[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 150



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 150 del 30 maggio 2023

In questo numero:
1. Il primo dovere e' salvare le vite
2. Quid agendum hic et nunc: opporsi alla guerra (e alle stragi e all'ecocidio di cui consiste) con l'azione diretta nonviolenta. Un appello a chi ha orecchie per intendere
3. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa?
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
6. Judith Butler: Nuove declinazioni dell'intollerabile
7. Alla stazione il solito ubriaco
8. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
9. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
10. Alcuni riferimenti utili
11. Tre tesi
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Omero Dellistorti: Alla mensa dei poveri
14. Omero Dellistorti: Il venditore

1. L'ORA. IL PRIMO DOVERE E' SALVARE LE VITE

Il primo dovere e' salvare le vite,
Il primo dovere e' abolire la guerra.
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Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM HIC ET NUNC: OPPORSI ALLA GUERRA (E ALLE STRAGI E ALL'ECOCIDIO DI CUI CONSISTE) CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA. UN APPELLO A CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE

La guerra scatenata oltre un anno fa dal folle e criminale autocrate russo contro la popolazione ucraina inerme continua a mietere vittime innocenti.
E continua a provocare nel cuore d'Europa una catastrofe ambientale di proporzioni colossali, di cui pressoche' tutti i mezzi d'informazione tacciono.
E ogni giorno che passa avvicina il pericolo del suo evolvere nella guerra atomica che puo' porre fine alla civilta' umana e devastare irreversibilmente quest'unico mondo vivente che conosciamo.
L'intera umana famiglia dovrebbe prendere coscienza dell'immane tragedia e dell'abissale minaccia, e quindi agire per far cessare immediatamente la guerra imponendo la fine delle ostilita' e l'avvio di negoziati di pace a tutti i governi impazziti e scellerati che assurdamente la guerra alimentano.
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Mentre la parte migliore della popolazione russa continua ad opporsi alla guerra e al fascismo subendo da parte del regime una repressione brutale; e mentre la parte migliore della popolazione ucraina continua a resistere con la scelta della solidarieta' e della nonviolenza all'invasione e alla barbarie, alla guerra e al militarismo, adoperandosi per salvare le vite e difendendo la democrazia e i diritti umani nell'unico modo in cui e' possibile farlo, cioe' opponendosi alle uccisioni, alla militarizzazione e alla tirannia che ne consegue; tragicamente la parte migliore delle popolazioni degli altri paesi europei non riesce o non vuole o non sa contrastare la follia guerriera e riarmista, l'imbarbarimento e la fame di universale annientamento dei propri governi che invece di adoperarsi per la pace continuano ciecamente a fare di tutto affinche' la guerra, e le stragi, e l'ecocidio, continuino, si accrescano, si estendano oltre ogni limite.
La maggior parte delle molte iniziative per la pace che pure si sono svolte in questi mesi di guerra nei paesi dell'Unione Europea hanno avuto come implicito ma effettuale denominatore comune - e mi si stringe il cuore a dirlo - di "non disturbare il manovratore", ovvero di non mettere in reali difficolta' il governo golpista della banalita' del male che con l'invio di armi e la supina obbedienza alla Nato - l'organizzazione terrorista e stragista le cui criminali responsabilita' nell'alimentare la guerra in Europa sono flagranti - ha reso l'Italia compartecipe della guerra e quindi delle stragi di esseri umani e dell'ecocidio in corso in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, articolo che si apre con parole di inequivocabile chiarezza: "L'Italia ripudia la guerra".
Invece disturbare il manovratore occorreva ed occorre; contrastare il governo belligeno e golpista occorreva ed occorre; bloccare l'illegale e criminale invio delle armi assassine occorreva ed occorre; contrastare l'azione scellerata della Nato occorreva ed occorre. Ma questo non e' stato fatto, e tante belle iniziative tanto spettacolari quanto ininfluenti, cosi' come le non molte benemerite e fin luminose azioni di solidarieta' concreta con le vittime che pure per fortuna ci sono state e sempre siano benedette, non bastano ad occultare questa dura realta'.
Eppure e' chiaro e semplice cio' che occorre fare: contrastare materialmente l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra; contrastarla con l'azione diretta nonviolenta.
Occorre bloccare le fabbriche d'armi: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di produrre altri strumenti di morte.
Occorre bloccare i trasporti di armi: occupando e paralizzando i luoghi in cui transitano gli strumenti di morte.
