[Nonviolenza] Telegrammi. 4813



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4813 del 23 aprile 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Insorgere occorre nonviolentemente contro la guerra
2. Luca Kocci ricorda don Tonino Bello
3. La Resistenza al genocidio nella poesia di Lance Henson. A Viterbo un incontro di studio nel corso dell'iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. L'associazione "Respirare" di Viterbo si unisce alla richiesta di un intervento del Ministro degli Esteri italiano per la liberazione di Leonard Peltier
6. Riccardo Noury: Condannato 46 anni fa, nuovo appello per scarcerare Leonard Peltier
7. Raniero La Valle: Stereotipi caduti
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. L'ORA. INSORGERE OCCORRE NONVIOLENTEMENTE CONTRO LA GUERRA

Insorgere occorre nonviolentemente contro la guerra
insorgere occorre nonviolentemente contro le stragi
insorgere occorre nonviolentemente per salvare tutte le vite

abolire le guerre occorre
abolire le armi occorre
abolire gli eserciti occorre

riconoscere che siamo una sola umana famiglia in quest'unico mondo vivente
soccorrere accogliere assistere ogni persona bisognosa di aiuto
condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni

solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'
solo la nonviolenza puo' salvare il mondo vivente
solo la nonviolenza salva tutte le vite

oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi
la nonviolenza e' in cammino
la nonviolenza e' il cammino

2. MEMORIA. LUCA KOCCI RICORDA DON TONINO BELLO
[Riceviamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso sul quotidiano "Il manifesto" del 20 aprile 2023 col titolo "Tonino della pace"]

