[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 669



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 669 del 25 dicembre 2022

In questo numero:
1. Movimento Nonviolento: Ciao, Rocco Pompeo
2. Daniele Lugli: Obiezione di coscienza e servizio civile: Internazionale nonviolenta in atto
3. Scriviamo alle ambasciate in Italia di Russia ed Ucraina per chiedere ai loro governi una tregua di natale
4. Una tregua di natale per far cessare la guerra
5. Chiediamo una tregua di natale che fermi le stragi e le devastazioni ed avvii negoziati di pace
6. Cessino le uccisioni: tregua di natale
7. Una lettera alle ambasciate in Italia di Russia ed Ucraina: richiesta ai vostri governi di una tregua di natale
8. L'Associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
9. Ripetiamo ancora una volta...
10. Pinella Leocata: In piazza per Mahsa e per le donne iraniane
11. Farian Sabahi: Il primo impiccato per rivolta e gli spari per umiliare la bellezza

1. LUTTI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: CIAO, ROCCO POMPEO
[Dal sito di "Azione Nonviolenta". Ci uniamo al lutto e alle condoglianze]

Il Movimento Nonviolento e' in lutto. Ieri il cuore di Rocco Pompeo si e' fermato.
Rocco e' stato un pilastro del nostro Movimento, e ci manchera' tantissimo.
Il suo nome, fin dal 1968, e' legato a quello di Aldo Capitini e di don Alfredo Nesi.
Rocco, lucano di origine e toscano d'adozione (prendendo il meglio dell'una e dell'altra cultura), ha svolto ruoli importanti per la nonviolenza italiana, sia a livello nazionale che locale, a Livorno, dove ha saputo radicarsi nel quartiere Corea e a Montevaso. Al Villaggio scolastico di Corea e alla tenuta agroforestale di Montevaso, Rocco ha dedicato tutte le sue energie, ottenendo risultati straordinari, sia nel campo dell'educazione che in quello dell'agriturismo.
Nonviolenza e politica, democrazia aperta, federalismo, scuola pubblica, sono alcuni dei temi principali sui quali il "prof. Rocco Pompeo" ha studiato, seminato, agito.
Instancabile operatore sociale ha animato il Centro Studi Nonviolenza, la Fondazione Nesi, e ha fatto da maestro e formatore per tante generazioni di giovani.
La politica e' stata per lui una "malattia" benefica che non lo ha mai abbandonato. Militante e dirigente socialista negli anni '70  e, dopo la rottura con il partito, come "indipendente di sinistra", e' stato per tre volte assessore a Livorno e l'ultimo suo incarico politico e' stato quello di consigliere comunale a Castellina Marittima, per la Lista Civica - Democrazia Aperta.
Ci vorra' tempo per scrivere una sua completa biografia, e per studiare il suo importante archivio, che tanta memoria custodisce.
A noi piace ricordarlo anche per le sue capacita' manuali, era infatti un raffinato intellettuale che sapeva usare bene anche la zappa. Memorabili i suoi liquori basilichello, finocchietto e le marmellate di limoni.
Il Movimento Nonviolento si stringe attorno alla sua famiglia, la moglie Ornella, i figli Francesca ed Enrico, i nipoti.
Ad Enrico Pompeo, membro del Comitato di Coordinamento, va il nostro abbraccio corale.
Rocco Pompeo 21/10/1944, Muro Lucano – 22/12/2022, Livorno
Movimento Nonviolento