Occorre bloccare le strutture militari: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire in ogni attivita' di preparazione e a sostegno della guerra.
Occorre bloccare le sedi e strutture in Italia della Nato come delle forze armate degli Stati Uniti d'America: circondandole e occludendone gli ingressi cosi' impedendo loro di continuare la guerra di cui sono palesemente "magna pars".
Occorre bloccare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri coinvolti nella guerra: circondandoli e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire nell'illegale sostegno alla guerra e alle stragi e all'ecocidio in corso in Ucraina, impedendo loro di proseguire nella flagrante violazione della Costituzione della Repubblica italiana cui pure tutti i membri del governo hanno giurato fedelta'.
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Beninteso: occorre anche continuare a dire e a fare le tante cose buone che gia' si dicono e si fanno, ed occorre sostenere le molte iniziative di pace nuove o reiterate in corso e in programma da parte di soggetti diversi, quali che siano i loro limiti e le loro fragilita', a condizione che siano iniziative rigorosamente per la pace e rigorosamente democratiche sia nel merito che nel metodo, ovvero orientate a salvare tutte le vite e realizzate in forme rigorosamente nonviolente.
Ripetiamo ancora una volta che si deve continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime; che si deve continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime; che si deve continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato; che si deve continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi e le devastazioni di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre; che si deve continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente; che si deve continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani; che si deve continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino; che si deve continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
Ma se non si passa all'azione diretta nonviolenta tutte queste cose non riusciranno a fermare la guerra. Solo l'azione diretta nonviolenta puo' riuscire ad avviare dal basso l'agire necessario, le decisioni indispensabili: la cessazione delle uccisioni, la costruzione della pace, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta, la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, il rispetto per ogni vita.
Occorre proporre, iniziare, praticare e poi generalizzare l'azione diretta nonviolenta: cominciando con la forza preziosa dei piccoli gruppi delle persone gia' persuase della nonviolenza - le persone che Gandhi chiamava "satyagrahi", le persone persuase della "forza della verita'" - e poi con la forza dell'esempio, della testimonianza che educa al bene, della lotta nonviolenta concreta e coerente, allargare progressivamente la mobilitazione fino allo sciopero generale contro la guerra, se sara' necessario arrivare fino allo sciopero generale per imporre allo stolto e criminale governo italiano di tornare a rispettare non solo l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ma il diritto alla vita di ogni essere umano.
Poi, naturalmente, anche tutto cio' potrebbe non bastare; ma occorre almeno averlo detto, occorre almeno averlo tentato.
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Le circostanze particolari in cui vivo da anni mi impediscono di essere io stesso ad organizzare le azioni dirette nonviolente che mi sembrano possibili e necessarie (e che ho sommariamente elencato sopra); l'ho fatto piu' volte in passato, ma ora mi e' obiettivamente impossibile, e non e' l'ultimo dei miei crucci.
Cosicche', non potendo fare qui e adesso di piu' e di meglio, almeno ho voluto dirle queste cose, sperando che qualcuno le ascolti. E sapendo che questo mio scritto che invita ad opporsi alla guerra, alle stragi e all'ecocidio di cui essa consiste, che invita a contrastare i mercanti di morte e la fabbrica degli omicidi, che invita a difendere il diritto alla vita di ogni vivente, ebbene, e' possibile che venga tacciato dal governo belligeno e golpista e dal solerte suo apparato propagandistico di "istigazione a delinquere", mentre a me sembra che sia piuttosto una esortazione a non delinquere, poiche' dal modesto mio punto di vista - ma anche dal punto di vista della Costituzione repubblicana - a delinquere e' piuttosto chi fa e sostiene la guerra, chi uccide, fa uccidere, fornisce gli strumenti per uccidere, coopera a uccidere e lascia uccidere gli esseri umani, chi devasta e distrugge parti sempre crescenti di quest'unico mondo vivente, di quest'unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Dixi, sed non salvavi animam meam.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.

3. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA?

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
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Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]

3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
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ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/

5. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']

Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805

6. RIFLESSIONE. JUDITH BUTLER: NUOVE DECLINAZIONI DELL'INTOLLERABILE
[Dal sito della "Libreria delle donne" di Milano riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso sul quotidiano "Il manifesto" il 10 maggio 2023]

Che mondo creiamo mettendo a rischio le opere d'arte, e come puo' aiutarci l'arte a creare un mondo in grado di contrastare le enormi forze di distruzione? Credo che la soluzione a questo problema stia nel chiamare a raccolta le arti - sia dentro che fuori dai musei, sia di persona che online - per far fronte al negazionismo dilagante e cominciare a immaginare modi per salvare il pianeta. Concordo con la filosofa Anna Longo, che di recente ha scritto: "Nei tempi in cui viviamo [...] l'arte sembra non solo impossibile ma anche frivola, impotente. E' proprio in momenti simili che abbiamo piu' bisogno dell'arte, o piuttosto di diventare artisti: non creatori di nuove maschere per i valori che indurranno le masse a desiderare la propria schiavitu', ma agenti vivi, capaci di affermare la vita contro cio' che, col pretesto di renderla possibile, la mutila".
Di seguito una serie di punti.
Primo, lo spettacolo pseudo-situazionista del danneggiamento di opere d'arte dipende dalla capacita' dei musei di proteggere l'arte. Pertanto gli attivisti vedono, e promuovono, il museo come un luogo dove l'arte viene tutelata. La loro sara' anche una critica al mercato, ma almeno implicitamente e' un plauso ai musei, e costituisce una - pur obsoleta - pratica estetica.
Secondo, ci sono buone ragioni per criticare l'elitismo dei musei, percio' piu' il museo viene integrato nello spazio pubblico, meglio e'. Anzi, rendere gratuito l'ingresso ai musei, portare la danza, i film, l'improvvisazione all'interno degli spazi museali, comprese le soglie inutilizzate, le fondamenta e i tetti, va sempre bene, a mio parere. Il museo, se e' veramente aperto, puo' ampliare la sfera pubblica e persino evitarne il completo collasso nel digitale.
Terzo, e' giusto sostenere che il mercato distorce il valore dell'arte, e che e' quasi impossibile avere esperienza di un'opera al di fuori della cornice del mercato. La mercificazione influenza il nostro modo di vedere, sentire, avere esperienza delle opere d'arte e di installazioni e spettacoli in generale, e talvolta lo impedisce tout court. Resta ancora da capire se il valore di mercato esaurisca completamente il valore di un oggetto. E comunque, un conto e' dire che il valore di mercato non esaurisce il valore di un oggetto in tutte le sue accezioni, un altro e' concludere che il valore della vita e' superiore a quello dell'arte. Saltare a una conclusione cosi' affrettata significa dare per scontato che il valore dell'arte non abbia nulla a che vedere con il valore della vita: al contrario, tra arte e vita possono esserci connessioni profonde, e l'arte - di qualunque tipo, compresi i documentari e la sperimentazione digitale - puo' aiutarci a immaginare e a concepire una catastrofe climatica di cui, quando non la neghiamo del tutto, troviamo intollerabile il pensiero.
Se l'arte e' un modo per rendere pensabile l'intollerabile e l'impensabile, allora l'oggetto artistico - oggetto in senso winnicottiano - diventa un'occasione di contemplazione che ci induce a comprendere il legame reciproco tra mondo oggettuale e vita organica, un'interdipendenza simile a quella dei processi vitali nelle biosfere terrestri. Winnicott sosteneva che lo spazio, il tempo, l'oggetto affidabile e ricettivo consentono di sopportare e riflettere su passioni altrimenti intollerabili.
La maggior parte dei suoi esempi comincia con il desiderio di distruggere, un desiderio che risulta intollerabile anche perche', se rivolto alla madre o alla figura di accudimento, il bambino o giovane rischia di distruggere l'Altro da cui dipende la sua vita. Dovra' quindi imparare che il suo desiderio di distruggere in realta' non ha il potere di distruggere. Perdendo tale presunzione di onnipotenza, il bambino riconosce la capacita' di sopravvivenza dell'Altro, la sua durevolezza. Naturalmente i gruppi di persone, specie se numerosi, sono diversi dai bambini, eppure non riusciamo a superare la dipendenza dalle vite altrui, ne' ad ammetterne la profondita'. Se l'oggetto legittima la possibilita' di provare sentimenti intollerabili - compreso l'odio assassino, il dolore irreparabile -, e' perche' consente la riorganizzazione del materiale psichico.