In una giornata di aprile di trent'anni fa a Molfetta si incontrano don Tonino Bello, vescovo della cittadina pugliese e presidente di Pax Christi, e monsignor Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea e suo predecessore alla guida del movimento cattolico per la pace. Dopo una messa celebrata su una tovaglia tessuta a mano da alcune donne bosniache, croate e serbe - etnie sorelle della ormai ex Jugoslavia dilaniata dalla guerra -, i due vescovi sottoscrivono un appello che mantiene ancora la propria potenza e che, se non fosse datato 1993 e rivolto ai Balcani, sembrerebbe scritto oggi, al tempo della guerra in Ucraina. "A tutti diciamo: deponete le armi, sottraetevi all'oppressione dei mercanti della guerra, afferrate strumenti di pace, date l'esempio all'Europa e al mondo, non piu' di irrazionalita' e di sottomissione a forze perverse e dirompenti, ma di capacita' di programmare e costruire le vostre patrie in un mondo nuovo, di comprensione e di solidarieta'. E voi, responsabili dei Paesi piu' ricchi e potenti del mondo, dagli Usa all'Europa, non sottraetevi alla responsabilita' di influire in modo determinante, non con le armi che consolidano la vostra potenza e le vostre economie, ma con efficaci mezzi di pressione e di dissuasione, per fermare questa carneficina, che disonora insieme chi la compie e chi la tollera".
Pochi giorni dopo, il 20 aprile, don Tonino Bello muore, stroncato da un tumore allo stomaco contro cui combatteva da anni. La pace e la giustizia, l'antimilitarismo e il disarmo sono state le scelte evangeliche che hanno ispirato il suo ministero e la sua azione pastorale e sociale. Opzioni trasformate in battaglie nonviolente condotte con una radicalita' che molto spesso, soprattutto sui temi degli interventi militari, degli armamenti, dell'obiezione di coscienza al servizio militare, degli immigrati albanesi che all'inizio degli anni '90 iniziavano ad arrivare sulle coste pugliesi, lo fanno scontrare con i settori atlantisti e di destra del mondo politico e lo rendono poco simpatico alle gerarchie ecclesiastiche conservatrici guidate dal presidente della Cei Camillo Ruini che non condividono le sue posizioni "estreme", in realta' solo profondamente fedeli al Vangelo.
Salentino di Alessano, dove nasce nel 1935, Tonino Bello viene ordinato prete nel 1957. Diventa parroco, prima ad Ugento, poi a Tricase, dove il suo impegno comincia a delinearsi, sulla scia del Concilio Vaticano II: fonda la Caritas, promuove l'Osservatorio sulle poverta', organizza incontri sui temi della giustizia e della pace. Nel 1982 viene ordinato vescovo della diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi, anche se continuera' a farsi chiamare don Tonino e a rifiutare i segni del potere clericale. La sua e' la "Chiesa del grembiule", una delle immagini piu' efficaci che conia: "l'accostamento della stola con il grembiule a qualcuno potra' apparire un sacrilegio", scriveva, "eppure e' l'unico paramento sacerdotale registrato nel Vangelo che, per la "messa solenne" celebrata da Gesu' nella notte del giovedi' santo, non parla ne' di casule ne' di amitti, ne' di stole ne' di piviali. Parla solo di questo panno rozzo che il maestro si cinse ai fianchi" per lavare i piedi agli apostoli. E' il sogno della "Chiesa dei poveri" di Giovanni XXIII, dei vescovi progressisti del "patto delle catacombe" e della teologia della liberazione, che nella sua diocesi si traduce nel sostegno alle lotte dei disoccupati, dei senza casa e dei migranti, accolti in un palazzo vescovile con le porte spalancate, non solo simbolicamente.
La nonviolenza e il disarmo sono le direttrici dell'impegno di don Tonino, che diventa uno dei punti di riferimento del movimento pacifista italiano, sia cattolico - nel 1985 succede a Bettazzi alla presidenza di Pax Christi - che laico: interviene contro la militarizzazione della Puglia - dal mega-poligono di tiro nella Murgia barese all'installazione degli F16 a Gioia del Colle -, marcia a Comiso contro gli euromissili, attacca le politiche di riarmo di Spadolini (ministro della Difesa del
governo Craxi), sostiene la campagna che nel 1990 portera' all'approvazione della legge 185 che regola l'export di armi. Nel gennaio 1991, quando Usa e alleati occidentali iniziano a bombardare Baghdad dopo l'invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein, Tonino Bello invita i parlamentari a non votare a favore dell'intervento armato dell'Italia e, davanti alle telecamere di Samarcanda di Michele Santoro preso in contropiede da quello che potrebbe sembrare un invito alla diserzione, esorta i militari a "scendere dall'aereo che va a bombardare le citta' irachene" e ad "obbedire alla propria coscienza che gli dice di non uccidere" e non agli "ordini dei superiori".
Subito dopo un'altra guerra, nei Balcani, nel cuore dell'Europa. Don Tonino, gia' gravemente malato, si unisce comunque ai cinquecento pacifisti che, organizzati dai Beati i costruttori di pace, nel dicembre 1992 marciano per la pace a Sarajevo, sotto assedio da aprile, raccontando anche i momenti salienti di quell'esperienza anche sulle colonne del manifesto, con cui collabora dal 1990. La strada per la pace e' la "nonviolenza attiva, gli eserciti di domani saranno questi uomini disarmati", dice in un cinema della citta' bosniaca senza elettricita', illuminato da fiaccole e candele.
Quattro mesi dopo don Tonino Bello se ne va. "E' morto un profeta della pace", scrive Filippo Gentiloni sul nostro giornale il 21 aprile 1993. Al funerale a Molfetta, presieduto da Bettazzi, ci sono sessantamila persone. Ma nei decenni successivi, la Chiesa istituzionale quasi lo cancella. Oltre Pax Christi e chi non lo ha mai dimenticato, a farlo riemergere dall'oblio e' papa Francesco, che cinque anni fa si e' recato in visita nel cimitero di Alessano, dove don Tonino e' sepolto. Forse verra' fatto santo - l'iter e' partito da anni, ultimamente anche in Vaticano qualcosa si muove -, sicuramente non sara' mai un santino.