2. TESTIMONIANZE. DANIELE LUGLI: OBIEZIONE DI COSCIENZA E SERVIZIO CIVILE: INTERNAZIONALE NONVIOLENTA IN ATTO
[Dal sito di "Azione Nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Un bel convegno, promosse dalla CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile) in collaborazione con il Movimento Nonviolento si e' svolto a Roma per il 50° anniversario della legge 772/72 sull'obiezione di coscienza.
In due giornate di intenso lavoro si sono affrontati storia e connessioni di obiezione e servizio civile, loro attualita', criticita' e potenzialita'. Il mio piccolo intervento mira a evidenziare il legame tra l'azione degli obiettori italiani, prima e per l'ottenimento della legge, e il ben piu' impegnativo compito che pacifisti e obiettori russi si assumono nella guerra in corso. L'intervista di Luca Liverani, di Avvenire, a me e agli obiettori, Yurii Sheliazhenko, ucraino online, e Alexander Belik, russo, seduto accanto a me, e' visibile a partire dall'ora 5,05 della registrazione del 14.
Raccomando l'ascolto dell'intervento di Yurii. E' il leader del MPU, Movimento pacifista ucraino, che ha in comune col Movimento Nonviolento l'adesione al BEOC (Ufficio europeo per l'obiezione di coscienza). Non ci fa mancare notizie e aggiornamenti. Altri se ne possono trovare agevolmente su questo sito e pure sul suo profilo Facebook, che riesce a mantenere attivo e aggiornato. Non meno interessante e' l'intervento di Axander. Ha l'eta' di mia nipote. Anche per lui, sul profilo Facebook e su queste pagine si possono avere notizie aggiornate. E' il coordinatore del Movimento degli Obiettori di coscienza russi. Rifugiato in Estonia, confida nel riconoscimento del diritto d'asilo. Prosegue nella sua opposizione alla guerra con il supporto del Movimento degli obiettori finlandesi (come il Movimento Nonviolento fa parte della WRI e del BEOC), con il quale il Movimento russo collabora già dal 2018.
Su Il Manifesto un intervento di Mao Valpiana riassume perfettamente quello che avrei voluto scrivere ora. Solo una precisazione mi incombe. Non posso considerarmi cofondatore del Movimento Nonviolento con Capitini e Pinna, come Mao, generosamente, scrive. Mi sono trovato alla costituzione nel 1962 e, come sono riuscito, ho continuato nell'impegno. Forse sono tra i pochi sopravvissuti a quel momento. Nell'intervento al convegno ho detto della modesta attivita' del Gruppo di Azione Nonviolenta, che e' servita pero' a far ripartire un interesse al tema dell'obiezione e al suo riconoscimento. Ho accennato pure all'esperienza di tre Campi internazionali di lavoro, studio, addestramento alla nonviolenza. Sono esperienze brevi, ma molto intense. Nel ricordo di chi vi ha partecipato sembrano essere andate ben oltre la loro effettiva durata. Per Piero Pinna costituivano "l'internazionale nonviolenta in atto". Ho partecipato a tutti.
1964, campo a Hospental, Canton Uri, in Svizzera, dal 19 luglio al primo agosto. L'organizzazione e' di War Resisters' International e del Servizio civile internazionale, sezioni svizzere. Il lavoro e' di cinque ore. Consiste nel rendere percorribile a carriole e a piccoli carretti un sentiero che unisce una casa isolata al fienile. C'e' pure una stalla, ma vuota: le bestie sono ai pascoli alti. Dormiamo nel fienile, attenti a non sfiorare il fieno che vi e' ricoverato. Le ore di studio sono tre, in verita' le discussioni hanno come limite l'addormentarsi. Siamo nella montagna sopra Hospental. Nessun luogo dove andare finito il lavoro e lo studio giornalieri. Siamo in 29: 10 svizzeri, 5 italiani, 5 inglesi, 3 francesi, 2 tedeschi, 1 belga, l norvegese, 1 olandese, l danese. Degli italiani uno e' Pinna, gli altri sono due coppie di ferraresi. L'addestramento alla nonviolenza - della quale abbiamo parlato, assieme alla situazione dell'obiezione nei diversi paesi e prodotto pure un piccolo documento – e' al termine del campo. Alle 12 del 3 agosto, sul lungolago di Zurigo, tre svizzeri e un inglese dispiegano striscioni con scritte sull'obiezione di coscienza. Invitati a desistere, persistono. Vengono presi e portati via in braccio. Alle 13.40 l'azione si ripete: due svizzeri e un italiano (manco dirlo, Pinna) replicano con gli stessi esiti. Il loro fermo dura qualche ora. Gli altri campisti diffondono volantini. Telefono o scrivo, non ricordo, all'Avanti! che pubblica la notizia.