Nel caso della psicoanalisi, l'oggetto terapeutico - vale a dire il terapeuta - acconsente a farsi prendere a pugni dal paziente, fino a esserne "mutilato", per dirla con Christopher Bollas. Il consenso a diventare destinatario di rabbia e dolore, persino a essere temporaneamente "mutilato" dal paziente, rientra nel contratto psicoterapeutico. Il paziente riesce a sopportare i sentimenti senza paura che si trasformino in azioni, che provare rabbia o odio corrisponda a commettere un omicidio, o che il dolore logori le persone fino ad assimilarle, nella perdita, a chi hanno perduto. Facendo emergere tale distinzione, l'oggetto rende tollerabili i pensieri di distruzione, desiderio, dolore o invidia: se l'espressione di questi sentimenti e' tale da poterla osservare e rifletterci, allora le si puo' sopravvivere e, idealmente, dare inizio al processo di elaborazione dell'intollerabile.
La catastrofe climatica rappresenta una nuova declinazione dell'intollerabile, ed e' per questo che abbiamo bisogno dell'arte, ora piu' che mai. Stephanie LeMenager, docente di Letteratura e Studi ambientali, scrive del lutto preventivo tipico della cultura del petrolio che definisce la nostra modernita', l'angosciante previsione della perdita del mondo che conosciamo, un mondo che annienta il proprio futuro. In un modo o nell'altro, questo mondo e' destinato a scomparire a causa del cambiamento climatico, e noi ne piangiamo la perdita, perche' insieme al mondo perdiamo anche i ricordi li' incarnati e, per certi versi, tutte le nostre vite. L'industria petrolifera e i combustibili fossili coincidono ormai con il nostro senso del mondo e al contempo ne costituiscono la fonte di distruzione: vivere in un mondo simile, trarne beneficio rappresenta una distruzione che non riusciamo ne' a vedere ne' ad arrestare senza prima elaborarne il lutto - cosa che molti reputano impossibile, perche' ormai le nostre vite sono diventate inimmaginabili senza il petrolio.
Secondo LeMenager e Catriona Sandilands, "la melanconia ambientale non e' che un meccanismo di negoziazione della perdita e della responsabilita' ambientale". Prevediamo la perdita del mondo che conosciamo, la distruzione della terra, ma non possiamo ancora elaborarne il lutto. Come sostiene Sandilands, "l'oggetto della perdita e' 'indegno di lutto' all'interno di una societa' incapace di riconoscere gli esseri non umani, gli ambienti naturali e i processi ambientali come oggetti degni di un lutto sincero". Non ci limitiamo a prevedere un lutto che subiremo in futuro, ammesso che vivremo abbastanza da assistere alla completa distruzione del clima e del pianeta: probabilmente non ci saremo gia' piu', percio' viviamo con la prospettiva di quel giorno, o manciata di giorni, la svolta finale e irreversibile. Il vero problema e' che continueremo a perdere il pianeta giorno dopo giorno, se non ci rassegniamo a dire addio alla nostra dipendenza dal petrolio.
E' una perdita continua, perche' siamo nel pieno della catastrofe climatica, costretti a ripensare il significato dell'elaborazione del lutto a fronte di una perdita ancora incompiuta, che, per definizione, non avra' testimoni del suo compimento. L'arte puo' dare una scossa solo se dimostra e documenta la normalizzazione della distruzione. La normalizzazione del consumo e della produzione di petrolio e' un processo di distruzione, e come tale andrebbe presentata. Abbiamo bisogno di forme d'arte che lottino per la vita nel mezzo della distruzione, e al contempo smascherino gli stratagemmi attraverso i quali la rovina si spaccia per progresso o, peggio ancora, per normalita'.
La teorica ambientale Heather Davis ha coniato la perfetta definizione di "archivio performativo di presente". "Una testimonianza", scrive Davis, "che documenta non la condizione delle cose perdute, ma il lutto preventivo e il sentimento perturbante di un mondo ormai scomparso". E, aggiungerei, la scomparsa del mondo si verifica proprio mentre cerchiamo di capire come elaborare il lutto quando la perdita e' ancora in corso, come resistere alla perdita nel bel mezzo del lutto.