3. INCONTRI. LA RESISTENZA AL GENOCIDIO NELLA POESIA DI LANCE HENSON. A VITERBO UN INCONTRO DI STUDIO NEL CORSO DELL'INIZIATIVA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

La mattina di sabato 22 aprile 2023 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' svolto un incontro di studio sul tema "La Resistenza al genocidio nella poesia di Lance Henson".
Lance Henson e' un illustre poeta Cheyenne; docente universitario, conferenziere e drammaturgo, militante dell'American Indian Movement, autore di molti libri di poesie una decina dei quali tradotti anche in italiano; da molti anni vive prevalentemente tra gli Stati Uniti e l'Italia.
Dal sito della casa editrice Nottetempo riprendiamo la seguente breve notizia biografica: "Lance Henson (Washington, 1944) e' un poeta cheyenne che scrive in lingua inglese. Militante dell'American Indian Movement, organizzazione che si batte per la salvaguardia dei diritti umani e della terra dei popoli indigeni, ha pubblicato numerosi libri di poesia tradotti in piu' di 25 lingue. Dal 1988 al 2006 e' stato portavoce del popolo cheyenne alla Conferenza delle Nazioni Unite sui Popoli Indigeni a Ginevra".
Un'ampia notizia biobibliografica e' alle pp. 120-126 del recente volume di Lance Henson, Voyager. For the Cheyenne, Mauna Kea Edizioni, San Benedetto del Tronto (AP) 2019, 2020.
*
L'incontro e' parte di una serie di incontri di studio, meditazione e testimonianza in solidarieta' con la lotta dei popoli nativi americani per la loro stessa esistenza, per la dignita' umana e la salvaguardia dell'intera natura; in particolare la storica struttura nonviolenta viterbese promotrice dell'iniziativa e' impegnata per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
*
Al termine dell'incontro le persone partecipanti hanno riproposto l'invio di una lettera al Presidente degli Stati Uniti Biden per chiedere che conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

4. APPELLI. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]

3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/

5. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO SI UNISCE ALLA RICHIESTA DI UN INTERVENTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI ITALIANO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

