[News] Ucraina verso l'escalation: obiettivo è la riconquista della Crimea



Escalation: un nuovo passo avanti

Il 20 gennaio a Ramstein è stato compiuto un nuovo passo avanti nell’escalation del conflitto dalla Santa Alleanza a guida USA che ha deciso di elevare ancora di più il livello degli armamenti da fornire a Kiev per consentirgli di “vincere” la guerra.


Già prima di Ramstein il New York Times aveva fatto filtrare la notizia che gli USA stavano valutando di fornire a Kiev le armi necessarie per riconquistare la penisola di Crimea (che attualmente è una Repubblica autonoma inserita nella Federazione Russa), obiettivo che Zelensky ha rivendicato più volte a voce alta. In questo scenario la fornitura di uno squadrone di centinaia di panzer tedeschi (forniti dalla Germania e da altri paesi), appare un tassello indispensabile per la programmata controffensiva verso la Crimea. A questo  punto siamo molto al di là dell’esercizio della legittima resistenza militare da parte di un paese aggredito. La pretesa di staccare la Crimea dalla Russia per riconsegnarla all’Ucraina è tanto assurda quanto lo sarebbe la pretesa del Messico di riprendersi il Texas sottraendolo agli USA. Per la Russia la Crimea fa parte integrante del suo territorio dal 1784 ed ha un valore strategico irrinunciabile perché è la base della sua flotta del Mediterraneo.

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A Ramstein nessuna resistenza all’escalation della guerra è venuta dall’Italia che, anzi, per bocca del ministro Crosetto, ha accettato con entusiasmo di “fare la sua parte” e adesso ha varato  il sesto decreto per la fornitura di armi all’Ucraina. Del resto non si può pretendere che Crosetto sia capace di esercitare la virtù del pensiero, quando questo difetto  è stato brillantemente assente nella testa del suo predecessore e dei dirigenti del PD.


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