7. Il VOLTO DELL'ALTRO. ALLA STAZIONE IL SOLITO UBRIACO

Alla stazione il solito ubriaco
lacero e sporco il volto stravolto
la bottiglia di birra succhiando e brandendo
seduto ombra per terra in un cantone
che si lamenta e urla come se latrasse
gesticola scomposto emette suoni sconci
spaventa le altre persone

poi si alza in piedi
s'inchina dolente elegante soave
chiede scusa in quattro o cinque lingue
comincia a piangere dirottamente
dirottamente e silenziosamente

non m'inibisse la vecchiaia e la zoppia
la timidezza la nevralgia del trigemino
anch'io m'alzerei lo abbraccerei forte
levando in alto il pugno e iniziando a cantare
rauco le antiche luminose parole
dell'Internazionale

8. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI

Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

9. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

10. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

11. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

13. ALTRE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: ALLA MENSA DEI POVERI

Eravamo li' con Cicorione e Cenciarello. Alla mensa dei poveri siamo clienti fissi.
Cenciarello aveva bevuto forte la mattina, che era riuscito a grattare un portafoglio e se l'era bevuto tutto: due bottiglie di rum. E' fatto cosi' Cenciarello, non offre.
Insomma eravamo li' alla mensa che aspettavamo il turno nostro della pappatoria, no?
A un certo punto Cenciarello punta un africano. Aho', che m'hai guardato male?, dice Cenciarello. L'africano manco capiva che diceva a lui. Ma Cenciarello intignava. Quello m'ha guardato male, mo' lo stendo, giurosuddio che mo' lo stendo. A me uno non mi guarda male e poi la passa liscia, mo' lo stendo, giurosuddio.
io e Cicorione l'abbiamo lasciato fare, che un po' di cinemetto prima della pappa ci sta bene, uno si deve pure divagare un po'.
Aho', dice Cenciarello, e intanto acchiappa il tizio per le spalle. Quello si gira tutto modestino, che non c'e' niente di peggio che fare il modestino per eccitare uno che ci ha due bottiglie di rum dentro la panza.
Aho', aho', diceva Cenciarello e intanto lo scuoteva, e quello non sapeva che fare e stava li' a farsi sbattere addosso al muro.
Aho', aho', strillava Cenciarello e quello zitto, che magari manco capiva che succedeva.
Allora Cenciarello ha tirato fuori il coltello e ha cominciato a bucarlo nella trippa a raffica che pareva una macchina da cucire zacchete e zacchete e zacchete e intanto continuava a strillare aho' aho' aho'.
Cosi' e' successo.