L'associazione "Respirare" di Viterbo si unisce alla richiesta di un intervento del Ministro degli Esteri italiano per la liberazione di Leonard Peltier.
Di seguito il testo dell'appello.
*
Egregio Ministro degli Esteri,
lei, che e' stato Presidente del Parlamento Europeo, certo ricordera' il suo compianto collega e successore, l'on. David Sassoli.
E ricordera' anche l'impegno di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
Cosi' come ricordera' che gia' negli anni '90 ripetutamente il Parlamento Europeo aveva sollecitato la liberazione di Leonard Peltier.
*
Da Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
*
Analogamente gia' negli anni Novanta del secolo scorso il Parlamento Europeo aveva approvato risoluzioni a tal fine.
Cosi' recitava il testo della risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
*
Egregio Ministro degli Esteri,
lei ricordera' anche che nel corso di quasi mezzo secolo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
E ricordera' anche che lo scorso anno due nuovi autorevoli inviti, tra molti altri, sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: dapprima la Commissione giuridica ad hoc dell'Onu, e successivamente con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito di cui il Presidente Biden fa parte).
*
Di seguito un estratto dal documento dell'Onu del 2022 che chiede la liberazione di Leonard Peltier:
Human Rights Council
Working Group on Arbitrary Detention
Opinions adopted by the Working Group on Arbitrary Detention at its ninety-third session, 30 March–8 April 2022
Opinion No. 7/2022 concerning Leonard Peltier (United States of America)
1. The Working Group on Arbitrary Detention was established in resolution 1991/42 of the Commission on Human Rights. In its resolution 1997/50, the Commission extended and clarified the mandate of the Working Group. Pursuant to General Assembly resolution 60/251 and Human Rights Council decision 1/102, the Council assumed the mandate of the Commission. The Council most recently extended the mandate of the Working Group for a three-year period in its resolution 42/22.
2. In accordance with its methods of work (1), on 10 December 2021 the Working Group transmitted to the Government of the United States of America a communication concerning Leonard Peltier. The Government replied to the communication on 11 February 2022. The State is a party to the International Covenant on Civil and Political Rights.
3. The Working Group regards deprivation of liberty as arbitrary in the following cases:
(a) When it is clearly impossible to invoke any legal basis justifying the deprivation of liberty (as when a person is kept in detention after the completion of his or her sentence or despite an amnesty law applicable to him or her) (category I);
(b) When the deprivation of liberty results from the exercise of the rights or freedoms guaranteed by articles 7, 13, 14, 18, 19, 20 and 21 of the Universal Declaration of Human Rights and, insofar as States parties are concerned, by articles 12, 18, 19, 21, 22, 25, 26 and 27 of the Covenant (category II);
(c) When the total or partial non-observance of the international norms relating to the right to a fair trial, established in the Universal Declaration of Human Rights and in the relevant international instruments accepted by the States concerned, is of such gravity as to give the deprivation of liberty an arbitrary character (category III);
(d) When asylum seekers, immigrants or refugees are subjected to prolonged administrative custody without the possibility of administrative or judicial review or remedy (category IV);
(e) When the deprivation of liberty constitutes a violation of international law on the grounds of discrimination based on birth, national, ethnic or social origin, language, religion, economic condition, political or other opinion, gender, sexual orientation, disability, or any other status, that aims towards or can result in ignoring the equality of human beings (category V).
(...)
Disposition
101. In the light of the foregoing, the Working Group renders the following opinion:
The deprivation of liberty of Leonard Peltier, being in contravention of articles 2, 7 and 9 of the Universal Declaration of Human Rights and articles 2 (1), 9 and 26 of the International Covenant on Civil and Political Rights, is arbitrary and falls within categories III and V.
102. The Working Group requests the Government of the United States to take the steps necessary to remedy the situation of Mr. Peltier without delay and bring it into conformity with the relevant international norms, including those set out in the Universal Declaration of Human Rights and the International Covenant on Civil and Political Rights.
103. The Working Group considers that, taking into account all the circumstances of the case, including the risk to Mr. Peltier's health, the appropriate remedy would be to release Mr. Peltier immediately and accord him an enforceable right to compensation and other reparations, in accordance with international law (48). In the current context of the COVID-19 pandemic and the threat that it poses in places of detention, the Working Group calls upon the Government to take urgent action to ensure the immediate release of Mr. Peltier.
104. The Working Group urges the Government to ensure a full and independent investigation of the circumstances surrounding the arbitrary detention of Mr. Peltier and to take appropriate measures against those responsible for the violation of his rights.
105. In accordance with paragraph 33 (a) of its methods of work, the Working Group refers the present case to the Special Rapporteur on torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment, the Special Rapporteur on the right of everyone to the enjoyment of the highest attainable standard of physical and mental health, the Independent Expert on the enjoyment of all human rights by older persons, and the Special Rapporteur on the rights of indigenous peoples, for appropriate action.
106. The Working Group requests the Government to disseminate the present opinion through all available means and as widely as possible.
Follow-up procedure
107. In accordance with paragraph 20 of its methods of work, the Working Group requests the source and the Government to provide it with information on action taken in follow-up to the recommendations made in the present opinion, including:
(a) Whether Mr. Peltier been released and, if so, on what date;
(b) Whether compensation or other reparations have been made to Mr. Peltier;
(c) Whether an investigation has been conducted into the violation of Mr. Peltier's rights and, if so, the outcome of the investigation;
(d) Whether any legislative amendments or changes in practice have been made to harmonize the laws and practices of the United States with its international obligations in line with the present opinion;
(e) Whether any other action has been taken to implement the present opinion.
108. The Government is invited to inform the Working Group of any difficulties it may have encountered in implementing the recommendations made in the present opinion and whether further technical assistance is required, for example through a visit by the Working Group.
