dovrebbe.
- E' che sono confuso.
- Lo capisco.
- Se lei potesse aiutarmi...
- La sto aiutando, la sto aiutando, sono qui per questo.
- Io la ringrazio.
- Prego, non c'e' di che.
- E cosa dovrei fare allora?
- Quello che le detta il suo retto discernimento.
- Il mio retto discernimento?
- Si', la ragione, il cuore, come preferisce dire?
- Dovrei confessare?
- Siamo qui per questo.
- E poi?
- Non si preoccupi del poi. Si liberi del peso.
- E' che non so che pensare.
- Non c'e' molto da pensare, non le sembra? Si limiti a dirmi cosa fece nella citta' di ***.
- Feci quello che dovevo fare. Un uomo che sia un uomo fa quello che deve fare quando deve farlo.
- Non e' questa la strada, mi creda.
- E' la verita'.
- Lei sta commettendo un errore, se posso permettermi di dirglielo.
- Cos'altro vuole che dica? E' andata cosi'.
- E questa le sembra una confessione?
- No, certo.
- E dunque?
- Dovei raccontarle quello che feci?
- Esattamente.
- Non fui il solo, lo sa?
- Lo so.
- E non c'erano alternative, se ne rende conto, vero?
- E' sicuro che non ci fossero?
- Adesso, parlandone qui, e' chiaro che sembra che ce ne erano, ma li', in quel momento...
- Ecco, racconti con parole sue cosa fece lei li' in quel momento.
- Lo feci.
- Lo fece?
- Si', lo feci.
- Rendendosi conto di quello che faceva.
- E' ovvio che mi rendevo conto.
- Pero' lo ha fatto.
- Non c'erano altre cose da fare. Cosi' mi sembrava allora.
- Ma adesso...
- Adesso e' adesso e allora era allora. Non so neppure dove mi trovo ne' chi sia lei.
- E dove vuole trovarsi? Nel suo letto, mentre sogna e fa il suo solito sogno come tutte le notti.
- E' solo un sogno, quindi?
- Oppure e' la sua pena per tutta l'eternita'. Decida lei.
- Quindi sono morto?
- Prego?
- Quindi sono morto o no? Sto solo sognando o sono morto?
- Lo chiede a me?
- E a chi dovrei chiederlo, c'e' solo lei.
- Ma io adesso devo andarmene, mentre lei resta qui. Quello e' il carrello con i liquori, i sigari sono in questa scatola. Se vuole leggere qualche libro faccia pure con comodo, ma devo avvertirla che tutte le pagine sono bianche...
- Bianche?
- Perche' non c'e' nessuna storia, nessun discorso, niente di niente.
- Aspetti un attimo.
- Se potessi, lo farei ben volentieri, ma il mio compito qui e' finito e debbo andar via. Lei invece resta. Con permesso...

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 178 del 27 giugno 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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