[Disarmo] Washington Post: "Usa frenano sui missili a lungo raggio per l'Ucraina". Prioritario lo sminamento. Sottovalutata la capacità produttiva militare della Russia



Gli Usa frenano sui razzi a lungo raggio a Kiev, ma l’Armata non ha problemi di scorte e continua a sparare

di Andrea Marinelli e Guido Olimpio


La Casa Bianca è indecisa sui razzi a lungo raggio per l’Ucraina: la luce verde sembrava vicina ma, secondo notizie del Washington Post, c’è stato un ripensamento. Il che non esclude in futuro un’altra piroetta se nella capitale dovessero rendersi conto che sono davvero indispensabili.

Gli ostacoli

Kiev, anche in questi giorni, aveva sollecitato la fornitura di armi in grado di colpire a 300 chilometri di distanza, ossia gli ACTAMS lanciabili dagli Himars. E gli americani avevano lasciato trasparire il possibile sì, un modo per aiutare l’esercito a sfondare le robuste postazioni degli occupanti. Un passaggio dal no deciso, quindi al probabile sì, infine una marcia indietro.

Il rallentamento è attribuito dalle fonti statunitensi ad alcuni fattori.
1) Non vi sono scorte a sufficienza, la Lockheed ne produce 500 all’anno ma sono destinati ad altri Paesi.
2) Gli ucraini dispongono come alternativa dei cruise francesi Scalp e i britannici Storm Shadow, impiegati con precisione su depositi e comandi. Contro le trincee possono ricorrere alle contestate bombe a grappolo.
3) Sono altre le necessità per la resistenza, in particolare equipaggiamenti per lo sminamento: i «campi» creati dai russi rappresentano un ostacolo duro. L’Ucraina è probabilmente il Paese più minato al mondo.
4) Sono forti i «freni» diplomatici. Gli Usa cercano di evitare — per quanto è possibile — tensioni ulteriori con Mosca in quanto temono un impiego sul territorio russo nonostante le rassicurazioni di Zelensky.


Nessun limite

La Russia non ha questi problemi e neppure remore, lo rivelano i bombardamenti sulle città nemichecome Odessa. Durante l’inverno erano uscite previsioni in campo occidentale — soprattutto britannico — su una possibile mancanza di missili a lungo raggio e su difficoltà nella produzione.


Invece l’Armata ha continuato a «sparare» sistemi d’ogni tipo da navi, sommergibili e aerei. Le fabbriche sarebbero in grado di mettere a punto 100 vettori al mese. Evidentemente le analisi erano errate. Valutazioni contrastanti anche sulle linee di difesa create dagli invasori, dibattito intensificato dalla lenta progressione dell’Ucraina.

Una parte degli esperti ritiene che i «bastioni» multipli stiano svolgendo il loro ruolo garantendo la tenuta del fronte, scelta attribuita al generale Surovikin. Infatti ne stanno costruendo di nuovi. È chiaro che i dispositivi (fissi e mobili) sono stati in parte sottovalutati e sarebbe sbagliato parlare di «una sorpresa», visto che i lavori dei genieri erano ben visibili. Altri osservatori, invece, sono fiduciosi, sostengono che gli effetti della pressione ucraina si vedranno più avanti, in conseguenza del logoramento progressivo al quale saranno sottoposte le truppe di Putin.

Fonte: Corriere.it