14.LO SPECCHIO, L'ENIGMA, L'ABISSO. OMERO DELLISTORTI: IL VENDITORE

- Permette una parola?
- Prego.
- Lei mi sembra una persona sveglia.
- Grazie, ma non direi.
- Lo vede? E' la risposta che da' una persona sveglia.
- Guardi, non e' il caso che continui cosi'.
- Cosi' come?
- Cosi'.
- Ma non ho ancora iniziato.
- Sara', ma a me sembra che abbia cominciato male.
- Lei non solo e' un tipo sveglio, ma e' anche divertente.
- Guardi che non attacca.
- Lo so, lo so, e' solo per vedere se e' proprio la persona giusta, e a me sembra proprio la persona giusta.
- Giusta per cosa?
- Per l'affaruccio che avrei da proporle.
- Non credo che mi interessi.
- Ma mi ascolti prima, e' cosa di un attimo, un attimo solo.
- E allora dica.
- Vorrei proporle una piccola transazione.
- Dica.
- Vorrei acqustare la sua anima. No, non rida, dico sul serio.
- Cosi' lei sarebbe il diavolo.
- Ma no, ma che dice.
- E se non e' il diavolo che interesse avrebbe a comprare la mia anima?
- Diciamo un interesse scientifico. Legato alle nuove tecnologie. Il digitale, sa.
- Il digitale?
- Il digitale, si'.
- E che c'entra con l'anima.
- Infatti, manca l'anima.
- Manca l'anima?
- Alle macchine.
- Mi sembra ovvio.
- Magari non e' cosi' ovvio, comunque manca.
- E allora?
- Allora bisogna impiantarcela.
- La mia? E perche' proprio la mia?
- Ma no, non sono mica l'unico che si occupa degli acquisti, e lei non e' certo il mio primo cliente. Oltretutto e' probabile che ce ne serviranno parecchie prima di arrivare a qualche risultato utile.
- E, tanto per chiacchierare, come farebbe a prendermi l'anima?
- Il modo c'e'.
- Si', ma se passa attraverso la mia morte non mi sembra un grande affare. Per me, intendo.
- Vede che avevo ragione? Lei e' proprio divertente.
- Grazie.
- Non c'e' di che.
- E allora?
- E' chiaro che lei resta in vita, c'e' un modo per estrarla lasciandola in vita, e piu' felice di prima.
- La cosa si fa intrigante.
- Lo vede che avevo ragione a dire che lei e' uno sveglio?
- Ma senza anima le mantengo le mie facolta' cognitive ed emotive, per non dire dell'efficienza delle funzioni corporali?
- Ci mancherebbe. Non solo le mantiene, ma le migliora, le potenzia non immagina quanto.
- E lei come lo sa?
- Come gia' le accennavo, non e' mica la prima anima che compriamo.
- Ah no?
- Nonno'. Anzi, se posso parlare in confidenza, e' un mercato gia' piuttosto florido.
- Ah si'?
- Eh si'.
- E al posto dell'anima poi che mi ritrovo?
- Le impiantiamo una piccola app. E si ritrova nella scarselletta un gruzzoletto niente male, proprio niente male.
- Dell'ordine di?
- Sei zeri.
- Euro?
- Meglio. dollari.
- E precisamente?
- Vede che le interessa? Lo sapevo che lei era uno forte.
- La cifra, prego.
- Un milioncino pulito pulito.
- Se lei mi offre un milione vorra' dire che dovrei chiedere almeno dieci volte tanto.
- Ah no, non funziona cosi'.
- E' la legge della domanda e dell'offerta.
- No, no, lei e' fuori strada. Lei e' proprio un tipo sveglio e divertente anche, ma e' fuori strada. E' un milione prendere o lasciare. Piu' l'app e l'impianto gratuito, e' chiaro.
