[cultura] Premio Roberto Morrione: l’anima del giornalismo nell’era dell’intelligenza artificiale



L'anima del giornalismo

DOMENICO IANNACONE
Nel profondo tessuto storico e culturale dell’Italia, dove realtà e finzione danzano in un continuo ed enigmatico balletto, il Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo si erige come un faro di integrità. Ci ricorda la figura indimenticabile di un giornalista tenace e rigoroso, cacciatore di verità, il cui coraggio e determinazione lo portavano spesso a scavare là dove altri si fermavano, a indagare e a sfidare le forze oscure che hanno minato negli anni bui della nostra recente storia repubblicana la chiarezza e la verità informativa.

In un’epoca in cui la disinformazione, come una nebbia insidiosa, minaccia di oscurare la luce della verità, il ruolo del giornalismo è cruciale proprio mentre ombre insidiose e forze nascoste tentano di corroderne la fondamentale essenza, minandone il suo valore intrinseco e il suo dovere verso la società. Ma come ci ha insegnato Roberto Morrione, il giornalismo non è solo una professione: è una missione, una vocazione e, spesso, una battaglia. 

Il premio a lui dedicato, in particolare, punta i riflettori sui giovani giornalisti under 30, sottolineando la vitalità e l’innovazione che essi possono portare in dono all’informazione. Quest’anno, il Premio conclude la sua 12esima edizione a Torino con quattro giornate di incontri e eventi che assumono un’importanza particolare, in quanto dedicate all’intelligenza artificiale (IA) e al suo impatto sul giornalismo.

Dal 25 al 28 ottobre, Torino diventerà il palcoscenico di un acceso dibattito sul futuro della professione. L’IA rappresenta una doppia lama: da un lato, offre strumenti che possono migliorare la raccolta e l’analisi dei dati, facilitando la scoperta di storie nascoste; dall’altro, solleva questioni riguardo la natura stessa del giornalismo e la sua etica.

In questo scenario, assistiamo a un dramma epocale: l’uomo contro la macchina. Molti giornalisti hanno basato la loro vita professionale sulla capacità di raccontare storie, di toccare con mano luoghi sconosciuti, di interagire e guardare negli occhi i protagonisti, captando le sfumature più sottili delle loro emozioni. C’è il rischio tangibile che questa essenza profonda del giornalismo si perda, se tutto dovesse essere mediato da algoritmi e codici. L’IA, nonostante le sue potenzialità, potrebbe rendere il giornalismo sterile, sradicandolo dalla sua radice umana e passionale. 

Ma il dibattito non si ferma qui. Mentre l’intelligenza artificiale promette rapidità, precisione e un vasto accesso a informazioni, emergono questioni fondamentali: cosa significa affidare la narrazione delle storie a una macchina? Quanto della nostra umanità si perde nel processo? E come bilanciamo le potenzialità dell’IA con l’importanza vitale di un approccio umano, empatico e sensibile? 

Morrione, con la sua passione e dedizione, ci ha insegnato che l’anima del giornalismo risiede nella connessione umana, nel desiderio di scoprire e nel coraggio di raccontare. Il Premio Roberto Morrione, dunque, serve come monito, un richiamo potente alla prossima generazione di giornalisti. 

Nonostante le tentazioni della tecnologia, devono mantenere vivo l’ardore, l’empatia e la passione che stanno alla base di ogni grande racconto. Perché, in ultima analisi, è l’umanità che rende il giornalismo non solo informativo, ma anche profondamente significativo.

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Domenico Iannacone sarà a Torino per le Giornate del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo e riceverà il Premio Baffo Rosso 2023 durante la Serata di Premiazione di sabato 28 ottobre in OGR Torino dalle 21.15. Tutte le info su www.premiorobertomorrione.it