109. The Working Group requests the source and the Government to provide the abovementioned information within six months of the date of transmission of the present opinion. However, the Working Group reserves the right to take its own action in follow-up to the opinion if new concerns in relation to the case are brought to its attention. Such action would enable the Working Group to inform the Human Rights Council of progress made in implementing its recommendations, as well as any failure to take action.
110. The Working Group recalls that the Human Rights Council has encouraged all States to cooperate with the Working Group and has requested them to take account of its views and, where necessary, to take appropriate steps to remedy the situation of persons arbitrarily deprived of their liberty, and to inform the Working Group of the steps they have taken (49).
[Adopted on 30 March 2022]
*
Di seguito il testo integrale della risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022:
The following Resolution will be considered by the Resolutions Committee at its meeting on September 8, 2022.
Submitted by:
Ruth Buffalo/ND
Patrick Hart/Chair/ND
Kari Breker/Vice Chair/ND
Adam Goldwyn/ND
Clara Pratte/AZ
Resolution to Consider an Award of Executive Clemency for Leonard Peltier
WHEREAS, Democrats have sought to use clemency powers to secure the release of those serving unduly long or unjust prison sentences; and
WHEREAS, the Obama administration commuted the sentences of more than 1,700 people serving unjust sentences after a thorough review of their individual cases and the Biden administration has so far used clemency powers for more than 75 individuals serving unjust sentences as part of a broader strategy to make the criminal justice system more fair; and
WHEREAS, the Biden administration, under the direction of Secretary Deb Haaland, is leading a historic investigation into the lasting social impacts - such as, historical and intergenerational trauma - of the federal Indian boarding school system that separated Mr. Peltier from his family at a young age; and
WHEREAS, Mr. Peltier is 77 years old, and has served more than 45 years in federal prison - at least five years solitary confinement - in numerous prisons across the United States; and
WHEREAS, Leonard Peltier is Native American, elderly and suffers from severe health conditions, including diabetes and a lethal abdominal aortic aneurysm; life ending if ruptured; and
WHEREAS, The Department of Justice (DOJ) has issued a national response to the COVID-19 pandemic authorizing the Federal Bureau of Prisons (BOP) to release elderly inmates and those with underlying health conditions from federal prisons; Mr. Peltier is imprisoned at the Coleman Federal Correctional Complex in Florida and qualifies for early release under BOP guidelines; and
WHEREAS, Mr. Peltier was convicted and sentenced to two consecutive life sentences in 1977 for the murders of Federal Bureau of Investigation (FBI) agents Ronald Williams and Jack Coler, killed on June 26, 1975, during a confrontation with members of the American Indian Movement (AIM) on the Pine Ridge Indian reservation; Joseph Stuntz, a 23-year-old member of the Coeur d'Alene Tribe, was also killed that day, and his death was never investigated; and
WHEREAS, Mr. Peltier was extradited from Canada based on false statements of an alleged eye witness who later retracted her testimony; and
WHEREAS, many evidentiary and procedural irregularities arose during Mr. Peltier's prosecution, such as alleged key eyewitness to the shootings later retracting testimony disclosing threats against the eyewitness and family by the FBI; and
WHEREAS, a 1980 Freedom of Information Act ruling revealed to Mr. Peltier's lawyers the prosecution withheld evidence that might have impacted Mr. Peltier's case; and
WHEREAS, although legal experts have criticized the trial for its failed due process, appeals for presidential consideration of clemency by distinguished Americans and justice organizations have had no success; and
WHEREAS, this further diminishes American Indians' faith in the criminal justice system throughout the country; and
WHEREAS, hundreds of tribal nations have supported early release and clemency Mr. Peltier's throughout the years, and the Turtle Mountain Band of Chippewa, of which Mr. Peltier is a member, has offered housing, elderly support, and reintegration services upon Mr. Peltier's release; and
WHEREAS, petitions for Mr. Peltier's release are widespread and urgent, including those who once were part of the 1977 criminal prosecution and former U.S. Attorney James H. Reynolds, having garnered over 275,000 signatures on a petition requesting President Biden grant Mr. Peltier clemency; and
WHEREAS, Amnesty International, a global human rights organization with over 10 million members, supporters, and activists worldwide, continues the call for Mr. Peltier's release to this day; and
WHEREAS, Mr. Peltier has overwhelming support from internationally respected champions of human rights, including the late Nelson Mandela, His Holiness the Dalai Lama, Mikhail Gorbachev, Mary Robinson, former President of Ireland and United Nations High Commissioner for Human Rights, the European Parliament, the Belgian Parliament, the Italian Parliament, the Kennedy Memorial Center for Human Rights, the Rev. Jesse Jackson, Rigoberta Menchu, seven Nobel Peace Prize Laureates (including Archbishop Desmond Tutu and Shirin Ebadi), Rage Against the Machine, Pete Seeger, Carlos Santana, Harry Belafonte, Gloria Steinem, and Robert Redford, representing but a fraction of those who recognize the injustice imposed upon Mr. Peltier; and
WHEREAS, the National Caucus of Native American State Legislators, tribal nation leaders, and the National Congress of American Indians, within our representative states and beyond, have demanded Mr. Peltier's clemency and release;
THEREFORE, BE IT RESOLVED, that the DNC platform states that the President should use clemency powers "to secure the release of those serving unduly long sentences;" and
BE IT FURTHER RESOLVED, that given the overwhelming support for clemency, the constitutional due process issues underlying Mr. Peltier's prosecution, his status as an elderly inmate, and that he is an American Indian, who suffer from greater rates of health disparities and severe underlying health conditions, Mr. Peltier is a good candidate to be granted mercy and leniency; and
BE IT FURTHER RESOLVED, that it is highly appropriate that consideration of clemency for Mr. Peltier be prioritized and expedited, so that Mr. Peltier can return to his family and live his final years among his people.
*
Egregio Ministro degli Esteri,
con questa lettera vorremmo sollecitare un suo impegno affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda la grazia che finalmente restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Distinti saluti,
l'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 14 aprile 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