1965, campo a Signa (Firenze), dal 22 agosto al 4 settembre, sempre con War Resisters'. La formula e' la stessa. Il lavoro, cinque ore, e' di sbancamento di un rilievo per aumentare la corte e nella pulitura degli ambienti interni. Poi ci sono le 3 ore di studio. Siamo nel Villaggio Scolastico Artigiano per ragazzi orfani, per le vacanze estive. Ospita, nelle sue capaci strutture, 45 partecipanti, con la presenza iniziale anche di due indiani. Siamo 16 italiani, 12 inglesi, 4 svizzeri, 3 danesi, 2 francesi, 2 svedesi, 2 americani, 1 tedesco, 1 olandese, l norvegese, l spagnolo (Francisco Franco all'epoca e' ben vivo). Ci mantiene una generosa offerta di cibo da parte dei signesi, che apprezzano l'attivita' della struttura che ci ospita e accolgono, con curiosita' e attenzione, la nostra presenza e le nostre proposte diffuse con volantini e con discussioni alla Casa del popolo. Il campo si conclude con una camminata con i nostri striscioni da Signa a Firenze (17 km). Nella citta' sostiamo quattro ore con i nostri striscioni e diffondendo volantini. Ai campisti si uniscono fiorentini.
1967, campo a Montoggio (Genova) dal 5 agosto al 2 settembre. L'iniziativa si appoggia alla Comunita' del Molo di Genova, un gruppo che svolge una variegata attivita' educativo-assistenziale, Il lavoro e' ridotto a quattro ore giornaliere. Si tratta di contribuire a sistemare la sede stradale, che unisce il centro alla frazione di Casa', soggetta a smottamenti in caso di forti precipitazioni. Alloggiamo in tende. Ci prepariamo i pranzi. Le ore di studio restano tre. Le discussioni non hanno limite. Il resto del tempo e' impegnato in incursioni nel centro del paese: proteste contro la guerra nel Vietnam e distribuzioni di volantini che dicono del senso della nostra presenza. I rapporti con la caserma dei carabinieri all'inizio un po' tesi divengono buoni. Siamo in 20: 10 italiani, 3 francesi (compresa una coppia di australiani residenti in Francia), 2 svizzeri, 2 belgi, 1 jugoslava, 1 inglese, 1 tedesco, piu' una quindicina di presenze temporanee. Per impegni di lavoro mi perdo il prologo e l'epilogo del campo. In principio e' il tentativo, non riuscito, di recarsi sulla Liming in porto. E' una nave cinese isolata perche' esibisce scritte ritenute offensive al nostro sistema politico. Il campo si conclude con una manifestazione vietata a Genova. E' sabato e Pietro Pinna e' arrestato e liberato il lunedi' successivo.
Ripensandoli ora vedo in quelle modeste esperienze l'embrione di un collegamento forte tra obiezione di coscienza e servizio civile, da radicare nelle comunita' e da collegare in una rete internazionale, della quale e' cosi' sentito il bisogno da parte degli obiettori alla guerra in corso. Piero Pinna chiamava quei campi l'Internazionale nonviolenta in atto. E' un'indicazione da non perdere. La sento confermata nell'incontro "inCOSCIENZA" a Bologna nel pomeriggio del 16 dicembre, organizzato sempre dalla CNESC, con i Coordinamenti provinciali della regione. Faccio il "libro vivente" e sono molto consultato, direi con attenzione. Inoltre nella rassegna delle diverse prospettive mi e' affidato proprio il tema "Obiettare oggi in Italia e all'estero". Dell'incontro sottolineo il clima che sarebbe piaciuto a Capitini - familiarita' e tensione - e la bellezza dell'incontro con ragazze e ragazzi, piu' giovani di mia nipote, interessati e disponibili all'impegno.

3. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALLE AMBASCIATE IN ITALIA DI RUSSIA ED UCRAINA PER CHIEDERE AI LORO GOVERNI UNA TREGUA DI NATALE

Carissime e carissime,
proponiamo ad ogni persona di volonta' buona di scrivere alle ambasciate in Italia di Russia ed Ucraina per chiedere ai loro governi una tregua di natale.
Di seguito una proposta di testo.
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All'ambasciata russa in Italia: ambrus at ambrussia.it,
All'ambasciata ucraina in Italia: emb_it at mfa.gov.ua,
Egregi ambasciatori in Italia di Russia ed Ucraina,
vi chiediamo di inoltrare la presente lettera ai vostri governi: con essa chiediamo ad entrambi di deliberare con effetto immediato una tregua di natale, che sia avvio dei negoziati di pace che pongano fine alla guerra e alle stragi e alle devastazioni di cui la guerra sempre e solo consiste.
Troppe persone sono gia' state uccise.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Distinti saluti,
Firma, luogo e data, recapito del mittente
*
A tutte e tutti grazie fin d'ora per quanto vorrete e potrete fare.
Chi salva una vita salva il mondo.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

4. L'ORA. UNA TREGUA DI NATALE PER FAR CESSARE LA GUERRA

Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. L'ORA. CHIEDIAMO UNA TREGUA DI NATALE CHE FERMI LE STRAGI E LE DEVASTAZIONI ED AVVII NEGOZIATI DI PACE

Chiediamo una tregua di natale che fermi le stragi e le devastazioni ed avvii negoziati di pace.
Ogni persona di volonta' buona, ogni civile istituto, si opponga alla guerra assassina.
Si cessi di uccidere e di lasciar uccidere; si soccorra, si accolga, si assista ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Chi condivide questo appello lo diffonda.
Facciamo sentire la voce dell'umanita'.
Facciamo cessare la guerra con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, con la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente: impediamo che la criminale follia della guerra ci avveleni, ci massacri, ci annienti.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. L'ORA. CESSINO LE UCCISIONI: TREGUA DI NATALE

Chiediamo una tregua di natale che faccia cessare tutte le uccisioni.
Chiediamo una tregua di natale che richiami tutti gli esseri umani alla loro comune umanita'.
Chiediamo una tregua di natale che sia momento di esame interiore e dialogo aperto, riconoscimento e rispetto di ogni volto e di ogni voce, riconoscimento e rispetto del vero e del bene.
Chiediamo una tregua di natale che persuada ogni persona ed ogni umano istituto al ripudio della guerra e di tutte le uccisioni.
Chiediamo una tregua di natale che persuada ogni persona ed ogni umano istituto al bene comune dell'umanita' intera.
Chiediamo una tregua di natale da cui scaturisca la fine della guerra.
Chiediamo una tregua di natale da cui scaturisca la scelta della pace, del disarmo, della smilitarizzazione dei conflitti.
Chiediamo una tregua di natale da cui scaturisca la decisione di soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Cessino le uccisioni: tregua di natale.
Chi condivide questo appello lo diffonda.

7. L'ORA. UNA LETTERA ALLE AMBASCIATE IN ITALIA DI RUSSIA ED UCRAINA: RICHIESTA AI VOSTRI GOVERNI DI UNA TREGUA DI NATALE

All'ambasciata russa in Italia: ambrus at ambrussia.it,
All'ambasciata ucraina in Italia: emb_it at mfa.gov.ua,
Egregi ambasciatori in Italia di Russia ed Ucraina,
vi chiediamo di inoltrare la presente lettera ai vostri governi: con essa chiediamo ad entrambi di deliberare con effetto immediato una tregua di natale, che sia avvio dei negoziati di pace che pongano fine alla guerra e alle stragi e alle devastazioni di cui la guerra sempre e solo consiste.
Troppe persone sono gia' state uccise.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Distinti saluti,
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 22 dicembre 2022

8. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO ADERISCE ALL'APPELLO RECANTE "SETTE PROPOSTE PER ESTENDERE ED INTENSIFICARE LA MOBILITAZIONE PER LA GRAZIA CHE RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER"

