[Ecologia] Greenpeace: "Nessun via libera al saccheggio dei mari per l’industria estrattiva (deep sea mining)"



L'industria del deep sea mining si stava preparando ad affondare i suoi denti meccanici nei fondali marini, ma la scommessa gli si è ritorta contro, poiché ha sottovalutato l’importanza della scienza e l’indignazione per l'ingiustizia di un'attività pericolosa, meramente speculativa e orientata al profitto.

Grazie anche alla crescente mobilitazione dell’opinione pubblica, i negoziati dell'Autorità internazionale per i fondali marini (International Seabed Authority, ISA) si concludono oggi senza alcun via libera alle estrazioni minerarie in alto mare (deep sea mining). Le compagnie interessate a trasformare i fondali marini in miniere di metalli rari non potranno iniziare a saccheggiare gli oceani come avrebbero voluto: cresce infatti l'opposizione all'industria del deep sea mining, con oltre 20 governi che chiedono uno stop. È chiaro che la maggior parte dei governi non è disposta a liberalizzare la distruzione degli oceani.

Greenpeace 

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