- E, parlandone cosi' per accademia, chi mi garantisce che questa app sia una cosa seria e non - mi passi il termine - una fregatura.
- Ah, lo avrei chiesto anch'io al suo posto, cosa crede?
- E quindi?
- E quindi lei mi segua nel nostro laboratorio e avra' tutte le risposte che desidera. Con piena soddisfazione, mi creda.
- Seguirla adesso?
- Adesso.
- No, non sono cose da fare cosi' su due piedi.
- La capisco, sa? La capisco. Direi cosi' anch'io. Il fatto e' che anch'io ho i miei tempi, devo rendere conto, lei non immagina quante rogne amministrative, burocratiche. La vita aziendale, mi creda, e' un ttrekking, una giungla, un inferno. Parlo per metafora, beninteso.
- Cioe'?
- Detto chiaro e tondo?
- Chiaro e tondo, certo.
- Lei mi piace, sa? Mi piace proprio.
- Grazie, pero' intanto mi risponda.
- E' che devo concludere oggi per non sforare i tempi. Guadagno bene, non dico di no, ma ho dei vincoli.
- Quali vincoli?
- Di produttivita'.
- Sarebbe?
- Ritmi di lavoro. Pressanti.
- Mi faccia capire.
- C'e' poco da capire, devo concludere almeno un affare al giorno. Altrimenti c'e' una penale.
- E oggi non ha ancora concluso con nessuno.
- E' che non e' che tutte le anime vanno bene, servono anime di gente sveglia, come lei.
- Ma lei non sa nulla di me.
- Come non so nulla? E questa lunga intervista? Che si credeva, che chiacchieravamo a vanvera? Il tempo e' denaro.
- Comunqe ho bisogno di vederci piu' chiaro, e di un paio di giorni per pensarci sopra.
- Giusto. Giustissimo. Purtroppo...
- Purtroppo?
- Purtroppo devo concludere oggi.
- Le lascio il mio numero di telefono e ne riparliamo domani.
- Mi piacerebbe, mi piacerebbe veramente, ma non posso. Devo concludere oggi. Ma se lei non e' interessato devo cercare qualcun altro e non e' una ricerca che si fa cosi', schioccando le dita.
- Allora non le faccio perdere altro tempo, cerchi, cerchi pure, e arrivederla.
- Lei e' un negoziatore formidabile, sa?
- Scusi?
- Dicevo: lei e' un gran negoziatore.
- Dice?
- Dico si'. E aggiungo un'altra cosa.
- Cosa?
- Due milioni.
- Eh?
- Due milioni e la chiudiamo qui.
- Due milioni e la chiudiamo qui?
- Ma e' l'ultima offerta, eh? Non posso andare sopra i due milioni. Devo rispettare i limiti del budget. E l'offerta vale adesso o mai piu'.
- Adesso o mai piu'?
- Precisamente. E' andata?
- Non saprei, vorrei saperne di piu'.
- Sicuro. Se mi segue al laboratorio i tecnici le daranno tutti i chiarimenti.
- E dove sarebbe questo laboratorio?
- Adesso chiamo un taxi e ci andiamo.
- No, le ho chiesto dove sarebbe, non le ho detto che ci andiamo.
- Furbo come una volpe, eh? Ma non posso dirglielo. E' un segreto industriale, le mi capisce. Se poi l'affare non si fa...
- Sarei propenso a farlo, ma vorrei prima sapere.
- Lei mi segua, senza impegno. Dopo che avra' parlato con i nostri tecnici prendera' una decisione. Una decisione informata, come e' giusto.
- Allora d'accordo, andiamo. Due milioni, si'?
- Due milioni, certo. Adesso chiamo un taxi.

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 150 del 30 maggio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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