6. DOCUMENTAZIONE. RICCARDO NOURY: CONDANNATO 46 ANNI FA, NUOVO APPELLO PER SCARCERARE LEONARD PELTIER
[Dal sito del "Corriere della sera" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 20 aprile 2023]

Il 18 aprile 1977 Leonard Peltier, attivista nativo americano del Movimento degli indiani d'America, veniva condannato a un doppio ergastolo per l'omicidio di due agenti dell'Fbi.
In occasione del 46mo anniversario della sentenza, abbiamo rilanciato l'appello per chiedere al presidente Biden, attraverso un atto di clemenza, la scarcerazione di Peltier per motivi umanitari.
Nessuno dovrebbe stare in carcere, tantomeno da oltre quatto decenni, a fronte di gravi dubbi sulla correttezza del suo processo. Oltretutto, Peltier versa in cattive condizioni di salute.
In favore della sua scarcerazione si sono pronunciati, oltre ad Amnesty International, il defunto arcivescovo Desmond Tutu e altri Nobel per la pace, ex agenti dell'Fbi, senatori statunitensi e persino il procuratore dell'epoca, James Reynolds, che rappresento' la pubblica accusa nel processo di primo grado e in quello d'appello.
Qui la pagina di Amnesty International Usa dedicata a Leonard Peltier: https://www.amnestyusa.org/free-leonard-peltier/resources/

7. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: STEREOTIPI CADUTI
[Dalla newsletter di "Costituente Terra" n. 113 del 19 aprile 2023 (e-mail: notizieda at costituenteterra.com, sito:www.costituenteterra.it ) riprendiamo e diffondiamo]

