[Disarmo] Le dimissioni di Victoria Nuland confermano il disimpegno degli USA dal conflitto ucraino? – Analisi Difesa



L’Amministrazione Biden ha preferito Campbell alla Nuland per il posto di numero 2 del Dipartimento di Stato ma invece di valutare tale scelta in base a differenze personali tra i due alti funzionari forse varrebbe la pena notare che Campbell è un esperto di Cina, passato da incarichi al Dipartimento del Tesoro all’Istituto di Studi Strategici Internazionali, all’incarico di sottosegretario per l’Asia con l’Amministrazione Obama al Consiglio per la sicurezza nazionale (dove vera coordinatore per l’Indo-Pacifico) fino al dipartimento di Stato, solo lo scorso 14 febbraio per diventarne numero 2 in sostituzione di Wendy Sherman. Campbell è considerato l’uomo di fiducia di Biden e l’ispiratore della strategia USA per lo scacchiere asiatico-cinese.

La sua designazione sembra quindi indicare che gli Stati Uniti, anche con una prossima amministrazione del Partito Democratico, punteranno il focus strategico e politico sull’Asia e la sfida con la Cina nell’Indio Pacifico. Come farebbe del resto anche Donald Trump se tornasse alla Casa Bianca e infatti ha già fatto capire che chiuderebbe in fretta la guerra in Ucraina lasciando all’Europa il compito di raccogliere i cocci.
Il portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha commentato su Telegram le dimissioni di Nuland attribuendole al fallimento del corso “anti-russo” dell’amministrazione Biden. “Il motivo non vi verrà detto ma è semplice: il fallimento del corso anti-russo dell’amministrazione Biden. La russofobia, proposta da Victoria Nuland come principale concetto di politica estera degli Stati Uniti, sta trascinando i democratici verso il fondo”.

Sembra andare in quella direzione anche il ritiro dalle primarie repubblicane per la Casa Bianca di Nikky Haley, sostenuta dai colossi dell’industria della Difesa e strenua sostenitrice del supporto militare a Kiev contro la Russia.

Del resto l’obiettivo degli Stati Uniti di utilizzare l’Ucraina per logorare la Russia ma soprattutto sbaragliare il loro più grande competitor economico (la UE) è già stato raggiunto grazie anche alla “tafazziana” eutanasia dell’Europa e della gran parte dei suoi governanti.

Vale la pena ricordare oggi, anche se solo per sommi capi, quali attenzioni e considerazione Victoria Nuland abbia riservato all’Europa. Nel 2014 pronunciò la fatidica espressione “L’Unione Europea si fotta!” parlando al telefono con l’ambasciatore americano a Kiev che le esprimeva le preoccupazioni europee per i fatti del Maidan e la destabilizzazione dell’Ucraina attuata dagli Stati Uniti. I russi intercettarono la conversazione e la resero pubblica.

Nel 2016, in un’audizione al Congresso confermò il ferreo controllo sul governo ucraino affermando che gli USA avevano consiglieri in 16 ministeri a Kiev mentre a fine gennaio 2022 dichiarò che “se la Russia invade l’Ucraina, in un modo o nell’altro, il gasdotto Nord Stream 2 non andrà avanti.

Curioso che né in Germania né nelle altre nazioni del Nord Europa dove sono state avviate inchieste e indagini sulla distruzione dei gasdotti Nord Stream, nessuno le abbia mai chiesto quanto meno chiarimenti circa quella frase.

Gianandrea Gaiani

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