L'associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier".
Leonard Peltier e' l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente che da 47 anni e' detenuto innocente, condannato per crimini che non ha commesso in un processo-farsa basato su cosiddette "prove" e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi false, come hanno successivamente riconosciuto gli stessi accusatori e giudici.
La sua liberazione e' stata chiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco.
Milioni di persone ed autorevoli istituzioni di tutto il mondo chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Alleghiamo in calce il testo integrale dell'appello.
L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 18 dicembre 2022
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
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Allegato: testo integrale dell'appello "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
Carissime e carissimi,
vi proponiamo sette iniziative per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' questo: in questo torno di tempo infatti sia negli Stati Uniti che a livello internazionale sta crescendo la mobilitazione, ottenendo nuove, ampie e rilevanti adesioni che possono finalmente trovare ascolto alla Casa Bianca, nelle cui mani e' il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier attraverso la concessione della grazia presidenziale.
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1. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
La prima: scrivere a Biden e diffondere quanto piu' possibile la proposta di scrivere a Biden.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
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2. Scrivere al sindaco di Roma
La seconda: scrivere al sindaco di Roma affinche' affinche' unisca la sua voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier. La voce del sindaco di una delle citta' piu' importanti del mondo puo' trovare favorevole ascolto sia presso la Casa Bianca che presso l'opinione pubblica non solo italiana ma internazionale.
Indirizzi di posta elettronica cui scrivere: segreteria_cg at comune.roma.it, donato.iannone at comune.roma.it, segreteriavcgv.debernardini at comune.roma.it, giorgio.piccarreta at comune.roma.it, pietropaolo.mileti at comune.roma.it, gianluca.viggiano at comune.roma.it, caterina.cordella at comune.roma.it, segreteria.direzionegac at comune.roma.it, accesso.semplice at comune.roma.it, ld.gabinetto at comune.roma.it, mariagrazia.tretola at comune.roma.it, seg.gen at comune.roma.it, laura.dimeglio at comune.roma.it, patrizia.bernardini at comune.roma.it, eufrasia.cogliandro at comune.roma.it, vicesindaco at comune.roma.it, assessorato.bilancio at comune.roma.it, assessorato.ambiente at comune.roma.it, assessorato.rifiuti at comune.roma.it, assessoratodecentramento at comune.roma.it, assessoratopersonale at comune.roma.it, assessorato.politichesociali at comune.roma.it, assessorato.cultura at comune.roma.it, assessorato.sviluppoeconomico at comune.roma.it, assessorato.pariopportunita at comune.roma.it, assessorato.sport at comune.roma.it, assessorato.turismo at comune.roma.it, assessorato.grandieventi at comune.roma.it, assessorato.mobilita at comune.roma.it, assessoratoallascuola at comune.roma.it, assessoratolavoroformazione at comune.roma.it, assessorato.infrastrutture at comune.roma.it, assessorato.urbanistica at comune.roma.it, tiziana.marrone at comune.roma.it, assessorato.patrimoniocasa at comune.roma.it, presidenza.assembleacapitolina at comune.roma.it,
Modello di lettera:
Egregio Sindaco di Roma,
sicuramente conoscera' gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente sapra' anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricordera' anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Gia' lo scorso anno, su nostra sollecitazione, molti sindaci italiani (tra cui quelli di citta' importanti come Aosta, Bologna, Palermo, Pesaro...) espressero il loro sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Sarebbe di grande importanza che anche il Sindaco del Comune di Roma volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarla di voler anche lei richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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3. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani
La terza: scrivere alle ed ai parlamentari italiani affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari sono disponibili nel sito del Senato e della Camera (www.senato.it e www.camera.it).
Modello di lettera:
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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4. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo
La quarta: scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, proseguendo nell'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 e rinnovato nel 2021 dal compianto Presidente David Sassoli.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari europei sono disponibili nel sito del Parlamento Europeo (www.europarl.europa.eu).
Modello di lettera:
Egregie ed egregi parlamentari europei,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento Europeo volesse ancora una volta unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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5. Scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee"
La quinta: scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" per far sentire direttamente la nostra solidarieta' a chi e' piu' vicino a Leonard Peltier e coordina la mobilitazione per la sua liberazione
Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
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6. Scrivere direttamente a Leonard Peltier
La sesta: scrivere direttamente a Leonard Peltier.
L'indirizzo e': Leonard Peltier, #89637-132, USP Coleman I, P.O. Box 1033, Coleman, FL 33521.
Possono essere inviate solo lettere postali.
Ovviamente le lettere devono essere adeguate alla situazione. Possono bastare anche poche parole.
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7. Costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier
La settima: costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier.
Ovviamente una rete senza gerarchie o primazie, policentrica e plurale, in cui possano impegnarsi insieme persone provenienti da tutte le culture, le esperienze e le tradizioni.
Una rete di persone e realta' che si prefigga ad esempio di:
a) partecipare a iniziative comuni;
b) promuovere iniziative proprie, locali e non solo;
c) premere nonviolentemente sui media, locali e non solo, affinche' diano notizia della vicenda di Leonard Peltier e delle iniziative per la sua liberazione;
d) premere nonviolentemente sulle rappresentanze democratiche (istituzioni, associazioni, forze politiche e sindacali, esperienze della cultura e della solidarieta'...), locali e non solo, affinche' si impegnino per la liberazione di Leonard Peltier.
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E' ovvio che tutte le iniziative che proponiamo devono essere rigorosamente nonviolente, coerentemente con il fine dell'iniziativa: ottenere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Se necessaria, varia documentazione utile, in inglese e in italiano, puo' essere richiesta scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, un forte abbraccio dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 9 dicembre 2022
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.

9. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

10. L'ORA. PINELLA LEOCATA: IN PIAZZA PER MAHSA E PER LE DONNE IRANIANE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso su "La Sicilia" il 22 dicembre 2022]

Sfilano lungo via Etnea addobbata di luminarie, tra le persone indaffarate a comprare gli ultimi regali di Natale. Avanzano dietro uno striscione dorato che grida "Donna vita liberta'", lo slogan delle donne iraniane che sono scese in piazza per contestare il regime fondamentalista e dittatoriale la cui polizia "morale" ha trucidato Mahsa Amini solo perche' aveva una ciocca di capelli libera dal velo. Un regime che dopo di lei ha massacrato e continua a massacrare ragazze e ragazzi che a migliaia vengono arrestati solo perche' protestano. "Jin Jiyan Azadi" recita lo striscione usando le parole curde vita e donna, parole che hanno la stessa radice.
Le donne e le femministe catanesi sono scese in piazza per esprimere "solidarieta' alle sorelle iraniane e curde e a tutti i popoli nella lotta contro i regimi opprimenti e dispotici". E lo fanno a titolo personale, senza sigle. Accanto a loro anche tanti uomini, come tutti sconvolti dalla brutalita' del regime e colpiti dalla forza e dal coraggio delle donne e dei giovani iraniani che pagano con la tortura e con la vita la rivendicazione della propria liberta' e dignita'. "La liberta' della donna e' condizione per la liberta' di tutta la societa' – recita un documento letto per strada -. La liberta' delle donne oggi e' garanzia della prosecuzione dell'umanita', del rispetto delle scelte, dei credi, delle opinioni di ognuna e di ognuno, della natura e del vivente".
Mentre il corteo sfila le donne cantano la versione femminista del canto delle mondine e la versione che le donne iraniane hanno fatto del canto degli Inti Illimani "El pueblo unido jamas sera' vencido".  Una canzone che invita a "giurare sul sangue puro dei tulipani", il fiore simbolo della Persia, e in cui si racconta della "rivolta di baci e lacrime in questo luogo di sofferenze senza fine". "Nel nome della donna, nel nome della vita - promettono - questi vestiti di servitu' verranno stracciati". E sono tante le donne in corteo che portano un grande tulipano rosso di carta sul petto, mentre altre indossano un piccolo cartello bianco con il nome delle donne trucidate dal regime. Tra chi sfila gira anche l'appello di un gruppo di femministe romane che invita i parlamentari nazionali e regionali ad adottare i condannati a morte in Iran in modo da bloccare le esecuzioni capitali.
Tra i manifestanti c'e' anche una giovane donna iraniana che si trovava per caso in via Etnea con il figlio. "Niente nome perche' e' troppo pericoloso per me e per la mia famiglia che vive in Iran". Lei ha studiato e si e' laureata a Catania dove adesso l'ha raggiunta anche il figlio. Non vuole tornare piu' al suo Paese. L'ultima volta che c'e' stata, l'anno scorso, l'ha trovato triste, le donne coperte da vestiti scuri e velate, il costo della vita carissimo, la crisi economica devastante. E adesso la terribile repressione. "Arrestano anche ragazzine quattordicenni e le stuprano fino alla morte. E' terribile. Uccidono per niente. Hanno arrestato anche mia madre, anziana e malata, solo perche' andava in bicicletta. Eppure era completamente velata ed e' una musulmana praticante. In Iran non si puo' piu' vivere, ma sapendo quello che succede nel mio Paese non posso essere contenta neanche qui". E aggiunge. "Vi prego, parlate di quello che succede, parlatene ancora e ancora. E grazie per questa manifestazione di sostegno".
Infine, impossibile raggiungere piazza Universita' occupata dalle bancarelle natalizie, il corteo si ferma sotto la prefettura dove in tanti fanno i propri interventi a microfono aperto.