Cari amici,
lo smantellamento della protezione speciale per gli immigrati, appassionatamente perseguito dal governo, in  realta' era stato sancito nel decreto legge varato dal macabro Consiglio dei ministri riunito a Cutro dopo il tragico naufragio. Si trattava di un messaggio rivolto ai cadaveri appena finiti sulla riva. Diceva loro: "siete venuti per godervi la protezione speciale, e noi ve la  togliamo". Di questa norma, in attuazione della linea Piantedosi, nessuno, tranne l'Avvenire, si era accorto, mentre l'attenzione generale si era rivolta alle fantasiose norme penali che la presidente Meloni voleva andare a far valere in tutto l'orbe terracqueo. Se ne sono accorti ora, quando il decreto legge e' arrivato all'aula del Senato, e a questo punto l'unica speranza e' che non sia convertito in legge. Le norme abrogate sono quelle, non a caso chiamate umanitarie (sicche' e' ora disumano abolirle), per le quali anche gli immigrati che non godevano della protezione internazionale ordinaria in virtu' del diritto di asilo, non potevano essere espulsi dall'Italia se si erano inseriti in modo "effettivo" nella sua vita sociale, e se vi avevano contratto o potevano eccepire effettivi vincoli di natura familiare, sicche' il loro allontanamento coatto avrebbe comportato "una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare del migrante".  Mettere ora i migranti fuori del diritto, significa renderli clandestini, ascritti a una "regola non bollata", non piu' "occupabili", se non in nero, e ridurli a "paria" (come i russi per Biden), esiliati e apolidi.
Aggiunto alla proclamazione dello stato di emergenza, alla lettura come errori di grammatica del fascismo di ritorno celebrato al vertice delle istituzioni, e a tutto il resto, lo smantellamento della protezione per i naufraghi, i profughi, i migranti e i loro familiari, fa cadere anche l'ultimo stereotipo della celebre definizione che Giorgia Meloni in spagnolo ha dato di se stessa. Infatti una donna non si fa chiamare "il Signor Presidente del Consiglio", una madre non manda armi che imparzialmente vanno a uccidere bambini e altri figli di mamma che si combattono tra loro, una italiana non fa la sovranista in Italia e la suddita (o vassalla, come dice Macron) degli Stati Uniti e del norvegese Stoltenberg, e una cristiana non toglie protezione a nessuno, anzi addirittura dovrebbe soccorrere il prossimo, amare i nemici e considerare fratelli gli stranieri. E non va in Abissinia (come i fascisti chiamavano l'Etiopia) ad abbracciare  i bambini neri "a casa loro".
Resta pero' una domanda che riguarda Silvio Berlusconi. Le sue condizioni sono migliorate e l'augurio sincero (non come quello di certi "coccodrilli" troppo precipitosi) e' che guarisca del tutto e torni al suo ruolo e alle sue responsabilita' politiche. E la domanda e': che cosa c'entra Berlusconi con queste impietose politiche del governo? Non voleva interpretare una destra liberale, democratica, inclusiva, non voleva con le sue televisioni e promesse di governo raccontare un mondo di felicita' e festose relazioni? Che cosa c'entra con l'accanimento contro i migranti e i naufraghi, cosa c'entra con la guerra ad oltranza che uccide l'Ucraina e vuole eliminare la Russia, che cosa c'entra con la riabilitazione del fascismo il cui abbandono da parte di Fini a Fiuggi consacro' sdoganando il Movimento Sociale-Alleanza Nazionale? Che c'entra con questo governo di destra retrodatata? Nella sua esperienza di governo egli ne ha fatte molte di cattive e sbagliate, ma come non vedere che quest'ultima, tenendo in piedi questo governo, e' la peggiore, e perfino tradisce la coscienza che egli ha di se'? Non lo diciamo per tornare sulla sua vicenda personale, ma perche' ne va della democrazia italiana.
Nel sito pubblichiamo di Gaetano Azzariti un articolo su "Un altro regionalismo e' possibile", di Domenico Gallo un articolo su "Guerra e finzione di guerre", di Raniero La Valle una relazione a Brescia su "Origini vicine e lontane della guerra in Ucraina" e di Alessandro Marescotti un articolo sul fallimento dell'invio di armi.
Con i piu' cordiali saluti,
Costituente Terra (Raniero La Valle)

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Geoffrey Hawthorn, Storia della sociologia. Dall'illuminismo alla disillusione, Il Mulino, Bologna 1980, pp. 412.
- Friedrich Jonas, Storia della sociologia, Laterza, Roma-Bari 1970, 1975, 2 voll. per complessive pp. 768.
*
Riedizioni
- Margaret Atwood, Oryx e Crake, Salani, Milano 2021, Rcs, Milano 2023, pp. 384, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Hayashi Fumiko, Lampi, Marsilio, Venezia 2012, Gedi, Torino 2023, pp. 232, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4813 del 23 aprile 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com