[cultura] "Promettemmo che non avremmo allargato la NATO. Non mantenemmo la parola"



UNA VOCE FUORI DAL CORO

Cerco di capire come si è giunti a questa disastrosa e drammatica situazione.in seguito all’aggressione della Russia all’Ucraina. Non certo per giustificarla: qualunque siano le motivazioni addotte da Putin, la sua decisione di invadere il Paese vicino è da condannare. In letteratura e in rete, sommerse dalle notizie su attacchi e contrattacchi, sui lutti e sui crimini, sulle immani distruzioni, si trovano anche informazioni e commenti utili a questo scopo; si tratta di individuare quelle fondate e attendibili. Qui mi limito a valutare il ruolo giocato dall’estensione della NATO (l’Alleanza Atlantica) fino ai confini della Russia.

L’allargamento della NATO

Dopo il crollo del Muro di Berlino (1989) l’Ucraina proclamò la sua indipendenza dall’URSS (24 agosto 1991). La Russia, sotto il governo di Gorbačëv, acconsentì alla riunificazione della Germania e alla sua adesione alla NATO, ritirò i 340.000 soldati sovietici dalla DDR; chiese in cambio che la NATO non si estendesse ulteriormente verso Est. Il Il 31 gennaio 1990 il Ministro degli Esteri tedesco, Genscher dichiarò che la NATO “non si sarebbe avvicinata ai confini dell’Unione Sovietica”; il 5 febbraio il Segretario di Stato americano James Baker promise che la NATO “non avrebbe espanso di un centimetro la sua sfera di influenza verso Est” e concordò con Gorbačëv che qualunque estensione dell’area occupata dalla NATO era inaccettabile.
In un’intervista al Daily Telegraph (7 maggio 2008), Gorbačëv, ultimo leader dell’Unione sovietica, disse che Helmuth Khol gli aveva assicurato che la Nato «non si muoverà di un centimetro più ad est».

Der Spiegel riporta che, nei colloqui avvenuti tra il 1990 e il 1991 tra i rappresentanti dei quattro paesi occidentali (Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania Ovest), di fronte alla richiesta di alcuni paesi dell’Est Europa di entrare nella Nato, Polonia in testa, concordarono nel definire «inaccettabili» tali richieste. Il diplomatico tedesco occidentale Juergen Hrobog disse: «Abbiamo chiarito durante il negoziato 2+4 che non intendiamo fare avanzare l’Alleanza atlantica oltre l’Oder. Pertanto, non possiamo concedere alla Polonia o ad altre nazioni dell’Europa centrale e orientale di aderirvi».
Il rappresentante degli Stati Uniti, Raymond Seitz, dichiarò: «Abbiamo promesso ufficialmente all’Unione sovietica nei colloqui 2+4, così come in altri contatti bilaterali tra Washington e Mosca, che non intendiamo sfruttare sul piano strategico il ritiro delle truppe sovietiche dall’Europa centro - orientale e che la Nato non dovrà espandersi al di là dei confini della nuova Germania né formalmente né informalmente».
Nel marzo 1991, il primo ministro britannico John Major promise, durante una visita a Mosca, che l’adesione alla Nato di Paesi come Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca “era fuori questione”.
Jack Matlock, ambasciatore americano a Mosca dal 1987 al 1991 in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera del 15 luglio 2007 afferma: “Quando ebbe luogo la riunificazione tedesca, noi promettemmo al leader sovietico Gorbačëv – io ero presente – che se la nuova Germania fosse entrata nella Nato non avremmo allargato l’Alleanza agli ex Stati satelliti dell’Urss nell’Europa dell’Est. Non mantenemmo la parola. Peggio: promettemmo anche che la Nato sarebbe intervenuta solo in difesa di uno Stato membro, e invece bombardammo la Serbia per liberare il Kosovo che non faceva parte dell’Alleanza”.

Roberto Fieschi, fisico impegnato per il disarmo


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