11. L'ORA. FARIAN SABAHI: IL PRIMO IMPICCATO PER RIVOLTA E GLI SPARI PER UMILIARE LA BELLEZZA
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso su "il manifesto" il 9 dicembre 2022]

Il ventitreenne Mohsen Shekari lavorava in un caffe' ed era un amante dei videogiochi. Arrestato durante le proteste, era stato processato il 10 novembre. E' stato impiccato ieri mattina. Come d'abitudine in Iran, anche al tempo dello scia', gli e' stata estorta una confessione, servita a comminare la pena capitale per il reato di mohabereh, "propaganda contro Dio".
I capi d'accusa sono stati "l'aver bloccato una strada, l'aver partecipato ai disordini, l'aver estratto un'arma con l'intenzione di uccidere e l'aver accoltellato intenzionalmente un paramilitare basiji".
Questa prima impiccagione di un giovane che ha preso parte alle proteste, innescate dalla morte della ventiduenne curda Mahsa Amini il 16 settembre, vuole essere una forma di intimidazione nei confronti di tutti coloro che osano sfidare il regime. Secondo l'ong Iran Human Rights con sede a Oslo, sono almeno 458, di cui 63 minorenni e 29 donne, le persone uccise nella repressione e oltre 18mila quelle arrestate.
L'altro ieri sera, nel terzo giorno di sciopero nazionale e in concomitanza con la giornata iraniana degli studenti universitari, le forze dell'ordine hanno sparato colpi d'arma da fuoco contro il ventunenne Houman Abdollahi nella citta' nordoccidentale di Sanandaj, nella provincia iraniana del Kurdistan dove le autorita' usano la mano pesante contro ogni forma di dissenso.
Secondo il sito IranWire in cui sono operativi numerosi giornalisti della diaspora iraniana, il ragazzo sarebbe stato colpito mentre si trovava nel quartiere Hassan Abad e sarebbe morto nell'ospedale Kosar in seguito alle ferite riportate.
Intanto, nonostante il rallentamento di internet, gli attivisti continuano a comunicare con giornalisti ed emittenti straniere. Gli operatori sanitari in Iran hanno fornito al quotidiano britannico "The Guardian" le foto delle ferite devastanti sui corpi dei manifestanti.
Un medico della provincia centrale di Isfahan ha raccontato di aver "curato una donna sui vent'anni, che e' stata colpita ai genitali da due pallottole. Altri dieci pallini erano nella parte interna della coscia. Questi dieci pallini sono stati rimossi facilmente, ma quei due pallini erano una sfida, perche' incastrati tra l'uretra e l'apertura vaginale".
Il medico ha aggiunto che le autorita' stanno prendendo di mira uomini e donne in modi diversi "per distruggerne la bellezza". Gli operatori sanitari hanno sottolineato che i colpi agli occhi di donne, uomini e bambini sono particolarmente comuni.
A invitare le forze dell'ordine a sparare in viso pare sia stato Ali Akbar Raefipour, un docente universitario vicino ai pasdaran che ha usato i social media per intimidire coloro che scendono in strada. In un tweet del 6 dicembre scorso aveva scritto: "Se volete perdere la vita, unitevi alle proteste, specialmente se avete un bel viso". Twitter ha bloccato il suo account.
Mercoledi', in occasione della giornata nazionale degli studenti universitari, agenti in borghese si sono intrufolati negli atenei, malmenato i ragazzi e rapito i giovani Mohammad Shebahati, Arian Heydari, Amirhossein Garshasebi, ed Erfan Zarei.
Nel frattempo, la repressione in Iran ha convinto la Corte costituzionale del Belgio a escludere lo scambio di prigionieri, e quindi il ritorno a Bruxelles del volontario Olivier Vandecasteele, nel carcere di Evin dallo scorso febbraio. Doveva essere scambiato con il diplomatico iraniano Assadollah Assadi condannato a vent'anni da un tribunale di Anversa.
La repressione di regime fa anche crescere la rabbia. Di certo, ayatollah e pasdaran sono consci di correre il rischio di un ribaltamento del sistema, e per questo si stanno preparando la via di uscita. Non sorprende quindi la segnalazione di diversi elicotteri in volo dalla casa del leader supremo Khamenei verso l'aeroporto di Teheran.
Pare che la dirigenza iraniana stia negoziando con le autorita' venezuelane affinche' i funzionari della Repubblica islamica e i loro familiari possano richiedere la residenza. Sono notizie rivelate da una fonte venezuelana all'emittente saudita Iran International che "il manifesto" non e' in grado di verificare. Un'altra possibile destinazione per gli uomini di regime e le loro famiglie pare possa essere il Cile.

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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 669 del 25 dicembre 2022
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